Baldini + Castoldi: I saggi
La fine delle epidemie. Come fermare la minaccia che incombe sull'umanità
Jonathan D. Quick, Bronwyn Fryer
Libro: Copertina rigida
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2020
pagine: 512
Sembrava l'incubo distopico di cui parlavano gli esperti di pandemie, eppure si è avverato. Il Covid-19 ci ha catapultati in uno scenario fantascientifico che adesso è vita vissuta per gli abitanti di tutto il pianeta. Da un giorno all'altro miliardi di persone in tutto il mondo sono state travolte da paure, incertezze, fallimenti. In "La fine delle epidemie" Jonathan D. Quick, docente al Duke Global Health Institute ed ex direttore del Global Health Council, una delle massime autorità nel campo della salute pubblica, racconta la storia di eroi del passato e del presente che sono usciti vincitori dalla lotta contro la diffusione di malattie mortali come l'influenza spagnola, l'Aids, la Sars, l'Ebola. Quick illustra i princìpi scientifici e politici per combattere le epidemie e fornisce un piano articolato in sette fasi per spiegare in dettaglio come i leader mondiali, i professionisti in ambito sanitario, il mondo degli affari, i media e i comuni cittadini possano collaborare per prevenirle, salvando così milioni di vite umane.
Giustizia in crisi (salvo intese). Leggi, giudici, processi e carcere di fronte alla pandemia
Giovanni Maria Flick
Libro: Copertina rigida
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2020
pagine: 176
In questo lungo periodo di "detenzione forzata", a causa dell'epidemia da coronavirus, molto di quel che davamo per scontato si è dimostrato, alla prova dei fatti, quanto mai fragile e pericolante. La giustizia, con tutto il suo portato di esperienze, non ha fatto eccezione. Il virus non ha provocato, ma enfatizzato una crisi già in atto e che investe la legge, la figura del giudice, il processo e la questione della pena: non solo serpeggia un senso di sfiducia nei confronti della giustizia e in chi la amministra, ma lo scontro fra politica e magistratura si fa sempre più acceso, producendo i ben noti cortocircuiti che hanno popolato le pagine dei giornali in tempi recenti. In questa riflessione, acuta e oggi più che mai attuale, l'ex presidente della Corte costituzionale pone al centro del dibattito il rispetto della legge fondamentale dello stato e il recupero di una tradizione legislativa e culturale capace di riportare l'attenzione sui grandi temi - dalla riforma del Csm alla ragionevole durata del processo, per dirne solo un paio - che giocoforza devono tornare ad alimentare un dibattito all'interno della comunità degli addetti ai lavori e in seno al Parlamento. Ma non solo: quello della crisi della giustizia è un problema che investe la società tutta e risolverlo è non solo impellente, ma necessario: per questo, oggi, bisogna trovare le parole giuste per affrontare la questione, come fa Giovanni Maria Flick in questo saggio lucido, diretto, che non ostenta e non fa giri di parole.
Il bivio. Manifesto per la rivoluzione ecologica
Rossano Ercolini
Libro: Copertina rigida
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2020
pagine: 224
Durante l'epidemia, quando eravamo tutti chiusi nelle nostre case, e le macchine quasi non circolavano più, e molte fabbriche si sono dovute fermare, e abbiamo mangiato a casa, e non abbiamo gettato rifiuti per strada e nelle falde acquifere, il mondo quasi non assomigliava più a quello di prima. I fiumi, persino il Sarno, il più inquinato del Paese, sono tornati puliti, nei porti sono tornati i pesci, l'aria si è fatta più pulita anche nelle città più inquinate come Milano e nei grossi centri industriali, dappertutto si è respirata un'aria nuova. Ma adesso cosa succede? Rossano Ercolini, fondatore e volto del movimento Rifiuti zero, nonché vincitore del Goldman Environmental Prize, il cosiddetto Nobel per l'ecologia, affronta in queste pagine il difficile problema del ritorno alla normalità: sì, perché tornare a "come era prima" significa accettare di inquinare il pianeta, respirare sostanze tossiche, rinunciare alla biodiversità, mettere a rischio la nostra salute e quella delle generazioni successive. Se il dilemma fra sanità e lavoro è oggi al centro del dibattito politico e sociale, troppo spesso si dimentica di includere nel discorso anche il tema della salute ambientale e dell'ecologia. Ma ora l'emergenza coronavirus deve aprirci gli occhi e farci vedere le falle di un sistema che finora abbiamo creduto incrollabile: ora è il momento di cambiare rotta e muoverci finalmente verso quella green revolution che promette un mondo con meno rifiuti, più verde, un mondo in cui per tutti sia possibile pensare e ripensare il futuro e la democrazia.
L'arte racconta Dio
Giuseppe Damigella
Libro: Copertina rigida
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2020
pagine: 324
È possibile rappresentare il volto di Dio? E come? Se Dio diventa l'oggetto della nostra rappresentazione, possiamo credere che sia il suo mistero stesso a farsi immagine, a prendere forma? Il domenicano Giuseppe Damigella, teologo e artista, cerca di dare una risposta a queste domande e affronta un tema quanto mai attuale. Lo fa conducendo il lettore in un viaggio dentro l'arte, attraverso le tele che hanno più da vicino esplorato la natura di Dio: dalla "Trinità" dipinta da Andrej Rublëv alla "Visitazione" del Pontormo, dalle complesse geometrie di Masaccio ai toni drammatici scelti per rappresentare l'immolazione da El Greco, da Michelangelo al Domenichino, da Lorenzo Lotto a Paolo il Veronese, da Simone Martini a Dante Gabriel Rossetti e Marc Chagall. Un'opera ampia, ragionata, brillante. Un itinerario artistico e filosofico che si addentra nei misteri non solo dell'arte, ma anche delle Sacre Scritture, guidati dal desiderio di sciogliere un enigma, dall'attenzione al dettaglio dimenticato, sul filo dell'incontro simbolico tra Antico e Nuovo Testamento, tra terra e cielo, tra uomo e Dio.
Democrazia e potere dei dati. Libertà, algoritmi, umanesimo digitale
Antonello Soro
Libro: Copertina rigida
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2019
pagine: 190
"La sicurezza cibernetica è un problema di sicurezza nazionale, se dovesse scoppiare una guerra la minaccia non arriverebbe dai carri armati ma dagli attacchi ai sistemi digitali, dalle torri di controllo agli acquedotti." (Antonello Soro, la Repubblica). Il rapporto tra tecnica e democrazia, pur certamente non nuovo, è divenuto centrale nell'era digitale. L'impatto delle nuove tecnologie sulla vita individuale e collettiva è tale da dover essere affrontato con il massimo grado di consapevolezza ricordando, con Chabod, che nella Storia c'è posto solo per ciò che ha coscienza di sé. La tecnologia digitale ha infatti innescato - con la forza propria delle rivoluzioni epocali e l'intensità delle grandi conquiste dell'Umanità - mutamenti profondi del tessuto democratico e della stessa struttura sociale, sostituendo quei corpi intermedi che la disintermediazione intendeva superare e ridisegnando il raggio di estensione del potere e i confini della libertà. Si tratta di innovazioni che hanno mutato a tal punto e così velocemente i nostri sistemi di valori, le nostre categorie del pensiero, persino la nostra concezione del tempo e dello spazio da renderci troppo spesso prigionieri degli opposti estremismi: del neoluddismo da una parte e della tentazione, al contrario, di delegare la gestione della vita privata e pubblica alla neutralità della tecnica. Questo saggio, rigoroso ma di facile lettura, illustra le innumerevoli implicazioni del rapporto tra tecnica e democrazia, su un orizzonte che spazia da quello propriamente giuridico a quello etico e filosofico, dall'uso degli algoritmi predittivi in economia e finanza alle nuove forme di sfruttamento del lavoro, dall'intelligenza artificiale alla nuova geografia dei poteri, dall'«arbitrato» tra libertà di espressione e dignità nei social network ai trojan, dalla cybersicurezza alla moneta digitale.
La sfida interrotta. Le idee di Enrico Berlinguer
Walter Veltroni
Libro: Libro in brossura
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2019
pagine: 260
Sono passati 35 anni dall'agonia, dalla morte, dai funerali di Enrico Berlinguer. In quei giorni l'Italia restò sospesa. E la morte di Berlinguer fu causa di dolore non solo per chi condivideva le sue idee, ma anche per chi le avversava. Questo libro racconta le ragioni di quel dolore collettivo, ma soprattutto cerca di restituire ciò che di esemplare, unico, valido ancora e soprattutto oggi, resta dell'eredità politica del segretario del Partito comunista italiano. «Credo sia utile ritrovare oggi le idee di Enrico Berlinguer. Su quel palco di Padova la sua sfida si interruppe.» Il modo migliore per dare testimonianza di quella sfida — promuovere una nuova funzione «alta» della politica e un nuovo cambiamento nel suo Partito — è sembrato a Walter Veltroni quello di ricostruire gli elementi di «rottura» politica e culturale introdotti da Berlinguer nella tradizione del Pci. Fino a trasformarlo, alla metà degli anni Settanta, nel partito al quale guardava la maggior parte della gente progressista e di sinistra di questo Paese. Attraverso un percorso politico ricercato su interviste, articoli, relazioni e interventi pubblici si sviluppano i grandi temi del pensiero di Enrico Berlinguer: le donne, i giovani, la pace e il governo mondiale, i mass media, la questione morale. Sono passati molti anni, e scrive Veltroni: «Molto, quasi tutto è cambiato. Meno una cosa. Il bisogno che la politica sia coraggio».
A mano disarmata. Cronaca di millesettecento giorni sotto scorta
Federica Angeli
Libro: Copertina morbida
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2019
pagine: 373
Due spari nella notte, le finestre che si aprono e subito dopo un grido: «Tutti dentro, lo spettacolo è finito!» Siamo a Ostia, nel 2013, e tra gli abitanti di quei palazzi c'è anche Federica Angeli, cronista di nera per le pagine romane di «la Repubblica», che in quella periferia è nata e cresciuta. Da tempo si occupa dei clan locali e ha subìto gravi minacce. Sa quindi come è fatta la paura, ma crede che l'altra faccia della paura sia il coraggio. Se i vicini rientrano obbedienti al comando del boss, lei decide di denunciare ciò che ha visto. Dal giorno dopo la sua vita è stravolta: per la sua incolumità le è assegnata una scorta, eppure nessuna intimidazione fa vacillare la sua fede in un noi con cui condividere la lotta per la legalità. La storia giudiziaria di cui è protagonista fino alle più recenti sentenze ci parla di una possibile seppur faticosa vittoria, confermando che tutti insieme possiamo alzare la testa e cambiare in meglio. Federica Angeli ha ottenuto questa vittoria con l'unica arma che possiede, la penna, e in queste pagine ci racconta le tappe di una vera e propria sfida alla malavita, nel solco di un giornalismo nobile, illuminato di etica civile, che non compiace mai null'altro che la verità, con una coerenza a tratti severa. In un susseguirsi di colpi di scena, viviamo con lei le sue paure, a tratti la disperazione e i momenti di solitudine. La sua testimonianza puntuale, incalzante, senza respiro non dimentica mai la sua dimensione di donna, di madre e di moglie contesa alla serenità famigliare. Una serenità che, ispirata dalla "Vita è bella" di Benigni, Federica Angeli riesce magicamente a preservare, coinvolgendo i figli in un gioco alla guerra. I diritti di questo libro sono stati acquistati dal regista Claudio Bonivento che trasformerà l'incredibile storia di Federica Angeli in un film.
Contro i pirañas. Come difendere le imprese da soci e manager troppo voraci
Salvatore Bragantini
Libro: Copertina rigida
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2018
pagine: 188
«Quello che una volta era l'Occidente sviluppato si sta attorcigliando su un autolesionistico modello economico, nel quale la ricchezza smodata di pochissimi si fonda sulla durezza della vita imposta alle moltitudini. Come stupirsi se tantissimi cittadini non ci stanno più?» Per la maggior parte delle persone, il mondo misterioso delle grandi aziende di capitali è inavvicinabile per le sue logiche troppo complicate. Ammiriamo i casi di grandi imprenditori italiani quando pensiamo a Esselunga di Caprotti o Luxottica di Del Vecchio, ma non sappiamo che per la maggior parte le aziende familiari sono troppo piccole per competere nel grande mare delle corporation. Tocchiamo con mano cosa vuol dire la globalizzazione quando un colosso come l'indiana ArcelorMittal rileva la gloriosa Ilva dal cui destino dipendono più di diecimila lavoratori e famiglie. Ma come funzionano queste società per azioni? Che ruolo hanno i consigli di amministrazione e l'amministratore delegato? Devono comandare loro o l'ultima parola spetta agli azionisti? E i fondi di Private Equity, che gestiscono portafogli miliardari, e comprano e rivendono aziende come giocattoli, di chi fanno l'interesse? Degli azionisti di maggioranza e degli speculatori che capitalizzano in breve tempo? Non dobbiamo dimenticare che i posti di lavoro li creano le aziende, non la finanza che specula. Sono le aziende che accrescono il Pil nazionale contribuendo al benessere economico e sociale del territorio, perché le aziende ben gestite hanno una visione di medio e lungo raggio. E dunque può esistere un capitalismo sano, che non arricchisce pochi speculatori rapaci ma tutti gli azionisti, anche quelli di minoranza, e soprattutto fa prosperare le aziende, il vero motore dello sviluppo? La risposta è sì, e in questo pamphlet garbato e pieno di humor, Salvatore Bragantini, forte della sua pluridecennale esperienza prima nel mondo del Private Equity, poi come Commissario Consob, infine nei CdA di molte aziende, spiega in maniera lucida e per tutti le storture dell'attuale sistema di potere che controlla le grandi imprese, e indica la strada per un futuro concreto in cui queste possano fornire il loro contributo allo sviluppo economico e civile delle nostre società.
Le 48 leggi del potere
Robert Greene
Libro: Libro rilegato
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2018
pagine: 648
Qualcuno è attratto dal potere ma, dopo averlo conquistato con grande abilità, lo perde per qualche errore imperdonabile. Altri, sulla strada del potere, si spingono oltre le proprie possibilità: vanno troppo avanti. Oppure, spesso, rimangono indietro e perdono perché osano troppo poco. E poi ci sono quelli che sanno cavalcare il potere e riescono a utilizzarlo senza sbagliare una mossa: ogni loro gesto, con istintiva intelligenza, è in armonia con le 48 leggi che lo governano. Scrittori e filosofi si sono interrogati lungamente sulle leggi che reggono il potere. Hanno cercato di far affiorare, dai successi e dalle sconfitte di chi ci ha preceduto, indicazioni che possano guidarci nel nostro quotidiano. Disincantato, apparentemente amorale e cinico ma assolutamente realistico e denso di indicazioni: un libro che nasce dall'analisi di trenta secoli di storia del potere, dal pensiero dei più profondi strateghi, dall'esperienza di guerrieri e leader carismatici, conquistatori di nazioni e manipolatori di folle.
Primo, cittadino. Perché l'Italia deve (ri)partire dai sindaci
Matteo Ricci
Libro: Copertina rigida
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2018
pagine: 221
Da sempre nell'immaginario collettivo, di grandi e bambini, il sindaco è il politico a cui si fa riferimento per tutto, quello chiamato a risolvere ogni problema della comunità in cui viviamo. Ormai sono passati 25 anni da quando, nel giugno 1993, fu istituita l'elezione diretta del sindaco, che da allora è il vero raccordo fra l'elettorato e il governo centrale, colui che cerca di mediare tra le forze opposte per il bene della sua città. Il proprio sindaco lo si ama o lo si odia, ma in ogni caso su di lui si può misurare concretamente la distanza fra le promesse e le cose fatte. E di certo quella del sindaco incarna la vera gavetta della politica, quella del mettersi al servizio degli altri. In questo saggio, sorta di diario personale, uno dei sindaci più amati d'Italia (secondo il monitoraggio di Index Research che ogni anno stila la classifica dei 38 sindaci più apprezzati), spiega perché la figura del primo cittadino avrà un'importanza sempre maggiore, restituendo alla gente la fiducia nella politica in un momento in cui invece sembra sempre più forte il desiderio di disimpegno, se non addirittura di vero e proprio rifiuto. Attraverso la sua esperienza sul campo e il confronto con altri undici «colleghi» di diversa estrazione politica e geografica (da Albertini a Rutelli, da De Magistris a Bassolino e Pizzarotti, per dirne solo alcuni) Matteo Ricci scrive un resoconto caldo e partecipato della sua Pesaro e dell'Italia degli ultimi cinque anni. E spiega come quella del sindaco è l'istituzione democratica fondamentale per far tornare la passione politica ai cittadini, partendo dai più giovani. Con contributi di: Gabriele Albertini, Antonio Bassolino, Giuseppe Covre, Antonio Decaro, Luigi De Magistris, Adriana Poli Bortone, Leoluca Orlando, Federico Pizzarotti, Andrea Romizi, Francesco Rutelli, Marta Vincenzi.
Russia: l'ultimo inganno. Forse il diavolo ha acceso ancora le luci
Milli Martinelli
Libro: Copertina morbida
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2018
pagine: 233
Affollato di incontri con tutti i nomi che contano nell'intelligencija russa - poeti e registi, scrittori, scienziati - questo libro è l'appassionato resoconto di quanto è andato affastellandosi, intrecciandosi, elidendosi nella vita culturale di Mosca e delle sue più lontane province durante la fase che ha fatto seguito alla perestrojka. Dai referendum del '91 al golpe d'agosto che induce Gorbacev alla resa, fino ai giorni drammatici che vedono il Parlamento russo preso a cannonate da El'cin, questa è la registrazione di voci vivissime e variegate. Sono quelle di coloro che dopo essersi battuti coraggiosamente contro il Cremlino negli anni del dispotismo e aver interrogato con lucida intelligenza il futuro durante gli anni di Gorbacev, si sono ora trovati accanto, camaleontici compagni di libertà, proprio quegli stessi funzionari che li avevano chiusi in carcere, tacitati, isolati, espulsi dal lavoro intellettuale. L'autrice, nel corso delle sue permanenze a Mosca, a Omsk, a Tomsk, a Irkutsk e nel villaggio degli scrittori di Peredelkino, vive direttamente il dramma della tradizione culturale russa nella quale i periodi euforici, dove si respira libertà e democrazia, sembrano sempre destinati a essere spazzati via dal vento freddo del nihilismo e della delusione. Sofferto itinerario attraverso caparbie testimonianze, patteggiamenti e compromessi, il libro è anche un commosso e accorato omaggio alla strenua vitalità di un Paese che la repressione e l'isolamento imposti da decenni di dittatura non hanno piegato nelle sue profonde risorse intellettuali e morali.
A mano disarmata. Cronaca di millesettecento giorni sotto scorta
Federica Angeli
Libro: Copertina morbida
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2018
pagine: 373
Siamo a Ostia, nel 2013, e tra gli abitanti di quei palazzi c'è anche Federica Angeli, cronista di nera per le pagine romane di «la Repubblica», che in quella periferia è nata e cresciuta. Da tempo si occupa dei clan locali e ha subìto gravi minacce. Sa quindi come è fatta la paura, ma crede che l'altra faccia della paura sia il coraggio. Se i vicini rientrano obbedienti al comando del boss, lei decide di denunciare ciò che ha visto. Dal giorno dopo la sua vita è stravolta: per la sua incolumità le è assegnata una scorta, eppure nessuna intimidazione fa vacillare la sua fede in un noi con cui condividere la lotta per la legalità. La storia giudiziaria di cui è protagonista fino alle più recenti sentenze ci parla di una possibile seppur faticosa vittoria, confermando che tutti insieme possiamo alzare la testa e cambiare in meglio. Federica Angeli ha ottenuto questa vittoria con l'unica arma che possiede, la penna, e in queste pagine ci racconta le tappe di una vera e propria sfida alla malavita, nel solco di un giornalismo nobile, illuminato di etica civile, che non compiace mai null'altro che la verità, con una coerenza a tratti severa. In un susseguirsi di colpi di scena, viviamo con lei le sue paure, a tratti la disperazione e i momenti di solitudine. La sua testimonianza puntuale, incalzante, senza respiro non dimentica mai la sua dimensione di donna, di madre e di moglie contesa alla serenità famigliare. Una serenità che, ispirata dalla "Vita è bella" di Benigni, Federica Angeli riesce magicamente a preservare, coinvolgendo i figli in un gioco alla guerra. I diritti di questo libro sono stati acquistati dal regista Claudio Bonivento che trasformerà l'incredibile storia di Federica Angeli in un film.