Editoriale Romani: Percorsi di pastorale della salute
Lo sguardo differente. Il metodo pastorale in psichiatria
Gianni Cervellera
Libro
editore: Editoriale Romani
anno edizione: 2021
pagine: 116
Se abbiamo il coraggio di immergerci nella diversità dell’Altro, possiamo scoprire una profonda somiglianza che ci accomuna e ci rende fratelli nell’esplorare gli orizzonti variegati dell’umano. Il matto è l’Altro che abbiamo sempre stigmatizzato e separato dalla società dei normali. Se ci troviamo di fronte al malato come soggetto impoverito, allora la cura è permettergli di accedere nuovamente alla ricchezza dello spirito, ridandogli la piena dignità e capacità di essere umano. Non si cura puntando al minimo, ma al contrario permettendo al soggetto di confrontarsi con le sue funzioni superiori, quelle dello spirito: dare un senso a ciò che si vive, interrogarsi, confrontarsi e incontrarsi. Il libro ci propone il duplice incontro con l’Altro: quello nella profondità trascendente dello spirito e quello che avviene nella diversità della follia.
Il mistero del dolore e la teologia pastorale
Libro
editore: Editoriale Romani
anno edizione: 2020
pagine: 64
Tra le oscurità della vita umana vi è il mistero del dolore. Si tratta di una categoria che non lascia libero nessuno e ogni tentativo di non occuparsene si scontra con la cruda realtà che non fa sconti. Perché il dolore? Perché adesso? Perché proprio a me? Che cosa ho fatto di male? Sono domande che non trovano facilmente risposta. E quelle che nutrono la pretesa di spiegare rischiano a volte di rendere più ambigua la comprensione.
Annuncio della salvezza. Il contributo del diaconato permanente alla pastorale della salute
Libro
editore: Editoriale Romani
anno edizione: 2019
pagine: 72
I testi qui presentati sono uno strumento per il diacono permanente che intenda ampliare il suo percorso formativo, approfondire la vocazione e rinvigorire la sua presenza – con il mandato che il Vescovo potrà assegnargli – nella pastorale della salute. Una pastorale chiamata ad essere sempre meno “ospedaliera” e sempre più territoriale, in una comunità cristiana che si riveli vera comunità sanante, capace di farsi carico delle maggiori fragilità e vulnerabilità dei fratelli e delle sorelle sofferenti.