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Nella modernità l’egemonia della ragione scientifica e strumentale ci ha resi disincantati nei confronti del mondo ovvero ci ha fatto perdere l’innocenza. Con il disincantamento non solo le cose persero una parte della loro magia, ma anche gli uomini persero la loro ingenuità. Se il mondo diventa parte del progetto umano, della sua razionalità scientifica, tecnica e strumentale, perde il suo mistero, la sua magia; gli uomini aprono gli occhi e perdono la loro innocenza. L’incantesimo è finito e l’uomo si ritrova solo nell’universo e chiuso nella sua egoità. Ridurre tutto alla pura ragione e pretendere di geometrizzare tutta la vita è, come nota acutamente Leopardi, contrario alla natura dell’uomo e del mondo. La pura ragione spoglia l’uomo della facoltà immaginativa e dissipa le illusioni. La ragione rimpicciolisce, scarnifica, è nemica di ogni grandezza: la ragione è nemica della natura: la natura è grande, la ragione è piccola. Voglio dire che un uomo tanto meno o tanto più difficilmente sarà grande, quanto più sarà dominato dalla ragione: che pochi possono esser grandi se non sono dominati dalle illusioni. Tutto si è perfezionato da Omero in poi, afferma Leopardi, ma non la poesia.

Come sarebbe alzarsi dalla scrivania, mentre col caldo di agosto hai il foglio bianco davanti e una sete da paura e andando verso il frigorifero per bere un’orzata ghiacciata, ti si parasse davanti Gabriele D’Annunzio, pronto a farsi intervistare? E non solo! Uscire di casa per andare in farmacia a comprare una pillola per il gran mal di testa che ti è scoppiato e imbattersi in Giacomo Casanova che ti fa una lezione sui maschi? E mentre rientri, rifugiarti in una chiesa per pregare di non farti diventare pazzo e ritrovarsi seduto accanto a Gesù che mentre esclami “oh Dio!”, risponde “Esatto”!!? Ecco: questo è Verosimile! Peggio per chi non crede sia vero…

Catalogo d'arte contemporanea della quarta edizione della biennale Bibart