Edizioni Feeria

Oriana Fallaci (1929-2006) ha dedicato il suo ultimo romanzo, uscito postumo con il titolo "Un cappello pieno di ciliege" (2008), alla storia della sua famiglia e delle sue radici toscane. Nella prima parte di questa vera e propria “saga” familiare, Oriana rievoca e quasi ricostruisce, con puntiglio ma anche con libertà d’invenzione, la vita nel Chianti tra XVIII e XIX secolo, con al centro la pieve di S. Leolino e l’oratorio di S. Eufrosino a Panzano. Un Chianti come “luogo dell’anima”, dunque, sul quale fanno luce i saggi contenuti in questo volume i quali, a partire da varie prospettive – letteraria, storica, sociologica, teologica –, intendono mettere in luce il genio di una narrazione al contempo colta e popolare nel senso migliore del termine. Un cappello pieno di ciliege sembra quasi uno specchio sul quale memoria e storia si intrecciano. Da un lato, i dati di una specifica condizione esistenziale, dall’altro, il desiderio, pur nelle vicissitudini storiche, di testimoniare l’amore alla vita, come Oriana stessa scrive: «Non so piegarmi all’idea che la Vita sia un viaggio verso la Morte e nascere una condanna a morte». A dieci anni dalla morte, non cessa di risuonare l’appassionato appello alla vita di Oriana Fallaci, anche in un Occidente pervaso da stanchezze e pragmatismo.

Rimarremo uniti, sapendo che la misura della nostra unione fraterna è la nostra personale unione con Cristo. È Lui la nostra unità. Attraverso di Lui fra noi circola l’amore e la vita, che sono l’Amore e la Vita stessa di Gesù, che ognuno di noi completa mettendoci senza sottrazioni la sua parte. Mi pare che il Signore Gesù voglia dirmi che, col distacco dalla cura pastorale diretta della Diocesi, devo vivere più intensamente quel sigillo del ministero apostolico che i Dodici espressero con le parole: preghiera e ministero della Parola (Atti 6, 4). Silvano Card. Piovanelli

La poesia di Emanuela Ghini, giunta qui a una nuova matura prova, lascia trasparire la ricchezza del suo mondo interiore e del suo itinerario umano e spirituale, sempre teso all'essenziale, fin dagli anni della sua formazione, vissuta nel respiro del Concilio e alla scuola di maestri quale Giuseppe Dossetti, cresciuta nel solco della spiritualità carmelitana e al tempo stesso profondamente biblica. La relazione dell'anima con Dio si fa così dialogo aperto sulle relazioni umane e sul mondo,che vivono sospesi sull'orlo del mistero.

Storia della Città di Figline Valdarno nel Meioevo

Una parola poetica vibrante che disegna un'immagine del Natale non convenzionale, ma tesa sul filo della nostra drammatica attualità. Paesaggi di carta, sono dunque i presepi, contemplati con l'occhio della poesia e con l'interrogazione e la forza dell'anima.