Libri di Dario Tomasello
La realtà per il suo verso. E altri studi su Pascoli prosatore
Dario Tomasello
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 2005
pagine: 162
Questo volume si occupa della multiforme attività del Pascoli prosatore, di cui si propone di cogliere i toni propri del poeta quando, attraverso la prosa, legge la realtà per il suo verso. La cifra unificante di poesia e prosa è rintracciabile esattamente nelle contraddizioni di una pagina che, al di qua della funzione poetica, pone l'autore dinanzi a uno specchio capace di essere, tuttavia, non meno deformante e bugiardo.
Introduzione ai performance studies
Richard Schechner
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2018
pagine: 540
Prefazione di Marco De Marinis.
Ma cos'è questa crisi. Letteratura e cinema nell'Italia del malessere
Dario Tomasello
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2013
pagine: 230
"Ma cos'è questa crisi?" si chiedeva Rodolfo de Angelis in un celebre ritornello della prima metà del Novecento. Ripercorrendo sessant'anni di storia italiana, il libro misura la crisi come condizione naturale della cultura del nostro paese. È una contraddizione solo apparente che il malessere deflagri proprio nell'epoca del boom, nel vivo dei favolosi anni Sessanta. E da allora assume forme via via diverse, prolungando la propria ombra fino alla stagione presente. Tra letteratura e cinema del malessere, gli antieroi passati in rassegna hanno i volti e i nomi dei personaggi di Risi, Calvino, Bianciardi e Volponi, per incarnare poi in tempi più recenti i tratti grossolani del cinema dei Vanzina, quelli melanconici dei libri di Tondelli o, infine, quelli ossessivi della "Gomorra" di Saviano.
Il romanziere è panteista. Ideologia e stile nella prosa di F. D. Guerrazzi
Dario Tomasello
Libro
editore: Bulzoni
anno edizione: 1998
pagine: 130
Oltre il futurismo. Percorsi delle avanguardie in Sicilia
Dario Tomasello
Libro
editore: Bulzoni
anno edizione: 2001
pagine: 236
Il fascino discreto della tradizione. Annibale Ruccello drammaturgo
Dario Tomasello
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni di Pagina
anno edizione: 2008
pagine: 200
Il volume di Dario Tomasello ripercorre criticamente l'intera opera teatrale del drammaturgo napoletano Annibale Ruccello. Scomparso prematuramente nel 1986, all'età di trent'anni, il giovane autore partenopeo ha comunque dato vita ad una notevole produzione drammaturgica, caratterizzata da toni a volte esplicitamente comici e grotteschi altre volte decisamente magniloquenti e gravi: ad ogni modo una produzione unica nel suo genere. L'autore analizza questa unicità, rintracciandone le radici nella tradizione teatrale napoletana (da Viviani a Eduardo), ma provando ad inquadrare la figura di Annibale Ruccello nel complesso del teatro italiano novecentesco.
Bisogno furioso di liberare le parole. Tra verbale visivo. Percorsi analitici della tavole parolibere futuriste
Dario Tomasello, Francesca Polacci
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2009
pagine: 216
Un assurdo isolano. Il teatro di Spiro Scimone e Francesco Sframeli
Dario Tomasello
Libro: Libro rilegato
editore: Editoria & Spettacolo
anno edizione: 2009
pagine: 168
Nel teatro di Spiro Scimone e Francesco Sframeli c'è il senso di una misura centrifuga del linguaggio che ha le sue radici in una sicilianità vissuta in una posizione liminare, lungo i bordi, com'è tipico di un'esperienza attoriale e drammaturgica di frontiera. I due attori verificano con il proprio lavoro una condizione interiore di confine, di non luogo, capace di riverberarsi nella tensione surreale e feroce di pièces dal successo ormai internazionale, come "La festa" (1999) e "Il cortile" (2003).
Antonio Delfini. Tra seduzione e sberleffo
Dario Tomasello
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2012
pagine: 92
Per Antonio Delfini, il mondo rimane fuori dalla propria portata, inattingibile. La parola è un pretesto per fugare il dolore di questa inattingibilità. Giacché si fa più forte, a ogni tentativo fallito, la consapevolezza di questa frustrazione, rimane lo sberleffo come blasfema consolazione per ogni gesto seducente andato a vuoto, fuori bersaglio. Se si tratta di uno sberleffo è perché Delfini si muove sul crinale impervio e rischioso di un'estraneità alla vita che non si sublima nella letteratura, giacché la letteratura non merita di essere presa sul serio sino a tal punto. Questo, che è il nodo cruciale della poetica delfiniana, ha prodotto la leggenda del suo dilettantismo, quella nonchalance propalata dall'amato-odiato entourage, o forse l'understatement proiettato dallo stesso autore come uno schermo protettivo, una lente palazzeschianamente posta davanti al proprio cuore, per nascondere però e non per mostrare.
L'isola o-scena. Un'idea di Sicilia nella poesia contemporanea
Dario Tomasello
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 2012
pagine: 110
Questo libro intende ripercorrere - attraverso la presentazione di quattro figure chiave (Cacciatore, Cattafi, Insana ed Isgrò), controverse e complesse - la funzione antilirica di un filone fertile della poesia siciliana del secondo Novecento. Viene indagato un racconto plausibile dell'Isola, nei termini non tanto di una celebrazione autoreferenziale quanto di una sua spiazzante esperienza. C'è, a tal riguardo, un'isola il cui ricordo costituisce la scaturigine meno genuina, dunque più rischiosa, della scrittura. Tanto teatrale da risultare o-scena.
Eduardo e Pirandello. Una questione «familiare» nella drammaturgia italiana
Dario Tomasello
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2014
pagine: 108
Sul discrimine pericoloso, rappresentato dal teatro come pratica, si gioca questa monografia che legge Eduardo De Filippo - in occasione del trentennale della morte - in filigrana, attraverso l'esempio pirandelliano. Inopinatamente, tuttavia, si potrebbe dire anche il contrario: come non sia possibile leggere, in molti casi, Pirandello, se non a posteriori e, in particolare, attraverso l'esempio di Eduardo. La genealogia Pirandello-Eduardo, familiare nel senso anche di "consuetudinaria" (con tutti i rischi connessi a una lettura "pigra" di ciò che sembra costantemente, nonché grossolanamente, sotto i nostri occhi), si muove spesso sul terreno insidioso e affascinante di un altrove non precisato, basandosi sulle ragioni della morte più che su quelle della vita. La morte che interviene come campitura privilegiata dell'ultimo discorso di Eduardo: il discorso sul "gelo" di quelle "abitudini teatrali" inscritte dentro il blasone della tradizione italiana e, in particolare, dentro la "crudeltà" del costume attoriale del maggiore dei De Filippo.