Bonanno: Società, culture, economia
Quando l'America puntò sull'Europa. I rapporti tra gli Alleati e la Resistenza italiana (1943-1946)
Gianni Perona
Libro: Libro in brossura
editore: Bonanno
anno edizione: 2020
pagine: 348
Raccogliendo in questo volume alcuni studi - editi e inediti - dedicati alla resistenza italiana nel contesto internazionale, Gianni Perona ha voluto segnalare un filone di ricerca che lo ha attratto fin da quando, nel 1972, furono aperti gli archivi inglesi e americani fino ad allora secretati. Saggi e contributi a convegni prodotti nel corso di quasi quarant'anni sono legati qui dal filo conduttore di una lettura che inserisce la Resistenza in un quadro segnato sia dalla visione contestuale delle strategie militari dei Tedeschi e degli Alleati nell'Europa mediterranea, sia dalle valutazioni ideologiche e dagli interessi spesso contrastanti delle potenze alleate riguardo all'Italia e al suo futuro. L'attento e corposo utilizzo di fonti primarie consente all'Autore di intrecciare tali dimensioni con le situazioni locali, ricostruendo i contrasti con la progettualità politica dei CLN nonché le ricadute sull'attività dei partigiani e sulle condizioni dei civili. Di capitolo in capitolo, il lettore può seguire un percorso di ricerca segnato anche dagli sviluppi delle modalità e dei mezzi di produzione scientifica. Attento all'evolversi della tecnologia, infatti, Perona ne intuì da subito il potenziale per il lavoro dello storico e fu un pioniere nella creazione di archivi digitali e banche dati tuttora consultabili. L'analisi dei casi, esaminati nelle loro sfaccettature grazie anche a tali strumenti, conduce a una visione generale e a un acuto giudizio storico che porta a riflettere sul presente.
L'interscambio tra la costa e l'entroterra. Dinamiche economiche, strutture sociali e insediative (secoli XIV-XVI)
Libro: Libro rilegato
editore: Bonanno
anno edizione: 2025
pagine: 276
Il volume presenta una serie di saggi nati all'interno del progetto di ricerca LOC-GLOB. The local connectivity in an age of global intensification: infrastructural networks, production and trading areas in late-medieval Italy (1280-1500), promosso dalle Università di Bergamo, Sassari, Torino e Udine. Concentrandosi sull'analisi dei complessi fenomeni di mobilità sociale e personale innescati dall'inserimento delle aree dell'entroterra nella vasta rete di scambi non solo commerciali, ma anche culturali, che trovava il proprio fulcro nei grandi centri dell'economia medievale, gli autori indagano il ruolo di notevole rilevanza che tali contatti esercitarono nello sviluppo di un'area dell'Italia settentrionale assai più ampia di quella tradizionalmente considerata dalla storiografia dedicata all'influenza di poli come Venezia o Genova, evidenziando, anche attraverso i casi esemplari di impianto di attività imprenditoriali, la vivacità culturale ed economica che l'inserimento in un sistema di tale tipo determinò in centri spesso considerati periferici, o minori, rispetto alla "grande" economia mercantile tardomedievale, e il ruolo che operatori provenienti da aree dell'entroterra seppero acquisire nel contesto di alcuni dei principali poli economici non solo in Italia, ma anche al di là delle Alpi.
Voci dall'est. Radio e propaganda del blocco sovietico durante la Guerra fredda
Libro: Libro in brossura
editore: Bonanno
anno edizione: 2024
pagine: 336
Durante la Guerra fredda la radio fu una delle 'armi' maggiormente usate dai due schieramenti, impegnati attraverso l'etere a diffondere un'immagine positiva e moderna del proprio sistema e, nel contempo, a screditare quello avversario. Le onde, libere di varcare da una parte all'altra la cortina, rappresentavano il principale strumento di quella che divenne, a tutti gli effetti, una vera e propria battaglia senza esclusione di colpi. Approfondendo piste di ricerca in larga parte inedite e ancora poco frequentate dalla storiografia italiana, il volume si concentra sulle principali emittenti attive nel campo sovietico, con l'obiettivo di far emergere dinamiche, modalità rappresentative e strategie comunicative utilizzate dal 'campo socialista' per proiettare la propria immagine verso il resto del mondo. Un percorso costruito anche attraverso gli esiti di tesi di laurea magistrale sul tema, con l'intento e l'obiettivo di valorizzare le ricerche svolte, in questi ultimi anni, da studentesse e studenti del Dipartimento di Lingue e Letterature straniere e Culture moderne dell'Università di Torino.
Siena città manifatturiera. Governo, produzione e consumo dei tessuti di seta e di lana (XIV-XV secc.)
Marco Giacchetto
Libro: Libro rilegato
editore: Bonanno
anno edizione: 2024
pagine: 660
Siena fu nel Medioevo una città rilevante sul piano finanziario, religioso, artistico e culturale ma poco si sapeva fino ad oggi sulle sue manifatture tessili, in particolare quelle della lana e della seta, uniche a elevarsi a rango di 'industria'. Questa assenza è dovuta a un vuoto storico o, piuttosto, a un vuoto storiografico? Il volume, vagliando una ricchissima documentazione inedita, propone una sintesi su un tema basilare per comprendere le fondamenta economico-produttive senesi e scrive una pagina importante della sua storia, confrontandosi con un tema classico della storiografia medievale, ma su una realtà quasi sconosciuta e mettendo in relazione le dinamiche del settore con altre più ampie sul piano politico e sociale. I problemi che dovette affrontare Siena nella conversione della propria struttura produttiva tessile, infatti, portarono a una profonda ridefinizione delle forze sociali in campo, con un notevole impatto sulle sorti della città. L'adozione o meno di politiche protezionistiche a vantaggio o svantaggio di determinati ceti sociali condizionò i secoli a venire. Tuttavia, tali dinamiche non riguardarono solo Siena ma ogni città manifatturiera medievale costretta a confrontarsi con le esigenze dei produttori e dei consumatori.
La montagna e i principi. Corti delle Alpi occidentali tra XIII e XV secolo: strutture territoriali, insediamento, architettura
Enrico Lusso
Libro: Libro rilegato
editore: Bonanno
anno edizione: 2023
pagine: 748
Il volume, inserendosi in una consolidata tradizione di studi, indaga le dinamiche bassomedievali di formazione e assestamento dei maggiori principati sviluppati a cavallo del settore meridionale delle Alpi occidentali, ovvero la contea di Savoia (con il principato subalpino dei Savoia-Acaia), il marchesato di Saluzzo, il Delfinato e la contea di Provenza. Si tratta di corpi geopolitici che trovavano la propria ragione e si sublimavano, da un lato, nella figura del dominus che li reggeva e, dall'altro, nel territorio su cui egli estendeva il proprio dominio. Un territorio che, per la sua stessa natura alpina, presenta interessanti specificità, riconducibili al fatto di essere stato ritenuto - spesso semplicisticamente, soprattutto in riferimento ai secoli indagati - spazio periferico e di "frontiera". Di certo i vari principati, seppure in modi e con esiti differenziati, conobbero una significativa accelerazione verso assetti più "moderni" e organizzati a partire dai decenni finali del XIII secolo. Se le cause possono apparire eterogenee, gli effetti di medio periodo furono convergenti e innescarono quei processi che, in capo a due secoli circa, avrebbero dato origine a ciò che oggi definiamo "stati". I temi affrontati nello studio sono essenzialmente tre, corrispondenti ad altrettanti livelli di approfondimento. Punto di partenza è l'analisi del territorio, con le sue varie strutture e articolazioni insediative; quindi, si individuano i principali centri di frequentazione delle corti, di cui si ripercorrono assetti e organizzazione; infine, l'attenzione si concentra alla scala architettonica, indagando linee di committenza, modelli formali e logiche funzionali delle residenze che ospitarono con maggiore assiduità i principi e i loro entourage.
Il «villeinage» in Inghilterra. Una forma di servaggio istituzionalizzato (secoli XII-XIV)
Alberto Sciascia
Libro: Libro rilegato
editore: Bonanno
anno edizione: 2022
pagine: 180
Interpretare le origini e le fasi dello sviluppo del villeinage inglese - relativo alla "classe sociale" o categoria socio-economica dei villeins/villani - significa operare un'analisi delle condizioni sociali, economiche, politiche e giuridiche che interessano l'Inghilterra dei secoli XII-XIV e che vedono come protagonisti principali il re, i signori territoriali (landlords) e un ampio settore della popolazione rurale (peasants). I villani sono anche attestati in documenti relativi a periodi più estesi - anteriori e posteriori, e non solo in Inghilterra - rispetto a quello indicato; tuttavia il villeinage, inteso come risultato di un duplice processo, socio-politico ed economico-giuridico, che porta alla definizione, peraltro molto dibattuta dalla storiografia, delle caratteristiche particolari della condizione di una parte consistente dei membri della comunità rurale (i nativi), raggiunge la sua espressione più matura e completa proprio nei secoli XII-XIV. Il villanaggio in quei tre secoli finisce per configurarsi come un particolare tipo di relazione tra signori territoriali e locali e alcuni settori della comunità contadina, che in Inghilterra assume specificità originali e che è espressione di una attenta e raffinata strategia signorile per garantirsi, con il pieno appoggio della Corona, la possibilità di continuare a esercitare un potere economico-giurisdizionale su una parte dei lavoratori del manor, che per certi aspetti assomiglia alla curtis altomedievale dell'Europa continentale.
La «servitù della gleba» e il villanaggio. Italia centro-meridionale (secoli XII-XIV)
Francesco Panero
Libro: Libro rilegato
editore: Bonanno
anno edizione: 2022
pagine: 300
Il tema della cosiddetta "servitù della gleba" medievale è stato più volte affrontato nel secolo scorso da storici di vaglia e, nonostante ne sia stato ridimensionato il significato fin dagli anni venti del Novecento da parte di Marc Bloch, ha continuato fino a oggi a essere direttamente o indirettamente toccato in diversi studi storico-giuridici o dedicati alla storia della società e dell'economia rurale del medioevo, talvolta anche attraverso il ricorso acritico all'uso della locuzione "servo della gleba" in sostituzione del lemma "servo". Negli stessi anni in cui Bloch tentava di arginare la diffusione del mito della "servitù della gleba" medievale, per molti studiosi dell'inizio del secolo scorso la "servitù" caratterizzata da legami perpetui alla terra (la gleba dei poeti classici, anche se il termine ricorre in alcune leggi del tardo Impero) nel medioevo sarebbe prevalsa su ogni altra forma di dipendenza. Dopo gli studi apparsi negli ultimi trent'anni - sui coloni/ascrittizi, manentes e villani dell'Italia centrale e della Sicilia, oltre che sui villeins inglesi, sui remences catalani e sui mainmortables borgognoni -, talvolta con esiti interpretativi discordanti, è opportuno discutere alcune posizioni storiografiche riprenden- do l'analisi della documentazione disponibile per il basso medioevo. È questa anche l'occasione per tentare di rintracciare le radici del "villanaggio" in Italia, che si ricollegano tanto all'idea del "colonato fiscale" della tarda antichità (in particolare per quanto riguarda la Sicilia in età normanna), quanto alle riflessioni teoriche dei glossatori - a cominciare da Irnerio - che nelle regioni del Centro-Italia e in Emilia-Romagna talvolta trovarono un'applicazione pratica nella contrattualistica agraria dei secoli XII-XIV. Diventano così più comprensibili sia l'impegno alla residenza richiesto ai contadini dell'Italia centrale dai proprietari terrieri che non disponevano di poteri giurisdizionali, sia quello imposto dal regno normanno, per esempio, ai cittadini (uomini liberi) di Cefalù nel 1132, sia, ancora, il lamento del vescovo della stessa città, nel 1329, di fronte alla perdita, nel corso di due secoli, di oltre tremila villani legati ereditariamente alla terra che coltivavano.
Comunità, Carte di franchigia, Comuni. Insediamenti umani fra area alpina e Pianura padana occidentale (secoli XI-XV)
Francesco Panero
Libro: Libro in brossura
editore: Bonanno
anno edizione: 2020
pagine: 290
Gli studi relativi alle comunità dei due versanti dell'area alpina occidentale, sulle quali da alcuni anni si è avviato un progetto di ricerca multidisciplinare, si possono avvalere proficuamente di confronti con il territorio subalpino e padano. In questo contesto emerge, tra gli altri aspetti, l'importanza delle carte di franchigia e del riconoscimento di privilegi e di antiche consuetudini, da parte del potere pubblico e di signori territoriali e locali, atti che stanno alla base del rinvigorimento organizzativo delle comunità dei due versanti montani. Nell'Italia nord-occidentale il conferimento di privilegi da parte di re italici e imperatori ad alcune comunità urbane, o a gruppi rilevanti di possessori e di mercanti, costituì infatti una delle principali premesse per lo sviluppo delle autonomie locali. Ma soprattutto per le comunità rurali e per i centri minori del versante transalpino delle Alpi occidentali le carte di franchigia rappresentano un atto fondamentale per l'origine e per lo sviluppo istituzionale dei comuni. Poiché a monte di queste ricerche vi sono alcune analisi preliminari sulle forme del popolamento alpino, nella seconda parte del volume si fa il punto anche sulla cronologia e sulle dinamiche socio-economiche che stanno alla base dell'origine dell'insediamento umano e della struttura delle comunità ancor prima che le medesime si orientassero a organizzarsi a comune.
Il servaggio bassomedievale. «Taillables» e «mainmortables» nell'area alpina occidentale
Francesco Panero
Libro: Libro in brossura
editore: Bonanno
anno edizione: 2020
pagine: 164
Il versante franco-svizzero e quello italiano delle Alpi occidentali costituiscono un territorio piuttosto omogeneo sia sul piano insediativo sia dal punto di vista culturale ed economico-sociale. I secoli del basso medioevo si prestano pertanto per uno studio comparato anche sul tema dei rapporti di dipendenza servile nei secoli XII-XV, che la storiografia, guardando prevalentemente al mondo contadino, solitamente definisce "nuovo servaggio". Sullo status dei contadini dipendenti, molti problemi relativi all'idea di libertà, al tipo di subordinazione (temporanea oppure ereditaria, vale a dire "servile"), agli oneri sostenuti nei confronti delle signorie fondiarie e bannali, alle limitazioni dei "diritti civili" nei secoli centrali del Medioevo, meritano di essere approfonditi. Per esempio, è opportuno chiarire se esista un nesso fra imposizione della taglia arbitraria e dipendenza servile in alcune regioni transalpine, dove è ben documentata la presenza di talliabiles serve conditionis e di homines de manumortua, mentre l'onere del formariage bassomedievale e quello della manomorta successoria sembrano essere marginali sul versante cisalpino delle Alpi occidentali. Anche le carte di franchigia concesse a individui e comunità dei due versanti alpini offrono lo spazio ad alcune differenziazioni tra manumissioni e affrancazioni individuali e collettive da oneri signorili e di natura pubblica. Infine, l'analisi delle corvées orienta a considerarle un'opera prestata sia da contadini liberi sia da servi e da talliabiles/villani/ascripticii, ma non una prova di servaggio.
Donnos Terramagnesos. Dinamiche di insediamento signorile in Sardegna: il caso dei Doria (secoli XII-XV)
Enrico Basso
Libro: Libro in brossura
editore: Bonanno
anno edizione: 2018
pagine: 160
Nel corso dei secoli del Basso Medioevo si sviluppò l'esperienza originale della signoria territoriale impiantata in Sardegna da un ramo del potente consortile aristocratico genovese dei Doria. Giunti nell'isola nella seconda metà del XII secolo e rapidamente radicatisi grazie a un'accorta politica matrimoniale che li legò ai livelli più alti dell'aristocrazia locale e addirittura alla Casa regnante del Giudicato di Torres, i Doria approfittarono della dissoluzione delle strutture giudicali nel corso della seconda metà del XIII secolo per affermare una loro signoria territoriale su ampi tratti del vecchio territorio turritano. Nel secolo successivo, questa politica condusse a esiti originali, in quanto i Doria, pur mantenendo vivo il rapporto con la madrepatria ligure, vennero sempre più assorbiti nella politica e nella società sarda, fino a essere percepiti come una componente dell'aristocrazia indigena. Il vertice di questo processo, che portò la famiglia a legarsi alla Casa giudicale d'Arborea, ebbe come sfondo le travagliate vicende connesse all'affermazione della sovranità catalano-aragonese sull'isola e, dopo il definitivo collasso delle difese indigene nel 1409, vide i Doria difendere tenacemente le ultime roccaforti loro rimaste fino alla metà del XV secolo quando, in un mondo mediterraneo in rapida e drammatica mutazione la loro esperienza di "sovranità" isolana ebbe definitivamente termine.