Libri di Serena Facci
Galoba. Il canto liturgico nella comunità georgiana cristiano-ortodossa di Sant'Andrea di Roma (2014-2019)
Serena Facci
Libro: Copertina morbida
editore: Neoclassica
anno edizione: 2022
pagine: 192
Galoba è il termine con cui in georgiano si definisce il canto liturgico. Questa forma espressiva, adatta alla preghiera, è caratterizzata dalla polifonia vocale a tre parti che ha accompagnato la lunga storia del Cristianesimo nel paese caucasico. Anche nelle situazioni di diaspora, come quella descritta in questo volume, il repertorio del canto liturgico polifonico è percepito ed eseguito come segno di una possibile memoria collettiva nazionale, ricostruita e coltivata meticolosamente nei decenni successivi la nascita della Repubblica indipendente. Portavoce di questo patrimonio culturale, denso di significati estetici e sociali, sono le coriste che, ogni domenica, nella chiesa ortodossa georgiana del quartiere Monti di Roma, accompagnano la Divina Liturgia con il canto (Galoba) . Dall'analisi delle attività di queste donne, e anche dai loro racconti, emerge pienamente la rilevanza del loro ruolo di interpreti del canto di chiesa nella mediazione tra il paese d'origine e la coraggiosa costruzione di nuovi percorsi di vita, altrove.
Rosa di maggio. Le registrazioni di Luigi Colacicchi e Giorgio Nataletti in Ciociaria (1949-1950)
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Squilibri
anno edizione: 2019
pagine: 228
Nel 1949 un gruppo di suonatori, cantanti e danzatori di Villa Latina rappresentò il Lazio al Festival e Congresso Internazionale di Musiche Folkloriche, organizzato a Venezia dall’ENAL e dall’International Folk Music Council. Giorgio Nataletti, artefice dell’evento, curò anche la catalogazione, presso il neonato Centro Nazionale di Musica Popolare dell’Accademia di S. Cecilia, di quattro brani per concertino di zampogna e pifferi che vengono qui riprodotti nel primo CD. L’anno dopo Nataletti affiancò Luigi Colacicchi nella raccolta di musiche di tradizione agro-pastorale della Ciociaria. Il viaggio cominciò da Villa Latina e dalla vicina Atina dove registrarono anche ballarelle e stornelli con accompagnamento di organetti o fisarmoniche. In questa raccolta Colacicchi ripercorse alcune tappe delle sue ricerche pre-belliche, registrando brani di Anagni a lui cari come la Ninna nanna e gli struggenti canti polivocali narrativi e d’amore delle donne di Roccasecca e di Pontecorvo. Preziosi sono anche i canti rituali e di questua registrati a Ceprano. In appendice è ripubblicato il saggio di Colacicchi, Canti popolari di Ciociaria (1936), completo delle trascrizioni musicali.
Le ragioni della musica. Scritture di musicologia africanista e DVD
Simha Arom
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: LIM
anno edizione: 2014
pagine: XVIII-237
Il volume propone dieci saggi dello studioso franco-israeliano Simha Arom, composti tra il 1976 e il 2009, rappresentativi delle sue ricerche, intuizioni metodologiche, invenzioni tecnologiche e interazioni dialogiche. Completano il volume preziosi documenti sonori e visuali, raccolti tra il 1965 e il 2001: si tratta di testi che costituiscono un efficace compendio per le "scritture di musicologia africanista" proposte in questo volume, irrinunciabile testimonianza di una lunga attività di ricerca che ha prodotto una documentazione imponente, oggi saldamente tutelata dalla Bibliothèque Nationale de France.
Il festival di Sanremo. Parole e suoni raccontano la nazione
Serena Facci, Paolo Soddu, Matteo Piloni
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2011
pagine: 422
Il 30 gennaio 1964 Gigliola Cinquetti, accollata in un abitino acqua e sapone e lanciando occhiate maliziosamente candide, debuttò a Sanremo: Non ho l'età, ideata da professionisti di lungo corso come Nisa, Panzeri e Colonnello, non era solo l'efficace confezione melodica di un testo esile con un buon attacco. Era il frammento di un più complessivo discorso sulla nazione e in questo caso una delle risposte alla sfida dell'autodeterminazione femminile e della libertà sessuale. Quella serata non è che un tassello di una foto di famiglia lunga 60 anni nella quale riconosciamo volti e voci diventati monumenti nazionali incontestati (da Nilla Pizzi a Domenico Modugno, da Mina a Vasco Rossi) discussi (da Claudio Villa a Orietta Berti fino a Toto Cutugno), alcuni dimenticati, altri ancora freschissimi. La tradizione era iniziata nel 1951: l'Italia non riusciva a rielaborare le ferite del recente passato e preferiva alludere a sé stessa ricomponendo come poteva, con leggerezza quasi frivola, reminiscenze da melodramma o realismo da chansonnier, pezzi di una nazione che aspirava alla democrazia e alla modernità. Il Festival è arrivato indenne, sorvolando mille traversie, fino a questi giorni: non è solo audience, kermesse, dietrologie e pettegolezzi, noia o passione; è anche uno dei momenti in cui una fibrillante democrazia occidentale si racconta e si interroga.