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ABE: Accademia

Lombroso e il crimine: briganti, mafia, camorra

Lombroso e il crimine: briganti, mafia, camorra

Massimo Giusio

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: ABE

anno edizione: 2021

pagine: 168

La notorietà di Torino quale capitale dello spiritismo ha avuto di recente grande risonanza. Un lungo elenco di pubblicazioni e di rapporti giornalistici ha riprodotto l'immagine di Torino quale "città magica", "concentrazione di sette segrete", "buia capitale dell'occultismo", "città di associazioni misteriose". In realtà la connotazione magica di Torino, quale suo genius loci, non ha fondamento, nonostante le decine di libri che l'hanno pubblicizzata. Questa "Torino magica" vive solo nella testa di chi ne ha scritto, dando connotazioni magiche al Museo Egizio, alla Sindone, al Manoscritto Tibetano, al Liber de potestate et sapientia dei e ad altri luoghi e simboli presenti a Torino. La connotazione magica di Torino non risulta perciò fondata e richiama piuttosto il contesto delle "credulità" o delle "leggende metropolitane". Le forme e i consumi magici attuali non sono una "specialità" di Torino, ma fanno parte di interessi magici più generali, tipici di questo periodo storico: ritorno degli astrologi e dei maghi, contatti e Fratellanze Cosmiche, era dell'Acquario, riscoperta delle religioni orientali, sperimentazioni newagers. Diversa attenzione, invece, potrebbe avere la ricostruzione della più antica tradizione esoterico-culturale ed associativa torinese che propone l'ultima opera di Massimo Giusio Lombroso e il crimine: briganti, mafia, camorra. Il volume tratta di tutti gli apporti scientifici del grande e poliedrico studioso Cesare Lombroso, non escluso quello della ricerca positivistica sullo spiritismo. É da dire che nessuna, tra le pubblicazioni di questi ultimi anni sulla Torino magica, ha mai dato attenzione a questa tradizione storica tipicamente torinese. Innovativo e utile è dunque il progetto di Giusio di ricostruire le componenti più dimenticate della grande figura intellettuale del Lombroso, al quale è toccata in sorte di avere tanta poca considerazione dopo la morte, quanta grande ne ebbe in vita, a livello internazionale, per le sue teorie bio-antropologiche del crimine. Si fa cenno qui alla presenza di Cesare Lombroso nella storia degli Annali dello Spiritismo in Italia pubblicati a cura della Società Torinese di Studi Spiritici dal 1864. La continuità di questa sub-cultura spiritica torinese, arricchitasi a fine Ottocento di istanze positivistiche ad opera di Cesare Lombroso e di ossessioni sperimentali e visive, rappresenta tuttora un tratto della Torino definita "città-laboratorio" per i suoi aspetti economici, sociali e tecnologici. Anche il laboratorio è una denominazione tipica del vitalismo positivistico e sperimentalistico lombrosiano, quello che creò tra chimica e biologia, spiritismo ed energia elettrica, mostri, il cui mito e simboli letterari sono noti per il loro carattere horror. Torino nel 1850, dopo alcuni casi di "possessione", era stata al centro di animate discussioni e confronti fra quanti sostenevano la credenza nella presenza del demonio e quanti affermavano il metodo scientifico come unico metodo di conoscenza. Queste discussioni erano vivaci nella Torino borghese che leggeva il volume pubblicato a Parigi nel 1857 II libro degli spiriti di Allan Kardec. In quegli anni era già operante nella capitale sabauda la Società Torinese di Studi Spiritici dedita allo studio dello spiritismo. Contemporaneamente era nato nel 1855 il Magnetofilo che si occupava di problemi attinenti alla scienza, ma anche di fenomeni spiritici. [dalla introduzione di Luigi Berzano]. Con interventi di Valentina Ciappina e Lorenzo Ciravegna.
25,00

Ferdinando Palasciano e la Croce Rossa. L'italiano che inventò il soccorso umanitario

Ferdinando Palasciano e la Croce Rossa. L'italiano che inventò il soccorso umanitario

Massimo Giusio

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2021

pagine: 100

Se lo studio dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario rappresentano per chi scrive, da due decenni, una passione vivace e mai interrotta, sul ruolo di Ferdinando Palasciano nello sviluppo storico della Croce Rossa Internazionale, segnato da una figura straordinaria ma assai trascurata nel panorama bibliografico italiano, è stata la scoperta felice di alcuni documenti, favorita da sforzi archivistici condotti soprattutto in Campania, ad indurmi a redigere questo modesto lavoro editoriale. Che è sintetico nella stesura, ma che vuole soprattutto innescare curiosità e sviluppare nuovi filoni di ricerca, sia tra i nostri studenti che per tutti coloro che amano la storia nazionale. Inevitabile era però, anche per esigenze didattiche legate a percorsi monografici e ai nostri corsi di insegnamento di diritto pubblico e di diritto sanitario, inscrivere la vicenda di Palasciano in un percorso generale sul diritto umanitario, descrivendo la storia del soccorso bellico nell'ordinamento giuridico internazionale e la vicenda storica gloriosa della Croce Rossa Italiana. Tornando a Ferdinando Palasciano, non è raro incontrare, nella saggistica e nella ricerca storiografica sul XIX secolo, figure la cui importanza e la cui genialità creativa sono inversamente proporzionali alla loro considerazione ed alla loro presenza nei libri, nelle tesi di laurea, nelle analisi di fonti e documenti. Ciò vale, per Palasciano, in modo peculiare. Ad eccezione di un coraggioso drappello di personalità culturali ed associazioni legate alla sua natìa Capua, e a pochissimi docenti universitari, ho notato da subito una circostanza singolarissima, che ha sortito l'effetto della tradizionale molla scatenante e che ha portato poi - grazie all'incoraggiamento dell'editore Arturo Bascetta, valoroso interprete della valorizzazione costante delle figure storiche e culturali campane, note e meno note - a realizzare questo umile ed iniziale percorso di ricerca. Mentre esistono, in tutto il mondo, migliaia di libri, ricerche e pubblicazioni su Henry Dunant, emerso nella narrazione ginevrina, sin dai primi anni dopo la Convenzione del 1864, come il padre, unico ed esclusivo, della Croce Rossa, su Ferdinando Palasciano, che del programma originario di Ginevra fu ispiratore ideale ingenerosamente trascurato ed autentico precursore, riuscii a reperire, in mesi e mesi di ricerca, non più di una decina di scritti, quasi tutti rivolti ad una platea di specialisti, o a ricerche accademiche, mediche ed ortopediche, o di igiene pubblica, ma non certo di accessibilità al grande pubblico. Spero, con questo modesto volumetto, di favorire e stimolare l'interesse dei lettori e degli studenti, suggerire curiosità ed introdurre con le pagine dedicate al medico campano nuovi approfondimenti, studi ulteriori e percorsi di ricerca sulla vita e le idee innovative di un personaggio la cui vita romanzesca, dalla condanna a morte evitata miracolosamente, all'amicizia con Garibaldi, all'attività politica nel Senato del Regno d'Italia, rappresenta un fulgido esempio di intellettuale colto e raffinato, di medico impegnato sul piano civile e politico, di ardente ed orgoglioso sostenitore di valori scientifici ed umanitari universali il cui immutato rilievo merita, con ogni sforzo, di rappresentare un costante e rispettoso gioiello di memoria e di analisi storica, di studio rigoroso e di continua, viva ed incessante valorizzazione.
22,00

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