Centro di Cultura e Storia Amalfitana: Fuori collana
Case su sfondo di montagne. Artisti stranieri sulla Costiera Amalfitana (1876-1960)
Matilde Romito
Libro: Libro in brossura
editore: Centro di Cultura e Storia Amalfitana
anno edizione: 2024
pagine: 287
Dal 18 giugno al 19 settembre 2021, presso il Museo Auguste Macke a Bonn si è tenuta la Mostra Speciale "Voglia d'Italia! Sulle tracce degli artisti di lingua tedesca nel 1905-1933". Voglia d'Italia è il sentimento risvegliato dai colori espressionisti, dalle pittoresche città e paesaggi d'Italia e dal sole del sud. Il desiderio dei tedeschi per l'Italia è diventato un topos, anzi l'epitome dell'educazione, almeno dal Viaggio in Italia di Goethe (settembre 1786-giugno 1788). Il primo autore che apre la rassegna, Arthur Alexander Newbery, è quello che ha posto maggiori problemi di identificazione e non si sa ancora se il personaggio identificato risponda davvero all'autore di complessivi 52 magnifici acquerelli, dal 1876 al 1880: una ventina, da Salerno ad Amalfi, Newbery passa per Fuenti, Vietri sul Mare e relative frazioni Raito e Dragonea, e poi Cetara, Maiori; tutte le altre località del salernitano, da Cava dei Tirreni con numerosissime sue frazioni, ad Eboli a Nocera a Paestum, saranno oggetto di un successivo studio, contenendo anche immagini non più riscontrabili sul territorio e dunque di straordinario interesse storico. Segue, pochi anni dopo, Harry T. Hine, un altro acquarellista membro della Royal Society of Painters, con una suggestiva Salerno dal mare, e nel 1892 il tedesco Franz Schreyer con Le ultime luci ad Amalfi, splendido contrasto di chiaroscuri. Seguono altre due opere su Amalfi , l'una di Küdjler, dall'impianto classico e l'altra anonima con toni davvero lunari, come recita il titolo. Quindi un polacco, Gierymski, morto a Roma, che rivolge la sua attenzione ai monumenti classici, Cattedrale di Amalfi e Ambone di Ravello, fra 1897 e 1899. Le torri di Vietri sul Mare, Cetara e Maiori con la famosa Fontana delle Paparelle a Salerno nel 1904 ampliano il panorama delle opere della americana Augustine Fitzgerald. Emil Radomsky apre il Novecento con una immagine di Amalfi che vede ancora il famoso vecchio Palazzo di Pipinella, abbattuto nel 1908, e dunque precede di poco George Howard e i suoi terrazzamenti di Amalfi del 1910, anno intorno al quale anche Zeno Diemer dipinge Amalfi , ma dal mare, dando risalto a chiese e monumenti.
Una nuova Salerno romana
Matilde Romito
Libro: Libro in brossura
editore: Centro di Cultura e Storia Amalfitana
anno edizione: 2023
pagine: 175
"Quando più di venticinque anni fa scrissi di Salerno romana attraverso i reperti conservati nel Museo Archeologico Provinciale di Salerno, non pensavo che si sarebbero potuti rilevare altri interessanti elementi per una revisione del quadro della città romana appena tracciato. A metà degli anni Novanta erano emersi dal riscavo dei depositi di quel museo centinaia di reperti trovati già nell'ultimo trentennio dell'Ottocento e poi negli scavi e nei trovamenti dei primi trent'anni del secolo scorso. Dai rinvenimenti occasionali di fine Ottocento dagli sbancamenti lungo il Corso Vittorio Emanuele per la nascita della 'città moderna' dopo l'unità d'Italia, alle lucerne rinvenute sotto la Scuola Vicinanza nel 1913, ai materiali per l'erigenda Banca d'Italia alla fine degli anni Venti, ai corredi dalle trincee di fondazione per la costruzione del Tribunale, fino ai reperti presso la Stazione Ferroviaria dopo la guerra, per citare gli episodi più salienti di quei decenni a cavallo di secolo. Reperti che consentirono di delineare l'immagine di una città ricca di spunti di lettura, ma restata sempre obliterata dalla fama della città medievale. Restava poi insoluta, ai miei occhi, la questione della iconografia della bella testa di bronzo, ritenuta di Apollo fin dal ritrovamento nel 1930, sulla quale non avevo osato azzardare ipotesi diverse, essendo stata sostenuta senza tentennamenti da tutti gli studiosi, o quasi, che se ne erano occupati. Oggi la revisione di articoli di inizio Novecento e, di converso, la pubblicazione di recentissimi resoconti di scavi vicino alla Ferrovia, come la stessa rilettura delle citate note sulla rivista "Notizie degli Scavi di Antichità" di fine Ottocento, concorrono a definire in modo più esaustivo e sfaccettato l'immagine della città nel periodo di cui ci occupiamo. Si è dato molto spazio ai resoconti d'epoca la cui rilettura appunto ha fornito altri spunti, riproponendo interi brani sconosciuti ad un più vasto numero di lettori".