LIM: Cataloghi di Fondi musicali del Piemonte
Fondi musicali dell'archivio ebraico Terracini. Fondo Saluzzo, fondo Alessandria, manoscritti di musica sinagogale dell'Ottocento
Rosy Moffa Bosco
Libro: Libro in brossura
editore: LIM
anno edizione: 2012
pagine: XLV-214
L'insediamento ebraico saluzzese risale alla fine del XV secolo: la cittadina era allora capoluogo del Marchesato di Saluzzo, che passerà ai Savoia nel 1601. Nel 1724 venne istituito un primo ghetto; nel 1795 agli ebrei fu assegnata l'area definitiva, in vicolo Venezia (ora Via dei Deportati Ebrei). Nel piccolo quartiere, le cui case si affacciavano su un unico cortile, vivevano sia banchieri che commercianti e artigiani. Dopo la breve libertà durante gli anni napoleonici, la definitiva emancipazione si ebbe nel 1848 con lo Statuto Albertino: una lapide dipinta in ebraico sul muro di fondo della sinagoga ricorda l'avvenimento e rende onore al re Carlo Alberto. Gli ebrei di Saluzzo s'inserirono rapidamente nelle professioni liberali, nella cultura e nell'esercito. La popolazione ebraica saluzzese, che aveva raggiunto al massimo circa trecento persone, diminuì rapidamente all'inizio del Novecento a causa del trasferimento di molti suoi membri a Torino e in altre città. Nel 1930 la "Legge Falco", fatta elaborare da Mussolini, determinò una riorganizzazione complessiva delle comunità ebraiche italiane: in conseguenza di essa, nel 1931 la comunità fu di fatto assorbita da quella di Torino. Con l'eccezione di una lapide sepolcrale rinvenuta nei pressi della Bormida e data 1477, le prime notizie storiche ebraiche risalgono al 1490.
Catalogo dell’archivio musicale della Cappella Antoniana di Padova. Volume Vol. 1
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: LIM
anno edizione: 2022
pagine: 1063
L’Archivio musicale della Cappella antoniana di Padova custodisce fonti manoscritte e a stampa realizzate fra i secoli XVI e XX, ma prevalentemente databili fra il Settecento e la prima metà del Novecento. Purtroppo sono andate disperse quasi tutte quelle di epoche anteriori, compromettendo un’adeguata conoscenza della prassi musicale che nella Basilica del Santo, fino agli ultimi anni del XV secolo, era stata quella del canto monodico, perlomeno fino all’istituzione di una cappella musicale in grado di affrontare le condotte polifoniche rette dal cosiddetto “canto figurato”, che prese avvio nel 1497 con la nomina del primo maestro di cappella, il fiammingo fra Pietro de Beaumont.
Le fonti musicali in Piemonte. Volume Vol. 5
Libro: Libro in brossura
editore: LIM
anno edizione: 2022
pagine: 581
Lo studio e la valorizzazione dei beni musicali sono attività allo stesso tempo affascinanti e irrinunciabili, nella sostanza inesauribili. Anche per questo l’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte vi si dedica energicamente e stabilmente fin dalla sua fondazione. Il presente volume è l’ultimo della collana «Cataloghi di Fondi Musicali Piemontesi» ed espone i risultati del censimento delle fonti musicali nella provincia di Vercelli. Sono stati contattati ed esaminati più di 700 enti del territorio. Di 69 istituzioni si offrono le analisi storico-descrittive. Figurano inoltre nell’opera: le schede di fondi specifici e delle collezioni private, alcune delle quali legate a note personalità della realtà musicale vercellese e valsesiana; sei saggi di approfondimento su temi di particolare interesse musicologico o storico-musicale; otto cataloghi e ulteriore documentazione sia all’interno del libro sia in espansione online. Il tutto è inquadrato dalle trattazioni storico-musicali dei singoli comuni, secondo un’impostazione che vuole proporre al lettore un ‘atlante’ musicale di Vercelli e provincia.
Le fonti musicali in Piemonte. Volume Vol. 3
Libro: Libro in brossura
editore: LIM
anno edizione: 2012
pagine: XXXVI-428
La tradizione e la ricchezza pecuniaria e fondiaria del potere temporale del Vescovado di Asti, quivi insediatosi attorno al 400 d.C., unita alla rapida ascesa di quello comunale, assicurò al Comune, fra alto e basso Medioevo, una posizione di rilievo fra le comunità cittadine del nord Italia, soprattutto grazie alle fiorenti attività mercantili, feneratizie e bancarie che vi si esercitavano. Nel XIV secolo, con il passaggio nell'orbita viscontea, a partire dal 1342, Asti iniziava il suo lento e progressivo declino, dovendo cedere molti dei suoi antichi possessi feudali al confinante Marchesato di Monferrato. Dopo i Visconti, e fino al 1531, la città fu gestita dalla Casata francese degli Orléans, che, stipulata la pace di Cambrai, la cedette a Beatrice di Portogallo, Duchessa di Savoia. L'avvento di Emanuele Filiberto alla guida del Ducato Sabaudo eliminò tutti i superstiti privilegi di origine feudale sino ad allora concessi ad Asti (fra tutti: la soppressione del Senato locale e le amputazioni territoriali inflitte alla Diocesi, disomogeneamente distribuita fra Stato Sabaudo, Ducato di Monferrato e Stato di Milano) e ristrutturò – sebbene con una certa confusione terminologica e territoriale destinata a perdurare sino al 1750 – l'assetto amministrativo statale mediante l'iniziale creazione di sei province.
Le fonti musicali in Piemonte. Il Cuneo e provincia. Volume Vol. 2
Libro: Libro in brossura
editore: LIM
anno edizione: 2009
pagine: XXIX-300
Il lavoro prende in considerazione le singole raccolte e i singoli fondi così come conservati nelle diverse istituzioni in esame e, laddove possibile, cerca di ricostruirne la storia e le principali caratteristiche e di mettere in evidenza i documenti maggiormente significativi e gli autori più rappresentativi. Nei casi di enti privi di raccolte o fondi musicali specifici, la scheda prende in esame la totalità del patrimonio musicale o di interesse musicale.
Le fonti musicali in Piemonte. Volume Vol. 4
Libro: Libro in brossura
editore: LIM
anno edizione: 2015
pagine: LXXVII-441
Catalogo dei testi per musica della Biblioteca del Teatro Coccia
Libro: Libro in brossura
editore: LIM
anno edizione: 2010
pagine: LVI-220
L'archivio è pervenuto in deposito dal Comune di Novara sul finire del secolo scorso: i documenti, accatastati senza alcuna particolare segnatura archivistica in una stanza angusta e buia del teatro, furono successivamente ordinati e collocati in contenitori adeguati per la conservazione; l'archivio consta di 262 cartelle e comprende anche materiali fotografici e varie opere a stampa. Notevole interesse riveste la raccolta di figurini teatrali legati a rappresentazioni di opere liriche e la collezione di lettere e documenti teatrali.
Le fonti musicali in Piemonte. Volume Vol. 1
Libro: Libro in brossura
editore: LIM
anno edizione: 2006
pagine: XLIII-472
Il volume rende noti i risultati del censimento del patrimonio musicale piemontese (avviato nel 1999 da Regione Piemonte e Istituto per i Beni Musicali in Piemonte) relativamente alla città di Torino. Fornisce una sorta di carta d'identità delle 75 istituzioni individuate e una ricognizione dei singoli fondi che include informazioni dettagliate sulla loro costituzione e sui documenti più rilevanti. Il patrimonio illustrato abbraccia decine di secoli e annovera materiali notissimi o sconosciuti ai repertori.

