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Libri di Valentina Cremonesini

La parte cattiva dell'Italia. Sud, media e immaginario collettivo

La parte cattiva dell'Italia. Sud, media e immaginario collettivo

Valentina Cremonesini, Stefano Cristante

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2015

pagine: 416

Cos'è il Sud Italia nella comunicazione di massa? Come viene narrato? Queste domande hanno rappresentato il punto di partenza dell'indagine proposta in questo libro. "La parte cattiva dell'Italia" analizza con gli strumenti della sociologia della comunicazione gli elementi di un racconto meridionale che si sbriciola in una perenne altalena tra stereotipi e occasioni di innovazione. Il quadro che ne scaturisce registra una consistente rimozione dell'antica questione meridionale e un suo slittamento ideologico e semantico verso un apparentemente più tranquillizzante "Fattore M", cioè un viluppo di problematiche e di atteggiamenti interpretativi che si fanno via via più chiari indagando telegiornali e testate nazionali, siti internet e opinioni di protagonisti dell'industria culturale. Oggi che tutti gli indicatori confermano la drammatica condizione del Sud all'interno di una crisi profonda e perdurante, occorre ammettere che la rimozione di un terzo dell'Italia dal dibattito nazionale non aiuta né il Sud né l'Italia.
30,00

16,00 15,20

Il potere degli oggetti. Il marketing come dispositivo di controllo sociale

Il potere degli oggetti. Il marketing come dispositivo di controllo sociale

Valentina Cremonesini

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2006

pagine: 176

Il marketing è strategia aziendale di orientamento al mercato. Il suo scopo è quello di conoscere le esigenze del mercato e produrre oggetti di consumo in grado di soddisfarle. Dietro l'apparente semplicità di questa definizione funzionale si possono nascondere però meccanismi meno neutrali e ben più profondi di controllo sociale. Il marketing è una mentalità che produce discorsività in grado di offrire oggettivazioni della realtà. Queste vanno a costituire un piano di verità entro cui si delineano i processi cognitivi di costruzione del sé e della realtà sociale. Tali oggettivazioni acquistano visibilità entro lo spazio cognitivo costituito dagli oggetti di consumo, intesi come il risultato della giustapposizione di tre elementi comunicativi: la marca, il packaging e la pubblicità. Su questa linea di pensiero si sono ricostruiti alcuni dei possibili procedimenti strategici attraverso cui questo dispositivo organizza il proprio sapere producendo assoggettamento. Queste stesse strategie sono poi impiegate per rintracciare empiricamente alcune categorie prevalenti che il marketing contribuisce a convalidare in forme di verità. Pertanto, gli oggetti di consumo si rivelano tracce di quella volontà di verità che esso esprime. Alla luce di tali considerazioni, il marketing costituirebbe uno dei dispositivi di controllo prevalenti nelle nostre società, non tanto perché ci induce ad acquistare ma soprattutto perché ci chiede di pensare in un determinato modo.
21,00

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