Corbaccio: Exploits
Montagna maestra di vita. Sulle orme di Viktor Frankl, autore di «Uno psicologo nei lager»
Klaus Haselböck, Michael Holzer
Libro: Libro rilegato
editore: Corbaccio
anno edizione: 2021
pagine: 180
Viktor Frankl, l'autore di "Uno psicologo nei lager", considerava l'alpinismo un'attività per rafforzare le proprie risorse interiori: contro la paura del vuoto, contro i fantasmi del passato e contro il nazismo. Un'attività il cui ricordo gli ha consentito di sopravvivere in quattro campi di concentramento e, quando è potuto tornare ad arrampicare, la montagna è stata la cura più adatta per recuperare forza, fiducia e speranza. In montagna, nelle Alpi, lo psichiatra Viennese, celebre in tutto il mondo, tornava a essere «semplicemente Viktor» come scrive la moglie Elly Frankl, «non un alpinista eccezionale che si dedicava alla sua passione, bensì un amico della montagna dal più profondo del cuore». Michael Holzer e Klaus Haselböck hanno deciso di seguire le tracce di Frankl lungo le pareti delle Alpi da lui più amate accompagnando ogni salita con una riflessione sulla storia personale, professionale ed esemplare di Frankl. Il risultato è un libro unico che, con il contributo di Elisabeth Lukas, psicoterapeuta allieva di Frankl, con la prefazione del professor Daniele Bruzzone per l'edizione italiana e con fotografie d'epoca, restituisce un ritratto esemplare di uno dei giganti del pensiero del Novecento: Viktor Frankl, psichiatra, filosofo e guida alpina.
L'ultima sfida. Gli ottomila d'inverno
Émilie Brouze, Bérénice Rocfort-Giovanni
Libro: Libro rilegato
editore: Corbaccio
anno edizione: 2020
pagine: 168
Alpinismo invernale. È la ricerca del limite definitivo, nelle condizioni più estreme per il corpo e per lo spirito. Solo una manciata di alpinisti è abbastanza forte da salire a più di 8000 metri di altitudine con temperature che scendono a 50 gradi sotto zero e venti che soffiano a 150 chilometri l'ora. È la prova suprema, è l'ultima frontiera, l'ultima sfida. Il recupero spettacolare di Élisabeth Revol sul Nanga Parbat a 8125 metri nel gennaio 2018 da parte di Denis Urubko e Adam Bielecki, così come il tentativo di salvataggio di Daniele Nardi e Tom Ballard del 2019, hanno portato alla ribalta dei media una pratica ancora poco conosciuta: l'himalaysmo invernale. Ma chi sono gli alpinisti che si dedicano a questa disciplina oltre ogni limite? Quali sono le motivazioni che li spingono e qual è la storia di questo modo di fare alpinismo? Pochi osano avventurarsi in Himalaya durante la stagione più ostile. E moltissime, per contro, sono le tragedie avvenute. Grandissimi alpinisti, come Anatolij Boukreev, Jean-Christophe Lafaille, Tomasz Mackiewicz, non sono mai più tornati indietro. Eloquente è la testimonianza dell'italiano Simone Moro, una delle figure di punta dell'alpinismo invernale, così come affascinanti sono i dialoghi con la Revol e i suoi soccorritori, instancabili «Guerrieri del ghiaccio», come sono stati definiti gli alpinisti polacchi, specialisti dell'inverno. Attraverso una minuziosa ricerca e interviste ai protagonisti diretti (come, ad esempio, Krzysztof Wielicki e Leszek Cichy, che per primi hanno salito un ottomila in inverno, l'Everest, ma anche la stessa Revol, Moro, e altri ancora), le autrici hanno deciso di entrare in questo universo insensato, restituendo un libro che si rivolge a tutti coloro che sono affascinati da questi «conquistatori dell'inutile».
I conquistatori del cielo. Gli anni ruggenti dell'alpinismo himalayano
Scott Ellsworth
Libro: Libro rilegato
editore: Corbaccio
anno edizione: 2020
pagine: 420
Mentre cresceva la tensione fra le potenze europee negli anni Trenta del XX secolo, in Himalaya si stava già combattendo una battaglia di altro genere. I migliori alpinisti provenienti dal Regno Unito, dalla Germania nazista e dagli Stati Uniti avevano attrezzato i loro campi base alle pendici degli Ottomila, sperando di conquistare le vette più alte, comprese l'Everest e il K2. Diversamente dagli alpinisti di oggi, disponevano di pochissime mappe e fotografie, non avevano bombole d'ossigeno efficienti, indossavano scarponi di cuoio e giacconi di tweed. Ma contro ogni pronostico, andarono più in alto di quanto fosse possibile immaginare. E non appena raggiunsero dei record di altitudine straordinari, su di loro si concentrò l'attenzione dei media e della politica mondiale. Gli alpinisti venivano assediati dalla stampa alle stazioni dei treni indiani, erano celebrati in film e in rappresentazioni teatrali. James Hilton creò la mitica Shangri-La in Orizzonte perduto mentre un eccentrico alpinista inglese di nome Maurice Wilson partiva per il Tibet per scalare l'Everest da solo e a bordo di un biplano che aveva appena imparato a pilotare. Intanto, nei corridoi del ministero nazista per la propaganda, i gerarchi scoprivano l'importanza di piantare la bandiera tedesca su un Ottomila. Ambientato a Londra, a New York, in Germania, in Tibet e in India, I conquistatori del cielo è una storia non solo di alpinismo, ma anche di passione e ambizione, coraggio e follia, tradizione e innovazione, tragedia e trionfo. Ellsworth si muove fra le strade di Manhattan e di Berlino e le pareti scoscese del Nanga Parbat, in mezzo alle rivolte nel Kashmir e nel paesaggio rarefatto della Nuova Zelanda, dove un uomo di nome Hillary sognava di salire in cima all'Everest.
Malato di montagna
Hans Kammerlander
Libro: Libro in brossura
editore: Corbaccio
anno edizione: 2020
pagine: 288
Chi è quest'uomo che non teme alcun rischio e che in montagna ha prestazioni quasi disumane? È lui stesso a parlarci di sé, a raccontarci la sua storia e il perché l'avventura estrema sia diventata per lui uno stile di vita. Hans Kammerlander ha cominciato a scrivere questo libro al campo base del Kangchenjunga, il primo dei tre ottomila che voleva scalare nella primavera del 1998, e lo ha continuato in ospedale dopo aver dovuto interrompere la sua «Trilogia» himalayana dal momento che, durante la sua discesa dalla montagna, gli si erano congelate le dita dei piedi. Ci racconta la sua vita tra roccia e ghiacci, le sue avventure nella zona della morte, e la sua passione per la montagna che lo ha condotto, fin da giovanissimo, sulle più impervie pareti e sulle cime più alte del mondo. Il ritratto delineato dal giovane Kammerlander di se stesso è quello di un uomo «estremo» ma non per questo meno intensamente umano. Un libro per chi ama la montagna e per tutti coloro che vogliono capire cosa significa superare il limite.
Il figlio dell'esploratore
Roman Dial
Libro: Libro rilegato
editore: Corbaccio
anno edizione: 2020
pagine: 360
All'alba del 10 luglio 2014, il ventisettenne Cody Dial, figlio dello scienziato ed esploratore Roman Dial, si inoltrò nel Corcovado National Park, una foresta pluviale costaricana perlopiù inesplorata, nascondiglio di bracconieri e trafficanti di droga. Con sé aveva un machete e lo zaino; prima di partire inviò un'email al padre in cui spiegava che avrebbe compiuto un trekking di quattro giorni off-trail , al di fuori di qualsiasi pista tracciata. Fu l'ultima notizia che la famiglia ricevette da Cody... Senza più notizie dal figlio, Roman partì immediatamente per il Corcovado National Park, cercando informazioni da chiunque potesse sapere qualcosa, trafficanti compresi, e interrogandosi costantemente sulla sua responsabilità di padre e modello nei confronti di un figlio deciso a seguirne le orme. La ricerca durò due anni, due anni in cui la speranza lasciò progressivamente il posto alla certezza di poter trovare solo i resti di Cody. Narrato come una detective story ambientata in uno dei luoghi più selvaggi e splendidi del pianeta, questo libro è un viaggio di scoperta interiore per capire se stessi e le persone che amiamo di più al mondo, un racconto drammatico nella tradizione di "Nelle terre estreme".
Quattordici volte ottomila
Edurne Pasaban, Josep M. Pinto
Libro: Libro in brossura
editore: Corbaccio
anno edizione: 2020
pagine: 288
«Ho raccontato più volte che la sfida dei quattordici ottomila è nata con una storia d'amore e lo strano è che le mie parole sono sempre state interpretate in senso figurato, quando invece erano reali. Ma forse non è poi così strano, visto che quanto mi accingo a dire adesso non l'ho quasi mai rivelato…» Un libro confessione, questo di Edurne Pasaban, una fra i maggiori interpreti dell'himalaysmo contemporaneo, che racconta di un'adolescenza trascorsa più fra i boschi e le montagne che in discoteca e che prosegue con l'ineluttabilità di una passione invincibile: quella per l'alpinismo. Una passione che non le ha impedito di laurearsi in ingegneria e di lavorare per anni nell'azienda di famiglia prima di fare dell'alpinismo la sua professione, una scelta quasi obbligata per chi matura la determinazione di salire tutti i quattordici ottomila. Perché Edurne Pasaban ha deciso da subito di non entrare nel mondo della roccia e del free climbing, ma di puntare all'alpinismo affascinante e avventuroso degli ottomila. La sfida più ardua, soprattutto per una donna che si muove in un ambiente tradizionalmente maschile e ancora machista, ma in cui Edurne Pasaban ha saputo imporsi con autorevolezza tecnica, spirito di sacrificio e con la propria femminilità.
Da sola. La mia passione per gli ottomila
Gerlinde Kaltenbrunner, Karin Steinbach
Libro: Libro in brossura
editore: Corbaccio
anno edizione: 2020
pagine: 352
Gerlinde Kaltenbrunner è una delle alpiniste d'alta quota di maggior successo. Nel 2011 è arrivata in vetta al K2, il suo quattordicesimo ottomila (nona donna al mondo), dopo aver conquistato, nel 2008, il Dhaulagiri, sul quale aveva rischiato la morte un anno prima. Nel 2009 ha raggiunto con il marito Ralf Dujmovits la vetta del Lhotse che l'aveva in precedenza costretta due volte alla ritirata, il 23 maggio 2010 è arrivata in vetta all'Everest dal versante Nord. Infermiera diplomata, ha ripetutamente dimostrato di saper valutare bene i rischi, per esempio nel 2005 sullo spigolo settentrionale dell'Everest, dove Gerlinde Kaltenbrunner salvò la vita a un compagno, non esitando a interrompere la spedizione in un momento in cui aveva la vetta già davanti agli occhi. La Kaltenbrunner sale gli ottomila senza ossigeno e senza portatori d'alta quota. Per l'alpinista austriaca i record e le vittorie sono solo un aspetto secondario della sua attività, tant'è, per esempio, che ha raggiunto la vetta del Broad Peak in compagnia della sua principale concorrente, la spagnola Edurne Pasaban. Le cose che più contano per lei sono la bellezza delle montagne, i momenti magici nei campi in alta quota e l'incomparabile felicità di arrivare in vetta, poco importa se nell'Himalaya o sui monti di casa.
I miei 4000 sulle Alpi. Le 82 vette più alte dell'arco alpino: l'avventura meravigliosa di una donna normale
Marlies Czerny
Libro: Libro rilegato
editore: Corbaccio
anno edizione: 2020
pagine: 228
«Il primo trekking in montagna è stato solo un tentativo, perché dovevo smaltire dei giorni di ferie: sarei stata fisicamente in grado? Avrei sofferto l’altitudine? Come mi sarei sentita in cima a un quattromila?» Dieci anni più tardi Marlies Czerny ha salito tutti i quattromila delle Alpi. In questo libro non solo rende il lettore partecipe delle sue imprese e dei luoghi meravigliosi che ha attraversato, ma racconta anche in modo immediato e autentico come le cime più alte delle Alpi le abbiano profondamente cambiato la vita.Salire montagne come il Cervino il Bianco o il Mönch per Marlies Czerny ha poco a che fare con la velocità o con il grado di difficoltà,bensì con la felicità, il coraggio,la paura, l’amicizia, il cambiamento e la consapevolezza che raggiungere la vetta della felicità sia possibile.I miei 4000 sulle Alpi è il racconto appassionante di una donna«normale» che ha compiuto un’impresa «eccezionale».Un bellissimo libro di montagna,di alpinismo, di natura, che insegna a cercare nuovi traguardi e nuovi equilibri.
L'Orco, il Monaco e la Vergine. Eiger, Mönch, Jungfrau e dintorni: storie dal cuore ghiacciato d'Europa
Paolo Paci
Libro: Libro rilegato
editore: Corbaccio
anno edizione: 2020
pagine: 288
Questo libro è un viaggio tra cime, valli, villaggi e personaggi della Belle Époque alpina: cent'anni di sorprendente sviluppo economico e sociale, dalla metà del XIX alla metà del XX secolo, che hanno radicalmente mutato la percezione delle Alpi svizzere, facendone la locomotiva dell'industria turistica internazionale. Dalle prime spa ai grandi alberghi, fino all'invenzione di uno «stile alpino» artificiale che è diventato standard in tutto il mondo. E soprattutto con l'alpinismo, vero carburante di questo sviluppo, dalle conquiste della Golden Age alla corsa alle pareti nord degli anni Trenta. Nel nostro itinerario incontreremo i personaggi veri e di finzione, che sono stati protagonisti di questa storia: Leslie Stephen, J.R.R. Tolkien, James Bond, Mark Twain, Winston Churchill, Sherlock Holmes, Paul Klee, Tartarino di Tarascona, Richard Wagner, Baden Powell e tanti altri che, con i loro talenti, aspirazioni, visioni, hanno rimodellato il cuore ghiacciato d'Europa.
La salita impossibile. Free solo su El Capitan. Alex Honnold e una vita in parete
Mark Synnott
Libro: Copertina rigida
editore: Corbaccio
anno edizione: 2019
pagine: 384
Il free solo di Alex Honnold su El Capitan Alex Honnold è una gemma rara, il diamante più prezioso che le formazioni rocciose di Yosemite siano riuscite a produrre. Perché Alex sembra appartenere al granito stesso sul quale arrampica con movimenti aggraziati ed eleganti, incollato a invisibili appigli. La sua impresa clamorosa - salire la via Freerider su El Capitan in free solo, quindi senza corda né assicurazione - è stata talmente impressionante da un punto di vista tecnico e soprattutto umano, che il documentario della salita girato in presa diretta dal grande fotografo e alpinista Jimmy Chin ha vinto inevitabilmente il premio Oscar. Non poteva che venirne fuori un film potente, grandioso ed estremamente sincero. Perché dietro questo alpinista estremo si nasconde un uomo, bizzarro e geniale al tempo stesso, erede ideale delle generazioni di climber che l'hanno preceduto. Un frutto della controcultura hippie degli anni Settanta, quando a Yosemite si radunavano alpinisti stravaganti, emarginati ma anche fortissimi, come in una Woodstock della montagna. Mark Synnott, amico di Alex ed esponente di spicco della generazione che l'ha preceduto, non solo riesce, da un punto di vista unico e privilegiato, a farci rivivere «in diretta» la tensione della storica arrampicata «impossibile» di Alex Honnold, ma ci immerge anche nell'atmosfera dell'età dell'oro di Yosemite, come se fossimo anche noi lì, intorno al fuoco, dopo una giornata in parete, a scambiarci storie con i compagni di cordata.
Sulle ali di un Ape
Paolo Brovelli
Libro: Libro in brossura
editore: Corbaccio
anno edizione: 2019
pagine: 544
Nel 1998, nell'ambito delle celebrazioni del cinquantesimo anniversario dell'Ape Piaggio, Paolo Brovelli e Giorgio Martino (architetto, fotografo, viaggiatore estremo) hanno progettato l'EurAsia Expedition: un itinerario di esplorazione e ricerca attraverso il continente eurasiatico. A bordo di due Ape TM703, appositamente allestite dalla Piaggio, sono partiti da Lisbona il 30 Aprile per arrivare a Pechino il 28 Novembre, dopo aver percorso 25.000 chilometri in 200 giorni, attraversando 20 Paesi ad una media di 120/130 chilometri al giorno. Mossi esclusivamente dalla grande passione per la scoperta, per il contatto con popoli diversi, dallo spirito d'avventura, hanno toccato - tra strade impervie, dissestate o semplici piste e niente più alcune delle regioni più remote e sconosciute (ma quanto mai affascinanti) della Terra. Dall'altopiano anatolico a quello tibetano; dai deserti del Turkmenistan alla pianura del Gange; dagli antichi centri carovanieri dell'Asia centrale alle città della Cina classica; dal Karakorum all'Himalaya. Paesaggi diversissimi, scenari etnici e politico-sociali agli antipodi, cercando di superare la distanza - fisica, ma soprattutto mentale - tra Oriente e Occidente, di ritrovare quel contatto tra le due civiltà che sembra sempre più destinato a perdersi.
L'oscurità bianca. Il tragico destino di un uomo solo nell'Antartide
David Grann
Libro: Libro rilegato
editore: Corbaccio
anno edizione: 2019
pagine: 144
Henry Worsley era un marito devoto, un padre affettuoso e un ufficiale decorato dei reparti speciali dell'Esercito inglese, che credeva nell'onore e nello spirito di sacrificio. Ma era anche un uomo con un'ossessione: Worsley era ossessionato dal mito di Ernest Shackleton, l'esploratore polare che per primo cercò di raggiungere il Polo Sud e di attraversare l'Antartide a piedi. Shackleton non realizzò mai il suo sogno, ma riuscì a salvare i suoi uomini da morte certa assurgendo a statura di leader leggendario. Worsley era irresistibilmente attratto da queste imprese, acquistò cimeli e resoconti dei viaggi di Shackleton spendendo una fortuna, modellò il suo stile di comando su quello di Shackleton e decise che sarebbe riuscito là dove Shackleton aveva fallito: nella terra più inospitale al mondo. Nel 2008 compì un viaggio in Antartide con due discendenti dell'equipaggio dell'Endurance, e nel 2015, all'età di cinquantacinque anni, salutò la famiglia e gli amici e partì da solo con l'obiettivo di attraversare l'Antartide a piedi.

