Libri di Ivan Crico
Di un’altra voce sarà la paura
Yuleisy Cruz Lezcano
Libro: Libro in brossura
editore: Leonida
anno edizione: 2024
pagine: 112
Con "Di un’altra voce sarà la paura" la poetessa si approccia al mondo straziante della violenza sulle donne. La silloge apre uno squarcio in un silenzio ancora troppo assordante accompagnandoci nel labirinto oscuro, per alcune vittime senza via d’uscita, di altri vissuti, volendosi fare testimone di tante storie di donne senza voce, di grida soffocate, ogni verso sembra parlarci in prima persona, generato dall’humus tragico di una serie di traumi patiti nel corso della vita fino a perdersi nella primordiale nebulosa dell’infanzia della poetessa [...]. Con uno sguardo dolente, pieno di pietas ma anche di rabbia, Yuleisy Cruz Lezcano ci parla di corpi e anime che si sono dovute confrontare con l’assoluto spossessamento di sé, di ogni legame che le univa al mondo, messe all’angolo della vita, abbandonate dagli déi e dagli uomini, derubate da quella possibilità di impensabile svolta, di sogno di cambiamento, che ci sorregge nelle più tremende avversità. Dalla prefazione di Ivan Crico.
L'antro siel del mondo. L'altro cielo del mondo
Ivan Crico
Libro: Libro in brossura
editore: Ronzani Editore
anno edizione: 2023
pagine: 266
«In una sorta di breve autobiografia poetica, Ivan Crico ha raccontato come cominciò a scrivere in dialetto dopo la lettura delle Poesie a Casarsa di Pier Paolo Pasolini. "Da quel momento, la mia vita cambiò. Quelle poesie davvero segnarono una svolta poiché, fino ad allora, in ciò che scrivevo non mi era mai sembrato di riuscire a definire le cose come le sentivo. L'italiano non era la mia lingua vera, seppure molto amata, e quindi tra le cose e i nomi che le definivano si apriva, per me, come una sorta di abisso incolmabile". La realtà che lo circondava, con i suoi profumi e i suoi colori, l'aveva, infatti, conosciuta con altri nomi: "e questi nomi li ritrovai nelle poesie di Pasolini. C'erano difatti, in quelle liriche, molti termini che avevo sentito ed anche adoperato nell'infanzia (il bisiàc, pur essendo una parlata fondamentalmente veneta, ha in comune con il friulano numerosi vocaboli), ma soprattutto - ed è la primissima impressione, ciò che più mi meravigliò fu come quelle parole, che per tanto tempo avevo voluto rimuovere, ritraessero alla perfezione i paesaggi da me tanto amati di queste terre di confine» (dalla prefazione di Giorgio Agamben)
Ogni giorno un cielo diverso
Luca Bresciani
Libro: Libro in brossura
editore: LietoColle
anno edizione: 2022
pagine: 59
È nella moltitudine dei cieli che si misura l’attraversamento del tempo, giorno dopo giorno, cielo dopo cielo. Nel dialogo costante tra i componimenti di Luca Bresciani e le immagini in “bianco&nero assoluto” di Danilo Massi, si sdipana nell’opera una sequenza di impressioni quotidiane, di osservazioni appartenenti ad atti e fatti in apparenza immeritevoli di registrazione cronachistica, eppure – grazie alla Poesia – origine di riflessioni e regno di metafore sorprendenti, con qualche debito agli specchi (e agli oggetti) di Borges e al trascorrere minuto del tempo, presente nella “poesia di confine” in Saba. In questa prospettiva, la prefazione di Ivan Crico situa l’opera in un’esperienza di transterritorialità che unisce, come punti sulla carta geografica, l’esperienza “bisiacca” del prefatore, il dire tra terra ed acqua dell’autore pietrasantino, e la “leggerezza profonda” della romanità del fotografo. Prefazione di Ivan Crico.
Corrispondenze dal roseto boreale
Pier Franco Uliana
Libro: Libro in brossura
editore: Qudulibri
anno edizione: 2021
pagine: 64
"L’intera opera di Uliana, nella materna lingua boschiva o in lingua italiana, una lingua in cui ogni nome è sempre al suo posto, incastonato con la precisione dell’orafo che sceglie solo la gemma più adatta, in cui la preziosità non dipende dal valore dato dagli uomini ma solo dalla bellezza, rilucente diamante o umile opaco sasso di fiume non importa, riverbera questa profonda attenzione nei confronti di una parola che non dimentica mai le tante parole da cui ogni parola si origina." (Dalla prefazione di Ivan Crico)
De arzènt zù-D'argento scomparso. Testo tergestino a fronte
Ivan Crico
Libro
editore: Ist. Giuliano di Storia Cultura Documentazione
anno edizione: 2008
pagine: 60
L'antro siel del mondo. L'altro cielo del mondo
Ivan Crico
Libro: Libro in brossura
editore: LietoColle
anno edizione: 2019
"Si comprende allora perché Crico abbia eletto proprio il bisiàc a lingua della sua poesia – questo idioma che, sopravvissuto e modernizzato nella parlata odierna, quasi nessuno più comprenderebbe nella forma che Ivan gli dà. Come il poeta scriveva già in una delle sue prime raccolte, nel silenzio/ dell'attesa, ritornano a fiorire/ nuovamente suoni/ passati, che credevo/ sepolti chissà dove, nelle vuote/ fenditure del tempo. Come la luce improvvisa – luce di ceri antichi – o la voce che irrompe nella quiete del paesaggio, dando per la prima volta e per un fugace istante un volto alle cose sopite, così la lingua che giaceva sepolta chiama, si fa ciaro de quei che i xe 'ndadi. Essa risale da un fondo, da zorni che i xè drìo: come nei versi di Pasolini che Crico fa suoi, i venti erano contrari/ e parlavano in italiano. Non si tratta, allora, di una lingua altra, estranea al poeta e al suo linguaggio, ma dell'antra vita che in mi rispira [...]."