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EDIFIR: Architetti del Novecento. Storia e archivi

Ignazio Gardella. L'arte del mostrare

Ignazio Gardella. L'arte del mostrare

Fabio Fabbrizzi

Libro: Libro in brossura

editore: EDIFIR

anno edizione: 2025

pagine: 216

Come pochi altri architetti della sua generazione, Ignazio Gardella è un autore la cui opera è stata straordinariamente scandagliata dalla critica e dalla pubblicistica fin dagli anni Trenta del Novecento. Il suo percorso progettuale, infatti, è spesso segnato, e talvolta chiarificato, da contributi interpretativi di grande rilievo realizzati da parte di studiosi, storici e architetti. Grazie anche a questi contributi, capaci di disvelare le molte chiavi di lettura dell’intero suo percorso architettonico, la sua figura è ormai storicizzata come una tra le più significative all’interno dell’architettura del secondo Novecento Italiano. Cosa aggiungere, allora, a quanto nel tempo è stato già detto e cosa rilevare all’interno della sua poliedrica espressività per poter andare oltre a quei temi che ne hanno costruito la sostanza progettuale? Italo Calvino amava dire che è “classico” tutto quello che ancora oggi ha la capacità di dire qualcosa al presente, è quella forza che rimane viva comunque, anche quando il linguaggio di un’espressione pare essere datato, è una struttura sottesa fatta di soli principi che restano in piedi indipendentemente dalle epoche che li hanno prodotti; è, insomma, una dimensione spirituale prima che fisica, che ha la forza di perdurare nel tempo come un vero e proprio modello esemplare. L’opera di Gardella, e in particolare quella legata all’allestimento e alla museografia, ha la capacità di parlare ai nostri giorni in quanto portatrice di differenza, espressione di misura, ma anche ricerca di una strada ancora da intraprendere. E questo suo parlarci la rende classica, perché si rivolge alle voci del nostro presente, con cui si lega, crea relazioni, forma innesti, per poi sfociare in una capacità generativa che produce a sua volta ricerca, innovazione, visione e progresso.
26,00

Pier Niccolò Berardi. Architettura della tradizione a Maratea

Maurizio Bugno, Carolina De Falco, Andrea I. Volpe

Libro: Libro in brossura

editore: EDIFIR

anno edizione: 2024

pagine: 132

Pier Niccolò Berardi (Fiesole 1904-Milano 1989), noto alla storiografia di architettura per essere stato uno dei membri del Gruppo Toscano che vinse, nel 1933, il concorso per il nuovo Fabbricato Viaggiatori di Santa Maria Novella, comincia solo recentemente a emergere dal cono d'ombra proiettato dalla fama del capogruppo Giovanni Michelucci, al quale si attribuisce l'esclusiva paternità dell'iconico progetto razionalista. Compagno di studi di Luigi Vietti a Roma, dopo la Laurea nel 1929 con Marcello Piacentini, Berardi è coinvolto da Giuseppe Pagano nella mostra sull'architettura rurale alla VI Triennale con una serie di splendide fotografie di case coloniche in Toscana. Berardi consolida il suo interesse per l'architettura della tradizione, che rimarrà costante, attento all'inserimento nel paesaggio, sia delle numerose ville realizzate negli anni Sessanta-Settanta, fra cui La Gabbiola, Silva Honorati a Punta Ala (dove realizza pure l'Hotel Alleluja) e Nasi a Torino, sia del rinomato Museo Richard Ginori a Sesto Fiorentino, del 1965. Particolare rilievo assume l'attività di Berardi negli anni Cinquanta a Maratea, contestualizzata nell'ambito dell'Italia post-bellica attraversata da progetti di industrializzazione e dagli interventi della Cassa per il Mezzogiorno. Maratea in quegli anni gode di una ribalta senza precedenti, documentata da cronaca, documentari e letteratura. A partire dal 1953, Berardi è coinvolto nell'ambizioso progetto di sviluppo industriale e turistico dovuto ai conti Rivetti di Valcervo, tra cui la costruzione del celebre hotel Santavenere, meta di personaggi illustri, le cui bianche arcate sono oramai parte del paesaggio. Dall'adattamento della Torre cinquecentesca a residenza Rivetti alle case, di nuovo impianto o ristrutturate, traspare l'impegno di Berardi nei confronti della preesistenza storica e di quel paesaggio amato, fotografato e dipinto, di cui conserverà memoria nei progetti successivi. Introduzione di Marco Romoli.
25,00 23,75

Casa Esagono di Vittorio Giorgini. Progetto, restauro e nuova destinazione

Libro: Libro in brossura

editore: EDIFIR

anno edizione: 2024

pagine: 144

Casa Esagono (1957-1960) è un’opera architettonica in legno a moduli esagonali, sospesa tra gli alberi, realizzata a Baratti da Vittorio Giorgini (1926-2010). Residenza estiva dell’architetto fiorentino fino al 1968, la casa diveniva il ritrovo di amici artisti e intellettuali, come Robert Sebastian Matta e Gordon Matta Clark, André Bloc, Emilio Villa, Isamu Noguchi, Aurelio Ceccarelli ed Emilio Vedova. Il volume racconta la genesi di questa significativa opera di sperimentazione (e la storia del suo autore), il suo oblio e la sua rinascita, fino ai recenti lavori di restauro e di consolidamento che le hanno restituito l’aspetto originario e la solidità strutturale.
24,00 22,80

Architettura come opera. Italo Gamberini e la sede fiorentina della RAI. Dialogo con Loris Macci

Fabio Fabrizzi

Libro: Libro in brossura

editore: EDIFIR

anno edizione: 2021

pagine: 144

L’edificio della sede fiorentina della RAI, mostra ancora intatta tutta la sua innegabile “freschezza”. Ripartire oggi da quella caratteristica come chiave per una possibile odierna rilettura dell’edificio e dell’intera poetica del suo autore, significa, innanzitutto, soffermarsi sulla veridicità che ognuna delle architetture di Italo Gamberini possiede, comprendere quel bilico prezioso tra molti aspetti diversi che rivela ogni sua architettura, disvelando la propria dimensione al contempo reale e spirituale. Architettura come opera, quella della sede fiorentina della RAI, ovvero, architettura fatta di materia, di tecnica e di misura, ma anche di simbolo e di figura, cioè di un valore e di un significato ulteriori, capaci di affermare un autentico ragionamento sull’uomo. Un ragionamento che in virtù della sua dimensione accogliente e relazionante, è in grado di esprimere il delicato quanto fuggevole punto di contatto non solo tra la forma, la funzione e l’uso, quanto soprattutto tra il significato e il senso. Questo libro sulla sede fiorentina della RAI, attraverso la rilettura di quello che potrebbe essere definito come “il capolavoro della sua stagione di mezzo”, si pone come un ulteriore tentativo all’interno della generale sistematizzazione dell’opera gamberiniana. Oltre ad aggiungere conoscenza su un importante tassello della storia recente dell’architettura fiorentina, ha anche lo scopo di disvelare da questa stessa opera, una possibile cosmogonia teorica e operativa della composizione architettonica, all’interno della quale i principi enunciati, i temi percorsi e le tematiche applicate nell’edificio fiorentino, possono essere riletti e interpretati quali veri e propri centri propulsori del fare progetto, e per questo, consegnati alla generazione odierna e a quelle future, quale patrimonio da non disperdere.
24,00 22,80

Le dimensioni dell'abitare la lezione fiorentina (1948-1968)

Stefano Gambacciani

Libro: Libro in brossura

editore: EDIFIR

anno edizione: 2021

pagine: 224

L'architettura residenziale, nelle sue diverse e molteplici declinazioni, sebbene non solo rappresenti lo spazio esistenziale primo, quello che più intimamente investe la dimensione umana, ma allo stesso tempo costituisca gran parte della trama e del disegno urbano di ogni città, viene sempre più spesso "snobbata" dall'architetto -impegnato" che, il più delle volte, si concentra su temi monumentali, di grande impatto, edifici pubblici e di rappresentanza, iconici segni urbani, spesso soltanto gigantesche esercitazioni stilistiche. Un tema, quello dell'abitare, che trova a Firenze, proprio nel ventennio che va dal 1948 al 1968, una stagione estremamente prolifica, con molti episodi significativi, "genuina" e fortemente innovativa, tanto da portare con sé, anche se legate al territorio e alla -cultura" fiorentina, un tesoro di esperienze dal valore universale, a-temporale e tutt'oggi ancora ricche di contenuti informativi. Una stagione in cui il concetto del "costruire" è sinonimo di professionalità. Un professionismo colto, costantemente vigile nei confronti delle capacità espressive della materia, attento alla definizione del dettaglio e al -buon costruire", capace di generare architettura di alto livello, in grado di qualificare il tessuto urbano creando quella "qualità diffusa- che caratterizza l'ambiente come sistema di luoghi significativi. Lezione quindi, non solo di pochi "maestri", ma anche di molti architetti e ingegneri che hanno esercitato la professione con estrema dedizione, impegno ed etica.
25,00 23,75

La Livorno di Francesco Tomassi. Vuoto strada colore

La Livorno di Francesco Tomassi. Vuoto strada colore

Luca Barontini

Libro: Libro in brossura

editore: EDIFIR

anno edizione: 2018

pagine: 120

Francesco Tornassi nasce a Viterbo nel 1934, studia a Pisa dove si laurea nel 1959 in Ingegneria civile con relatore Fernando Clemente; nel 1972 si laurea in Architettura a Firenze con relatore Pier Luigi Spadolini. Anche se ha avuto lo studio sia in centro storico a Pisa (lungarno Buozzi), sia nel cuore di Livorno (via degli Avvalorati, via Roma e via Borra), oggi vive e lavora nella sua casa-studio nella campagna di San Giuliano Terme. Svolge dai primi anni '60 in Italia e all'estero un'intensa attività di ingegnere e architetto per committenze fra le più prestigiose. Coltissimo estimatore del territorio toscano, si ricordano, a Pisa, la Sede del Partito Comunista, il Palazzo dei Congressi e Facoltà di Economia e Commercio, i restauri e la biblioteca della Scuola Normale in piazza dei Cavalieri, il restauro della Sede della Scuola Superiore Sant'Anna. A Viareggio, architetture straordinarie sono: il Mercato ittico e la Cittadella del Carnevale. Livorno è la città che vede il maggior numero di opere: numerosi complessi residenziali, la Casa del Popolo - sezione Stazione, i restauri nella Venezia Nuova, l'ampliamento del Cimitero della Misericordia. Membro di giurie internazionali, ha pubblicato i suoi progetti di architettura in Italia e all'estero su numerose riviste e manuali prestigiosi. È importante pittore dal 1979, quando iniziò a dipingere "alla scaramantica età di 45 anni". Ha esposto in luoghi importanti a Livorno, Viareggio, Pisa e Barcellona. Ancora oggi, porta avanti l'attività di ingegnere-architetto e pittore con spassionata dedizione e "ostinato rigore".
14,00

Gherardo Bosio. Opera completa 1927-1941

Riccardo Renzi

Libro: Libro in brossura

editore: EDIFIR

anno edizione: 2016

pagine: 368

Gherardo Bosio (1903-1941) si colloca in maniera decisa all'interno della cultura architettonica degli anni Trenta grazie a progetti realizzati sia in Italia che all'estero. Dopo un iniziale periodo formativo a Roma, è uno dei primi laureati alla Scuola Fiorentina di Architettura e membro del primo Gruppo Toscano Architetti. Unitamente alla didattica come docente di Composizione Architettonica dell'ateneo fiorentino, Bosio unisce una costante attività di collaborazione con le maggiori riviste del tempo ed una proficua ed intensa attività lavorativa. La partecipazione alla V Triennale milanese del 1933, che segue quella alla Mostra di Architettura Razionale del 1932, lo consacra alla ribalta nazionale. La realizzazione della Casa del Golf Club di Firenze invece, grazie a pubblicazioni sulle maggiori riviste straniere, amplifica la sua fama nel panorama internazionale. Nel 1936 Bosio è uno dei primi tecnici a partire per l'Africa Orientale Italiana, per la quale progetta le maggiori città con principi compositivi d'avanguardia e grazie alle quali diviene uno dei maggiori esperti di urbanistica coloniale. Grazie a queste esperienze nel 1939 viene chiamato a dirigere l'Ufficio Centrale per l'Edilizia e l'Urbanistica Albanese a Tirana, dove ha modo di realizzare i principali edifici per la città e di coordinare i maggiori piani regolatori per i centri urbani della nazione.
60,00 57,00

Giovanni Michelucci. Lo spazio che accoglie

Fabio Fabbrizzi

Libro: Libro in brossura

editore: EDIFIR

anno edizione: 2015

pagine: 139

Il volume raccoglie gli scritti dell'autore su varie tematiche percorse da Giovanni Michelucci nella sua lunga ricerca progettuale. Il tema dell'accoglienza, vero nucleo teorico e operativo attorno al quale ruota tutta la sua opera, si esprime attraverso le diverse declinazioni della cosiddetta "variabilità", ovvero quel particolare modo di pensare la forma architettonica partendo non da una visione aprioristica ma dalle infinite e mutevoli relazioni che concorrono a formarla. Da qui si snoda un itinerario critico che affronta visioni, opere e progetti sotto questa medesima chiave di lettura. Il volume è corredato degli schizzi del Maestro toscano, coservati presso la Fondazionie Michelucci di Fiesiole.
22,00 20,90

Arte e architettura. L'esperienza teorica nell'opera di Leonardo Savioli

Arte e architettura. L'esperienza teorica nell'opera di Leonardo Savioli

Letizia Nieri

Libro: Libro in brossura

editore: EDIFIR

anno edizione: 2013

pagine: 272

Nel paradigma classico il disegno è rivelazione di verità e rappresentazione del pensiero filosofico; esso è in relazione alla realtà e all'apparire, mentre in quello tecnico-scientifico, prevale sempre più il segno fino alla cosiddetta morte della rappresentazione per cui il disegno si fa sempre più simulacro del vero. Fino al XVIII secolo, nella storia del disegno in architettura, prevale il pensiero classico per il quale è strettamente funzionale alla conoscenza delle leggi immutabili della natura e dove la tecnica serve appunto allo svelamento della verità. Successivamente cadono i miti, i grandi valori scompaiono e l'uomo comincia a vivere fuori dai fondamenti del passato. Nel dopoguerra in Italia si fa avanti il nuovo regionalismo che si traduce nell'espressionismo della quotidianità neorealista di Giovanni Michelucci, nell'organicismo con la componente umanista come elemento di persuasione di Leonardo Ricci e nel metodo di contaminazione di linguaggi figurativi come condizione subliminale di Leonardo Savioli. Savioli lavora sul concetto di arte come fare come formare il cui contenuto è l'artista in se stesso e il suo spirito. Attraverso le Lezioni universitarie, gli Scritti, il Carteggio, il Corpus dei disegni grafico-pittorici, delle pitture e delle architetture, si evidenzia cosi una nuova forma di spazio, che nasce dall'integrazione metodologica fra arti figurative e architettura.
24,00

Leonardo Savioli. Ipotesi di spazio: dalla «casa abitata» al «frammento di città»

Leonardo Savioli. Ipotesi di spazio: dalla «casa abitata» al «frammento di città»

Carolina De Falco

Libro: Libro in brossura

editore: EDIFIR

anno edizione: 2013

pagine: 166

Considerato da Argan per la "modernità addirittura d'avanguardia connessa alle essenze storiche" e nonostante gli ulteriori riconoscimenti da parte di Portoghesi e di Zevi nell'ambito della storiografia architettonica, Leonardo Savioli resta ancora in gran parte in ombra. Allievo di Michelucci e maestro di Natalini, primo premio alla Biennale di San Paolo del Brasile (1953), con una giuria composta da Rogers, Le Corbusier e Sert, e primo premio al concorso a Cannes (1971), giudicato da Bakema e Kahn, Savioli rappresenta, all'interno del quadro storico, poliedrico e complesso, che va dalla ricostruzione postbellica all'inizio degli anni ottanta, un architetto di respiro internazionale. Il volume propone un'attenta rilettura critica della sua opera, condotta sugli oltre cento progetti del fondo conservato presso l'Archivio di Stato di Firenze, nel doppio ambito, fortemente intrecciato, dell'edilizia residenziale e del contesto urbano. Dalla scomposizione neoplastica degli elementi all'autonomia delle cellule spaziali, attraverso il montaggio brutalista di "pezzi" prefabbricati, al fine di favorire l'autonomo intervento compositivo dell'utente, la ricerca di Savioli interseca movimenti e tendenze dell'architettura del Novecento, proponendo quel tema della centralità dello spazio "vissuto" dall'uomo tornato oggi, nella società globalizzata, di flagrante attualità.
22,00

Architetti e ingegneri italiani in Albania

Architetti e ingegneri italiani in Albania

Libro: Libro in brossura

editore: EDIFIR

anno edizione: 2013

pagine: 189

Il volume raccoglie gli atti del Convegno sull'architettura italiana in Albania negli anni 1920-1940, che si è svolto a Tirana il 5-6 dicembre 2011, organizzato dal Dipartimento di Architettura - disegno, storia, progetto della Facoltà di Architettura dell'Università di Firenze in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Urbanistica della Facoltà di Ingegneria Edile, parte dell'Università Politecnica di Tirana. La pubblicazione mette in luce alcuni aspetti importanti: l'importanza dei valori materiali e concettuali urbanistici e architettonici che la generazione degli architetti italiani degli anni 1920-1940 ha prodotto e consegnato al territorio albanese fino ai giorni nostri. Dopo oltre mezzo secolo, è necessaria a mente fredda la rivalutazione di questa architettura, prendendo in considerazione i pregi e le qualità di queste opere, ormai parte molto importante delle città albanesi e parte del patrimonio comune dei nostri popoli. L'importanza degli interventi e del materiale iconografico inedito ritrovato negli archivi dell'Istituto Luce, rendono la pubblicazione una pietra miliare nello studio dell'architettura albanese del Novecento.
15,00

Italo Gamberini. Architetto (1907-1990). Inventario dell'archivio

Italo Gamberini. Architetto (1907-1990). Inventario dell'archivio

Rosamaria Martellacci

Libro: Libro in brossura

editore: EDIFIR

anno edizione: 2011

pagine: 366

"Scrivere di Gamberini Architetto non è cosa difficile: ci si guarda attorno per Firenze, si va all'Archivio di Stato per vedere cosa è rimasto dei suoi progetti ante alluvione 1966 - il post vi è al completo, compreso l'Archivio stesso. Scrivere di Gamberini Docente Universitario non è altresì difficile: si leggono i Quaderni Universitari e le sue lezioni, si contattano i suoi collaboratori e colleghi ed ex studenti di allora". (dalla Prefazione di Donatella Gamberini Giugliarelli).
26,00

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