Libri di M. Dotti
Senza partito. Obbligo e diritto per una nuova pratica politica
Simone Weil
Libro: Copertina morbida
editore: Apogeo
anno edizione: 2013
pagine: 87
"La verità è una, la giustizia è una. Gli errori e le ingiustizie variano all'infinito." Nei tumulti del "secolo breve", Simone Weil era chiara, quasi profetica sulle sorti non certo felici che avrebbero atteso la democrazia qualora la si fosse idealmente ridotta a una forma vuota, misto di burocrazia, rancore e legalismo. Una democrazia fatta di procedure prive di sostanza e, quindi, di giustizia. Giustizia, che per la Weil non precede ogni forma di rappresentanza o consenso, ma costituisce l'origine propriamente politica della comunità. Il partito politico, piccolo mostro totalitario capace di mascherare da fini i mezzi, le appariva già allora come sintomo e causa di un decadimento delle idee forti di giustizia, politica, comunità. Per uscire dalla crisi, suggerisce la Weil, bisogna "radicare" le nostre buone pratiche nell'idea di giustizia davvero comune. Quella giustizia che racchiude in sé l'intero tragitto storico e di significato di tre altre parole: libertà, uguaglianza, fratellanza. Parole svilite e tradite proprio da quei monopolisti del consenso che la Weil identificava con i partiti politici. I tre testi, che qui proponiamo come una lezione imprescindibile a cui guardare, indicano a noi una strada quanto mai necessaria, oggi: quella di una fase costituente per una politica che si voglia davvero nuova e motore di cambiamento nella libertà.
Discorso sulla lingua jiddisch. I guardiani della cripta. Testo tedesco a fronte
Franz Kafka
Libro: Libro in brossura
editore: Biblion
anno edizione: 2011
pagine: 191
Due rari testi di Franz Kafka (1883-1924) - "Discorso sulla lingua jiddisch" (1912) e il frammento drammatico "I guardiani della cripta" (1916-1917) - per la prima volta accostati in un'ottica interpretativa che ne sviscera i tratti comuni, presentano un Kafka inconsueto, nel quale tuttavia temi e costellazioni figurali fanno intravvedere anticipazioni di temi che giungeranno poi nel loro pieno sviluppo in altre opere dello scrittore praghese. Il testo della conferenza sull'jiddisch che Kafka tenne a Praga segna il culmine dell'interesse dell'autore per l'ebraismo e per il teatro e la letteratura nella lingua allora parlata e scritta dagli Ebrei dell'Europa Centro-Orientale. Ed è la dimensione teatrale il nascosto trait-d'union che ci conduce all'analisi del solo lavoro teatrale di Kafka, frutto incompiuto di un'elaborazione tormentata, come testimoniano le tre stesure del testo integralmente riportate. Il testo tedesco a fronte fa di questo libro un indispensabile strumento per il lettore e lo studioso.
Tre volte scandalo. Pierre Guyotat o le regole dell'inferno
Libro
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2010
pagine: 72
Pierre Guyotat (Bourg-Argental, 1940) venne scoperto nel 1960 da Jean Cayrol, allora direttore della rivista "Ecrire". Guyotat ha attraversato le principali correnti letterarie e le più contrastate esperienze politiche collettive degli ultimi decenni, mantenendo uno stile personale e unico. Da Sur un cheval, il suo primo romanzo, passando per Éden, Éden, Éden e, soprattutto, Tombeau pour cinq cent mille soldats, Guyotat si è sempre mostrato fedele alla propria, personalissima cifra narrativa. Costretto a un lungo silenzio dalla malattia, dopo un internamento psichiatrico, conseguenza del coma di cui fu vittima nel 1977, Guyotat ha trovato nella scrittura autobiografica la chiave definitiva della propria poetica. Nascono da questa rinnovata consapevolezza libri quali Coma (tradotto in Italia da Medusa nel 2009), Vivre e Formation che nell'ultimo decennio hanno attirato su di lui le attenzioni di studiosi e lettori. Considerato da Michel Leiris uno dei principali scrittori della seconda parte del XX secolo, Pierre Guyotat ha in definitiva costruito il proprio universo poetico-letterario fondandosi essenzialmente su due elementi: una inconsueta carica visionaria e una lingua capace di muovere una molteplicità di registri diversi, dal tragico all'epico, al grottesco.
Il crimine di Jean Genet
Dominique Eddé
Libro: Libro in brossura
editore: O Barra O Edizioni
anno edizione: 2008
pagine: 120
"Tentare di capire Genet mi ha portato ad assumere sulle sue tracce la più salutare delle posizioni: essere nel bel mezzo di tutti i contrari, in quel luogo in cui la realtà, resa fragile all'estremo, ci obbliga a mantenere la vertigine per mantenere l'equilibrio." Tra saggio critico e autobiografia, Dominique Eddé tesse un doppio ritratto dell'uomo e dell'opera. Attenta e appassionata rilettura degli scritti e dell'esistenza di Jean Genet, il testo parte dalla constatazione della totale assenza della figura del padre nell'opera dell'autore francese per arrivare a mostrare come il "parricidio" sia il crimine alla base della sua intera produzione artistica. Scrittore e drammaturgo francese, da sempre schierato dalla parte degli oppressi, dei deboli, dei poveri dimenticati dal mondo, Genet ha fatto della propria e dell'altrui solitudine l'arma con cui opporsi a ogni legge. Le sue radicali posizioni politiche, l'appoggio alla causa palestinese, il rapporto con il cristianesimo e il giudaismo emergono qui in un continuo rimando alle opere di Dostoevskij, Nietzsche, Sartre, Rembrandt, Giacometti. Con ritmo incalzante, Dominique Eddé trasfigura la storia di Genet in un mosaico collettivo, nel "romanzo di formazione" di un'intera generazione uscita dai tumultuosi anni '70.
Music-Hall
Léon-Paul Fargue
Libro
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2008
pagine: 144
Acrobati, clown, cantanti e ballerine si muovono nel music-hall descritto da Léon-Paul Fargue con la stessa disinvoltura del funambolo intento a cimentarsi sulla fune, incurante del vuoto che gli sta attorno. Sfidano la distrazione del pubblico a ritmo di jazz, zittiscono le chiacchiere delle signore del bel mondo con gag, scherni e trovate oramai passate nella storia - è il caso di Grock o Little Tich -, mascherano dietro il fumo dei sigari e i vapori dell'alcool l'innominata e innominabile attrazione per cui tutti, segretamente, si sono riuniti fra tavoli e gallerie che circondano la scena: l'esibizione di una ragazza nuda. Mentre Mistinguett commuove, con la sua voce improbabile e le sue penne di struzzo, Maurice Chevalier incanta la folla quasi fosse un mago mondano e il travestito Barbette sfida ogni legge di genere con una grazia senza pari, Fargue raddoppia la sua straordinaria testimonianza sulla vita e lo splendore del music-hall parigino, con una scrittura capace di muoversi fra metafore ardite e figure che preludono a continui colpi di scena.
Travestimenti
Jean Cocteau
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2007
pagine: 124
Viaggiatore eccentrico, disinvolto costruttore di miti, equilibrista della poesia, uomo di mondo e instancabile flàneur, al termine di un complesso itinerario artistico che lo porterà a incrociare alcuni dei frangenti più tortuosi dell'intero Novecento, Jean Cocteau confesserà di aver "scritto sempre e soltanto col proprio sangue, come fanno i prigionieri". La sua vasta produzione fatta di romanzi, poesie, film, disegni, libretti teatrali e d'opera, si proponeva di rappresentare l'equivalente di "un grido messo nero su bianco, non certo per il bisogno di farsi ammirare, ma per quello di essere amato". Per strada, nei camerini di un circo, ai margini del ring, a partire dagli anni Trenta Cocteau incontrerà alcuni fra i protagonisti di una rivoluzione culturale che, ora più di allora, sfugge alle cronache ufficiali, si dirama dal basso, non costruisce muri, ma apre spazi e infine produce poesia, anche se non in forma di parole. Sarà proprio Cocteau, col suo "inchiostro di sangue", a trovare le parole adatte in testi che ancor oggi rappresentano la controstoria di un teatro vissuto, pensato e giocato sempre fuori dalle scene e dalle convenzioni.
Un dio assente. Monologo a due voci sul teatro
Umberto Artioli, Carmelo Bene
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2006
pagine: 174
In queste conversazioni prende forma un singolare "monologo" a due voci irriverente e fuori dai denti. Due coetanei, diversi per indole e per carattere, ma legati dalla comune passione per il teatro, s'incontrano, una sera d'inverno nel 1988, prima di una "prima" (quella della Cena delle beffe di Sem Benelli) e discutono a ruota libera davanti a un registratore. Il più irrequieto personaggio del teatro italiano, Carmelo Bene, si abbandona a una riflessione fluente e aperta. È un Carmelo Bene che sorprende, per acume e rigore, quello che esce da queste conversazioni inedite, riemerse dall'archivio di Umberto Artioli dopo la sua morte; parole che hanno, per il tono profetico tipico delle illuminazioni, un sapore quasi testamentario.
Quatre heures à Chatila-Quattro ore a Chatila
Jean Genet
Libro
editore: Stampa Alternativa
anno edizione: 2002
pagine: 64
In "Quattro ore a Chatila" Jean Genet porta la sua tragica testimonianza su quanto avvenne nei campi palestinesi di Sabra e Chatila, a Beirut, nel settembre 1982: duemila persone tra donne, bambini e vecchi, massacrate e mutilate da oscuri miliziani con l'appoggio di un generale all'apparenza buffo e inconcludente, ma in realtà mosso da un ambizioso piano di morte: Ariel Sharon.
Palestinesi
Jean Genet
Libro
editore: Stampa Alternativa
anno edizione: 2002
pagine: 272
Interessatosi alla "Questione palestinese" a partire dal 1968, Genet si recherà più volte in Medio Oriente, traendo spunto da questa sua esperienza diretta "nei campi di terrore", per elaborare una sconcertante posizione sul tema. Il libro raccoglie in modo integrale scritti, interviste, frammenti dedicati al popolo palestinese e alla sua lotta.
Architetture dell'azzardo. Progettare la dipendenza
Natasha D. Schull
Libro
editore: Luca Sossella Editore
anno edizione: 2020
pagine: 368
Con quindici anni di ricerca sul campo a Las Vegas, l'antropologa Natasha Dow Schüll mostra come il ritmo elettronico delle slot spinga i giocatori in uno stato di trance che loro chiamano "la zona della macchina". In questa zona le preoccupazioni quotidiane, le pressioni sociali e anche la coscienza della propria dimensione fisica scompaiono. Una volta entrati nella zona, le persone continuano a giocare non per vincere ma per continuare a giocare, il più a lungo possibile. Se l'obiettivo delle persone è perdersi nel gioco, l'obiettivo dell'industria è massimizzare i profitti. Schüll descrive le strategie nascoste negli algoritmi delle macchine, nell'architettura degli spazi e nella gestione dell'ambiente in cui il gioco si svolge. Uno degli snodi cruciali su cui il libro si concentra è quello del "New God", il "dio" che ogni giocatore crede si agiti "dentro" la macchina: il generatore di numeri casuali da cui dipende ogni cosa. L'era del machine gambling ci consegna così schiere di giocatori curvi, solitari, silenziosi, immersi in una zona protetta dalla macchina.
Architetture dell'azzardo. Progettare la dipendenza
Natasha D. Schull
Libro: Copertina morbida
editore: Luca Sossella Editore
anno edizione: 2017
pagine: 368
Con quindici anni di ricerca sul campo a Las Vegas, l'antropologa Natasha Dow Schüll mostra come il ritmo elettronico delle slot spinga i giocatori in uno stato di trance che loro chiamano "la zona della macchina". In questa zona le preoccupazioni quotidiane, le pressioni sociali e anche la coscienza della propria dimensione fisica scompaiono. Una volta entrati nella zona, le persone continuano a giocare non per vincere ma per continuare a giocare, il più a lungo possibile. Se l'obiettivo delle persone è perdersi nel gioco, l'obiettivo dell'industria è massimizzare i profitti. Schüll descrive le strategie nascoste negli algoritmi delle macchine, nell'architettura degli spazi e nella gestione dell'ambiente in cui il gioco si svolge. Uno degli snodi cruciali su cui il libro si concentra è quello del "New God", il "dio" che ogni giocatore crede si agiti "dentro" la macchina: il generatore di numeri casuali da cui dipende ogni cosa. L'era del machine gambling ci consegna così schiere di giocatori curvi, solitari, silenziosi, immersi in una zona protetta dalla macchina.
Alla deriva
Joris-Karl Huysmans
Libro: Copertina morbida
editore: :duepunti edizioni
anno edizione: 2007
pagine: 96
Il signor Folantin, impiegatuccio senza mezzi, è il protagonista di questa divertente e corrosiva ricostruzione di un mondo sommerso e marginale che anima le strade e i quartieri della Parigi ottocentesca. L'autore non senza compiacimento scuote alle fondamenta il bozzetto naturalista alla Zola, anticipando i temi dello spleen decadentista di Controcorrente (A rebours, 1884). Folantin alla ricerca di un suo personale ideale estetico, viene descritto nel tentativo di dare una parvenza di rispettabilità alla sua incolore vita da scapolo, trascinandosi di delusione in delusione tra piccole bettole e cucine popolari dove consuma i suoi pasti scadenti.