Chi frequenta l’universo fiabesco sa bene che questo aderisce sempre a una geografia a un tempo reale e simbolica, dove poco più lontano dai confini conosciuti della società , un residuo o un’idea o un’ampia porzione di selvatichezza assume su di sé il valore di passaggio all'altro mondo. Si va da una porta che scricchiola sui cardini e lascia filtrare una luce incerta, quasi spettrale, a un’intera montagna rocciosa. Nelle fiabe si fa esperienza dei quattro elementi e delle loro qualità straordinarie: si viaggia e si muta per mari e boschi, si scende nel sottosuolo; ci si libera nel fuoco, nel forno dove finisce la strega o nella luce che scende dagli astri; si vola e si conoscono i cieli. Ma certo, a causa della nostra natura terragna eppure indissolubilmente unita all'acqua, il regno acquatico rappresenta il più vicino e sperimentabile esempio di alterità , dove la superficie liquida delle correnti ha il potere di nascondere e rivelare, di divenire un terribile ostacolo e un ponte per l’attraversamento.
Sorgenti che sanno. Acque, specchi, incantesimi
Titolo | Sorgenti che sanno. Acque, specchi, incantesimi |
Curatori | Francesca Matteoni, Cristina Babino |
Collana | Lector in fabula |
Editore | La Biblioteca Libri Perduti |
Formato |
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Pagine | 168 |
Pubblicazione | 09/2016 |
ISBN | 9788899296025 |