Libri di G. Albertini
Sentieri sostenibili. Parco naturale Prealpi Giulie
Luca Conti
Libro: Copertina rigida
editore: 24 Ore Cultura
anno edizione: 2014
pagine: 136
Waterloo. La disfatta di Napoleone
Gianluca Scagnetti
Libro: Copertina rigida
editore: Newton Compton Editori
anno edizione: 2014
pagine: 315
Il 18 giugno 1815 si svolse la battaglia di Waterloo, un evento di proporzioni epocali che segnò definitivamente il destino di Napoleone e di coloro i quali gli furono vicini fino alla fine. Debellando il condottiero còrso, le monarchie europee si illusero di poter fermare la Storia, ma quella sconfitta rappresentò solo una tappa di arresto del progresso. Bonaparte, che incarnava questo ideale, combatté trascinando con sé la Francia in guerra, innovò il suo Paese e il resto d'Europa che sottopose al suo controllo. Fu geniale nella strategia e nella tattica, vinse molte battaglie importanti e decisive, ma altre le perse. Come Waterloo, toponimo che evoca la parabola di un condottiero che - negli ultimi mesi di esercizio del suo comando - manifestò appieno le debolezze umane. Cercò di giocare la carta dell'astuzia fino all'ultimo. Waterloo è la storia di una dettagliata pianificazione della guerra ma anche di tanti errori, commessi da entrambe le parti, che però si rivelarono fatali per le truppe francesi. Ma Waterloo è, soprattutto, la storia di tanti uomini in uniforme che in quella breve campagna militare combatterono e perirono dilaniati dal piombo delle esplosioni in quella terra belga bagnata da una fine pioggia primaverile.
La disfatta del Terzo Reich. La battaglia di Stalingrado
Andrea Marrone
Libro: Copertina rigida
editore: Newton Compton Editori
anno edizione: 2012
pagine: 309
Se c'è una battaglia che ha compromesso in modo definitivo i sogni di dominio di Hitler, è senza dubbio quella di Stalingrado. Dal 23 agosto 1942 al 10 marzo 1943 la VI armata tedesca condotta da Paulus fu inchiodata dalla tenacia dei sovietici alla città che portava il nome del loro leader. Uno scontro senza esclusione di colpi, con due eserciti che si battevano senza alcun freno e senza alcuna regola con una sola direttiva: annientare il nemico. Vincitori in estate, i tedeschi si trasformarono in assediati durante l'inverno, costretti da Hitler a resistere fino alla morte: soffrirono la fame, le malattie, il freddo, consapevoli di non poter sperare in alcuna pietà da parte dei vincitori. E la guerra di conquista si trasformò gradualmente in una di sterminio. Mentre la produzione bellica tedesca arrancava, piegata dalla mancanza di materie prime e dai bombardamenti alleati, quella sovietica aumentava in continuazione, sfornando un numero crescente di carri armati, aerei, cannoni, e catapultando sempre più uomini al fronte. La Luftwaffe finì per perdere lo scontro per i rifornimenti della VI armata e già a Natale del 1942, a Berlino si parlava degli eroi di Paulus come se fossero già morti. Passo dopo passo, Andrea Marrone ripercorre una delle battaglie che più hanno cambiato il corso della storia.
I Mille. La battaglia finale. La più grande vittoria di Garibaldi per l'unità d'Italia
Andrea Marrone
Libro: Copertina rigida
editore: Newton Compton Editori
anno edizione: 2012
pagine: 253
Il primo ottobre 1860 Garibaldi si trova ad affrontare la battaglia più difficile della sua lunga carriera militare. Deve combattere contro il Real esercito del Regno delle Due Sicilie, superiore al suo per numero di uomini, artiglieria, posizione e mezzi. Nessuna delle tattiche da guerriglia a lui note può essere utilizzata; trincerati in fretta e furia, i soldati devono fronteggiare un nemico determinato e consapevole. Francesco II di Borbone e i suoi generali sanno di non avere alternative: devono superare la barriera del Volturno e battere sul campo le temute camicie rosse di Garibaldi. Il generale sa che, se i borbonici sfonderanno le sue linee, tutto sarà perduto. La preparazione della battaglia è una corsa contro il tempo e una sfida alle croniche carenze di un esercito di volontari, che manca di tutto quello che i borbonici hanno in abbondanza: cannoni, polvere, munizioni, cibo, cavalleria leggera e pesante. I garibaldini affrontano il nemico in contrattacchi furibondi, lanciando sassi, combattendo a mani nude. I preparativi, le tattiche utilizzate negli scontri, il contrapporsi di due diversi modi di combattere e di due differenti mentalità rivivono nel saggio di Andrea Marrone, che guida il lettore passo dopo passo nei momenti salienti della battaglia decisiva per l'Unità d'Italia.
La battaglia dei tre imperatori. Austerlitz: la più grande vittoria di Napoleone
Marco Lucchetti
Libro: Copertina rigida
editore: Newton Compton Editori
anno edizione: 2012
pagine: 246
Il 2 dicembre 1805, mentre a Parigi si festeggiava il primo anniversario della proclamazione dell'Impero, in uno sperduto paesino della Moravia Napoleone Bonaparte concludeva la sua rapida avanzata attraverso il territorio austriaco con una clamorosa vittoria. Quello che rimaneva degli eserciti di Austria e Russia, guidati da Francesco II d'Asburgo e dallo zar Alessandro I, batteva in ritirata, sonoramente sconfitto. La Terza Coalizione era stata battuta, la guerra era finita e Napoleone poteva essere considerato il nuovo padrone d'Europa. Il primo ministro inglese William Pitt, grande nemico di Napoleone e ideatore della Coalizione, ordinò ai suoi aiutanti di arrotolare la mappa d'Europa, perché "non sarebbe più servita per i prossimi dieci anni". E così fu: solo dopo Waterloo i confini delle nazioni sarebbero tornati quelli del 1805. La battaglia prese il nome dal vicino castello di Austerlitz ed è ritenuta la più grande vittoria di Napoleone, oggetto di studio di tutte le accademie militari come modello perfetto di strategia e tattica: ma eroi di quel giorno furono anche gli ufficiali e i soldati della Grande Armée, che mai come allora furono invincibili, eseguendo alla perfezione sul campo di battaglia gli ordini del proprio comandante, nonostante l'inferiorità numerica.
L'ultima battaglia dell'impero romano. L'esercito del V secolo e la disfatta finale contro i Vandali
Andrea Frediani
Libro: Copertina morbida
editore: Newton Compton Editori
anno edizione: 2010
pagine: 184
È difficile stabilire chi diede il colpo di grazia all'impero romano. Di sicuro, i vandali e il loro re Genserico sono tra i più accreditati. Soffiarono ai romani l'Africa e le isole, con la pirateria resero instabili le comunicazioni nel bacino mediterraneo, furono tra i primi barbari a violare l'Urbe e, con i loro raid, vessarono per decenni le città costiere dell'Italia. Nel 468 d.C., otto anni prima della sua fine ufficiale, l'impero compì un ultimo sforzo per debellare la minaccia vandalica. Ravenna e Costantinopoli, da tempo capitali, di fatto, di due imperi divisi e spesso in contrasto tra loro, collaborarono per allestire la più imponente spedizione anfibia della storia di Roma e portare la guerra in Africa. Ma l'intera flotta imperiale finì dissolta in un devastante rogo al largo di Capo Bon. La disfatta spazzò via ogni speranza di salvare la parte occidentale, già assediata da altri popoli e minata anche dalle rivendicazioni dei soldati, ormai in gran parte barbari anch'essi. Attraverso un ricco apparato iconografico, impreziosito da disegni e tavole inedite di Giorgio Albertini, questo volume rivela la profonda evoluzione delle forze armate romane, che, nell'ultimo secolo dell'impero, si discostano notevolmente dalle classiche figure di centurioni, legionari e tribuni fissate nell'immaginario collettivo da film e documentari.