Libri di Pier Paolo Portinaro
Il labirinto delle istituzioni nella storia europea
Pier Paolo Portinaro
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2007
pagine: 346
La storia dell'Europa è innanzitutto un eccezionale laboratorio di istituzioni politiche. Nel ricostruire la genealogia delle forme di governo che oggi hanno trovato un'originale composizione nell'Unione Europea, l'autore ne mostra l'irriducibile complessità: lo spazio politico dell'Europa è stato plasmato da una molteplicità di progetti imperiali, da una tradizione repubblicana stratificata, da un sistema concorrenziale di Stati che spesso si sono trovati a competere per l'egemonia. La fusione tra modello della polis, modello imperiale e modello statale non ha mai trovato attuazione nel corso della storia europea, tuttavia tale aspirazione ha impresso la sua impronta sul processo evolutivo delle istituzioni del vecchio mondo. A fronte dei diversi scenari che oggi si profilano, il libro fornisce una mappa dell'immaginario politico europeo e delle sue realizzazioni concrete. Più che la ricostruzione di una vicenda destinata a culminare nella sperimentazione della democrazia costituzionale cosmopolitica, quel che risulta è un intreccio di vie particolari, di tentativi falliti, di sintesi incompiute, di paradossi istituzionali, che rendono enigmatica la vocazione politica dell'Europa.
L'imperativo di uccidere. Genocidio e democidio nella storia
Pier Paolo Portinaro
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2017
pagine: 294
L'età dei genocidi è alle nostre spalle? Se facciamo una ricostruzione storica e comparativa dei casi, sforzandoci di comprendere la violenza genocidaria nelle sue molteplici manifestazioni, ci sono molti segnali che . inducono a ritenere che il XXI secolo sarà un secolo di pulizie etniche e di genocidi. Non si può non rilevare, infatti, che in molte aree del mondo in cui la saturazione demografica raggiunge livelli d'insostenibilità, la sindrome dell"uomo superfluo' si sia aggravata. A ciò si aggiunge l'aumento della violenza democidaria, di cui il terrorismo internazionale è l'esempio più eclatante.
Le mani su Machiavelli. Una critica dell'«Italian theory»
Pier Paolo Portinaro
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2018
pagine: 160
La plurisecolare vicenda degli usi politici di Machiavelli è continuata anche nel discorso pubblico più recente, laddove l'appropriazione del suo pensiero è servita a costruire la fortuna internazionale della cosiddetta Italian Theory - espressione, non priva di ambiguità, che riassumerebbe un presunto tratto comune della filosofia italiana, racchiudendo in un unico orizzonte Machiavelli e Gramsci fino all'operaismo e alla biopolitica. È proprio quest'ultima, invece, oggi, ad aver generato un terreno favorevole al diffondersi di quella postura antipolitica che è esattamente l'opposto della lezione del Segretario fiorentino. Ma alla lezione di Machiavelli può essere più sobriamente ricondotto quel filone di pensiero elitistico che ha accompagnato criticamente la via italiana alla democratizzazione - un altro Italian Style, potremmo dire, quello dei maestri del disincanto democratico: Salvemini, Bobbio, Miglio, Sartori, Pizzorno. È questo altro filo del pensiero politico italiano che Pier Paolo Portinaro ricostruisce nel volume.
Le metamorfosi degli imperi
Pier Paolo Portinaro
Libro: Libro in brossura
editore: Solferino
anno edizione: 2025
pagine: 240
Parlare di imperi significa alludere, tradizionalmente, a potenze che dispongono di grandi estensioni territoriali, ne controllano le risorse e tendono a considerare i loro confini inviolabili verso l’interno ma sempre espandibili verso l’esterno, in forza di qualche missione culturale da compiere. La storia globale è storia di imperi e al suo interno il protagonismo degli stati nazionali, sorti in età moderna e oggi in evidente declino, non rappresenta che una parentesi nella storia universale. Per analizzare il cambio d’epoca che ci sta travolgendo, Pier Paolo Portinaro legge i recenti accadimenti attraverso questa interpretazione e propone una lettura dei fatti politici e bellici in chiave di filosofia della storia. Ne nasce così una lucida riflessione sul tema della guerra e del diritto, che evidenzia quanto i conflitti in corso stiano mettendo a repentaglio i principi fondativi del diritto internazionale umanitario, sfidato in modo radicale dalle nuove dislocazioni di potenza. Una deriva irreversibile, quella che il mondo contemporaneo sembra aver preso? No, se è vero che i rapporti internazionali, come tutte le cose che stanno nella storia, non sono condannati alla fissità e alla cristallizzazione ma esposti a lenti eppur inesorabili cambiamenti. Dove manca il coraggio del nuovo prende piede la regressione, dove falliscono le riforme dell’ordine internazionale trionfa il revisionismo delle potenze imperiali, e nondimeno l’esperienza storica mostra che anche le autocrazie sono esposte alle crisi e al declino. Proprio qui si colloca la sfida che l’Europa è chiamata ad affrontare: dar vita a un impero democratico, un nuovo impero del diritto, per favorire la transizione dall’attuale disordine pandemico a un ordine multipolare riequilibrato.
Introduzione a Bobbio
Pier Paolo Portinaro
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2008
pagine: 197
Norberto Bobbio è figura di straordinario e ineguagliato spessore nel panorama del pensiero politico e giuridico novecentesco. Ha fatto dei tre temi più trascurati dalla cultura politica postrisorgimentale - pace, diritti, democrazia - l'oggetto principale della sua opera, coniugando una rigorosa concezione proceduralistica della democrazia a una costante riflessione sui valori e gli ideali della vita associata. I suoi contributi specialistici alla teoria generale del diritto e della politica hanno fatto scuola, consacrandolo in Italia come il maggiore studioso di Hobbes e di Kelsen. Con la sua opera si è confrontato tanto con i protagonisti del dibattito intellettuale italiano del Novecento, da Benedetto Croce ad Antonio Gramsci, che con i classici contemporanei della scienza politica, da Gaetano Mosca a Vilfredo Pareto, ed è stato interprete anche dell'altra Italia, l'Italia civile fustigatrice della miopia e del malcostume nazionale, la patria di Cattaneo, Salvemini, Gobetti. Su questa base eclettica e articolata, Bobbio ha proposto un proprio coerente 'profilo ideologico' del Novecento ed è divenuto un classico lui stesso. In questo volume Pier Paolo Portinaro ne ripercorre gli studi, il pensiero, il prezioso magistero.
Interesse nazionale e interesse globale
Pier Paolo Portinaro
Libro
editore: Franco Angeli
anno edizione: 1996
pagine: 160
Con la fine del bipolarismo si è aperta un'età di proliferazione dei conflitti che sta restituendo margini imprevisti d'iniziativa agli stati nazionali e mettendo sempre più a nudo i limiti operativi delle istituzioni internazionali, sottoponendole al rischio di sovraccarico e paralisi. Ma quali politiche e quali istituzioni possono essere pensate per massimizzare il perseguimento degli interessi nazionali senza che si rafforzi quella dinamica centrifuga che già sta scardinando molti equilibri regionali e planetari? Il volume tenta di fornire risposte a questa domanda, collocando entro il quadro di una diagnosi complessiva la specificità del caso italiano.
Stato
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2004
pagine: 230
Uno spaccato essenziale della vicenda storico-teorica dello Stato attraverso la voce dei pensatori, da Machiavelli a Foucault, che maggiormente hanno contribuito a definirne l'identità o a smascherarne l'ideologia. Pier Paolo Portinaro insegna Filosofia politica e Storia delle dottrine politiche all'Università di Torino.
Il principio responsabilità. Un'etica per la civiltà tecnologica
Hans Jonas
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2009
pagine: XXXI-291
Il dibattito intorno alla nostra responsabilità verso le generazioni future si è fatto in questi anni sempre più fitto e interessante, man mano che svanivano le certezze sul modello di sviluppo fondato sull'asservimento tecnologico della natura e l'"euforia del sogno faustiano" della modernità lasciava il posto a una visione della storia disincantata e perplessa - quando non disperante e apocalittica. L'uomo è diventato per la natura più pericoloso di quanto un tempo la natura lo fosse per lui, mentre alle tante fratture sociali che ostacolano il cammino verso un'umanità unificata si è venuta ad aggiungere la contraddizione antagonistica tra il mondo di oggi e il mondo di domani. Muovendo da questa diagnosi, Hans Jonas cerca in questo lavoro di andare alle radici filosofiche del problema della responsabilità, che non concerne soltanto la sopravvivenza, ma l'unità della specie e la dignità della sua esistenza. Tra il "principio speranza" di Ernst Bloch e il "principio disperazione" di Günther Anders, il "principio responsabilità" dà voce a una via di mezzo, nel tentativo di coniugare in un modello unitario etica universalistica e realismo politico.
Il realismo politico
Pier Paolo Portinaro
Libro: Libro in brossura
editore: Scholé
anno edizione: 2023
pagine: 192
Il realismo politico non è in senso stretto una dottrina o una teoria, ma una prospettiva che ogni epoca fa sua e riplasma: il mondo greco con Tucidide, Machiavelli sull'onda della riscoperta umanistica della classicità, Hobbes in un nuovo modello razionalistico, fino ad autori come Hegel, Marx, Nietzsche, Weber, Schmitt, tutti riconducibili a questo paradigma di pensiero. La prima lezione del realismo è che non si può mai prescindere dalla considerazione degli interessi e dei moventi psicologici degli attori, visti entro un campo di tensioni nel quale sono forti o deboli, vincitori o vinti. All'ingresso del XXI secolo gli eventi restituiscono al realismo la sua maschera tragica. Se fino a ieri potevamo illuderci che il drago da abbattere fosse solo il potere economico dei mercati e delle imprese multinazionali, ora sappiamo che anche il potere militare è pronto a riprendersi la scena, riproducendo scenari di brutale imperialismo. Ad onta delle potenzialità civilizzatrici della globalizzazione, il sistema internazionale torna a rivelarsi segnato da una eterogeneità radicale e intrinsecamente conflittuale, come è sempre stato nella storia. Per contenere i rischi, anche la nuova epoca richiede diagnosi articolate e strategie di ampio respiro, non velleitarie illusioni. Nella consapevolezza che, di fronte alla soglia estrema dell'irrazionalità umana, anche il realismo è destinato a restare privo di argomenti.
La giustizia introvabile. Lezioni di filosofia politica
Pier Paolo Portinaro
Libro: Libro in brossura
editore: CELID
anno edizione: 2012
pagine: 159
Il libro fornisce una ricostruzione sintetica ma completa delle diverse dimensioni del problema della giustizia e di come esse siano state analizzate in differenti epoche storiche: nel mondo antico, in quello moderno e nell'età della globalizzazione. Fin dalla polis greca, le società hanno dato risposte diverse alla domanda di giustizia, e non è un caso che le categorie per affrontare il problema siano state poste da Platone e Aristotele (giustizia come virtù, distributiva, commutativa, retributiva, giustizia come equità). Nel corso delle epoche la grammatica della giustizia non è fondamentalmente cambiata, anche se all'interno dell'Occidente cristiano diverse concezioni della giustizia (come carità, come massimizzazione delle utilità, come legalità, come riconoscimento dei diritti) si sono intrecciate e reciprocamente contaminate. Nemmeno lo scientismo moderno è stato però in grado di dare adeguato soddisfacimento alle aspettative di giustizia, che resta anche per noi un ideale nobile e un oggetto introvabile. A connotare la modernità sono alcuni specifici paradossi: una crescente sensibilità per le ingiustizie sociali e la crescita delle diseguaglianze, il successo dello scambio attraverso il mercato e la scarsa attenzione per la giustizia commutativa, il perfezionamento dei sistemi di controllo e la delegittimazione della giustizia retributiva e della sanzione penale.
Nessuna pace col «nemico ingiusto»? Se sia lecito imporgli la democrazia dopo averlo sconfitto
Oliver Eberl, Peter Niesen, Pier Paolo Portinaro
Libro: Copertina rigida
editore: Trauben
anno edizione: 2014
pagine: 134
"L'eredità di Kant è più che mai contesa nella filosofia delle relazioni internazionali. In anni recenti è avanzata una lettura che lo propone come antesignano dell'interventismo umanitario e di quella dottrina programmatica che l'ONU ha sintetizzato nella formula 'responsibility to protect' (R2P). A questa linea interpretativa si contrappongono, con buoni argomenti, Oliver Eberl e Peter Niesen nello scritto qui tradotto, in cui si contesta la legittimità dell'esportazione della democrazia con strumenti coercitivi. Per la molteplicità delle questioni connesse, il saggio fornisce l'occasione per un bilancio sui contributi delle più giovani generazioni francofortesi in materia di diritto internazionale e sui recenti dibattiti intorno a Stati canaglia e istituzioni umanitarie, terrorismo internazionale e costituzionalismo cosmopolitico, combattenti illegittimi e 'guerre giuste'". (Dall'introduzione di P.P. Portinaro)
Italia incivile. La guerra senza fine tra élites e popolo
Pier Paolo Portinaro
Libro
editore: Ananke Lab
anno edizione: 2019
Un dibattito sulle élites scoppiato di recente – e nella sua diffusione virale nei media piuttosto povero di categorie – ha registrato una radicalizzazione rispetto a espressioni di disagio che da tempo serpeggiavano nell’opinione pubblica e che da anni ormai erano precipitate in quella polemica contro la «casta» che è stata foriera di conseguenze in termini di delegittimazione di molti attori politici. A partire dalle riflessioni e dai testi di Vilfredo Pareto, Gaetano Salvemini, Norberto Bobbio, Alessandro Pizzorno e Giovanni Sartori, il volume raccoglie alcuni contributi dell’autore sulle più evidenti patologie italiane e sulle loro inascoltate denunce. La crisi odierna della Repubblica le rende particolarmente attuali, ingenerando un profondo scoramento in chi mediti su quante vane siano state tante prediche distribuite nell'arco di oltre un secolo da pensatori che a pieno titolo meritano l'appellativo di esponenti dell'Italia civile.