Libri di Michael Jakob
Il paesaggio
Michael Jakob
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2009
pagine: 144
La nostra epoca è decisamente quella del paesaggio, della circolazione vertiginosa di immagini-paesaggio. Ostentato e svelato, discusso e adulato, conservato e protetto, venduto e rivenduto, il paesaggio, che in passato aveva il ruolo di codice sociale e segno distintivo di élites accomunate dalla condivisione di luoghi emblematici, oggi è diventato un fenomeno onnipresente ed universale. Ma che cosa nasconde questa sovraesposizione culturale? Che cosa intendiamo oggi con il termine "paesaggio"? Il volume fa chiarezza intorno a un dibattito che investe ecologia, filosofia, letteratura, arte, geografia, sociologia, antropologia, archeologia, e illustra come si è venuto costruendo il discorso sul paesaggio come esperienza estetica in età contemporanea, fra retoriche dell'autentico e dell'inautentico, dell'esotico e del quotidiano, dell'artificiale e del naturale.
Dall'alto della città
Michael Jakob
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2017
pagine: 156
Lo High Line Park di Manhattan è uno dei siti contemporanei più visitati e celebrati al mondo. Il parco post-moderno nato dalle ceneri di una linea ferroviaria in disuso ha cambiato l'ambiente di un intero quartiere e ha 'generato' negli ultimi anni, come un gigantesco dispositivo teatrale, una serie di architetture notevoli. Struttura ingegneristica, paradigma dell'architettura del paesaggio, macchina per studiare la città dall'alto, parco urbano – non è facile etichettare quest'opera affascinante. Meno conosciuto è il fatto che lo High Line Park prenda spunto dalla Promenade plantée, il parco orizzontale parigino, costruito sulle rovine della linea ferroviaria che portava dalla Place de la Bastille al Bois de Vincennes. Il presente saggio comparatistico accetta la sfida lanciata da queste due straordinarie piattaforme panoramiche, che ci invitano, oltre al passeggio, a pensare la città in un modo inconsueto, partendo da un punto di vista elevato.
Sulla panchina. Percorsi dello sguardo nei giardini e nell'arte
Michael Jakob
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2014
pagine: 263
Quando ci sediamo su una panchina in cerca di un momento di riposo o per godere della vista di un paesaggio, quasi mai ci rendiamo conto di quanto questo oggetto, in apparenza banale e insignificante, funzioni come una vera e propria macchina visiva, "intelligente e visionaria", in grado di farci comprendere la realtà che abitiamo. Obbedendo a una semplice quanto efficace strategia visiva, la panchina, mentre apparta dal flusso del mondo, crea situazioni e paesaggi particolari, insegna, suscita, cita. Orienta il nostro sguardo e modella il nostro stato d'animo. Michael Jakob ci guida in un viaggio sorprendente attraverso i giardini e le epoche, dalla Toscana rinascimentale alla Francia del Settecento, dalla Russia degli anni Venti ai paesaggi industriali della contemporaneità, provando a ricostruire le molteplici vite di un'entità desueta: dalle panchine reali, come le "panche di via" di Firenze o Pienza e quelle stravaganti di Bomarzo, a quelle letterarie (Rousseau, Stifter, Sartre), artistiche (Manet, Monet, Van Gogh, Liebermann) o cinematografiche (Vertov, Antonioni).
Paesaggio e letteratura
Michael Jakob
Libro: Libro in brossura
editore: Olschki
anno edizione: 2005
pagine: 244
Che il termine paesaggio sia un soggetto attualissimo nelle più svariate discipline scientifiche (basti pensare alla geografia, alla storia, alla sociologia, all'archeologia, alla filosofia o all'architettura) è cosa sotto gli occhi di tutti. Meno studiata, invece, è l'importanza del paesaggio in campo letterario. Il volume di Michael Jakob, grazie ad una interpretazione diacronica che spazia dall'antichità al Romanticismo, fornisce una analisi dettagliata del fenomeno.
What is landscape?
Michael Jakob
Libro: Libro in brossura
editore: Listlab
anno edizione: 2018
pagine: 158
Il dibattito contemporaneo sul paesaggio non è più l’espressione delle preoccupazioni di una sola classe sociale o di una sola disciplina. Siamo oggi di fronte ad un diffuso interesse, il quale invade ogni ambito della vita quotidiana e del sapere. Non a caso, anche le discipline umanistiche partecipano a questa tendenza, incoraggiandola con un’impressionante quantità di articoli, pubblicazioni e dibattiti. Una volta per così dire marginale, il paesaggio è diventato centrale, se non addirittura essenziale per discipline quali l’estetica e la geografia, ma anche sociologia, antropologia ed archeologia. A fronte di cio’, il libro tenta di offrire un compendio di cosa oggi rappresenti e come sia diventata tale la nozione di paesaggio.
La Leda scomparsa
Michael Jakob
Libro: Libro in brossura
editore: Silvana
anno edizione: 2024
pagine: 200
Gli specialisti partono sempre dall'esistente, da documenti e fatti provati. Così riducono tutto a un livello matter of fact. E perché questo? Perché non si pongono mai la domanda centrale, la domanda madre di tutte le domande, soprattutto per quanto riguarda Leda. Posto che la Leda di Leonardo sia esistita e sia scomparsa, cosa bisogna chiedersi? Logicamente, perché sia scomparsa. È proprio la sua scomparsa che può determinare la sua esistenza. Quindi bisogna chiedersi perché la Leda sia sparita, svanita dal nulla. Per me è questo l'inizio dell'indovinello. Un originale e divertente racconto che ruota intorno alla celeberrima Leda di Leonardo, dipinto su tavola andato perduto, e per questo diventato, nel corso dei secoli, fonte di studi, speculazioni e domande irrisolte.
L'architettura del paesaggio
Michael Jakob
Libro: Libro in brossura
editore: Silvana
anno edizione: 2020
pagine: 48
«Per conferire una base solida all'insegnamento di teoria dell'architettura del paesaggio bisogna iniziare con la creazione di un atlante critico delle opere realizzate durante la breve storia della disciplina. Occorre identificare, analizzare e interpretare queste opere, cioè svolgere un vero e proprio lavoro ermeneutico. Le attività di ricerca nel campo dell'architettura del paesaggio dovrebbero partire proprio da qui, dalla storia non ancora scritta della disciplina. Quest'attività dovrà procedere in modo comparatistico e aperto, scrutando a vasto raggio tutto ciò che potrà entrare in un repertorio (argomentato) dell'architettura del paesaggio. Finché un tale strumento mancherà, un insegnamento della disciplina rimarrà sempre riduttivo e approssimativo. Non si tratta comunque soltanto di un'opera teorica, sviluppata all'interno dell'istituzione accademica e solo ad essa rivolta. Finché un tale catalogo ragionato delle opere paesaggistiche non verrà elaborato, anche la prassi (svolta nel nome di una disciplina definita in modo carente) ne pagherà il prezzo, indebolendo di fatto il peso e le possibili competenze professionali dell'architetto paesaggista.» (L'autore)
La capanna di Unabomber. O della violenza
Michael Jakob
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2020
pagine: 112
La capanna di Ted Kaczynski, il criminale meglio conosciuto come Unabomber, è un oggetto paradossale: costruita e abitata dal suo artefice per vivere in disparte, lontano dal mondo, non soltanto non ha mai cessato, dal 1996 ad oggi, di essere riprodotta, ma è stata anche spostata, esposta, ricostruita, copiata e contraffatta. La casetta, un tempo situata nel cuore delle foreste del Montana vicino alla cittadina di Lincoln, è diventata un segno polivalente. Separata dal suo artefice, la capanna rappresenta ben più di un residuo: è un elemento che insieme attira e perturba, una strana reliquia, ed è soprattutto un oggetto che non smette di interrogarci. D'altronde, il suo statuto stesso non è semplice da definire. Che significa, infatti, la persistente presenza mediatica e artistica di questo artefatto di per sé piuttosto banale? Perché riappare di continuo? Che ne è della violenza che conserva in sé, una volta che il suo autore è stato condannato alla detenzione a vita in un carcere di massima sicurezza? La capanna di Unabomber, trasformata in metafora culturale e discorsiva, appare come un potente simbolo della violenza contro la violenza.
La lettera del Ventoso-The ascent of Mont Ventoux. Testo latino, traduzione e commento
Francesco Petrarca
Libro: Libro in brossura
editore: Tararà
anno edizione: 2021
pagine: 106
La montagna stessa, proprio come l'io, si smaterializza: il Ventoso diventa montagna di parole da scalare a tavolino, oggetto di una strategia che passo dopo passo lo consuma, e si fa visibile nella lettera soltanto per meglio divenire invisibile perché la sua più vera, più alta visibilità consiste nell'invisibilità. Mutando incessantemente nel corso della lettura e sdoppiandosi di continuo, il Ventoso, verso la fine del testo, vede la sua identità definitivamente minacciata; è ridotto ad un mucchietto di terra «alto neanche mezzo metro rispetto all'elevatezza dell'animo umano».
Le origini tecnologiche del paesaggio
Michael Jakob
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2022
pagine: 140
Il paesaggio è oggigiorno un fenomeno di grande visibilità. Sul piano teorico, le sue origini vengono spiegate in due modi complementari: mentre da un lato, agli inizi, il paesaggio coincide con il genere artistico omonimo, cioè col paesaggio dipinto, dall'altro lato, e in un periodo molto più recente, corrisponde al paesaggio esperito, ovvero alla rappresentazione mentale di un ritaglio di natura. Il presente saggio propone una terza ipotesi: secondo Michael Jakob il fenomeno è dialetticamente anche il risultato di una serie di tecnologie moderne. La finestra, la cartografia, la prospettiva centrale e varie altre invenzioni dell'uomo hanno permesso di forgiare una immagine paesaggistica del mondo. Inquadrare uno scorcio di natura tramite lo sguardo è un fatto culturale, mediato da tecniche scopiche, e non una capacità che l'essere umano possiede a priori.
Le jardin de la reinassance entre arts et sciences. Colloque international Château d'Ainay-le-Viel
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2022
pagine: 173
La finta montagna
Michael Jakob
Libro: Libro in brossura
editore: Silvana
anno edizione: 2022
pagine: 168
In molti dei più importanti giardini del XVI secolo si ergevano piccole montagne artificiali, quasi sempre simboleggianti il Parnaso. Le feste, l'arte dei giardini, la pittura e la poesia rinascimentali alludevano all'antica montagna sacra, un topos ripreso nelle architetture effimere delle celebrazioni barocche e nella montagna dell'Essere Supremo durante gli anni della Rivoluzione. Nel corso dell'Ottocento, la montagna artificiale si materializzerà di nuovo in vario modo, come finto vulcano, piramide iniziatica o artefatto pittoresco a imitazione della natura. In seguito, riapparirà nei grandi parchi a tema delle esposizioni universali quale massiccio montuoso costruito ad ate e, non da ultimo, un po' ovunque sul pianeta nelle innumerevoli montagne di rifiuti che lo ricoprono. Costruzione altamente simbolica, la finta montagna si attesta come un luogo inaggirabile nell'arte contemporanea.