Gemma Edizioni: Miniere

Il simbolo, tradizionalmente avvolto da un’aura di ambiguità e mistero, si presenta come realtà doppia, capace di unire e di separare, di velare e al tempo stesso di rivelare il senso. L’autore lo concepisce come doppio: una verità frammentata e perduta, ma orientata verso una reintegrazione. Attraverso un’analisi approfondita del pensiero di Paul Ricœur, il volume esplora la genesi e l’evoluzione di questa tensione, individuando una dialettica articolata in tre livelli che percorre l’intero itinerario del concettuale filosofo. Il primo prefigurativo-antropologico, richiama le radici umane, mostrando come il simbolo emerga dall’esperienza profonda e arcaica dell’essere umano. Il secondo, configurativo-linguistico, evidenza la sua formazione nel linguaggio e nel discorso, attraverso cui acquista consistenza e significato condiviso. Il terzo, rifigurativo-pratico, mostra come il simbolo si traduca in azione e si rinnovi nell’esperienza sociale, integrandosi nel rapporto tra soggetto e mondo. Ne scaturisce una riflessione che cerca di restituire chiarezza a un concetto spesso considerato oscuro, mostrando il simbolo come luogo vivo di interpretazione e di senso.

Il volume fornisce le principali coordinate concettuali per poter comprendere a fondo lo stato dell'arte delle più recenti ricerche nel campo della filosofia del vivente al fine di indagare, a livello teorico, come le caratteristiche fondamentali degli agenti autonomi contribuiscano a mutare l'immagine della natura ed il concetto stesso di forma simbolica alla luce di un possibile nuovo rapporto tra biologia, fenomenologia ed etica. Tale relazione risulta ispirata ad un approccio evolutivo multidimensionale ed autopoietico in grado di scandagliare le precondizioni del possibile delineamento di una metabiologia delle forme viventi – nel caso dell'uomo delle forme viventi consapevoli e capaci di agire responsabilmente – plasmate dalla svolta epigenetica. Non più intesa come catalogo di forme da riprodurre, la natura, considerata nel suo costante divenire, si presenta dunque come un analogo del processo creativo, un processo che si incarna nelle fibre biochimiche dei sistemi viventi e che oggi sia le scienze della natura sia le scienze dello spirito sono in grado di studiare.