Libri di G. F. Lami
Rassegna italiana (1933-1952)
Julius Evola
Libro: Libro in brossura
editore: Casa Editrice Pagine
anno edizione: 2012
pagine: 120
Nel 1994 la Fondazione Julius Evola pensò di pubblicare una serie di libri intitolata "Biblioteca Evoliana" che riunisse tutte le collaborazioni del filosofo. L'idea era dovuta a Gian Franco Lami, professore di Filosofia della Politica all'Università di Roma "La Sapienza", che è però improvvisamente morto nel 2011, lasciando incompiuto questo il lavoro. Oggi quelle pubblicazioni riprendono grazie all'editore Luciano Lucarini. La collaborazione di Evola a "Rassegna Italiana", rivista diretta da Tommaso Sillani, ha inizio nel 1933 e si conclude nel 1942. Evola venne apprezzato soprattutto per la sua familiarità con la cultura tedesca. Nei suoi articoli teorizzò la necessità di perseguire una Nuova oggettività, al di là di illuminismo razionalistico e di sentimentalismo romantico, per recuperare la dimensione elementare e cosmica della vita. Ripropose l'"Imperium" quale unica alternativa al cosmopolitismo, al sovietismo, e a quell'idea di Reich che si stava imponendo in Germania, su basi esclusivamente naturalistico-biologiche. Insomma, nel contesto storico degli anni Cinquanta, in cui la destra istituzionale tendeva a proporsi come partner di governo dei partiti confessionali e/o di centro, la rivoluzione culturale del pensatore romano, per questi ambienti, aveva assunto i tratti di una provocazione inattuale.
Regime corporativo (1935-1940)
Julius Evola
Libro: Libro in brossura
editore: Casa Editrice Pagine
anno edizione: 2011
pagine: 120
Studi evoliani 2009. Julius Evola e la cultura
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Arktos
anno edizione: 2011
pagine: 238
Lo stato degli studi voegeliniani. A cinquant'anni dalla pubblicazione di Ordine e storia
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2011
pagine: 288
Dal punto di vista di Voegelin, filosofia e scienza hanno da trovare il modo di convivere, senza preclusioni. Ma questo diviene possibile solo consentendo che la filosofia si faccia carico di quella ricerca-ultima capace di dare un senso agli stessi metodi con cui tali conoscenze vengono praticate. Ciò significa che, anche per Voegelin, l'adozione di un modello, la utilizzazione di un paradigma reale, e il suo giudizio favorevole all'impiego di quel certo modello, o di quel paradigma, in determinate circostanze esistenziali, non significano affatto la loro approvazione incondizionata. Al contrario, con atteggiamento che richiama molto fedelmente lo stereotipo aristotelico, egli ne conferma la validità "formale" solo in presenza di una specifica sostanza, la qualità di un'anima solo in presenza di un corpo specifico, dalla cui necessità partire, al fine realizzativo di qualsivoglia interpretazione o miglioramento. Dunque Voegelin non ha mai dubitato della impossibilità di esportare, per esempio, soluzioni costituzionali, e non ha mai scambiato il dito che indica la luna con la luna stessa. Purtroppo, questo semplice accorgimento non è stato utilizzato da taluni suoi recenti commentatori e dalla maggior parte dei suoi critici, che lo hanno, di volta in volta, preso per un pensatore conservatore, per rivoluzionario, per integralista, per protestante, per tradizionalista, per progressista, e così via.
Filosofi cattolici del Novecento. La tradizione in Augusto Del Noce
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2009
pagine: 256
Nella costruzione teorica di Augusto Del Noce, c'è un messaggio che sollecita la crescita della personalità individuale, un messaggio dalle caratteristiche "maieutiche", alla maniera socratica. Ma, l'aspetto più nascosto di questa "lievitazione" spirituale non è tanto la tensione che esso esprime, dal "regno della necessità e della dipendenza" a quello della "libertà", quanto il modello di "conversione", rivoluzionariamente offerto al presente attuale di ogni uomo-cittadino ben intenzionato. Il discorso "analogico" dispone questo modello sulla linea della perfettibilità, ove la Provvidenza divina opera, al pari della "eterogenesi dei fini", onde castigare qualsiasi deviazione di stampo gnostico. La porta socchiusa dal suo pensiero sulle autentiche motivazioni dell'alienazione, sul pericolo tecnocratico, sulla globalizzazione "senza Dio", ci autorizza a proseguire in questo sentiero riflessivo. Del Noce non fu certamente filosofo sistematico. Egli è nondimeno un pensatore della Tradizione. Non diede risposte valide per tutti e per ciascuno. Ma, nel suo ragionamento si rinviene qualcosa di avvincente, parte dovuta all'autenticità spontanea del suo dire, parte dovuta all'essenzialità della sua ricerca, che ne fa perciò la "nostra" ricerca, sempre alle condizioni che vogliamo imprimerle.