Marsilio: Cataloghi
Domus Grimani. The collection of classical sculptures reassembled in its original setting after four centuries
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2021
pagine: 224
Il volume esce in occasione del riallestimento della Sala del Doge, uno degli ambienti più spettacolari ed evocativi del palazzo che tornerà ai suoi splendori rinascimentali con il ricollocamento della statuaria greca e romana parte della collezione Grimani. Palazzo Grimani costituisce un unicum architettonico di Venezia, così come unica è la sua storia. Edificato agli inizi del Cinquecento in stile manierista, caso più unico che raro in città, era la dimora di una importantissima famiglia patrizia, che annoverava tra i suoi esponenti Patriarchi, Cardinali, Dogi e Procuratori, collezionisti appassionati di antichità greche e romane. Una raccolta vastissima e molto prestigiosa, quella dei Grimani, che alla morte del Patriarca Giovanni, nel 1596, fu donata alla Repubblica Serenissima e collocata all'interno della Biblioteca Marciana, dove fino a oggi è stata esposta. Un caso fortunato, dato dal lungo restauro del soffitto della sala dove la collezione Grimani è di norma conservata, consente oggi di riportare questa ammirevole raccolta nel suo luogo di origine, palazzo Grimani, divenuto nel frattempo museo statale. Il catalogo approfondisce la storia della collezione Grimani e ne rivela la sua straordinaria bellezza, anche grazie a una importante campagna fotografica realizzata per l'occasione. Edizione in lingua inglese.
Natalia Goncharova. Una donna e le Avanguardie. Tra Gauguin, Matisse e Picasso. Catalogo della mostra (Firenze, 27 settembre 2019-19 gennaio 2020). Ediz. inglese
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 224
Natalia Goncharova, la principale delle "Amazzoni dell'Avanguardia", capace di trasformare in opera d'arte anche la propria vita, è stata una figura pioneristica, fondamentale per ridefinire il ruolo della donna e in grado di unire in maniera personale e originale il gioioso cromatismo di Matisse e la forza costruttrice di Picasso, il primitivismo di Gauguin, le atmosfere sognanti di Chagall, il dinamismo di Boccioni. Nata in Russia nel 1881, Goncharova è la prima artista delle Avanguardie russe ad aver ottenuto fama internazionale: ha aperto la strada alla pittura russa in Europa, ma ha anche rivoluzionato la scenografia, la grafica e la moda. Figura artistica chiave del primo Novecento, ha abbracciato stili artistici differenti, sperimentato tecniche svariate. Dalla scultura e pittura alla stampa, compresi scenografia, moda e cinema, Goncharova si è impegnata con slancio applicando lo spirito del "tutto" (Toutisme) alla sua pratica creativa. Fondamentale la sintesi da lei compiuta tra le tendenze europee contemporanee più vitali e progressiste e la tradizione popolare russa. Estremamente indipendente e oltremodo "moderna", Goncharova – aristocratica nipote di Pushkin – infranse le convenzioni legate all'essere una donna dell'Europa prebellica: fu processata per pornografia dopo una mostra di nudi nel 1910, i suoi dipinti religiosi vennero rimossi da varie esposizioni e persino vietati dal Santo Sinodo. Oltre alle sue opere più famose, e a una vasta selezione di bozzetti e figurini creati per i Ballets Russes di Sergej Diaghilev – con cui ha lavorato soprattutto dopo aver lasciato la Russia nel 1915 – il volume presenta anche le opere degli artisti occidentali che ebbero su di lei un importante influsso, da Cézanne a Van Gogh, Gauguin, Matisse, Picasso. Ampio spazio viene infine dedicato, per la prima volta, ai rapporti dell'artista con l'Italia e con la sua cultura figurativa: con i primitivi e i mosaici ravennati, ma anche con il Settecento veneziano e con i Futuristi.
Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi. Catalogo della mostra (Roma, 12 marzo-13 settembre 2020)
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 128
La pittura del Caravaggio (Milano, 1571 – Porto Ercole, 1610) e della sua cerchia rappresenta la centralità delle ricerche di Roberto Longhi (Alba, 1890 – Firenze, 1970). Lo storico dell'arte, di cui ricorre nel 2020 il cinquantenario della morte, si dedicò per tutta la vita, pioneristicamente a partire dalla tesi di laurea discussa a Torino nel 1911, a colui che al tempo era uno dei pittori meno conosciuti dell'arte italiana. Longhi fu anche un importante collezionista. Nella sua dimora fiorentina, villa Il Tasso, oggi sede della Fondazione che gli è intitolata, raccolse un numero notevole di opere dei maestri di tutte le epoche che furono per lui occasione di ricerca e di studio. Tra queste il corpus più importante e significativo è quello che comprende le opere del Caravaggio e dei suoi seguaci. Il percorso espositivo, così come il catalogo che esce in occasione di questa mostra, apre con una sezione composta da quattro tavole di Lorenzo Lotto e due dipinti di Battista del Moro e Bartolomeo Passerotti, a indicare il clima artistico del manierismo veneto e lombardo in cui si è formato Caravaggio. Sono poi presentati oltre quaranta dipinti degli artisti che per tutto il XVII secolo sono stati influenzati dalla sua rivoluzione figurativa. Il nucleo centrale è occupato da uno dei capolavori di Caravaggio, acquistato da Longhi alla fine degli anni venti: il celebre "Ragazzo morso da un ramarro", risalente all'inizio del soggiorno romano del maestro e databile intorno al 1596-1597. Il volume raccoglie un testo introduttivo di Maria Cristina Bandera, una scheda aggiornata su ciascuna opera esposta e le biografie degli artisti in mostra.
Migrating objects
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 156
Nella sua vita di mecenate e collezionista Peggy Guggenheim, famosa per la sua raccolta rivoluzionaria di arte moderna europea e americana, amava spingersi oltre i limiti. Questo volume intende esaminare un momento cruciale, seppur meno conosciuto, delle sue peregrinazioni: l'interesse mostrato negli anni cinquanta e sessanta per le arti dell'Africa, dell'Oceania e delle Americhe. In quegli anni Peggy Guggenheim acquista opere di artisti appartenenti a culture di tutto il mondo, incluse sculture di inizio Novecento provenienti dal Mali, dalla Costa d'Avorio e dalla Nuova Guinea, e opere delle antiche culture del Messico e del Perù. Migrating Objects presenterà gli oggetti provenienti da quelle lontane aree raccolti da Peggy Guggenheim e affiancati a opere europee della sua collezione.
Tomás Saraceno. Aria. Catalogo della mostra (Firenze, 22 febbraio-19 luglio 2020). Ediz. inglese
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 160
Artista di punta della scena contemporanea, Tomás Saraceno, argentino classe 1973, oggi vive e lavora a Berlino. Quella di Saraceno è un'arte poliedrica, creativa e visionaria. L'artista realizza le sue "installazioni aeree" combinando l'interesse verso l'architettura, la scienza, l'ecologia e la sociologia. L'interattività è una caratteristica fondamentale delle sue opere, che acquisiscono senso anche attraverso la relazione col pubblico, il quale diviene coautore stesso dell'opera, trasformandola attraverso i movimenti del proprio corpo. Sono famose le sue installazioni con ragni vivi che tessono le loro tele come protagonisti principali, nuove metafore di una convivenza civile, pacifica e laboriosa; opere che sorprendono sempre per la profondità dei concetti a cui alludono attraverso un approccio ludico e interattivo. Il volume documenta e approfondisce il percorso umano e professionale di Saraceno, attraverso immagini iconiche delle sue opere e allestimenti, bozzetti, appunti, studi. Per raccontare la ricerca originale e sperimentale di Saraceno è stato inoltre elaborato un glossario che isola le parole chiave della sua pratica artistica. Di queste ci dà una breve, personale, definizione l'artista stesso, aiutandoci a entrare nel suo mondo, a capire i suoi valori e i suoi metodi creativi.
Memos. A proposito della moda in questo millennio. Catalogo della mostra (Milano, 21 febbraio-4 maggio 2020)
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 192
"Memos. A proposito della moda in questo millennio" vuole innescare una serie di riflessioni sulla moda contemporanea, sulle sue qualità e sui suoi attributi, attivandole a partire da quelle "Lezioni americane" che Italo Calvino avrebbe dovuto tenere nell'autunno del 1985 all'Università di Harvard, nell'ambito delle Charles Eliot Norton Poetry Lectures. Calvino morì improvvisamente nel settembre dello stesso anno, ma la moglie Esther decise di pubblicare le tracce scritte. Il titolo dato dallo scrittore era "Six memos for the next millennium". Così "Memos", parola incisiva e ampia, è titolo dell'esposizione. La rilettura di Calvino suscita oggi una domanda fondamentale: può la moda, in quanto industria culturale, sistema di comunicazione, territorio ricco, ibrido e problematico, essere considerata pratica produttivamente poetica, quindi naturalmente letteraria? "Memos" si propone così di costruire un «discorso sul metodo», ovvero una riflessione sulla curatela delle mostre di moda e sulla sua capacità di gestire i diversi prodotti della moda stessa: non solo gli oggetti, ma anche le immagini e le parole. Nel volume che accompagna la mostra al Museo Poldi Pezzoli di Milano Maria Luisa Frisa riflette sulla pratica del fashion curating e concepisce il progetto come un dialogo tra diverse sensibilità: con Judith Clark per l'exhibition making e con Stefano Tonchi per il progetto visuale, che raccoglie le immagini scattate da Coppi Barbieri. Teatro di questo esercizio è appunto il Poldi Pezzoli, la casa-museo nata nella seconda metà dell'Ottocento per ospitare la collezione del suo fondatore, Gian Giacomo Poldi Pezzoli. Ma il museo è stato anche il luogo di una serie di mostre di moda - Gabriele Monti indaga nel suo saggio in catalogo la fondamentale "1922-1943: Vent'anni di moda italiana", a cura di Grazietta Butazzi (1980) - che hanno guardato precisamente alla moda come a un campo di indagine storica, critica e curatoriale.
Antonio Bernardi. L'uomo, l'artista, il collezionista. Catalogo della mostra (Conegliano, 8 febbraio-1 marzo 2020)
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 96
Antonio Bernardi (Revine Lago, 1932 - Vittorio Veneto, 2017), pittore figurativo, lavora nell'ambito dell'estetica tradizionale e il suo universo artistico spazia dalla pittura alla scultura. Il volume, pubblicato in occasione della mostra personale "Antonio Bernardi. L'uomo, l'artista, il collezionista" di Conegliano, a tre anni dalla sua scomparsa, è un tributo al lavoro dell'artista che include contributi del figlio Angelo Bernardi Dalla Barba, Marzio Breda e Girolamo Da Dalto. I curatori Lorena Gava e Roberto Piccin analizzano l'iter artistico di Bernardi attraverso un racconto illustrato delle opere pittoriche, le sculture in terracotta, le opere di arte sacra che decorano la Cappella della Redenzione di Tarzo (TV) e le opere di altri artisti presenti nella collezione personale dell'artista.
Peggy Guggenheim. L'ultima dogaressa. Catalogo della mostra (Venezia, 21 settembre 2019-27 gennaio 2020). Ediz. inglese
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 225
Un volume che guarda alla carriera di Peggy Guggenheim, collezionista e mecenate delle arti, in ogni suo aspetto. Partendo dalle prime esperienze come gallerista a Londra, dove il suo intervento è fondamentale per introdurre l'arte moderna nella capitale britannica, si attraversa la Manica per arrivare a Parigi nei mesi che porteranno alla seconda guerra mondiale, quando Guggenheim è decisa a "comperare un quadro al giorno" e il suo collezionismo è all'apice. Arrivata poco tempo dopo a New York, inaugura una galleria-museo rivoluzionaria, Art of This Century, che pone le basi per i giovani artisti dell'Espressionismo astratto americano. "L'ultima dogaressa" dedica particolare attenzione ai trent'anni che Guggenheim trascorre poi a Venezia, dove acquista un palazzo sul Canal Grande che diventa la dimora definitiva della sua collezione e che apre al pubblico. Questo volume illustrato è un compendio visivo del collezionismo e del mecenatismo di Peggy Guggenheim, con immagini anche inedite e riproduzioni di opere meno conosciute, che offrono una visione d'insieme della collezione. Studiosi internazionali ne prendono scrupolosamente in esame le attività visionarie in dodici saggi frutto di nuove e approfondite ricerche e in tre interviste. "L'ultima dogaressa" è un libro sulle vicende coinvolgenti e poliedriche di Peggy Guggenheim, una fonte di informazioni sul formarsi di una collezione tra le più amate e significative d'arte moderna del XX secolo.
Pietro Consagra. Frontal sculpture. Ediz. italiana e inglese
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2019
pagine: 256
La "scultura frontale" di Pietro Consagra lo colloca tra i pionieri del rinnovamento della scultura moderna internazionale, nel secondo dopoguerra e oltre. Magistralmente codificata nei suoi inconfondibili "Colloqui" degli anni cinquanta, gli valse numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio per la scultura alla Biennale di Venezia del 1960. Consagra realizza opere sottili, quasi bidimensionali, che nella loro ubicazione appunto frontale, presentandosi con un punto di vista unico invece che a tutto tondo, rifiutano le convenzioni della scultura tridimensionale e monumentale, per creare una relazione più diretta e libera tra oggetto, osservatore e spazio. Ha lavorato con una grande varietà di materiali diversi, tra cui bronzo, ferro e ferro colorato, legno bruciato, acciaio, marmo. Per Consagra, la scultura frontale è l'antidoto moderno alla retorica e all'autoritarismo della scultura classica, la quale concepisce invece l'oggetto plastico come centro di attenzione autosufficiente. Gli permette di spostare la scultura da questo ipotetico centro ideale, emblema di potere e gerarchia di relazioni, a una dimensione di rapporto orizzontale immediato e autentico con l'osservatore, che corrisponde alla sua aspirazione per una società più democratica, giusta, egualitaria. Pubblicata in occasione della mostra a Robilant + Voena di Londra e realizzata in collaborazione con l'Archivio Pietro Consagra, questa monografia di Francesca Pola si concentra sull'opera di Consagra dai suoi primi lavori astratti del 1947 alla sua "musica frontale" del 1982, e include anche un saggio di Luca Massimo Barbero dedicato alla mostra internazionale Sculture nella città a Spoleto (1962).
After the tribes. Beverly Barkat. Catalogo della mostra (Roma, 11 ottobre-31 dicembre 2018). Ediz. italiana, inglese ed ebraica
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2019
pagine: 120
In occasione delle celebrazioni per il 70esimo anno dalla Fondazione dello Stato di Israele, l'artista Beverly Barkat (1966) presenta un'opera site-specific che prende spunto dalla storia delle dodici tribù ebraiche dell'antico testamento. "After the tribes" è un'imponente torre metallica di quattro metri, scandita in dodici riquadri che rappresentano le dodici tribù d'Israele da cui discende il popolo ebraico. Ognuna delle dodici tribù si distingueva per una specifica trama cromatica, riproposta sugli stendardi e sulle pietre preziose che decoravano i pettorali dei Sacerdoti. Questi stessi colori sono stati ripresi dall'artista attraverso un complesso percorso di ricerca, raccolta, catalogazione e riutilizzo di materiali della propria terra. Conchiglie, pietre stratificate o semi-preziose, sabbia, roccia e argilla provenienti dalle caverne, dal deserto, dal mare e dalle montagne di Israele diventano i colori essenziali e concettuali dell'installazione di Barkat. I dodici dipinti circolari si offrono allo sguardo del visitatore su entrambi i lati. Il lato ruvido e materico è quello su cui ha lavorato direttamente l'artista, l'altro si scorge dalla trasparenza stessa del supporto in pvc che ne mostra gli strati di colore, i segni e la loro reale consistenza sotto una pellicola liscia e lucida. Riferimenti materici, cartografici, cabalistici e simbolici trasformano "After the tribes" in un viaggio che ci conduce attraverso una storia millenaria, per ritornare al contemporaneo, riflettendo sulle origini dei popoli e oltrepassando ogni contingenza politica.
Paolo Di Paolo. Lost world. Photographs 1954-1968
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio
anno edizione: 2019
pagine: 256
Da Anna Magnani a Grace Kelly, da Ezra Pound a Pier Paolo Pasolini, da Umberto di Savoia a Giorgio De Chirico, Paolo Di Paolo (Larino, Campobasso, 1925) ha raccontato la società italiana, il mondo del cinema e quello dell’arte tra gli anni cinquanta e sessanta attraverso uno sguardo sempre intellettualmente colto. Tra i principali fotografi della rivista «Il Mondo», diretta da Mario Pannunzio, e collaboratore delle principali riviste dell’epoca, Di Paolo viene riscoperto ora che il suo archivio è stato recuperato e studiato. Nel volume una attenzione particolare è dedicata al reportage “La lunga strada di sabbi” commissionato nel 1959 proprio da Pannunzio a Di Paolo per le foto e a Pasolini per i testi. Dedicato alle vacanze al mare degli italiani e pubblicato a puntate proprio nella rivista «Il Mondo», ci offre oggi uno spaccato autentico dell’Italia nel pieno del boom economico.
London shadow. La rivoluzione inglese da Gilbert&George a Damien Hirst. Catalogo della mostra (Napoli, 18 ottobre 2018-20 gennaio 2019). Ediz. italiana e inglese
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2018
pagine: 112
Un gruppo di giovani poco più che ventenni, studenti al Goldsmith College, intravedono finalmente la possibilità di rompere con la "vecchia" generazione e imporre con prepotenza segni e messaggi davvero nuovi. Capobranco di questo manipolo di anti-eroi, dove significativa è la presenza femminile, è Damien Hirst. Ancora studente, organizza la mostra Freeze che nel giro di poche settimane diventerà la "new thing" che tutti a Londra dovranno aver visto e sulla quale si dividono le opinioni, tra odio e amore, senza mezze misure. Siamo alla fine degli anni Ottanta, il collezionista Charles Saatchi diventa il principale sostenitore di questo gruppo di artisti noto come yBa (young British art). Negli anni Novanta Londra ritorna a essere così la città più cool del mondo, complice anche la musica (il Brit Pop, l'elettronica dei club), la letteratura (Irvine Welsh e gli acidi scozzesi, le periferie indiane di Hanif Kureishi), la moda (l'icona Kate Moss, le riviste e i giovani stilisti come Alexander McQueen). In pochi anni questi artisti assurgono all'olimpo internazionale con opere scandalose, prezzi molto rilevanti e la consacrazione della critica. "London shadow" racconta, con un testo di Luca Beatrice, lo spirito di un'autentica rivoluzione, attraverso le opere di sedici artisti (Gilbert&George, Damien Hirst, Jason Martin, Ian Davenport, Marc Quinn, Julian Opie, Tracey Emin, Sam Taylor-Wood, Sarah Lucas, Gavin Turk, Mat Collishaw, Darren Almond, Martin Creed, Liam Gillick, Gillian Wearing, Douglas Gordon), tutti della stessa generazione, nati in buona parte negli anni Sessanta, a eccezione di Gilbert&George, che infatti Hirst considerava appunto tra i suoi precursori perché capaci di unire il pensiero concettuale con l'immaginario pop e una forte tendenza trasgressiva anche in chiave omosessuale. Il libro è diviso in sezioni, ciascuna dedicata a un artista e composta da una scheda biografico-critica e dalle immagini delle opere in mostra.