Edizioni Alegre: Tempi moderni
Grande come una città. Reinventare la politica a Roma
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni Alegre
anno edizione: 2019
pagine: 223
Quello che avete in mano è un libro che racconta - con la voce dei molti che l'hanno inventato, sostenuto, elaborato - un movimento politico inedito, plurale e in continua trasformazione. Un movimento nato in una periferia di una città sempre più in difficoltà, che ha portato centinaia di iniziative culturali in luoghi che per anni sono stati desertificati o lasciati al puro interesse commerciale. Un movimento che nella stagione dell'antipolitica - e nella città dove politica e corruzione vanno sempre a braccetto - immagina una forma per reinventare giorno per giorno un nuovo modo di fare politica. Il 5 settembre 2018 Christian Raimo, da poco diventato assessore alla cultura del Terzo Municipio di Roma, decide di fare una «Chiamata alle arti» chiedendo a chi ha voglia di dare una mano di creare un progetto culturale sul territorio. Rispondono centinaia di persone. In un anno seguono oltre trecento incontri e circa trenta gruppi di lavoro. Un'esperienza unica nel suo genere, un intreccio tra istituzioni e movimento, tra intervento culturale e insediamento sociale. Un percorso che ha sorpreso - ed esaltato - per prime le persone che l'hanno immaginato e che sono state coinvolte. Cos'è stata, cos'è, cosa può essere "Grande come una città"? Un progetto di rigenerazione culturale di un territorio periferico, un metodo di organizzazione dell'associazionismo dal basso, il tentativo di fare pedagogia pubblica in spazi informali? Queste le domande che i suoi stessi attivisti si pongono con contenuti e forme diverse, dalla testimonianza personale al saggio. Ognuno parte da sé, dai propri desideri, passioni e competenze, creando un insieme che non comprime ma valorizza le singolarità. Viene fuori la voglia di non limitare la parola politica a un sinonimo di governance, di ricostruire nei territori un senso di comunità e di far tornare la città un luogo di incontro, partecipazione e conflitto. Prefazione di Alessandro Portelli.
La sinistra di destra. Dove si mostra che liberisti, sovranisti e populisti ci portano dall’altra parte
Mauro Vanetti
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Alegre
anno edizione: 2019
pagine: 239
Uno zombie si aggira per l’Europa: è la sinistra di destra. Mostro bicefalo i cui due volti sono il sovranismo e il liberismo, è tenuto artificiosamente in vita dalla crisi delle sinistre radicali. Un morto-che-cammina sinistrofago che succhia i cervelli delle persone, svuotandone la testa da ogni idea di riscatto sociale e solidarietà internazionale per riempirla con una sostanza gelatinosa formata, in dosi variabili, da populismo, classismo, razzismo, sessismo e nazionalismo. I sovranisti di sinistra sostengono che per uscire dalla crisi sarebbe necessario un ripiegamento all’interno dei propri confini, un ritorno alle idee di nazione e patria; rivendicano a parole Marx, Keynes e la sovranità popolare contro l’Unione europea ma propagandano xenofobia e negano la divisione in classi della società riducendola a un indistinto “popolo”. Nel frattempo il centrosinistra, che ormai ha completato il giro tanto da ritrovarsi direttamente a destra e ripartire dal via, sostiene che l’unica difesa dal nazionalismo sia l’europeismo liberista, che non fa che tutelare gli interessi dell’establishment e lo status quo succhiando il sangue della working class. Mauro Vanetti, rodato ammazzavampiri e Van Helsing del terzo millennio, col paletto di frassino di una pungente ironia e usando in modo rigoroso l’analisi marxista, fa fuori a una a una tutte queste posizioni, ristabilendo dei confini netti tra le parti, separando ciò che era tenuto forzatamente unito, e dimostrando che non è possibile prendere robe a caso e dire: «ma di sinistra, eh».
La buona educazione degli oppressi. Piccola storia del decoro
Wolf Bukowski
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni Alegre
anno edizione: 2019
pagine: 160
È in corso da anni una guerra, combattuta tra le strade delle città, contro poveri, migranti, movimenti di protesta e marginalità sociali. Le sue armi sono decoro e sicurezza, categorie diventate centrali nella politica ma fatte della sostanza di cui son fatti i miti: Furio Jesi chiamava idee senza parole gli artifici retorici di questo tipo, con cui la cultura di destra vagheggia fantomatici «bei tempi andati» di una società armoniosa. Lo scopo è cancellare ogni riferimento di classe per delimitare un dentro e un fuori, in cui il conflitto non è tra sfruttati e sfruttatori ma tra noi e loro, gli esclusi, che nel neoliberismo competitivo da vittime diventano colpevoli: povero è chi non si è meritato la ricchezza. Il mendicante che chiede l'elemosina, il lavavetri ai semafori, il venditore ambulante, il rovistatore di cassonetti, dipinti come minacce al quieto vivere. I dati smentiscono ogni affermazione ma non importa, la percezione conta più dei fatti: facendo appello a emozioni forti, come la paura, o semplificazioni estreme, come il «non ci sono i soldi» per le politiche sociali, lo scopo delle campagne securitarie diventa suscitare misure repressive per instillare paure e senso di minaccia. A essere perseguita non è la sicurezza sociale, di welfare e diritti, ma quella che dietro la sacra retorica del decoro assicura solo la difesa del privilegio. Sotto la maschera del bello vi è il ghigno della messa a reddito: garantire profitti e rendite tramite gentrificazione, turistificazione, cementificazione, foodificazione. Wolf Bukowski ripercorre come l'adesione della sinistra a questi dogmi abbia spalancato le porte all'egemonia della destra. Una perlustrazione dell'«abisso in cui, nel nome del decoro e di una versione pervertita della sicurezza, ci sono fioriere che contano come, e forse più, delle vite umane».
La cattura delle élite. Come le identità oppresse vengono strumentalizzate dal potere
Olúfémi O. Táìwò
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Alegre
anno edizione: 2024
pagine: 144
Le discussioni sul "politicamente corretto", le "guerre culturali" e le "politiche delle identità" polarizzano il dibattito da una sponda all'altra dell'Atlantico. Il giovane filosofo afroamericano Táíwò, attingendo dalla tradizione del pensiero anticoloniale, mostra però quanto il concetto di identity politics oggi in voga sia molto distante da quello, unificante e non escludente, introdotto negli anni Settanta dal Collettivo femminista nero Combahee River. Causa di questa degenerazione, per Táíwò, non è l'attivismo antirazzista di oggi ma le élite liberali dominanti. Con rigore filosofico e chiarezza politica spiega infatti come quel concetto sia divenuto preda della «cattura delle élite», che - come per altri contenuti politici radicali - spogliano le identità del loro potenziale di liberazione per utilizzarle a proprio vantaggio. Di recente le identity politics sembrano rafforzare più che frenare la cattura delle élite, ma uscire dalla trappola è più complicato di quanto si possa pensare. Le élite usano infatti gli incentivi tipici delle società capitaliste, premiano i discorsi che permettono di individualizzare i problemi collettivi e cooptano alcuni selezionati "rappresentanti" delle soggettività oppresse per pacificare i movimenti, ribrandizzando le istituzioni esistenti senza modificare concretamente la società. Solo quando la cooptazione fallisce torna la repressione. Serve allora una politica "costruttiva", che non si accontenti di promuovere principi puramente morali o estetici. Ma occorre soprattutto capire come funziona la cattura per riconoscerla in tempo, e avere più possibilità di spezzare l'incantesimo dietro cui si celano le strutture materiali dell'oppressione.
La rivoluzione della cura. Uscire dal capitalismo per avere un futuro
Marco Bersani
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Alegre
anno edizione: 2023
pagine: 128
Come in un tempo sospeso, in questi ultimi quindici anni siamo passati da una crisi finanziaria a una crisi climatica, da una pandemia a una guerra, senza soluzione di continuità. Ciascuna di queste crisi viene raccontata come priva di contesto, come episodio a sé stante, senza antecedenti né causalità. Sembra di vivere dentro un eterno presente fatto di emergenze a cui rispondere, con l'angosciante sensazione che quella attuale non sarà l'ultima e che sembra essersi innescato un circolo vizioso, senza via d'uscita. È giunto il momento di guardare la luna oltre il dito e ricostruire una chiave di lettura delle crisi multiple del capitalismo: se lette come insieme concatenato rivelano che la sua ferocia è dovuta alla propria intrinseca debolezza. Occorre superare il modello antropologico di riferimento dell'individuo razionale e autonomo sul quale si sono basate le riflessioni sulla società del contrattualismo di Locke, Hobbes e Rousseau per approdare a un nuovo modello che, partendo dalla relazionalità della cura, faccia emergere le diversità e un nuovo assetto della democrazia basato sull'inclusione. Dopo decenni di indiscutibile ideologia del profitto, il paradigma della cura può diventare l'elemento di convergenza di tutte le culture ed esperienze altre: perché rappresenta ciò di cui c'è assoluto bisogno in un momento storico in cui è a rischio l'esistenza della vita umana sulla Terra e perché intorno a quel paradigma è possibile costruire una diversa società, che sia ecosocialista e femminista invece che capitalista e patriarcale; equa, inclusiva e solidale invece che predatoria, escludente e disuguale.
Jacobin Italia. Volume 16
BERSANI
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni Alegre
anno edizione: 2022
pagine: 140
La Q di Qomplotto. QAnon e dintorni. Come le fantasie di complotto difendono il sistema
Wu Ming 1
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Alegre
anno edizione: 2021
pagine: 592
"Cos'è QAnon, o cos'è stato? Un movimento politico, un gioco in rete, una setta, una minaccia terroristica? È l'autunno 2017 quando sul forum 4chan, noto ritrovo di estrema destra, appare l'annuncio di un imminente arresto di Hillary Clinton. L'anonimo autore si spaccia per insider del governo federale e si firma, semplicemente, «Q». Q pubblica altri messaggi, intorno ai quali si forma una comunità. Presto «QAnon» diventa il nome di un fenomeno più vasto, un culto di massa che cresce sui social network e fa migliaia, milioni di proseliti negli Usa e in altri paesi. Chi si converte a QAnon scopre una tremenda verità: il mondo è controllato da una società segreta di satanisti pedofili e bevitori di sangue, la «Cabal». Hillary ne fa parte, e con lei George Soros e Tom Hanks. Ma c'è anche una buona novella: un eroe combatte i mostri e ha un piano infallibile. Quell'eroe è Donald Trump. Nel 2020 grazie all'emergenza pandemia QAnon si espande in modo tumultuoso e sembra avere un lungo avvenire, ma a novembre la sconfitta di Trump lo mette in crisi. Durante l'assalto al Campidoglio, il 6 gennaio 2021, sventolano bandiere e cartelli con la Q, e sembra una prova di forza, la scintilla che accenderà la guerra civile... Invece è un fuoco fatuo. Eppure qualcosa è cambiato. Comincia una nuova fase. La storia di QAnon era solo un prologo. Com'è stato possibile? Cosa ha permesso a QAnon di nascere e ingrandirsi? Quali bisogni ha intercettato? Da queste domande parte "La Q di Qomplotto", oggetto narrativo dallo stile ibrido e pulsante. Tenendo insieme reportage e dialogo filosofico, analisi critica e racconto onirico, autobiografia e pastiche letterario, Wu Ming 1 racconta la parabola di QAnon, sgombra il campo da concetti inutili o dannosi e riflette sul ruolo delle fantasie di complotto nelle nostre società. Soprattutto, sequenzia il genoma di QAnon, isolando nella sua narrazione leggende d'odio vecchie di secoli. Una storia di mutazioni e confluenze che a un certo punto coinvolse gli stessi Wu Ming, quando ancora non si chiamavano così ed erano intenti a scrivere un romanzo intitolato... Q."
Roma, polvere di stelle. La speranza fallita e le idee per uscire dal declino
Paolo Berdini
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni Alegre
anno edizione: 2018
pagine: 192173
"Onestà, onestà", è il grido dei consiglieri nell'aula Giulio Cesare il 7 luglio 2016 nel momento in cui si insedia la giunta Raggi. Una vittoria elettorale schiacciante che raccoglie il sentimento di condanna verso i due schieramenti che, in sostanziale continuità, hanno distrutto il governo pubblico della città. Paolo Berdini accetta di fare l'assessore, ma l'esperimento di rottura con il passato dura due mesi. Il "cerchio magico" del sindaco prima costringe alle dimissioni il capo di gabinetto Raineri e l'assessore al bilancio Minenna, poi mette le mani sulle municipalizzate. Infine scavalca in più occasioni le proposte dell'assessore all'urbanistica, dalla questione Olimpiadi al programma "Un tetto per tutti", fino all'epilogo dell'accordo sullo stadio della Roma a Tor di Valle, la più grande speculazione urbanistica della storia moderna. Decisioni in cui emerge il ruolo opaco di alcune figure (...). In questo libro Berdini fa un bilancio in prima persona della sua esperienza dentro la giunta Raggi, analizzando a fondo i mali di una città che non regge, i cui guasti scoperchiati dall'inchiesta "Mondo di mezzo" hanno radici profonde. Una città cresciuta troppo e male sotto il dominio della proprietà fondiaria, senza regole di governo delle trasformazioni urbane, in cui le periferie sprofondano e l'emergenza abitativa viene affrontata solo con sgomberi disumani. La speranza della giunta Raggi è fallita perché l'impreparazione dei suoi dirigenti ha permesso il sostanziale ritorno dell'influenza dei poteri che governano da trent'anni la città. La totale assenza di cultura alternativa ha impedito ai Cinque stelle di trovare i necessari anticorpi. Compito di chi ha a cuore Roma sarà quello di tentare di costruire su basi culturali più robuste il tentativo di salvare la capitale dal declino.
L'alternativa all'Europa del debito. Dopo Brexit e caso greco, un piano B contro l'austerità
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni Alegre
anno edizione: 2016
pagine: 253
Negli ultimi anni la politica europea si è distinta per la tenacia con cui ha perseguito politiche d'austerità finalizzate al contenimento della spesa sociale e all'introduzione di processi di privatizzazione e precarizzazione. Oggi, come reso visibile prima dal caso greco e poi dal Brexit inglese, il processo europeo è in stato di crisi non solo economica ma anche di consenso. La tesi degli autori di questo libro è che sia urgente un Piano B, e che debba partire dalla radicale messa in discussione della pervasività che il debito pubblico e privato ha raggiunto nell'economia contemporanea. Il principale strumento proposto è quello dell'audit sui debiti pubblici, nella convinzione che non possa esserci democrazia senza trasparenza nella finanza pubblica, e che sia immorale chiedere ai cittadini di pagare un debito senza sapere come e perché sia stato contratto. La traduzione italiana del rapporto della Commissione per la verità sul debito greco - che il Governo Tsipras avrebbe potuto utilizzare con forza di fronte alla Troika - evidenzia l'insieme dei problemi giuridici, sociali ed economici legati al debito, svelandone la natura in gran parte illegale per lo stesso diritto internazionale. Più che consentire alla popolazione "di vivere al di sopra delle proprie possibilità" il sistema del debito ha permesso alle banche di fornire agli Stati periferici ingenti prestiti con tassi d'interesse strabilianti.
Ada Colau, la città in comune. Da occupante di case a sindaca di Barcellona
Giacomo Russo Spena, Steven Forti
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Alegre
anno edizione: 2016
pagine: 170
Quella di Ada Colau, classe 1974, occupante di case divenuta sindaca di Barcellona, è la storia di un'alternativa possibile nel governo delle grandi città europee travolte dalla crisi. Attivista del movimento No Global nei primi anni Duemila, diviene leader riconosciuta nella sua città fondando la Pah (Piattaforma delle vittime dei mutui), movimento sociale apartitico che dal 2011 s'intreccia con gli Indignados e si oppone agli sfratti con picchetti e trattative con le banche. Il libro racconta come da quell'esperienza di movimento sia stato possibile arrivare al governo della città in un percorso distinto dai partiti, compreso l'alleato Podemos, seppur di "confluenza" con essi. Da qui nasce Barcelona en Comú, realtà che ha saputo capitalizzare al meglio la crisi del sistema politico spagnolo portando al governo le virtù e i limiti dei movimenti sociali. Gli autori raccontano i suoi primi mesi da sindaca, le esperienze virtuose, la rete con le altre "città ribelli" spagnole, i legami con chi ragiona di un Plan B in Europa, ma anche gli errori e la dialettica con gli stessi movimenti da cui proviene. Se è sbagliato parlare di modello, la città catalana è però uno straordinario esempio che va oltre lo stesso "neomunicipalismo" impostosi nei primi anni Duemila sulla scia di Porto Alegre: in gioco non ci sono semplicemente le procedure formali di consultazione dei cittadini ma il cosa, come e chi decide. Con un intervista a Luigi de Magistris.
La politica della ruspa. La lega di Salvini e le nuove destre europee
Valerio Renzi
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni Alegre
anno edizione: 2015
pagine: 156
Il declino politico di Berlusconi ha aperto scenari nuovi per la destra italiana che Matteo Salvini sembra aver colto al volo. Sotto la sua guida la Lega ha cambiato pelle, marginalizzando le non più spendibili rivendicazioni regionaliste ed egemonizzando il centrodestra con un populismo fortemente caratterizzato dai temi dell'identità e sovranità nazionale. Lo storytelling di Salvini è ridotto all'osso: pochi fronzoli per una comunicazione nuda e cruda, concetti chiari e ripetuti ossessivamente. Le vittime siamo noi non loro, spiega agli elettori parlando dei migranti. Il punto del resto non è la realtà o meno dei fatti, ma il successo della loro rappresentazione. Slogan come "prima gli italiani" o "aiutiamoli a casa loro" hanno però una genealogia precisa nello sviluppo del pensiero di estrema destra in Europa, che negli anni ha aggiornato vecchie ideologie e dato voce a nuovi teorici, tra cui l'ispiratore della nouvelle droite Alain de Benoist e Aleksandr Dugin, il filosofo vicino a Putin. L'ascesa della "nuova" Lega si inserisce infatti nel più generale affermarsi delle destre populiste nel vecchio continente: da Alba Dorata in Grecia all'Ukip di Farage in Gran Bretagna, dalle formazioni xenofobe dei paesi scandinavi all'Ungheria di Viktor Orbàn. Storie diverse ma che condividono molte parole d'ordine e narrazioni. Questo libro inquadra l'ascesa di Salvini nel più complessivo fenomeno delle nuove destre europee.
Democrazia anno zero. Il manifesto politico del leader di Podemos
Pablo Iglesias Turrión
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni Alegre
anno edizione: 2015
pagine: 190
In questo libro, iniziato a scrivere prima della nascita di Podemos e concluso dopo la sua esplosione politico elettorale in Spagna, Iglesias definisce argomentazioni e tecniche di combattimento per tutti coloro che si sentono indignati da un sistema corrotto che produce crescenti disuguaglianze. Il mondo è governato da un partito, quasi leninista e a vocazione internazionalista, che impone politiche di austerity ad ogni singolo governo nazionale. Iglesias lo definisce il "Partito di Wall Street", rappresenta l'1% che vive al vertice del sistema economico e i suoi funzionari - presenti in tutte le Istituzioni del mondo - passano tranquillamente dai Consigli di amministrazione delle grandi imprese ai Consigli dei ministri. E viceversa. Se, apparentemente, siamo liberi di scegliere tra il partito A e il partito B - a meno che, come abbiamo visto in Grecia, il risultato delle urne non sia gradito - in realtà la democrazia viene trasformata in un significante vuoto. Attraverso gli strumenti della politologia, la rilettura storica della lotta per la democrazia in Spagna negli ultimi cento anni e l'analisi dell'attuale crisi economica, Iglesias mostra che non può esistere democrazia senza una vera socializzazione del potere, e non può esistere lotta politica senza la costruzione di un'egemonia culturale. "Vincere le elezioni non significa prendere il potere", è il messaggio che lancia al resto della sinistra europea. Con un'intervista a Maurizio Landini.