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Johan & Levi: Antichità

Storia culturale degli Etruschi

Sybille Haynes

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2023

pagine: 520

Il libro ricostruisce la storia del popolo etrusco, prima grande civiltà d’Italia, dal periodo villanoviano (IX secolo a.C.) fino alla completa fusione con il mondo romano (I secolo a.C.), restituendo di fatto agli Etruschi il giusto posto tra le maggiori civiltà del passato. Con un territorio esteso dalla Pianura padana fino a Capua, riuniti nella lega delle dodici città, gli Etruschi furono i primi unificatori della penisola, dominatori dei mari, commercianti, esperti nella lavorazione dei metalli e del bronzo in particolare, abili architetti e pittori, raffinati ceramisti e orafi. La cultura etrusca si arricchì grazie ai contatti con i popoli del Mediterraneo, fu ampiamente influenzata dal mondo greco e influenzò a sua volta quello romano, basti ricordare che gli ultimi tre re di Roma erano di origine etrusca, che la incorporò fino a cancellarla. Questa nuova edizione, aggiornata dall’autrice con i più recenti studi e scoperte, offre un’approfondita ricostruzione cronologica e tematica dell’evoluzione della civiltà etrusca, intrecciando evidenze archeologiche, analisi della struttura sociale, racconto delle attività e pratiche funerarie, studio dei manufatti e dell’arte. Il risultato è una descrizione minuziosa della cultura e degli usi etruschi, con una particolare attenzione alla condizione femminile, resi in modo vivido e sfaccettato grazie anche al ricco apparato iconografico che rende il volume uno strumento imprescindibile per la comprensione di questo popolo.
48,00 45,60

Vestire all'etrusca

Larissa Bonfante

Libro: Libro rilegato

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2023

pagine: 304

A giudicare dalla varietà di indumenti raffigurati con abbondanza di dettagli nella produzione artistica degli Etruschi, questo popolo risentì di molteplici influenze culturali, anche in fatto di moda. Tanto che, se un vestire "all'etrusca" c'è stato, non sarebbe possibile immaginarlo fuori dal contesto delle relazioni commerciali e dei frequenti scambi tra i popoli del Mediterraneo e del Vicino Oriente. È il caso delle diverse varianti del chitone, veste di origine greca, ma anche di acconciature come la lunga treccia portata sulla schiena, di derivazione orientale, o del tutulus di importazione greca, declinato però secondo forme tipicamente locali. Per individuare i tratti più autoctoni della moda etrusca, Larissa Bonfante compie un'articolata analisi dei suoi sviluppi dall'VIII fino al V secolo a.C. Lo fa attraverso un ricco percorso iconografico che segue l'evoluzione dei singoli capi di vestiario, calzature, ornamenti e pettinature, sui quali le fonti scritte hanno lasciato scarse notizie. È grazie agli artisti, infatti, che conosciamo il gusto per il lusso che portava gli Etruschi a adornarsi di gioielli e accessori; l'abitudine di vestire indumenti cuciti su misura in opposizione a quelli ampi e fluenti dei Greci; la riluttanza nei confronti della nudità di questi ultimi e la passione per una vasta gamma di cappelli in contrasto con l'uso greco di andare a capo scoperto; o, ancora, l'usanza femminile di indossare abiti che altrove erano riservati agli uomini, come la tebenna semicircolare, il mantello corto infilato alla rovescia e le calzature con i lacci. Usanza che rifletteva la libertà di cui godevano le donne nella vita pubblica e nella società rispetto ad altre civiltà coeve. Per Bonfante l'abbigliamento diventa un documento storico importante per datare i reperti e attribuire un sesso, un rango sociale e perfino un nome alle figure rappresentate. Se la moda degli Etruschi è espressione delle influenze assorbite dai modelli greci e vicino-orientali e trasmesse poi al mondo romano, questa polarità non esclude lo spazio di uno stile specificamente etrusco.
38,00 36,10

Autobiografia

Gian Francesco Gamurrini

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2023

pagine: 128

Scritta all’età di 86 anni, l’Autobiografia di Gian Francesco Gamurrini ripercorre momenti salienti di un’intera vita dedicata all’archeologia e alla difesa del patrimonio culturale del territorio aretino dalle razzie di speculatori e mercanti d’arte, soprattutto in seguito alla soppressione degli enti ecclesiastici. Una minaccia da evitare ad ogni costo dopo che, con l’occupazione francese, una parte dei tesori artistici era già stata dispersa sul mercato internazionale. L’attività di bibliotecario fu portata avanti con la stessa passione civile di quella di archeologo e di difensore del patrimonio culturale, come contributo alla crescita di una coscienza nazionale. Le pagine che descrivono i suoi viaggi per l’Italia per documentarne le testimonianze epigrafiche sono degne di essere poste accanto al Viaggio in Italia di Goethe, non tanto per la descrizione dei paesaggi o dei monumenti, ma piuttosto per quell’attenzione – meravigliata e tipica della letteratura periegetica sette-ottocentesca – ai personaggi incontrati che le rendono così vive da fornire uno spaccato della vita del tempo. Il volume è arricchito da testi di: Sara Faralli, Giulio Firpo, Andrea Gaucci, Giulio Paolucci. Postazione di Giulio Paolucci.
18,00 17,10

Le gioie di collezionare

J. Paul Getty

Libro: Copertina morbida

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2021

pagine: 93

J. Paul Getty è stato uno dei più famosi imprenditori petroliferi americani e "l'uomo più ricco d'America" nel periodo 1950-70, ma soprattutto un vorace collezionista d'arte e di antichità. Getty iniziò a collezionare negli anni trenta del Novecento e continuò, con un meccanismo compulsivo, fino agli ultimi giorni della sua vita, nonostante nella sua autobiografia As I See It abbia dichiarato di aver provato varie volte, inutilmente, a smettere. Le gioie di collezionare è un volume dal tono fondamentalmente didattico nel quale J. Paul Getty racconta aneddoti personali, parla della sua filosofia collezionistica, dispensa consigli e rievoca i suoi maggiori successi, incoraggiando i neofiti ad affrontare con coraggio i pericoli e le insidie del collezionismo d'arte e a sperimentare in prima persona, a prescindere dal capitale disponibile, le emozioni, la passione e il richiamo dell'avventura che lui stesso aveva provato. Se il piacere personale delle "conquiste" emerge forte da questi racconti, è fondamentale ritrovarvi anche la genuina convinzione di Getty circa l'influenza civilizzatrice delle grandi opere d'arte e l'importanza di condividerle con il pubblico: «Per quanto possa sembrare banale in quest'epoca fragile e superficiale, la bellezza che si trova nell'arte è purtroppo uno dei pochi lasciti reali e sempiterni delle imprese umane. La bellezza sopravvive anche quando le nazioni e le civiltà crollano e le opere d'arte vengono trasmesse di generazione in generazione e di secolo in secolo, incarnando una continuità storica di valore immenso». Dalla sua collezione privata è nato, per sua stessa volontà, il J. Paul Getty Museum di Malibu.
13,00 12,35

Le gioie di collezionare

Le gioie di collezionare

J. Paul Getty

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2021

pagine: 93

J. Paul Getty è stato uno dei più famosi imprenditori petroliferi americani e “l’uomo più ricco d’America” nel periodo 1950-70, ma soprattutto un vorace collezionista d’arte e di antichità. Getty iniziò a collezionare negli anni trenta del Novecento e continuò, con un meccanismo compulsivo, fino agli ultimi giorni della sua vita, nonostante nella sua autobiografia As I See It abbia dichiarato di aver provato varie volte, inutilmente, a smettere. "Le gioie di collezionare" è un volume dal tono fondamentalmente didattico nel quale J. Paul Getty racconta aneddoti personali, parla della sua filosofia collezionistica, dispensa consigli e rievoca i suoi maggiori successi, incoraggiando i neofiti ad affrontare con coraggio i pericoli e le insidie del collezionismo d’arte e a sperimentare in prima persona, a prescindere dal capitale disponibile, le emozioni, la passione e il richiamo dell’avventura che lui stesso aveva provato. Se il piacere personale delle “conquiste” emerge forte da questi racconti, è fondamentale ritrovarvi anche la genuina convinzione di Getty circa l’influenza civilizzatrice delle grandi opere d’arte e l’importanza di condividerle con il pubblico: «Per quanto possa sembrare banale in quest’epoca fragile e superficiale, la bellezza che si trova nell’arte è purtroppo uno dei pochi lasciti reali e sempiterni delle imprese umane. La bellezza sopravvive anche quando le nazioni e le civiltà crollano e le opere d’arte vengono trasmesse di generazione in generazione e di secolo in secolo, incarnando una continuità storica di valore immenso». Dalla sua collezione privata è nato, per sua stessa volontà, il J. Paul Getty Museum di Malibu.
13,00

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