Altromondo Editore di qu.bi Me: Mondo di dentro

Il tempo è il ritmo che permea tutta la nostra esistenza, strutturandola. Quella in cui viviamo è una società contraddistinta da ritmi frenetici, che ci proiettano sempre più velocemente nel futuro, rendendoci incapaci di assaporare la bontà del presente e di conferire valore alla capacità di attendere. Il fluire ciclico degli eventi necessita di tempo per potersi definire, per prendere forma. L’attesa è quel frangente di tempo sospeso tra il preannuncio di un evento e il suo verificarsi, un tempo magico, che ci consente di osservare con maggior attenzione ciò che ci circonda, ciò che accade intorno a noi e dentro di noi, di ascoltare la natura, ma anche i nostri sentimenti, potendo scoprire bellezze e realtà inaspettate. L’attesa, pregna com’è di significati simbolici, non delude, semmai gratifica la nostra curiosità, la nostra frenesia, il nostro trepidare, divenendo cosi il filo conduttore di una nuova serie di racconti corredati, come è nello stile delle autrici, da illustrazioni pittoriche che ne amplificano il messaggio educativo che le stesse vogliono veicolare.

L’amore innocente ai tempi del liceo è la storia di un amore contrastato, fra innocenza e passione, negli anni dal 65 al’68. Le lettere scritte dalla protagonista parlano di vicende umane e scolastiche col linguaggio tipico di un’adolescente di quel periodo storico. Dedicato alle “ragazze” di ogni età.

Sei innocente racconta la delicata fase fra l’infanzia e l’adolescenza di quattro ragazzi in una settimana dell’estate. Gaia, Angelo, Nico e Tommy vivono in un piccolo paese di provincia e sono reduci dal primo anno di scuola media. I quattro cominciano a sperimentare i primi cambiamenti, emotivi, fisici, ma soprattutto nelle loro relazioni. Ognuno di loro vive una situazione familiare difficile: genitori assenti o mai conosciuti, abusi psicologici, divorzi e incomunicabilità, sono alcuni dei problemi che li spingono a cercare risposte altrove, talvolta in territori pericolosi e misteriosi.

Un buon raccolto è la biografia di una vita inusuale, in assoluto ricca di emozioni, dolori, incontri, episodi, persone e personaggi raccontata con stile incalzante e senza indulgenze verso nessuno, tantomeno se stesso. Un omaggio al sentimento più importante, l’amicizia, l’unico che merita di essere considerato eterno, almeno in questo mondo. E a ciascuno di questi amici, anche se non più in vita, è associato un periodo importante o fatto particolare della vita dell’autore, svelando verità mai confessate prima, a volte nemmeno all’autore stesso. Poi la necessità di fare chiarezza in un groviglio di emozioni e ricordi, l’incontro con l’analisi e le risposte, in gran parte inaspettate, a tanti dubbi e interrogativi. Come detto nel prologo quando una storia viene raccontata, non può essere dimenticata, diventa qualcos’altro. Il ricordo di chi eravamo, la speranza di ciò che possiamo diventare. Perché c’è sempre tempo per fare un buon raccolto!

Questo è un romanzo in cui l’autrice ha deciso di condividere metà della sua vita, del suo viaggio, mettendo per iscritto quella moltitudine di ricordi che dormivano nella sua testa. Nel sacrificio di Isacco, ci sono storie, personaggi e luoghi, domande e risposte di comodo. Pensieri, religione e morte amore, sesso e amicizia, famiglia, basi. Ci sono conflitti personali e generazionali. Passioni. Un cammino ragionato nella morale, tutto ciò in cui sopravvive ognuno di noi. Questo libro vuole inoltre essere un omaggio a persone talmente importanti, persone che non potranno mai essere dimenticate. Tra le righe de il sacrificio di Isacco c’è la presunzione dell’autrice di poter toccare la mano di chi ha paura, di chi si sente fragile, per potergli trasmettere tutta la sua voglia di non arrendersi mai.

"Signora, signora!" Mi volto per capire chi mi stia chiamando: è una persona che non conosco, ha l'espressione maliziosa e compiaciuta. "Su, in ufficio, l'ho sentita dire che è di Generico. La conosce quella maestra che ne combina di tutti i colori, uh se ne combina!, ah che cosa fa!", e quasi arrossisce tanto gli sfavillano gli occhi per le cose che sa e vorrebbe tirar fuori subito. "Si, sono io" rispondo serafica. E lui mi guarda, mi scruta prima con un occhio poi con l'altro, come una gallina che prende le misure per beccare un chicco a terra. […] Il romanzo narra la mia vita durante i primi sei anni nella casa di cui parlo. Il libro mi è stato ripetutamente cancellato, modificato, manipolato. In tutta questa storia ventennale, l'unico nome che ho fatto uscire è il mio: "Si, sono io quella maestra che ne fa di tutti i colori"' In memoria del Comandante dei Carabinieri morto a 42 anni. Fu lui a dirmi: "Scriva un libro signora! Lei lo scrive e io lo pubblico.”

Monica è una donna a cui la vita ha regalato tanto: un bel marito, una bella casa, due bambine meravigliose, e il lavoro del marito che le garantisce un elevato tenore di vita, senza che sia costretta ad andare a lavorare. Si riteneva davvero fortunata, ed era convinta che non le mancasse niente, che non potesse lamentarsi, fino a quando non ha conosciuto Domenico. L'uomo le ha spalancato le porte di un sogno che lei non aveva mai avuto il coraggio di formulare, nemmeno con sé stessa. Ora che lo ha potuto assaggiare, capisce di averlo sempre desiderato, e di averne sempre avuto bisogno. Per inseguire il suo sogno, Monica è disposta a tutto.

L'autore elabora i ricordi vaghi che ha del Padre; emozioni forti, strutturali, da far vibrare la sua intera esistenza di uomo maturo. Un Padre presente solo nel grande ritratto sul comò, con cui confidarsi, a cui chiedere consigli. Con lui ha un retroterra di vissuto insopportabilmente scarno che lo fa sentire debole, e allora scava nella storia e nella mitologia per prendere il meglio e costruire nel suo io la personalità di quella figura che vedeva nel ritratto sul comò, coglierne l'essenza, farla propria.

Come ci sentiamo quando pensiamo alla morte? Al dopo, al lasciare le persone care e come descrivere questa sensazione? Forse meglio illustrarla, a volte non bastano le parole.

Storie di gente, gente comune ma non per questo portatrice di semplicità: se la complessità è il tratto endemico della post-modernità, allora i siciliani si sono annoiati per secoli nell'attesa che gli altri lo capissero. Ogni racconto, ogni incontro, ogni sguardo, ogni parola, ogni silenzio qui al contempo è inizio e compimento; un giro, un decoro, una sapiente ricamatura di potenziali trame angeliche e infernali, né mai totalmente une, né mai totalmente altre.

Dopo un incontro occasionale, Carlo e Alessandra instaurano una forte amicizia. Carlo è appassionato di storia medievale e musica sinfonica; Alessandra di pittura rinascimentale. Il rapporto sfocia in un matrimonio che per tutta la vita resterà ben saldo. La parola chiave che consentirà al loro amore di non scivolare mai verso la monotonia è "reciprocità", che consente a entrambi di preferire le scelte dell'altro prima delle proprie. Uno sforzo che i protagonisti compiono al fine di alzare il loro sguardo dai problemi relativi alla routine quotidiana per ricercare argomenti più gratificanti dello spirito personale.

L'atterraggio all'aeroporto di Buenos Aires nel 2004 è solo la prima tappa di questo racconto che prosegue, senza un preciso ordine temporale, toccando molteplici aree del globo terrestre. Dall'Argentina al Vietnam, dalla Corea alla Bielorussia, dalla Cambogia al Senegal, l'autore ripercorre le diverse esperienze vissute in prima persona durante i suoi viaggi, spesso solo, talvolta con pochi amici fidati. Non un semplice diario di viaggio, bensì un insieme di esperienze e accadimenti ai quali si affiancano riflessioni sui diversi stili di vita, differenti visioni culturali e i preconcetti che spesso abbagliano chi determinate esperienze non le ha mai potute o volute provare.