Libri di Antonio Fappani
La misericordia e la carità dei bresciani. La pietà laica
Antonio Fappani
Libro: Copertina morbida
editore: Com&Print
anno edizione: 2019
Prefazione di Osvaldo Mingotti.
Verolanuova nei secoli
Antonio Fappani, Renato Savaresi, Michelangelo Tiefenthaler
Libro: Copertina rigida
editore: La Compagnia della Stampa
anno edizione: 2008
pagine: 176
Lettere di p. Giovanni Piamarta e dei suoi corrispondenti
Antonio Fappani
Libro
editore: Queriniana
anno edizione: 1970
Gardone di Valle Trompia. Vicende storiche e patrimoni d'arte
Antonio Fappani, Carlo Sabatti, Francesco Trovati
Libro
editore: Grafo
anno edizione: 1984
pagine: 226
Lumezzane S. Sebastiano. Album di famiglia
Antonio Fappani, Giannetto Valzelli, M. Teresa Scapi
Libro
editore: Grafo
anno edizione: 1989
pagine: 110
Bibliografia bonomelliana
Antonio Fappani, Lorenzo Rosoli
Libro
editore: Centro Studi Emigrazione
anno edizione: 1996
pagine: 100
Rezzato e il suo santuario
Antonio Fappani
Libro: Copertina morbida
editore: Fondazione Civiltà Bresciana
anno edizione: 2011
pagine: 127
L'umana tragedia. Poema fatidico (rist. anast. Torino, 1885)
Giovanni Battista Cipani
Libro: Libro in brossura
editore: Fondazione Civiltà Bresciana
anno edizione: 2017
pagine: 449
Don Pietro Boifava. Un patriota nel cattolicesimo sociale bresciano
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2012
pagine: 704
Don Pietro Boifava di Serle (1794-1879), umile e modesto rappresentante del "basso clero", è uno di quegli uomini che, senza aver detto o scritto nulla sulla storia e sul suo senso, in realtà hanno contribuito in modo quasi unico a farla. Fu un "militare" occasionale, ma per un valore supremo e fu un cattolico sociale per, nel e col suo popolo. Non fu deputato austriaco e non fu sindaco italiano per puro caso, ma per sua scelta e vocazione. Il suo "genio" si estrinsecò nel fondere dal basso, nella plebe, questo apparente ossimoro sospeso fra insurrezione ed amore per gli altri, guerra e libertà, pratica concreta e circoscritta ed esiti ideali ed universali. Egli infatti fu al tempo stesso espressione della tradizionale societas christiana e assieme segno dell'avanzante modernità laica. In un contesto, quello bresciano, in cui il sacerdote entrava a far parte di un welfare moderno, sia in collaborazione sia in supplenza con lo Stato, don Pietro, pur con un'attività amministrativa limitata alla sua Serle, fu veramente espressione del "prete sociale" e interprete della nuova realtà. Parlando con la pratica e non con la teoria, espresse la sua carità in tutti i campi che arò.