Lindau: Il grande cinema
Pier Paolo Pasolini. Accattone
Stefania Parigi
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2021
pagine: 227
A distanza di sessant’anni dall’uscita, Accattone non ha perso la carica eversiva che nel 1961 suscitò un forte clamore di cronaca e l’intervento della censura. Lo si può guardare come un’aspra denuncia sociale delle condizioni di vita dei sottoproletari romani o come lo straordinario documento antropologico di un passato che ancora si proietta nel presente. Lo scenario della periferia, infatti, non smette di accogliere nei suoi gironi infernali sempre nuove figure di emarginati. Ma, al di là della dimensione politica o sociologica, la forza del film risiede soprattutto nella sua prospettiva estetica. Accattone è la folgorante invenzione di uno stile che, attraverso un raffinato primitivismo, infrange le regole della bella scrittura cinematografica e i consueti canoni neorealisti di rappresentazione della povertà. Le borgate sono immerse in una luce accecante, quasi ultraterrena. I sottoproletari sembrano personaggi di pale d’altare, divinità di antichi affreschi. I loro gesti violenti e insensati sono sacralizzati dalla solenne musica di Bach. Un’aria funerea spira tra le baracche desolate e i prati bruciati dal sole, esaltando la «disperata vitalità» e la sensualità feroce dei corpi che li attraversano. Privi di qualsiasi proiezione in un mondo migliore, i delinquenti pieni di innocenza di Accattone non hanno speranze di redenzione sociale o religiosa, sono tragici eroi dell’impotenza e del nichilismo. Il loro unico riscatto è affidato alla trasfigurazione mitica dello sguardo pasoliniano.
Conversazione con Ingmar Bergman
Olivier Assayas, Stig Björkman
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2018
pagine: 119
"Abbiamo incontrato Bergman tre volte, il 14, 15, e 16 marzo dalle quattordici alle sedici; il rituale era sempre lo stesso: Bergman ci faceva da guida fra i meandri del teatro fino alla piccola anticamera del suo ufficio contrassegnata da una piccola targa in cuoio «Ingmar Bergman - Regissör». Qui, ci sedevamo intorno a un tavolo basso e chiacchieravamo di tutto un po'. Interessato al cinema francese, sondava i nostri punti di vista, ci interrogava su alcuni film recenti, ci parlava dei suoi progetti teatrali. Poi, facevamo partire i registratori, due piccoli mangiacassette antidiluviani che entrambi osservavamo di tanto in tanto con i sudori freddi. Lui distendeva i piedi su uno sgabello, si allungava all'indietro e rispondeva - o evitava di rispondere - con molta attenzione e precisione." (Gli autori)
Manuale pratico di sceneggiatura
Claudio Dedola
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2019
pagine: 206
Basato sulle otto lezioni di un noto corso di sceneggiatura, questo manuale illustra le strategie più efficaci per scrivere un film. Dall'elaborazione del soggetto alla definizione del protagonista, dalla stesura dei dialoghi al processo di riscrittura, il testo affronta tutti gli aspetti fondamentali della scrittura cinematografica (oltre, ovviamente, a quelli tecnici). Include inoltre un modello semplice e intuitivo per strutturare la propria sceneggiatura, suddividendola in piccole sezioni caratterizzate dalla loro specifica funzione all'interno del racconto. L'idea di base è che per scrivere un buon film sia necessario accettare alcune regole. La qualità e l'originalità non si ottengono infatti rifiutandole — sarebbe troppo facile —, ma sfruttando al meglio il proprio talento all'interno del sistema che esse delineano.
Guerra e cinema. Logistica della percezione
Paul Virilio
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2018
pagine: 171
«Questo saggio sviluppa un approccio ancora inesistente, o quasi, quello all'utilizzazione sistematica delle tecniche cinematografiche nei conflitti del XX secolo. Infatti, dopo le note necessità strategiche e tattiche della cartografia, i primi passi della fotografia, militare durante la guerra di Secessione, in attesa dell'attuale videocontrollo del campo di battaglia, la prima guerra mondiale vide svilupparsi l'uso intensivo delle sequenze filmate nella ricognizione aerea. [...] Strumento di mira indiretta, complementare a quello delle armi di distruzione di massa, l'oculare della macchina da presa imbarcata a bordo degli aeroplani prefigura dunque una mutazione sintomatica dell'acquisizione di obiettivo, una derealizzazione crescente dello scontro militare in cui l'immagine si prepara ad avere la meglio sull'oggetto, il tempo sullo spazio, in una guerra industriale dove la rappresentazione degli eventi domina la presentazione dei fatti. [...] Sviluppando in tal modo le premesse di una vera e propria logistica della percezione militare, in cui l'approvvigionamento delle immagini diventerà l'equivalente dell'approvvigionamento di munizioni, la guerra del 1914 inaugurerà un nuovo "sistema d'armi" formato dalla combinazione di un veicolo da combattimento e di una macchina da presa [...]. Guerra delle immagini e dei suoni che sostituisce la guerra degli oggetti». (Paul Virilio)
Dennis Hopper. Easy rider
Giampiero Frasca
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2026
pagine: 144
Dennis Hopper racconta con pochi mezzi una semplice storia popolata da gente che ha difficoltà a collocarsi in un'America colma di contraddizioni e squilibri. Il film fonde magistralmente i temi cari alla gioventù della fine degli anni '70 – l'affrancamento dai vincoli sociali, la droga come liberazione, la musica rock – con il motivo del viaggio, da sempre presente nella cultura americana. Il risultato è un percorso scandito da incontri esemplari che forniscono un ritratto critico della società americana e delineano un'utopia che, seppur destinata al fallimento, ha continuato a fermentare nell'immaginario collettivo per più di trent'anni.
Stanley Kubrick. L'arancia meccanica
Giorgio Cremonini
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2026
pagine: 120
«Uno dei problemi sociali più difficili da risolvere oggi è sapere come l'autorità possa conservarsi senza diventare repressiva. [...] La domanda è: come è possibile, se è ancora possibile, realizzare un equilibrio? Io non conosco la risposta.» (Stanley Kubrick) Non c'è dubbio che questa domanda (e non una possibile risposta) è al centro di questo straordinario film che a distanza di decenni dalla sua realizzazione mantiene una attualità e un vigore insuperati. Luis Buñuel non esitò a dichiarare: «"Arancia meccanica" è il mio film preferito, anche se ero molto prevenuto contro di esso. Dopo averlo visto, ho capito che è una brillante riflessione su ciò che è il mondo moderno».

