Libri di Germano Innocenti

luna di gomito trema il sorriso nel lago del cielo

Necessario: non può essere in modo diverso da come è questo mondo fatto di parola, che descrive l’immensa periferia dell’esistenza, popolata di figure a confronto con la libertà. E parliamo di confronto, non di ricerca, perché è l’ineluttabile peso della comparazione, del paragone tra ciò che è e che invece vorremmo, la vera critica al pensiero dominante. La libertà non è solo infinita ricerca, ma inesorabile carnale limitata necessità. L’ineluttabile peso della libertà è perciò l’attacco al comunemente difeso e favorito, è il lato oscuro dell’ostinato tendere verso qualcosa che ci hanno insegnato a inseguire, è la Storia del personaggio Umanità sdoppiato in diversi racconti “polari”, capaci come la stella di indicare la strada.

“Le mie parole di domani è una scrittura sull’acqua del presente. In altre parole, una scrittura che prevarica il proprio tempo, che riesce ad andare oltre: consegna questo piccolo trattato di ironia e cinismo ai posteri. (dalla preazione di Iuri Lombardi)

Entrare e uscire dalle pellicole cinematografiche comodamente seduti sul proprio divano. Il saggio di Germano Innocenti, "Overmovie", tende la mano al proprio pubblico cinefilo in un viaggio nel tempo e nelle trame di innumerevoli film, suggerendo recensioni e approfondimenti critici. Horror, thriller, polizieschi e biografici costituiscono dunque gli ingredienti di questa carrellata cinematografica, che alla critica militante, fatta di articoli a scadenza più o meno settimanale, intreccia saggi brevi, spaziando dai titoli di Dario Argento alle pellicole di Kubrick e Sorrentino.

Un uomo alla deriva che scopre un passaggio per un’altra dimensione (o una porta per le proprie ossessioni), un rapimento dallo sconvolgente epilogo e una vendetta lungamente premeditata, un hotel extralusso che offre ai suoi ospiti un’estrema forma d’intrattenimento, la fine di un Regime e il perdurare d’una crudele tradizione, il cosmico legame fra l’autolesionismo e l’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, infine l’altopiano come immobile metafora della grazia: sei storie che attraverso il potere affabulatorio della confessione ci ricordano che l’autobiografia è una menzogna e che ogni racconto è l’autopsia di un corpo immaginario.

"Il nostro amore deriva dalle profondità senza tempo quando iniziò il tuo processo di raffreddamento e ascensione mentre millenni tellurici cesellavano la tua bellezza minerale nello scrigno della nuda roccia ed io corrompevo la mia natura vegetale compattata dal calore del centro della terra. La tua durezza di diamante sfiorò la dolcezza della mia grafite attraverso la comune pelle di cristallo e un bacio sgorgò dalla sorgente di carbonio fondendo i nostri affluenti gemelli [...]".

"Crasi che unisce i termini "istante" e "incantesimo", "L'istantesimo" cerca di fermare su carta l'immediato con l'imperfetta freccia della poesia. Come per tutti gli sbagli ambiziosi, il fallimento che ne scaturisce è così intenso da sostituire l'oggetto d'amore. Lontano dal peso vincolante della Storia, che è sempre postuma, e della Storia dell'Arte, gravata dal concetto di rappresentazione (e di rappresentanza), l'istantesimo insegue l'immediato col retino della sensazione, laddove forse solo il mistico riesce ad afferrarla (nel momento in cui cade in abbandono dimenticandosi di sé)".

Questo volume è una raccolta di articoli provenienti dalla rubrica "Overcooking", nata nel 2015 e tuttora in auge sul portale www.targatocn.it. Short stories, tra satira enogastronomica e invettiva punk, scritte come ricette, che utilizzano il cibo come pietra angolare per lucide, e dissacranti diapositive di critica sociale, pregne di nera ironia.

Scritte durante le pause virtuali del call center in cui ha lavorato, nell'universo di voci che si frangono e ricompongono senza tregua, le poesie di Germano Innocenti sembrano arrivare dal desiderio di rinascita senza rivoluzioni, anarchica nella sua essenza e forte della sua stessa sottigliezza. La gratuità del sentimento opposto alle costrizioni del sociale, il gesto esasperato d'individualità calmierato in uno scorcio di umanità vociante; questa è la poesia di Innocenti, un atto d'amore che va nell'unica direzione possibile, quella della comprensione.