Libri di Giorgio Caproni
Poesie. Testo francese a fronte
René Char
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2018
pagine: XXII-246
René Char ha avuto in Italia due straordinari traduttori: Sereni e Caproni. Sul rapporto Char-Sereni, fatto di incontri assidui a partire dal 1960 e di un carteggio imponente (pubblicato nel 2010), si sa quasi tutto. Molto meno si è indagato il rapporto Char-Caproni. L'amicizia personale fra i due sboccia più tardivamente, dopo il 1978, ma la sintonia poetica è forte fin dall'inizio. Se Sereni ama in Char un poeta che sente molto diverso da sé, Caproni traduce il poeta francese per affinità, a partire dalla vicenda esistenziale che aveva visto entrambi combattere nella Resistenza. Questa antologia, curata da Elisa Donzelli, riprende in parte il volume Feltrinelli del 1962, Poesia e prosa, che costituì il pù organico ingresso del poeta francese in Italia e il pù completo panorama della sua poesia successiva al primo periodo surrealista. L'introduzione e il commento della curatrice mostrano le vicende di singole poesie indicando qualcuna fra le pù significative varianti della traduzione; e mostrano l'influenza che queste traduzioni ebbero sulla successiva poesia di Caproni.
Carteggio 1947-1983
Giorgio Caproni, Vittorio Sereni
Libro: Libro in brossura
editore: Olschki
anno edizione: 2020
pagine: 226
Il volume ricostruisce la corrispondenza tra due protagonisti della poesia italiana del secondo Novecento, illuminando esegeticamente i principali snodi tematici del dialogo: i diversi luoghi d'appartenenza e d'elezione, i lavori di traduzione, il milieu letterario condiviso. Allo studio del carteggio si fonde quello dei rispettivi fondi librari, con un'attenzione particolare alle dediche d'autore apposte sui libri reciprocamente donati e alle relative note di lettura.
Il mio Enea
Giorgio Caproni
Libro: Copertina morbida
editore: Garzanti
anno edizione: 2020
pagine: 256
Nel 1948 Caproni scorge a Genova fra le rovine dei bombardamenti una statua di Enea in fuga da Troia, col vecchio padre in spalla e il figlioletto accanto. L'apparizione assume per lui un significato travolgente: Anchise è la tradizione ormai distrutta, Ascanio il futuro ancora incerto, Enea lo specchio di Caproni stesso e della sua generazione, usciti a stento dalla guerra e alle prese con una difficile ricostruzione. Il poeta tornerà su quell'«incontro» in vari interventi (da corrispondenze giornalistiche al poemetto Il passaggio d'Enea, a recensioni e interviste), qui raccolti per l'attenta cura di Filomena Giannotti, autrice anche di una puntuale Introduzione e di un prezioso apparato di Note che di quell'incontro ricostruiscono la storia e il valore simbolico. Questo libro finisce così per presentarsi come una «nuova Eneide della contemporaneità» (Alessandro Fo, dalla Prefazione) che, attraverso le parole di Caproni, sottrae l'eroe antico a ogni retorica celebrativa. La Postfazione di Maurizio Bettini segnala come, nel secondo dopoguerra, anche fuori d'Italia si riscoprisse l'attualità di Enea come figura capace di rispecchiare un mondo in frantumi. Prefazione di Alessandro Fo. Postfazione di Maurizio Bettini.
Racconti scritti per forza
Giorgio Caproni
Libro: Copertina morbida
editore: Garzanti
anno edizione: 2019
pagine: 448
Accanto all'attività poetica, Giorgio Caproni ha coltivato sempre, ma soprattutto tra gli anni Trenta e Quaranta, anche la vocazione per il racconto e per il romanzo. Dando seguito al desiderio espresso dallo stesso autore, ma mai concretizzato in vita, di realizzare un giorno una raccolta completa dei propri scritti in prosa, il volume raccoglie numerosi suoi testi inediti o usciti su riviste ormai introvabili. Queste pagine, indubbiamente fedeli nei temi agli anni di cui sono figlie - basti pensare al fitto nucleo di racconti dedicati alla guerra e alla lotta partigiana - risultano tuttavia, forse grazie a questa stessa aderenza storica, altrettanto «felicemente intempestive» e immortali. Dalla prosa di Caproni affiora con inaspettata evidenza quella vena narrativa che percorre e presuppone anche la sua poesia, e ci viene restituito un volto meno noto, ma sorprendente per profondità d'ispirazione e felicità di espressione, di uno dei nomi più illustri e significativi del nostro Novecento.
Taccuino dello svagato
Giorgio Caproni
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2018
pagine: 270
Giorgio Caproni, uno dei massimi poeti del nostro Novecento, è stato anche un grande prosatore e un infaticabile collaboratore di riviste e quotidiani. Il "Taccuino dello svagato", edito qui per la prima volta in volume, si presenta come episodio eccentrico eppure esemplare della sua attività giornalistica. Fra il 1958 e il 1961, accanto alla stesura continuativa di componimenti poetici - non estranei, del resto, a queste prose - Caproni pubblicò in questa sua personale rubrica per la «Fiera Letteraria» racconti e soprattutto pagine private, fra cui autoritratti alla scrivania, resoconti di viaggio (in Liguria, in Veneto, in Calabria, alle fonti del Carducci o alle fonderie di Cornigliano, o alle Canarie dove non fu mai), e alcuni ricordi intimi e teneri di figlio (la visita immaginata alla tomba dei genitori, l'amicizia della madre col rospo Rigoletto). È un Caproni a tutto campo, quello che traspare da questi scritti, che spesso esaltano anche la sua vena più ironica. Lo vediamo così rispondere argutamente ai lettori; trarre spunto da quelle che oggi chiameremmo fake news («fra una cinquantina d'anni la notte non esisterà più»); osservare la contemporaneità senza eludere Elvis Presley, Lascia o raddoppia?, i rotocalchi con dive, pugili, uxoricidi e via elencando; annotare le proprie riflessioni non retoriche - tuttora attuali - sul progresso della società, sulle responsabilità della poesia e sui pregiudizi del pubblico, manifestando l'insofferenza di un recensore che, a corto di voglia e d'angoli della giacchetta da farsi tirare, provocatoriamente si mette a elogiare un paio di risme anonime di fogli vuoti, nonché le poesie di un bimbo in «grembiulino blu col fiocco bianco» à la Minou Drouet.
Antologia personale
Giorgio Caproni
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2017
pagine: 416
Il volume ripropone l'“autoantologia” curata dallo stesso Caproni nel 1976 per la collana “I Garzanti per tutti”, arricchita di una scelta di poesie tratte dalle raccolte successive (Il franco cacciatore, 1982; Erba francese, 1983; Il conte di Kevenhüller, 1987; Res amissa, 1991). La selezione è stata curata da Stefano Verdino, a partire dalle indicazioni e dalle preferenze espresse dall'autore in alcuni scritti e interviste: ne risulta un ritratto fedele del poeta, in versi dalla pronuncia originale e inconfondibile, capaci di profondità e leggerezza, dramma e ironia. La nuova edizione è corredata da un commento che, raccolta per raccolta, guida il lettore alla comprensione dei motivi ispiratori, delle tecniche espressive e dei momenti più significativi dell'avventura umana e poetica di Caproni.
Amore, com'è ferito il secolo. Poesie e lettere alla moglie
Giorgio Caproni
Libro: Copertina morbida
editore: Manni
anno edizione: 2017
pagine: 125
Sono qui raccolte alcune fra le più belle liriche di Caproni per la moglie e quindici lettere di una corrispondenza fra Rina e Giorgio in cui emerge la storia di un rapporto d'amore e di una famiglia. C'è una particolare sintonia tra i due, che potremo chiamare "il governo della casa", uno scambio continuo su contingenze di economia domestica e accanto pudiche dichiarazioni sentimentali: si entra nel quotidiano della vita di allora, con tante piccole cose, che danno il sapore di un forte Legame e di una coppia, attenta alle ragioni composte di affetto e di praticità. Postfazione di Vincenzo Ostuni.
Tutte le poesie
Giorgio Caproni
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2016
pagine: 1104
Il volume raccoglie l'intera produzione di Giorgio Caproni, compreso "Res Amissa", pubblicato postumo nel 1991. È dunque possibile cogliere nella sua interezza una delle più importanti voci poetiche del Novecento. Il dato essenziale della modernità di Giorgio Caproni è quella sua particolare musica cui si deve la naturalezza con cui il poeta passa, senza mutar tono, dal quotidiano all'astratto, dal colore al disegno, dal colloquiale all'epigrafico, dal domestico al metafisico. Temi preferiti da Caproni sono il viaggio, la frontiera, le terre di nessuno con i loro paesaggi solitari e le loro rare apparizioni e la caccia, ossessiva, a un'inafferrabile preda. Unico rifugio umano è proprio l'incerto confine tra il vero e l'immaginario, tra il certo e il possibile: anche l'assoluto, se esiste, abita nell'ambiguità. Introduzione di Stefano Verdino.
Diario del ladro
Jean Genet
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2017
pagine: 257
Pubblicato clandestinamente nel 1948, e poi in un'edizione censurata l'anno successivo, il “Diario del ladro” - che il Saggiatore propone nella storica traduzione di Giorgio Caproni e con una nuova prefazione di Walter Siti - è il più impudente, scandaloso autoritratto di Jean Genet: scritto con ispirazione agiografica, raccoglie gli anni di miseria e vagabondaggio del grande scrittore francese, che tra il 1933 e il 1939 viaggiò attraverso l'Europa vivendo di espedienti e rispondendo a leggi istintuali, in un lungo e picaresco calvario costellato di fughe, carcerazioni e dissolute liaisons sessuali. È stato accattone nel Barrio Chino di Barcellona, spacciatore di monete false in Cecoslovacchia, ha affrontato i «mostri nascosti dalla notte» che difendevano l'ingresso in Italia, ha passeggiato tra i bordelli di un Belgio intemperante e sornione, sempre fuggendo dai soldati nazisti, in Austria e in Germania, in Polonia e in Iugoslavia. Genet il milite, il mendicante, il ladro. Genet il girovago, la prostituta, l'angelo precipitato. Genet il santo che anela alla beatitudine terrestre, attraverso le sue nuove virtù teologali - furto, tradimento e sodomia -, e scrive il libro della propria Genesi, consacrandolo al culto del turpiloquio e dell'indecenza. Una storia spesso falsata, quella di Genet, dallo sguardo sublime dello stesso narratore che continuamente e imprevedibilmente la scompone e rimonta, spostando le cronologie, inventando i fatti, riscrivendo versioni sempre diverse che si contraddicono pagina dopo pagina, manipolando e correggendo gli eventi alla luce di una più grande verità: la letteratura mistifica la vita per avverarla. Ne emenda gli errori, ne nobilita le brutture, le deformità, le sproporzioni. Spezza il destino per consegnarci al mito, alla santità eterna degli eroi.
Morte a credito
Louis-Ferdinand Céline
Libro: Libro rilegato
editore: Garzanti
anno edizione: 2007
pagine: XXI-592
"Morte a credito", pubblicato nel 1936, è il secondo grande romanzo di Céline, che nelle sue pagine ritorna alla propria infanzia e adolescenza. Cresciuto in un'atmosfera soffocante e carica d'odio, illuminata solo dalle presenze della nonna Caroline e dello zio Éduard, il giovane Ferdinand racconta le proprie esperienze familiari, turistiche, scolastiche, erotiche e di lavoro. Quella di Céline è una prosa di sconvolgente carica espressiva e visionaria, brulicante di ossessioni, oscenità e violenza. Ma, come ha notato André Gide, «la realtà che Céline descrive è l'allucinazione provocata dalla realtà». Questa è la prima edizione italiana integrale di Morte a credito. La «storica» traduzione di Giorgio Caproni venne infatti pubblicata con alcune omissioni: i brani espunti allora perché ritenuti troppo scabrosi sono stati reinseriti nel testo.
Racconti partigiani
Giorgio Caproni
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2025
pagine: 112
Assecondando una vocazione narrativa che ha sempre affiancato la sua attività poetica, il partigiano Caproni prova a “scrivere la Resistenza” e in queste pagine trasfigura le sue esperienze di maestro in Val Trebbia dove, dal 1943 sino alla fine della guerra, fu testimone e sostenitore della lotta di liberazione. Una piccola comunità di provincia su cui incombono i grandi eventi della Storia diventa lo specchio di un'Italia oppressa e impaurita che cerca nella rivolta partigiana lo scatto per una rinascita morale. Pur lontani dai canoni del neorealismo, questi racconti restituiscono in presa diretta, senza alcuna enfasi celebrativa, le scelte coraggiose e drammatiche di una generazione chiamata a fronteggiare la ferocia della dittatura in nome della libertà e della democrazia.