MC Editrice: Esse. Teatro del possibile
Sei cigni per Simone Weil. L'allieva e il maestro gentile
Alberto Preda
Libro
editore: MC Editrice
anno edizione: 2011
pagine: 104
Ne Il racconto dei sei cigni in Grimm, che la scrittura scenica riprende e in cui sono seminate le idee che caratterizzeranno il suo pensiero maturo, si svela tutta la vita di Simone con la sua ostinazione appassionata di fanciulla e la straordinaria chiaroveggenza, formata in molta parte da Alain. La scrittura scenica porta in luce un episodio di grande intensità della vita della Simone Weil adolescente. Il testo teatrale diventa nel libro (prefazione) occasione per riflettere sulla relazione maestro allievo nel nostro tempo. La veste grafica della scrittura scenica è pensata per la rappresentazione teatrale: l'impaginazione del testo è in funzione del ritmo e del tono della voce e allude agli spostamenti sulla scena. Le immagini sono state appositamente realizzate dall'artista Francesco Santosuosso.
Pace per vivere. Gandhi Einstein in dialogo
Nuvola De Capua
Libro
editore: MC Editrice
anno edizione: 2009
pagine: 112
Un dialogo - mai avvenuto - tra Gandhi e Einstein sul grande tema della pace: ricostruito da Nuvola de Capua e già interpretato in lettura scenica da Carlo Rivolta, è una testimonianza viva che riprende le grandi domande intorno a morale, religione, scienza e politica. La scrittura teatrale si affida qui al divenire proprio del libro, prestandosi a molteplici letture e rimandi. Leggendo in parallelo scritti, pensieri, discorsi, lettere di Gandhi e di Einstein si intravede la trama di un intreccio, denso, intelligente, sereno, anche nella cupezza dei tempi; l'approccio è lieve, brillante, talvolta ironico. La pace non si identifica né si esaurisce in un ideale politico e non può essere il prodotto di una sola cultura. Raimon Panikkar, candidato al premio Nobel per la pace 2007, mette in relazione i frammenti di dialogo e invita a scoprire la comunanza di spirito dei due interlocutori, nel cammino di umanità che hanno percorso attraverso sentieri così diversi. Le opere dell'artista Rolando Deval, la grafica e l'impaginazione scandiscono un testo scritto sul ritmo della voce e invitano a una lettura partecipata e recitata. Nuvola de Capua, autrice di testi e traduzioni per la messa in scena di autori antichi e moderni, ha sempre collaborato con l'attore Carlo Rivolta. Da quando il suo compagno di vita e di lavoro non è più al suo fianco, continua con tenace speranza a far vivere le parole e i pensieri del Teatro civile e politico nato dalla loro comune ricerca.
La tragedia del grande inquisitore
Raimon Panikkar, Michela Bianchi
Libro
editore: MC Editrice
anno edizione: 2008
pagine: 104
A Siviglia, nel tempo del massimo potere dell'Inquisizione, il giorno dopo un autodafé, Gesù appare a una grande moltitudine raccolta nella piazza della cattedrale e viene imprigionato. Il Grande Inquisitore entra nella cella e lì si svolge il dialogo creato da Fëdor Dostoevskij nella "Leggenda del grande inquisitore" inserita ne "I fratelli Karamazov". Sono passati altri cinque secoli, sono avvenuti molti cambiamenti e Raimon Panikkar immagina un seguito della Leggenda e una appassionata quanto aperta conclusione. Un racconto che tocca i temi cruciali del potere della Chiesa e della libertà dell'uomo. Dalla straordinaria suggestione di questi due testi, è nata la scrittura scenica di Michela Bianchi, che segue, nel libro, il racconto di Panikkar: un lungo monologo in cui interviene come interlocutore e contrappunto il coro, e che si sviluppa con una veste grafica distinta e particolare pensata per la rappresentazione teatrale. La scrittura scenica ruota attorno al fatidico bacio del Prigioniero - "mi ha baciato. Si è avvicinato nell'oscurità della cella e senza dir nulla mi ha dato un bacio sulle labbra" - e alla sua vitale forza di cambiamento. All'Inquisitore si annuncia improvvisamente una rivelazione: la possibilità di "non uccidere il padre", di non opporre al male un "bene armato". Una possibilità che è data all'uomo, che fa parte della sua libertà. Interrompere la catena; stare dalla parte delle vittime dell'ingiustizia senza diventare carnefici o comunque "armati" di potere.