Persempre: Lapis Exilis

Con questo libro inauguriamo la pubblicazione delle Appendici alla Storia di Geshwa Olers. Si tratta della fiaba che all'inizio del romanzo "Il viaggio nel Masso Verde" nonna Bilette racconta a Geshwa. Se ricordate era intitolata Il taglialegna e la Grande Quercia, ed è la rielaborazione di tre fiabe differenti: una fiaba tipica della Lessinia, nella quale il taglialegna veniva addormentato per evitare che abbattesse l'albero, una fiaba Estone, nella quale il taglialegna entra a colloquio con l'albero, e una favola di Esopo, nella quale il dio Ermes vuole provare l'onestà del taglialegna. La fusione delle tre fiabe ha portato allla creazione di questa storia, nella quale l'onestà del taglialegna viene testata dalla grande quercia e suo figlio ottiene, attraverso prove di vario genere, una vita lunga e fortunata.

Per trovare dobbiamo cercare. Senza la continua volontà perseverante e curiosa che ci spinge a scoprire il nuovo e gli aspetti diversi da ciò che crediamo già di conoscere, non riusciamo a vedere neanche le cose che ci stanno a portata di mente. Rischiamo di passare oltre, considerandole scontate, ovvie e noiose. Il nostro ego è secondo solo alla potenza dell'universo. La curiosità è il primo mattone delle scoperte che stanno alla base della nostra intelligenza, è il primo mattone di quel muro che contribuiamo a costruire e che non sarà mai terminato. La chimica, l'elettronica e tutte le scienze moderne hanno sicuramente sostituito i vecchi e strambi alchimisti, ma l'indagine libera da preconcetti, che oggi possiamo definire "alchimia filosofica", è una pietra da non archiviare. Possiamo ancora cercare di trasformare, metaforicamente, il vile metallo in oro.

Questo libro è molte cose insieme: è storia (quella vera, fatta di statistiche, dati e fonti documentarie); ma è anche elegia, è "cantico" di una terra, la Lunigiana, e dei suoi uomini poveri e avventurosi; è memorialistica di stampo familiare (non dimentichiamo che Christian Pizzati è legato ai lunigianesi non solo da vincoli di simpatia, ma anche di parentela); è una sorta di Antologia di Spoon River, dove i morti (anche quelli ancora vivi, perché appartengono a un'epoca che non esiste più, a un altro mondo) raccontano chi furono attraverso le loro epigrafi. Leggendo questo libro si rivive l'epopea di qualcuno che ci sembra di conoscere vagamente, uno zio o un cugino che ci è noto solo per nome, del quale abbiamo visto qualche vecchia fotografia, e sul quale, talvolta, ci siamo soffermati a fantasticare.

Questo romanzo breve, scritto in una lingua poetica ed evocativa dal padre riconosciuto del genere fantasy, William Morris, narra l'esperienza magica di Florian della Casata dei Gigli. Il racconto si apre su uno scenario fosco, nel bel mezzo di una faida che legherà indissolubilmente il destino di tutti coloro che vi hanno parte. Ma, proprio durante uno scontro sanguinoso, mentre la vita di Florian è appesa sull'orlo di un precipizio, accade qualcosa: Florian cade nel canyon, ma non muore: si risveglia in un reame magico, la Terra Cava, dove conoscerà il suo vero amore... Ma qualcosa, all'improvviso, muterà. Florian si risveglierà come da un bel sogno, invecchiato e lacero, e dovrà nuovamente inseguire il miraggio della Terra Cava, dovrà, in qualche modo, attraversare il Purgatorio di un mondo buio e lugubre, fino ad accedere nuovamente al Paradiso perduto, nuovamente giovane; nuovamente felice, insieme alla sua amata Margaret.

È un mattina d'inverno come tante per il sedicenne Paolo Maltesi; ma all'improvviso tutto cambia: mentre si sta preparando per andare a scuola, piomba in casa sua una stranissima ragazza, che gli "regala" una chitarra elettrica di colore blu. Si tratta di una chitarra magica, di uno strumento di potere assoluto, che cambia la realtà attraverso il suono. Ma la chitarra porta con sé un destino terribile e il suo legittimo costruttore è un mago elfico, crudele e affascinante come una rockstar, e vorrebbe usare Paolo come mezzo per attuare i suoi piani atroci. Riuscirà il ragazzo a sottrarsi all'influenza del negromante? Può darsi, ma il prezzo da pagare sarà comunque alto.

John Smith è un extraterrestre giunto da un pianeta-anello di Beta Crucis, per trascorrere un periodo di vacanza sulla Terra. Coniugato in Forma Umana, con tanto di identità operativa di "Modesto Ragioniere", quasi-anima in psicopolimeri complessi e un provvidenziale Surrogato d'Ignoranza, John Smith deve fare i conti con le strampalate ritualità umane e con gli affascinanti ed esotici Archetipi terrestri. La vacanza prosegue sempre più stupefacente, finché non si insinua un dubbio, nel protagonista quanto nel lettore: John Smith è un alieno o soltanto un alienato?

Le forze del caos, bandite dall'ordine del creato ben prima che l'uomo calcasse la Terra, hanno trovato una breccia per tornare nel nostro mondo. Il loro obiettivo è fagocitare l'universo e ristabilire il disordine primigenio da cui sono scaturite all'inizio dei tempi. Ma non hanno fatto i conti con il giovane druido Hoenir e i suoi amici: la sacerdotessa Crise, il ladro Autolico, il fabbro Kowen e, soprattutto, l'erudito Daeron. Insieme, questi cinque prescelti, dovranno ritrovare il testo segreto della Profezia: è lì che gli uomini sapienti e gli Dei hanno scritto tutto ciò che ai mortali è concesso sapere sul modo per sconfiggere il nemico più terribile che mai abbia attentato alla vita di tutti gli esseri viventi.

Il regno di Grodestà è in pericolo. La Palude è sotto il malefico incantesimo dei Maghi. La salvezza è oltre il bosco, al di là del Masso Verde. Insieme a suo padre, Geshwa si mette in cammino. Incontrerà orchi e streghe, donne-serpente e uomini di argilla, gnomi, maghi e saltimbanchi. Avrà visioni, correrà pericoli indicibili, riceverà minacce e subirà maledizioni, farà scoperte a cui nessuno sembra disposto a credere. Capirà il valore dell'amicizia e il significato del dolore. Avventura e magia si incontrano nel primo capitolo di una saga interamente ispirata a leggende mediterranee.