Libri di Renato Cristin
Sandro Fontana, l'anticonformista popolare. Le sfide di «Bertoldo» in Italia e in Europa
Renato Cristin, Giorgio Merlo, Tonino Zana
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2019
pagine: 256
Il volume ripercorre la vicenda umana, culturale e politica di Sandro Fontana (1936-2013) che, partendo da un paese di provincia, è divenuto esponente di spicco della vita politica regionale, nazionale ed europea. Leader del popolarismo cattolico, ha messo la sua vasta cultura a difesa degli umili e dei ceti contadini per favorirne la riscossa identitaria e per restituire loro il giusto posto nella storia. Con lo pseudonimo di "Bertoldo" – il contadino dalle mani grandi e dal cervello fino – e con l'arma dell'ironia, ha lanciato sferzanti attacchi al conformismo culturale dominante. Spirito libero e controcorrente, da insegnante, giornalista, ministro e parlamentare nazionale ed europeo ha sempre incarnato e promosso i valori cristiano-democratici. Il nesso strettissimo tra politica e cultura che ha guidato ogni sua azione acquista un forte valore esemplare. Prefazione di Antonio Tajani.
La postverità socialista
Alberto Benegas Lynch
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2023
pagine: 270
In America Latina, Benegas Lynch sta all'economia come Vargas Llosa sta alla letteratura: indiscutibilmente ai vertici della propria disciplina e al tempo stesso schierato per la causa della libertà in tutte le sue accezioni, e per di più con il coraggio di assumere una posizione politica liberale e liberista, anti-populista e anti-socialista. L'autore sostiene l'impossibilità di coniugare l'economia con il socialismo, ritenendo che un'economia socialista sia una contraddizione in termini, tanto dal punto di vista teorico quanto da quello pratico, visti i sistematici fallimenti su scala mondiale che questo connubio ha generato. E allora, perché l'idea di un'economia socialista continua ad essere sostenuta e diffusa? La risposta di Benegas Lynch è originale e precisa: perché dietro ad essa c'è, per usare una parola tanto cara alla sinistra, una narrazione che falsifica la realtà e spaccia per vere teorie e tesi false. C'è dunque una sorta di post-verità che ha consentito la circolazione di un'assurdità economica connessa a un'ideologia totalitaria. La tesi centrale di questo libro, prima sua opera tradotta in italiano: il liberalismo va preso tutto insieme (libertà individuali e civili unitamente a quelle economiche, nel quadro valoriale della civiltà ebraico-cristiana), e va assolutamente tenuto distinto da qualsiasi forma di socialismo. Prefazione di Renato Cristin.
Natura e spirito. Lezioni del semestre estivo 1927
Edmund Husserl
Libro
editore: Studium
anno edizione: 2022
pagine: 240
Il corso universitario del 1927 su Natura e Spirito rappresenta uno dei principali snodi del pensiero di Husserl, e costituisce una cerniera fra l’elaborazione della fenomenologia trascendentale e le riflessioni dell’ultima fase, centrate sull’esperienza del mondo-della-vita e condensate nella Crisi delle scienze europee. In queste lezioni viene svolta una fondazione fenomenologica delle scienze, ricondotte al mondo dell’esperienza prescientifica, a quell’ambito che se per un verso è un campo di ingenuità naturale che va fenomenologicamente superato, per un altro verso è anche il terreno solido a cui vanno riportate le operazioni delle scienze stesse. La sconfitta del naturalismo può dunque avvenire solo con un duplice movimento di pensiero, i cui poli sono congiunti dall’attivazione dell’atteggiamento fenomenologico: da un lato il superamento dell’ingenuità extra-scientifica e dall’altro lo svelamento dell’inganno scientista e positivista grazie all’affermazione dell’esperienza precategoriale, entrambi possibili solo per mezzo della riduzione fenomenologico-trascendentale. Così la filosofia diventa scienza rigorosa. Il volume include anche due brevi appendici di Eugen Fink e Johannes Pfeiffer (che presero parte come uditori al corso di lezioni del 1927) e, come postazione, un saggio di Renato Cristin, che fondandosi sul pensiero fenomenologico husserliano evidenzia i limiti e gli abusi della scienza.
Quadrante Occidentale
Renato Cristin
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2022
pagine: 212
Il libro individua una crisi di legittimità e di legalità dell'Occidente come crisi di valori causata dall'abbandono dell'identità; teorizza la necessità dell'unione fra liberalismo e conservatorismo per invertire il declino causato dal politicamente corretto. Valorizza i concetti di libertà e verità come cardini della rinascita dello spirito occidentale e mostra elementi di liberalismo in alcuni pensatori classici; interpreta la crisi sociale prodotta dalla pandemia come arbitraria limitazione della libertà e della dignità della persona, e come crisi di legittimità dello Stato causata dalla burocrazia e dallo scientismo positivistico. Vede l'orientamento dominante nella leadership occidentale come nihilismo del XXI secolo; individua nello Stato di Israele un modello di nazione per l'intero Occidente; sostiene la necessità di affrontare questo caos con il recupero della tradizione ebraico-cristiana, dei valori morali e dei princìpi filosofici occidentali, proponendo un ritorno a Platone inteso come punto originario della nostra civiltà. Per superare questa profonda crisi di senso, che è connessa anche alla tecnificazione del pensiero e della cultura, e alla burocratizzazione della politica e della scienza, occorre riarmonizzare il nome Occidente con la cosa Occidente, oggi scissi da un pragmatismo nihilista che ha stravolto la cosa sequestrandone il nome.
Il potere costituente tra mito e realtà
Sergio Raúl Castaño
Libro
editore: Giuffrè
anno edizione: 2019
pagine: XVI-144
Apologia dell'ego. Per una fenomenologia dell'identità
Renato Cristin
Libro: Copertina morbida
editore: Studium
anno edizione: 2009
pagine: 272
La filosofia ha ancora un ruolo nello spazio pubblico europeo e occidentale? Come si articola oggi il rapporto fra riflessione filosofica e istituzioni? Quale influsso ha la filosofia nelle scelte istituzionali, nella determinazione delle tendenze culturali e nella formazione delle correnti d'opinione? Partendo da queste domande e curvandole su un caso cruciale, cioè la progressiva scomparsa della figura dell«io» dalla scena principale in cui filosofia, cultura, sfera pubblica e azione istituzionale si incontrano, questo libro sviluppa un'articolata teoria fenomenologica dell'ego nella forma di riflessioni intorno alla coscienza e all'identità, e alla loro funzione nel percorso gnoseologico e nel destino storico dell'Occidente. Da alcuni decenni, nella filosofia e nell'orientamento culturale si è imposta una tendenza alla demolizione del concetto di «io» con le due principali nozioni che storicamente gli sono collegate: ragione e identità. La conseguenza è stata una profonda eradicazione della «prima persona» dal discorso filosofico e dalla coscienza collettiva, dalla sensibilità culturale e dalla percezione politica. Se la causa principale di questa emarginazione consiste in un'interpretazione che traccia un'equivalenza ovvero una relazione reciproca fra la filosofia della soggettività, le idee sociopolitiche del liberalismo e le tesi socioeconomiche del liberismo, allora è chiaro che una difesa delle ultime due sfere non risulterà efficace finché non implicherà la ripresa della prima, così come una rivalutazione della prima comporta chiaramente un giudizio positivo sulle altre due. Così, eliminando gli equivoci sulle possibili incrostazioni di ciò che Husserl chiamerebbe per un verso ingenuità naturalistica e per un altro arroganza positivistica, questa consapevole - critica e disincantata - apologia dellego vuole riproporre all'attenzione dell'attuale riflessione culturale occidentale, di quest'epoca e di quest'area cioè che sta perdendo il suo baricentro e, quindi, la sua prospettiva identitaria, un problema non più eludibile dal pensiero contemporaneo e una soluzione non più liquidabile con la sofistica decostruzionista e postmodernista. Il tema dell'io e dell'identità soggettiva, sia individuale sia collettiva, è infatti una questione di tale rilevanza, che intorno ad essa si gioca una partita cruciale, filosofica e politica. Mostrare gli scopi ideologici e le retoriche strumentali di questa esclusione dell«io» e del connesso rifiuto dell'identità, e contrapporvi una teoria dellidentità soggettiva è un compito urgente, possibile sulla base del metodo e del pensiero fenomenologico. Ed è anche la finalità di questo libro, che presenta una teoria unitaria dellidentità elaborata nel quadro metodologico e concettuale del pensiero husserliano.
La rinascita dell'Europa. Husserl, la civiltà europea e il destino dell'Occidente
Renato Cristin
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2001
pagine: 109
Fenomeno storia. Fenomenologia e storicità in Husserl e Dilthey
Renato Cristin
Libro
editore: Guida
anno edizione: 1999
pagine: 164
Il concetto di storia ha legami molto forti con la filosofia moderna e contemporanea, e il rapporto fra Husserl e Dilthey in relazione a tale questione ha avuto numerose risonanze nel Novecento. Questo libro tenta di affrontare tale rapporto in forma sintetica e non-storiografica. In appendice vengono presentati alcuni brevi scritti strettamente connessi al tema, allo scopo di integrare la lettura del libro.