Globalpress Edizioni

Socrate esce dal silenzio e dalla meditazione. Ha capito in che mondo viviamo nel XXI secolo: siamo agli ultimi bagliori del tramonto dell’Occidente, e la notte è ormai alle porte. Non si adagia nell’algoritmo claustrofobico del “così va il mondo, cambiarlo è solo un desiderio fanciullesco”. Reagisce con domande: come si configura oggi il potere? Come nasce un contropotere? A che punto è lo sviluppo capitalistico? Come la ragione telematica diventa arte del dominio? Quali spazi restano per una rivoluzione? Il pensiero del nostro Socrate contemporaneo si muove sullo sfondo del materialismo storico-dialettico: non per fondare una nuova Repubblica, ma per interrogare il presente. L’alba non è la giornata, ma l’inizio di un percorso non predeterminato: “la gemma scompare quando sboccia il fiore” suggerisce Hegel; l’alba scompare quando si fa giorno, aggiunge Socrate. Ma se nulla è scritto, nella notte possiamo solo tessere la trama per un giorno migliore, un segnale di luce da opporre all’essere con il dover essere.

Gianni Della Corte è sposato con Juliette Blanchard da sette anni e lavora in una delle industrie cosmetiche più prestigiose di Francia, di proprietà del suocero Maurice. Proviene da una famiglia di viticoltori della Val d’Orcia, ama la semplicità e i sapori genuini, eppure viene stregato dal fascino snob di Juliette Blanchard, bellissima e unica figlia del ricco industriale, cresciuta nel lusso fin da piccola e abituata ad avere tutto ciò che vuole. Ben presto, però, Parigi inizia ad andar stretta a Gianni e il matrimonio tra i due entra in crisi, soprattutto a causa di lui che sogna la famiglia che la moglie non è disposta a dargli.

Don Luciano Tinarelli nasce nel 1926 a Perugia, dove vive tuttora. Negli anni cinquanta partecipa attivamente al movimento culturale che prepara il Concilio Vaticano II seguendo l’insegnamento di Don Primo Mazzolari. Sperimenta una originale pastorale giovanile nel collegio La Sapienza di Perugia, convitto nazionale per gli orfani sanitari italiani. Il giovane sacerdote, inviato dall’Arcivescovo Pietro Parente (presto un Cardinale innovatore nel Concilio), portò nel collegio un’aria fresca e amichevole. Dopo dieci anni, nel 1967, fu nominato parroco in una delle più prestigiose sedi di Perugia. Don Luciano non si adagiò nella comoda routine di tutti i giorni, ma si dedicò con tutte le sue forze, ad alcuni obbiettivi precisi: l’integrazione economica e sociale della comunità, la partecipazione di tutti i ceti, a partire dai giovani; l’apertura ecumenica a tutte le culture, secondo i concetti espressi dalla Gaudium et spes, uno dei principali documenti conciliari (emanata da Paolo VI nel 1965).

Questo libro tratta dell’Oratorio denominato Don Cesare Farkas, un sacerdote ungherese che ideò l’opera insieme al parroco di Monteluce (Perugia), don Luciano Tinarelli, racconta le vicissitudini attraverso le quali fu acquistata la Valle del Giochetto, come vi furono costruiti un edificio, una palestra, campi da gioco e fu realizzato un rimboschimento che ha trasformato l’ambiente, facendone un’oasi verde. Soprattutto è il racconto di tre, quattro generazione di giovani e di persone mature che hanno popolato l’Oratorio, lo hanno gestito, unendo l’esercizio fisico e lo svago all’approfondimento delle ragioni della fede in Dio, senza escludere nessuno, alla luce del Concilio Vaticano Secondo. La singolarità di questo volume è rappresentata dal fatto che la storia è stata raccontata da quindici persone, che l’hanno vissuta in epoche diverse. Mario Roych ha scritto una sintesi, il filo logico che lega le diverse fasi. Ha potuto farlo soprattutto ascoltando per oltre cento ore il testimone più insigne: don Luciano Tinarelli. Senza la sua ostinazione e la sua guida culturale oggi non potremmo avere una struttura così importante, al servizio dei fedeli e di tutti i cittadini.

Chessy è una disegnatrice di moda che abita e lavora a Roma, ha perso da poco entrambi i genitori quando apprende della morte dell’unico fratello del padre, lo zio Antonio; la cui ultima volontà è quella di lasciare alla nipote la proprietà della casa sulle sponde del lago Trasimeno. Fermamente decisa a vendere la casa al più presto, si reca nel piccolo borgo lacustre per visionarla, ma complici l’atmosfera del paesaggio, il riaffiorare di vecchi ricordi e un incontro inaspettato, Chessy deciderà di trasferirsi al lago. Venderà la casa a Roma, dove aveva vissuto con i suoi genitori, perché ormai troppo piena di tristi ricordi, ma è decisa a portare almeno quelli belli con sé riempiendo qualche scatolone. Il contenuto di uno di questi, però, cambierà per sempre la sua vita e farà crollare molte delle sue certezze, catapultandola nell’Argentina del 1977, allora scenario della guerra sporca e del crudele destino dei desaparecidos.