Libri di Giovanni Dessì
Realismo cristiano e potere politico
Reinhold Niebuhr
Libro: Libro in brossura
editore: Scholé
anno edizione: 2025
pagine: 208
I saggi raccolti in questo volume, per la prima volta tradotti per il lettore italiano, sono stati scritti fra il 1934 e il 1963, alcuni negli anni precedenti l'inizio della Seconda guerra mondiale, altri durante la fase più calda della Guerra fredda. L'autore – definito dal settimanale «Time» nel 1948 il «teologo della classe dirigente» americana – vi espone la peculiarità del suo “realismo cristiano”: una teoria politica tra le più originali del Novecento che ha ispirato negli Stati Uniti il New Deal di Roosevelt. Niebuhr affronta alla luce degli avvenimenti interni e internazionali temi sia politico-sociali sia etico-teologici che suonano ancora attuali: l'ottimismo o il pessimismo nella vita delle democrazie liberali, il ruolo delle utopie nell'azione politica, il rapporto fra pace e Chiesa, le illusioni di un governo mondiale, il dilemma nucleare, i limiti da porre al potere militare anche in caso di guerra. L'obiettivo è andare oltre la tragedia e l'utopia per rammentare all'uomo del Novecento la drammatica misteriosità della storia e la naturale ambiguità della politica.
Il realismo politico e la modernità
Libro: Libro in brossura
editore: Nuova Cultura
anno edizione: 2012
pagine: 166
Niebuhr. Antropologia cristiana e democrazia
Giovanni Dessì
Libro
editore: Studium
anno edizione: 1993
pagine: 160
Augusto Del Noce e Ugo Spirito. Un rapporto intellettuale attraverso l'epistolario (1954-1973)
Giovanni Dessì
Libro
editore: Fondazione Ugo Spirito
anno edizione: 1994
pagine: 67
Ugo Spirito. Filosofia e rivoluzione
Giovanni Dessì
Libro
editore: Fondazione Ugo Spirito
anno edizione: 1999
pagine: 256
L'altro potere. Opinione pubblica e democrazia in America
Giovanna Cavallari, Giovanni Dessì
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2008
pagine: 143
Giornali e televisione traboccano di considerazioni sulle degenerazioni della politica e sul calo di interesse da parte dei cittadini: è nata ufficialmente l'"antipolitica". Quanti tuttavia sanno che la partecipazione dei cittadini alla vita democratica è un tema che ha radici lontane? È proprio la riscoperta di tali origini l'intento di questa ricostruzione delle posizioni e, in qualche caso, delle scelte politiche di alcuni degli intellettuali americani più autorevoli negli Stati Uniti del XX secolo. Analizzando il legame tra democrazia e opinione pubblica, autori quali Walter Lippmann e John Dewey, Charles Wright Mills e Robert Dahl hanno reso esplicito il fondamentale contributo che i cittadini possono offrire alla democrazia. A loro dobbiamo la prima individuazione e la denuncia dei rischi ai quali può condurre la manipolazione dell'opinione pubblica: da una sensibile perdita della libertà di scelta all'indifferenza verso la politica, ridotta a mero spettacolo, utile soltanto agli attori che da essa traggono sostentamento. Lippmann e Dewey, in particolare, riflettendo sulle trasformazioni della società americana dei primi del Novecento e sulle caratteristiche della società di massa, si chiedono come in una grande società industriale, in cui il monopolio dell'informazione è nelle mani di minoranze, il cittadino possa realmente partecipare alla gestione della cosa pubblica.
Le parole della democrazia
Giovanni Dessì
Libro
editore: Nuova Cultura
anno edizione: 2015
pagine: 178
Leggere i classici della politica. Il realismo politico
Libro: Libro in brossura
editore: Nuova Cultura
anno edizione: 2024
pagine: 86
Il libro analizza alcuni testi di classici del realismo politico in età contemporanea, da Gaetano Mosca a Lenin, da Carl Schmitt a Reinhold Niebuhr. In questi autori il rapporto tra ideali e realtà si esprime in modo tale da suggerire il superamento di una prospettiva concentrata esclusivamente sui rapporti di forza. In alcuni di essi si prospetta una diversa forma di realismo, in grado di tenere conto dei limiti di ogni realizzazione storica e di proporre un più stretto legame tra ideali e specifici contesti storici. Dai diversi saggi emerge la proposta di un realismo politico in grado di avvertire sia il rischio di voler piegare la storia ad un illusorio mondo perfetto, sia quello di considerare una determinata situazione storica il migliore dei mondi possibili.
I confini della libertà. Realismo e idealismo nel pensiero politico americano
Giovanni Dessì
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2015
pagine: 150
In alcuni momenti del pensiero politico americano il richiamo alla realtà, nelle sue diverse forme, ha costituito un confine per la realizzazione della libertà individuale. L'ipotesi di questo libro è che negli autori considerati l'attenzione ai condizionamenti dei fatti storici, economici, politici, non abbia rinviato solo alla conservazione del già accaduto, ma abbia da una parte circoscritto la libertà e dall'altra la abbia orientata fattivamente nella costruzione del futuro. Dalla ricostruzione di alcune posizioni intellettuali e politiche emerge la possibilità di un realismo non semplicisticamente conservatore: a partire da tale prospettiva vengono illustrate quelle che possono essere ritenute le caratteristiche di una posizione riformista e di un realismo democratico. Le articolazioni del rapporto tra realismo, istanze di libertà, di realizzazione individuale e costruzione dell'avvenire sono state analizzate in periodi e autori particolarmente significativi. Si è così delineato un percorso nell'esperienza politica e nella riflessione americana che va dalle origini e dai saggi de "Il Federalista" alle posizioni di Graham Sumner e del darwinisrno sociale, dal proagressismo e dalle istanze di riforma sociale e politica al realismo politico dei primi anni della Guerra fredda.
Democrazia creativa
John Dewey
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2018
pagine: 58
Crisi economica e crisi della democrazia: processi dei quali non si intravede la fine, ulteriormente complicati dalla diffusione di internet e dei social, che rende sempre più urgente un ripensamento dei fondamenti della partecipazione democratica. Eppure già nel 1939, in un discorso tenuto per i suoi ottant’anni, Dewey aveva tratto spunto dagli strascichi del ’29 e dal successo dei totalitarismi nella vecchia Europa per avanzare una nuova idea: la democrazia “creativa”, che non si limita alla semplice partecipazione del cittadino, ma che si radica negli atteggiamenti e nelle esperienze quotidiane dell’individuo; una democrazia fatta di fiducia nell’uomo, nella sua capacità di confronto aritario con gli altri, dove la differenza – e la sua libera espressione – diventa occasione di arricchimento per tutti. Una proposta, quella del filosofo americano, che si rivela ancora attuale.
«Liberi non si nasce ma si diventa». Attualità del pensiero di Luigi Sturzo
Maria Chiara Mattesini
Libro: Libro in brossura
editore: Editoriale Scientifica
anno edizione: 2020
pagine: 138
Introduzione di Giovanni Dessì.
Crisi e trasformazioni. Filosofie e processi storico-sociali
Libro: Libro in brossura
editore: Universitalia
anno edizione: 2020
pagine: 258
Nel giugno 2019 si è svolto l’XI Convegno Interdisciplinare dei Dottorandi e Dottori di Ricerca presso la Macroarea di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Gli atti raccolgono contributi intorno ai temi della crisi e delle trasformazioni, da intendersi come paradigma interpretativo delle società del presente e del passato. Nella contemporaneità il termine crisi ha progressivamente assunto un’accezione negativa. Tuttavia, l’analisi della sua etimologia mostra come in origine esso contemplasse una sfera semantica non solo più ampia rispetto a quella attuale, ma anche differente: la parola greca krisis si carica del significato che conosciamo oggi solo a partire da una certa epoca, e in una relazione pressoché esclusiva con l’ambito medico, per indicare uno stadio peggiorativo o terminale (“fase critica”) della malattia. Nella Grecia classica, infatti, il senso più comune della parola è quello che implica il discernimento, il giudizio e la scelta, e dunque la capacità dell’individuo di definire e valutare uno stato di cose a lui presente, nonché il suo successivo agire in una determinata direzione. Introduzione di Giovanni Dessì.