Libri di Vincenza Maugeri
I giusti in Emilia-Romagna
Libro: Libro in brossura
editore: Minerva Edizioni (Bologna)
anno edizione: 2021
pagine: 288
Dall'8 settembre 1943 fino alla fine della Seconda guerra mondiale, dare protezione agli ebrei braccati dai repubblichini e dai tedeschi divenuti improvvisamente nemici e, per di più, ben stanziati in Italia, è rischioso e difficile. Cionondimeno, molte persone hanno osato farlo ugualmente, aiutando numerose famiglie a nascondersi e a mettersi in salvo. Dopo la guerra, lo stato di Israele, attraverso lo Yad Vashem, il centro di studi di Gerusalemme dedicato alla Shoah, ha deciso di istituire l'onorificenza di "Giusto tra le Nazioni" per dare riconoscimento al coraggio dei non ebrei che in tutto il mondo aiutarono gli ebrei a salvarsi e contribuirono quindi a far sì che tutto il popolo ebraico, destinato allo sterminio, avesse un futuro. Anche in Emilia-Romagna si verificarono tanti episodi di salvataggio, operati dentro e fuori dal territorio regionale, da persone per lo più comuni, spesso di umili condizioni, da sacerdoti e da figure vicine alla resistenza, da interi paesi che mantennero il vincolo del silenzio intorno agli ebrei che sapevano nascosti nelle case dei loro abitanti. I profili dei salvatori e le loro storie di straordinario altruismo sono oggi raccolte in questo volume che contiene le ricerche coordinate dal Museo Ebraico di Bologna e aggiornate al 1° gennaio 2020. Altri Giusti emiliani o romagnoli saranno sicuramente riconosciuti come tali nei prossimi anni, ma l'attuale stato di avanzamento dei lavori è già sufficiente a delineare un quadro circostanziato di chi furono e di quali furono le loro motivazioni, nonché a far emergere in tutta la loro grandezza persone che sono accomunabili tra loro per una caratteristica prima di ogni altra: il rifiuto di considerarsi ed essere considerati eroi.
Il giuoco del calcio
Aldo Molinari, Arpád Weisz
Libro: Libro in brossura
editore: Minerva Edizioni (Bologna)
anno edizione: 2018
pagine: 256
In occasione del giorno della memoria 2018 la riedizione del famoso manuale “il giuoco del calcio” scritto nel 1930 insieme ad Aldo Molinari dall'allenatore ebreo/ungherese Arpad Weisz morto con la sua famiglia ad Auschwitz . Testo pionieristico, innovativo ma ancora oggi di una disarmante attualità. Prefazioni di Vincenza Maugeri e Carlo Felice Chiesa.
Gli ebrei italiani nella Grande Guerra /1915-1918). Atti del convegno (Museo Ebraico, Bologna, 11 novembre 2015)
Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2017
pagine: 202
Presentata dagli interventisti come quarta guerra d'indipendenza, la prima guerra mondiale viene interpretata dalla maggior parte degli ebrei italiani come un'occasione per portare a compimento il processo di emancipazione iniziato in età napoleonica e portato avanti con il risorgimento. Riviste come «Il Vessillo Israelitico» si fanno promotrici dell'intervento armato, chiamando i correligionari a prendere le armi per dimostrare la loro fedeltà alla patria che ha riconosciuto il loro pieno diritto alla cittadinanza e la loro uguaglianza di fronte alla legge. In proporzione, rispetto all'esiguità numerica delle comunità ebraiche, la partecipazione dei cittadini di fede israelita alla guerra è quanto mai ampia, e sorprendentemente elevato è tra essi il numero dei graduati rispetto ai soldati semplici, dato che si può forse spiegare con il livello di istruzione mediamente più elevato tra gli ebrei che tra i non ebrei. Parecchie donne, portando avanti la tradizione filantropica radicata nella tzedakah, si adoperano per portare aiuto alle vedove e agli orfani dei caduti o alle famiglie rimaste senza sostentamento durante la permanenza al fronte degli uomini. Sono donne che, lavorando in prima persona e prodigandosi per gli altri senza fare distinzione di censo o di religione, danno un contributo notevole al paese negli anni critici del conflitto. Voci di perplessità o di aperto dissenso, nel dilemma se fosse preferibile combattere da italiani a fianco degli italiani, o astenersi dal rischio di spargere il sangue dei confratelli arruolati negli eserciti avversi come cittadini dei paesi nemici, si fanno per contro sentire tra gli ebrei come nel resto della società italiana. Non mancano, infine, le riflessioni sulle ripercussioni che la partecipazione o meno alla guerra può avere sul movimento sionistico in atto nel mondo ebraico italiano ed europeo. In occasione del centenario della Grande Guerra anche il Museo Ebraico di Bologna ha voluto dare il suo contributo all'approfondimento degli studi su questo avvenimento storico organizzando un convegno sulla partecipazione degli ebrei al primo conflitto mondiale. Del convegno, articolato in due sessioni – una generale e una specifica sull'Emilia-Romagna – il presente volume raccoglie gli interventi di Bruno Di Porto, Anna Foa, Mario Toscano, Antonino Zarcone, Gabriele Rigano, Massimo Cultraro, Monica Miniati, Mirtide Gavelli, Ines Miriam Marach, Luigi Davide Mantovani, Gabriele Fabbrici.
Sinagoghe in Italia. Guida ai luoghi del culto e della tradizione ebraica
Franco Bonilauri, Vincenza Maugeri
Libro: Copertina morbida
editore: Mattioli 1885
anno edizione: 2014
pagine: 190
L'ebraismo italiano rappresenta un unicum e vanta una presenza bimillenaria e ininterrotta. Di questa secolare storia sono rimaste tracce significative nelle città e nei piccoli centri, nei quali gli ebrei hanno avuto un particolare radicamento. E la sinagoga rimane l'elemento più rappresentativo di questa presenza. In Italia 50 sono gli edifici sinagogali: concentrati prevalentemente nel centro-nord della penisola, offrono interni riccamente decorati secondo gli stili architettonici del tempo, dal barocco, al rococò, al neoclassico. Nell'area degli antichi ghetti rimangono alcune delle più belle sinagoghe italiane, in particolare nel Veneto (Venezia, Padova), in Piemonte (Casale, Carmagnola, Cherasco), in Emilia-Romagna (Ferrara), in Toscana (Siena, Pitigliano) e nelle Marche (Ancona, Pesaro, Senigallia). Nel clima di libertà seguente all'emancipazione degli ebrei dal 1848, fu possibile la costruzione di grandi edifici monumentali. Talora antiche sinagoghe si dotarono di rinnovate facciate e ingressi (Asti, Pisa), in altri casi si costruirono grandiosi nuovi templi nell'area dell'ex ghetto (Modena, Vercelli, Roma, Firenze) o nei nuovi quartieri di residenza. La guida nasce anche dall'esigenza di portare al grande pubblico il significato e la consapevolezza di un'eredità culturale, che per il suo alto valore si inserisce a pieno diritto all'interno del patrimonio storico-artistico italiano.