Libri di Marco Cattarulla
Il giardino delle ortensie azzurre
Antonella Griseri, Marco Cattarulla
Libro: Libro in brossura
editore: Leucotea
anno edizione: 2012
pagine: 260
Una giovane nobile, Clara, vive nel suo sfarzoso palazzo di famiglia con i genitori in una elegante città del Piemonte, ignara che esista un mondo al di fuori di quelle mura. Siamo nel 1700 un'epoca di grandi cambiamenti ideologici ma a lei non riguardano ed è convinta che la vita dell'Aristocrazia sia una cosa a parte e voluta da Dio. Per questo vive la sua esistenza come spettatrice e al contempo attrice di un mondo palcoscenico che ha le proprie metodologie, le proprie regole e dettami. Un giorno viene promessa sposa a un conte di campagna di bell'aspetto, visto soltanto una volta in occasione di un pranzo nella sua splendida tenuta: il conte Tommaso. Clara, completamente rapita da quel paesaggio del contado e da un immenso giardino di ortensie azzurre accetta felice il suo destino, considerandosi, per di più, innamorata di Tommaso. Soltanto dopo le nozze scoprirà un mondo sommerso di bugie e di sfortune della sua famiglia e l'insospettabile segreto del suo sposo.
L'ultima voce
Stefano Mondino
Libro
editore: Del Bucchia
anno edizione: 2012
pagine: 92
"Stefano Mondino: un bambino, un soldato, un padre, un nonno. Un eroe dimenticato che ha ancora la forza infinita della parola per dare fiato a L'ultima voce, alle ultime voci dei nostri soldati di novant'anni." (dalla prefazione di Marco Cattarulla)
Storie cattive
Marco Cattarulla
Libro: Copertina morbida
editore: Gruppo Albatros Il Filo
anno edizione: 2009
pagine: 172
Perché "storie cattive"? Nei quattro racconti del giovane Marco Cattarulla si respira l'inquietudine, quel filo sottile che ci dà la sensazione che ci sia qualcosa che non va, che non è al suo posto, che sfugge al controllo del buon senso e della logica umana. La natura, grande protagonista, si ribella, si muove e assume sembianze sconvolgenti, "togliendo sotto ai piedi del genere umano le loro certezze e le loro forze". E si va al di là della netta suddivisione tra buoni e cattivi, perché i cattivi lo sono talmente tanto da travalicare quel confine tutto umano fatto di calcolo e assenza di scrupoli. Sembra che ci sia qualcosa di più forte, di più grande che sfugge al loro stesso controllo. E, intanto, seguiamo e aspettiamo che i buoni capitolino, senza gloria, senza possibilità alcuna. La vittoria, se così la si può chiamare, è sempre nelle mani di qualcun altro e si rivela una sconfitta, un precipizio che sconvolge l'ordine e il senso.