Salerno: Biblioteca di Filologia e critica
La critica del testo. Problemi di metodo ed esperienze di lavoro. Trent'anni dopo in vista del settecentenario della morte di Dante. Atti del convegno internazionale (Roma, 23-26 ottobre 2017)
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno
anno edizione: 2019
pagine: 900
Avvicinandosi i 30 anni dalla fondazione del Centro Pio Rajna (1988-2018), il Convegno, tenuto a Roma nei giorni 23-26 ottobre 2017, ha inteso offrire una riflessione aggiornata su studi, problemi e metodi della critica del testo, in ideale continuità con il fondante Convegno di Lecce del 22-26 ottobre 1984. Il sensibile sviluppo delle tematiche ecdotiche nell'ultimo trentennio, l'apporto sempre crescente della filologia materiale, il consolidato interesse verso le relazioni tra testo, paratesto e immagine, hanno suggerito l'opportunità di un bilancio sulle più rilevanti questioni di critica testuale. Giovandosi di un approccio multidisciplinare, il Convegno si è proposto dunque di illustrare significative problematiche, quali il rapporto tra edizione e lettore, le varie declinazioni della metodologia attributiva dei testi letterati, la stretta interrelazione con le discipline codicologico-paleografiche, linguistiche e storico-artistiche, nonché le nuove frontiere della informatica umanistica. Il progresso degli studi danteschi, negli ultimi decenni, e l'approssimarsi del Settecentenario della morte del Poeta (1321-2021) impongono poi di verificare quanto decisivo sia stato, nel rinnovamento degli statuti epistemologici della critica testuale, il contributo offerto dagli studi di filologia dantesca, che per l'eccezionalità degli oggetti analizzati come per l'alto valore degli studiosi coinvolti e la complessità delle problematiche affrontate hanno spesso costituito il punto di avvio per riflessioni e puntualizzazioni metodologiche di capitale rilievo. Negli interventi dei relatori si rileva infatti chiaramente quanto l'indagine sulla Textüberlieferung delle opere dell'Alighieri sia stata decisiva per la migliore definizione di cruciali questioni ecdotiche e nel rinnovamento delle prassi editoriali. Un volume che porta un contributo, si ritiene, non banale e non effimero ai moderni studi filologici, per un reale avanzamento della disciplina alle prese, all'alba del nuovo millennio, con sfide ecdotiche sempre più sottili e complesse.
La biblioteca manoscritta greca di Achille Stazio
Riccardo Montalto
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno
anno edizione: 2023
pagine: 240
Nel cuore della Roma rinascimentale della seconda metà del Cinquecento si colloca la fase piú matura dell’operato dell’umanista portoghese Achille Stazio (Aquiles Estaço, Vidigueira 1524-Roma 1581). Impegnato nelle attività editoriali e propagandistiche ispirate dai dettami tridentini e in particolare nell’edizione dei testi dei Padri della Chiesa greca, Stazio allestí una delle maggiori biblioteche private romane del tempo, di particolare rilievo per mole e valore intellettuale. L’imponente raccolta libraria di circa duemila titoli tra manoscritti e stampati venne donata in eredità alla neoistituita Congregazione dell’Oratorio di Roma e rappresenta il nucleo fondativo della biblioteca della comunità filippina. All’interno di questa istituzione il lascito staziano finí per confondersi con quelli di altri eruditi e benefattori per passare infine, senza soluzione di continuità, all’attuale Biblioteca Vallicelliana di Roma. In linea con il rinnovato interesse da parte della comunità scientifica verso vari aspetti della poliedrica figura dell’umanista, il lavoro mira alla ricostruzione di una parte della biblioteca di Achille Stazio, ossia quella manoscritta di lingua greca. Muovendo dagli indizi di natura materiale desumibili dai codici vallicelliani, confrontati con i dati reperibili da fonti di natura differente – in primis storica, archivistica e biblioteconomica –, l’indagine si propone come base per ulteriori ricerche dedicate a Stazio e contribuisce, per mezzo del caso di studio del lusitano, a gettar lumi sull’intricato mondo degli eruditi rinascimentali.
Per Michele Barbi
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno
anno edizione: 2022
pagine: 320
La conclusione dell’annata XLV (2020) di «Filologia e Critica» coincide con due eventi di particolare rilievo per le lettere italiane e per gli studi danteschi: cade infatti in prossimità del Settecentenario della morte di Dante (2021) e dell’ottantennale della morte di Michele Barbi (18671941), che degli studi danteschi fu alfiere e organizzatore impareggiabile (a lui si deve infatti il varo della cosiddetta “edizione del Centenario” di tutte Le Opere di Dante, pubblicata nel 1921, per il sesto centenario della morte del Poeta, nonché, appena ventiquattrenne, la selezione e messa a fuoco dei 396 loci critici della Divina Commedia che costituiranno poi un punto di riferimento importante per tutti i successivi tentativi di edizione criticamente riveduta del poema). È sembrato dunque che nessuno meglio del maestro pistoiese potesse degnamente figurare nel volume della rivista conclusivo del quinquennio che, per prassi ormai pluridecennale, ne scandisce il compimento. Barbi – punto di riferimento costante di «Filologia e Critica» nel suo ormai quasi semisecolare percorso – è incontestabilmente colui che per primo ha messo ordine nella caotica tradizione delle opere di Dante, ne ha studiato i problemi e ha trovato e praticato le soluzioni, in parte attuandole lui stesso, in parte lasciando ai posteri indicazioni sicure sulle vie da seguire per risolverli. È quindi parso quasi inevitabile cogliere l’occasione per unire alla celebrazione del Sommo Poeta, che si articolerà in varie sedi e diversi modi nel corso del 2021, un appropriato ricordo di chi piú di ogni altro ne ha sentito e illustrato la poesia. Ma Barbi non è stato soltanto l’illuminato cultore di Dante e della sua opera: i suoi interessi, rivolti alla letteratura italiana in tutte le sue declinazioni, si sono poi soffermati in particolare su Manzoni (l’altro grande polo della sua attenzione criticofilologica, con specifico riguardo al testo dei Promessi Sposi) e sulla poesia popolare italiana, oggetto dei suoi primi studi, amato e riguardato fino all’ultimo, tanto che ancora nel 1939 si augurava si procedesse presto a una rigorosa sistemazione del canto popolare italiano su precise basi storiche e scientifiche. Completano il volume gli Indici analitici dell’ultimo quinquennio (20162020).
Andrea Mantegna allo scrittoio. Un profilo linguistico
Alessandro Aresti
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno
anno edizione: 2018
pagine: 400
Questo studio è dedicato a uno dei più grandi artisti quattrocenteschi, Andrea Mantegna, al cui corpus documentario, 27 lettere e un contratto, (i soli documenti finora noti che sappiamo provenire dal suo scrittoio) ci si accosta per la prima volta con gli strumenti dell'analisi linguistica, con l'obiettivo principale di comprendere in che modo egli si pose rispetto agli istituti linguistici del tempo e dell'ambiente culturale in cui visse e si formò. La ripubblicazione delle lettere in una nuova edizione filologicamente aggiornata, in linea con gli standard ecdotici odierni, offre inoltre agli studiosi, storici dell'arte in primis, una base documentaria linguisticamente e testualmente più salda rispetto alle edizioni precedenti, e per tale ragione suscettibile di offrire un'interpretazione più puntuale di alcuni passi. Il lavoro editoriale è arricchito di un'analisi paleografica delle diverse tipologie di scrittura presenti, utile all'individuazione delle diverse mani e, dunque, alla distinzione fra documenti autografi e idiografi.
Per Mario Martelli. Fascicolo speciale di «Filologia e Critica»
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno
anno edizione: 2016
pagine: 320
Compiendosi l'ottavo quinquennio di attività, e dunque i quarant'anni dalla fondazione (1976-2015), «Filologia e Critica» dedica il suo fascicolo "speciale", com'è prassi consolidata, a una figura di particolare rilievo nel panorama degli studi di Italianistica. Questa volta viene ricordato Mario Martelli (1925-2007), che della rivista fu collaboratore fine e intelligente fin dalla prima annata, dove pubblicò un importante saggio leopardiano, mentre la sua "Giarda" fiorentina, in cui discuteva dell'attribuzione a Niccolò Machiavelli del "Dialogo della lingua", inaugurò nel 1978 la nuova serie dei «Quaderni di "Filologia e Critica"». La partecipazione di Martelli alle attività scientifiche di «Filologia e Critica» fu ampia fin dall'inizio: non per nulla fu tra i protagonisti dei due grandi convegni da questa organizzati, nel 1984 su La critica del testo e nel 1988 su La novella italiana. Dall'esperienza di questi due convegni nacque il progetto di fondazione del Centro Pio Rajna, che trovò subito in Martelli un attento e partecipe sodale; con lui venne messo a punto il disegno della «Edizione Nazionale delle Opere di Niccolò Machiavelli », di cui fu magna pars, sostenendone e orientandone negli anni il cammino spesso accidentato, reso arduo da questioni scientifiche e non. Proprio in questo ambito egli pubblicò nel 2006 la fondamentale edizione del "Principe" (preceduta dall'importante Saggio sul "Principe", 1999), che giunse a coronamento della sua lunga e feconda attività scientifica. Impossibile ricordare qui nei particolari la sua amplissima produzione, forte di innumerevoli saggi e edizioni di testi; basti dire che essa si dispiegò sull'intero arco storico della letteratura italiana, pur mostrando una spiccata predilezione per il Quattrocento.
Machiavelli senza i Medici (1498-1512). Scrittura del potere/potere della scrittura. Atti del Convegno (Losanna, 18-20 novembre 2004)
Libro: Copertina morbida
editore: Salerno
anno edizione: 2006
pagine: 458
Alcuni studiosi italiani, francesi, svizzeri e olandesi presentano ventiquattro saggi che vertono sugli scritti storico-politici e sui carteggi diplomatico-amministrativi del periodo in cui, cacciati i Medici da Firenze, Niccolò Machiavelli fu al servizio del governo fiorentino. Il volume si articola in quattro sezioni: l'esperienza cancelleresca e la scrittura, in cui vengono studiate le relazioni fra l'attività amministrativa e la redazione delle opere politiche, storiche e letterarie; l'esperienza amministrativa, in cui i dispacci di natura cancelleresca vengono analizzati in quanto prima forma di una riflessione che negli anni si farà più matura e più elaborata; l'esperienza diplomatica, considerata come banco di prova per una scrittura storico-politica e narrativo-teatrale, nonché come luogo di riflessione sulle regole della politica e della storia; i primi scritti storici e politici, studiati in quanto opere derivate dall'esperienza amministrativa e diplomatica, ma dotati già di una notevole autonomia concettuale e formale.
Seneca e il suo tempo. Atti del Convegno (Roma-Cassino, 11-14 novembre 1998)
Libro: Copertina morbida
editore: Salerno
anno edizione: 2001
pagine: 516
Si tratta degli atti del Convegno internazionale "Seneca e il suo tempo" (Roma-Cassino 11-14 novembre 1998).