Il Foglio Letterario Edizioni: Letteratura cubana. Poesia
Il silenzio che dicono-El silencio que dicen
Abel German
Libro: Libro in brossura
editore: Il Foglio Letterario Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 124
Sgorga la poesia - la poesia scritta, per meglio dire - anche quando la sua fonte, per periodi molto lunghi, diffonde amarezza e scetticismo, persino incomprensione per tutto quel che la circonda. Sgorga la poesia perché il poeta, come accade ne Il silenzio che dicono, non abbandona la lotta neppure nei momenti di amarezza, di scetticismo e di totale disincanto. Vale a dire, il poeta si lamenta ma al tempo stesso si scatena contro quel bersaglio, spesso impreciso e ingannevole, che viene definito il male sociale del tempo. Il male sociale del tempo può essere la banalità, l’ipocrisia, persino la proposta ingannevole del rame sotto l’oro falso; un compito che da tempo hanno fatto proprio i tiranni… Abel Germán è un poeta che si esprime sia con la ragione che con il sentimento, per questo fa sgorgare dal cuore simili versi: “Le risa si sono spente. La città è vuota, solo restiamo le ceneri/ e io…”; mentre altri versi sono frutto della ragione, del suo intelletto: “La memoria è una pinza guidata dalla mano imprevedibile di un ubriaco,/ prende di qua e di là, lascia andare quel che prende, lo trattiene, non ha proprio idea”. (dall’introduzione di Félix Luis Viera)
Obra poética 1922-1985. Volume Vol. 2
Nicolás Guillén
Libro: Libro in brossura
editore: Il Foglio Letterario Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 715
Che Comandante Non perché tu sia caduto la tua luce è meno alta. Un cavallo di fuoco sostiene la tua scultura guerrigliera tra il vento e le nubi della Sierra. Non perché messo a tacere sei silenzio. E non perché ti brucino perché ti nascondano sotto terra perché ti occultino in cimiteri, boschi, brughiere, impediranno che ti incontriamo. Che Comandante, amico. (da La rueda dentada, 1972)
Fuera del juego-fuori dal gioco (1968). Testo originale a fronte
Heberto Padilla
Libro: Libro in brossura
editore: Il Foglio Letterario Edizioni
anno edizione: 2013
pagine: 150
"Fuera del juego" è il simbolo della disillusione rivoluzionaria. Heberto Padilla è uno dei poeti contemporanei più importanti in lingua castigliana. Nel 1967 si trova al centro di una polemica ideologica a causa del suo libro "Fuera del juego". Nella primavera del 1971 il mondo conosce il Caso Padilla, una grande farsa montata dalle autorità culturali cubane che ricorda i processi sovietici, durante i quali gli intellettuali di prestigio, principalmente poeti e scrittori, venivano costretti a ritrattare le loro opere in una sorta di autocritica pubblica. Il Caso Padilla è la prima ferita aperta della Rivoluzione Cubana e la prima vera crisi attraversata dal "paradiso comunista". Le opinioni internazionali sul Caso Padilla si dividono. Il caso Padilla provoca una rottura tra gli intellettuali della sinistra mondiale e la Cuba castrista. Ci sono proteste e pressioni da parte di intellettuali come Jean-Paul Sarte, Carlos Fuente e Mario Vargas Llosa. Padilla chiede a Castro il permesso di lasciare il paese, ma gli viene negato. È soltanto grazie alla pressione di Sartre, Simone de Beauvoir, Alberto Moravia, Mario Vargas Llosa, che, nel 1980, Padilla viene liberato e autorizzato a lasciare il paese. In questo stesso anno conclude il romanzo En mi jardín pastan los heroes, che viene tradotto in sette lingue, persino in italiano (Nel mio giardino pascolano gli eroi, Mondadori - purtroppo fuori catalogo). Nel settembre del 2000, Padilla muore negli Stati Uniti.