Libri di Gianpaolo Altamura
Scrittori senza quiete. Da Pasolini a Saviano
Gianpaolo Altamura
Libro: Libro in brossura
editore: Tab edizioni
anno edizione: 2023
Lo studio riguarda cinque grandi autori della letteratura italiana contemporanea – in rigoroso ordine anagrafico Curzio Malaparte, Sandro Penna, Pier Paolo Pasolini, Oriana Fallaci e Roberto Saviano – che condividono a nostro avviso una caratteristica peculiare: quella di essere scrittori inquieti o, meglio, “senza quiete”. Non si allude qui tanto a una condizione dello spirito, quanto alla difficoltà a restare “in quiete”, a sentirsi, cioè, a proprio agio nei canoni, nelle convenzioni, nelle consuetudini del proprio tempo. L'“inquietudine” che li contraddistingue è da rintracciare primariamente nel loro spirito anarchico, nella loro eccentricità rispetto alla norma e nella loro attitudine autonoma e anticonformista, che si sono espressi nel rifiuto radicale di accettare il “quieto vivere”, ciò che Majakovskij ha definito una volta con parole fulminanti «l'infame buon senso».
Sandro Penna. Il dolce rumore della vita
Gianpaolo Altamura, Elio Pecora, Massimo Verdastro
Libro: Libro in brossura
editore: Gilgamesh Edizioni
anno edizione: 2022
pagine: 80
“Non indica strade la poesia, non salva. Per un poco accompagna. Veste di parole quel che ognuno si porta dentro inespresso, interrogante. Può essere solo un brillio fuggevole, può essere l’Icaro arrischiato, che aizza i cavalli del sole e precipita bruciando, mentre incanta e innamora nella fiaba spaventosa e felice. Quanto di vivo e forte ho sentito bruciarmi dentro! Nel cuore quasi un urlo di gioia / e tutto è calmo. La quieta follia. La strana gioia di vivere”.
L'opera che brucia. La riscrittura permanente di «Petrolio»
Gianpaolo Altamura
Libro: Libro in brossura
editore: Progedit
anno edizione: 2014
pagine: 132
"Petrolio" è una scrittura inquieta e sognante, animata da una intelligenza luciferina che trascende tutti i modelli che sceglie di imitare e deroga sistematicamente da quelle stesse norme che seguita con ostinazione a istituire, quasi cercasse scientemente di disinnescare tutti i possibili letterari, estendendo così la pasoliniana lotta contro l'omologazione culturale a un dominio squisitamente artistico e informale. Questo inaudito sacrificio di segni, tuttavia, non è affatto una vana esibizione di pur ragguardevoli abilità critiche o manieristiche: piuttosto è un tentativo estremo e quasi luddistico da parte di Pasolini di sabotare la macchinale autonomia estetico-formale che l'opera letteraria rischia di acquisire nell'età delle merci.

