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Edusc: Saggi

La tradizionalità del Logos. Un'analisi del rapporto tra metafisica e tradizione

Roberto Vinco

Libro: Libro in brossura

editore: Edusc

anno edizione: 2024

pagine: 200

La metafisica si distingue dalle scienze particolari anche per il legame speciale che mantiene nei confronti della propria tradizione. Questa non riveste, infatti, semplicemente un interesse storico-documentario, ma svolge un ruolo di primaria importanza nell’affrontare e risolvere questioni speculative. Allo stesso tempo, tuttavia, la metafisica è caratterizzata da un impulso antitradizionale che si esprime in quella tendenza, tipica di ogni filosofia prima, a “ricominciare da capo”. A fronte di questa intima tensione, sorge la domanda che guida questo testo: qual è l’autentico significato metafisico della tradizione? Muovendo dall’analisi del ruolo che la tradizione assume nell’ambito del movimento neotomistico, il presente lavoro articola una risposta di carattere generale: la tradizione che determina la metafisica è la divina Tradizione. Essa assume, in particolare, un carattere che può essere definito come “profetico”. In questo modo la metafisica si manifesta, da un lato come una disciplina che rinvia ad una fonte di sapere che la trascende e dall’altro come la depositaria, non tanto di una dottrina, ma di un principio che esige di essere continuamente riappropriato.
22,00 20,90

La concezione del soma in Filone di Alessandria e Paolo di Tarso. Analisi di «De opificio mundi», «Legum allegoriae» e «1Corinzi»

La concezione del soma in Filone di Alessandria e Paolo di Tarso. Analisi di «De opificio mundi», «Legum allegoriae» e «1Corinzi»

Giuseppe De Virgilio

Libro: Libro in brossura

editore: Edusc

anno edizione: 2024

pagine: 536

Il tema della «corporeità» si sta imponendo con sempre maggiore interesse nella ricerca contemporanea «trans-disciplinare». Inserendosi in questo contesto, il volume propone un approfondimento della concezione del corpo (‘sōma’) in due opere di Filone di Alessandria (De opificio mundi; Legum allegoriae) e nella Prima lettera ai Corinzi di Paolo di Tarso. Seguendo un approccio «comparativo» vengono analizzate le ricorrenze del gruppo terminologico riguardante il «corpo» e viene puntualizzato il messaggio che emerge dal pensiero dei due autori. La ricerca si compone di quattro capitoli. Nel Capitolo I si segnalano gli elementi che caratterizzano la personalità, la formazione e l’opera di Filone e di Paolo. Il Capitolo II analizza la «corporeità» nel trattato sulla creazione del mondo (Opif.) e dell’uomo (cf. Gen 1,1-31). Il Capitolo III: passa in rassegna i tre libri del commento «allegorico» (LA I-III) evidenziando la profondità della riflessione filoniana sull’uomo, le sue origini e la sua identità psico-somatica (cf. Gen 2,1-3,19). Nel Capitolo IV viene rivolta l’attenzione alla «somatologia paolina» e alla sua specifica declinazione nel contesto corinzio, approfondendo cinque importanti assonanze con il pensiero di Filone e con l’ambiente filosofico e religioso del tempo. Esse sono: 1. Il ‘sōma’ in relazione alla sapienza-conoscenza; 2. Il ‘sōma’ in relazione alla sessualità e agli stati di vita; 3. Il ‘sōma’ in relazione al conseguimento delle virtù; 4. Il ‘sōma’ in relazione alla realtà comunitaria; 5. Il ‘sōma’ in relazione al passaggio dalla morte alla vita futura.
39,00

Svelare il mistero. Filosofia e narrazione a confronto

Antonio Malo

Libro

editore: Edusc

anno edizione: 2021

pagine: 394

Quest'opera, che rientra nell'ambito dei Cultural Studies, si sofferma su un aspetto che le teorie della narrazione spesso trascurano, ovvero il rapporto tra poetica, prassi e teoria. Il mondo della finzione è, perciò, analizzato sia nella sua costruzione poetica, sia nel suo influsso sul pubblico e sui lettori e sia nella sua apertura alla trascendenza. Il punto di collegamento fra poetica e trascendenza si trova, secondo l'autore, nel concetto di verosimiglianza, ovvero nella verità, bellezza e bontà che operano nella finzione. Essa ammette, quindi, diversi livelli di profondità: quella logica, indicata da Aristotele, che permette di introdursi nei mondi immaginari; quella metafisica della rappresentazione dell'esistenza umana; e quella gnoseologica in cui c'è il riconoscimento e il piacere estetico derivanti dalla scoperta della propria vita attraverso le vicende dei personaggi di finzione. Attraverso l'analisi di diverse opere letterarie e cinematografiche, l'autore mostra come la trascendenza sia l'autentica protagonista della finzione, mentre la riduzione postmoderna della bellezza narrativa a una sensibilità e a un'affettività autoreferenziali mostra tutta la sua contraddizione. Oltre alla sua apertura al vero, al bello e al bene, la trascendenza della finzione ha a che fare con la philia: la quasi-amicizia che si stabilisce fra l'autore/lettore e i personaggi letterari, e che porta la finzione a oltrepassare se stessa, al di là della stessa intenzione dell'autore e dell'opera. Non si tratta soltanto di una sorta di transfert emotivo con i personaggi, né di una fusione di orizzonti in grado di dare luogo a una mimesis educativa e catartica. È qualcosa di più. Qualcosa che può essere propriamente descritto come "amore", e che è alla base dell'influsso della finzione sulle nostre vite. È proprio in questo accostamento fra poetica narrativa e amicizia che si trova il contributo fondamentale di quest'opera.
30,00 28,50

Conoscenza e mondo. L'epistemologia di Leonardo Polo

Juan José Sanguineti

Libro

editore: Edusc

anno edizione: 2021

pagine: 298

Questo libro offre una presentazione della filosofia della conoscenza e del cosmo del filosofo spagnolo Leonardo Polo. La sua tematica è l'individuazione del "limite" concettuale della nostra mente e il tentativo di trascenderlo attraverso il pensiero filosofico. Le scienze riducono le cose fisiche a oggetti intelligibili capaci di offrire una certa idea della realtà e trovano una particolare applicazione nel dominio tecnologico della natura. La metafisica del mondo fisico cerca invece d'immergersi nella sua struttura profonda, rinunciando però al suo possesso concettuale, per poter così scoprirne i principi ontologici e aprire la strada alla contemplazione dell'essere materiale nella vastità del cosmo. La proposta di Polo continua in qualche modo il progetto aristotelico della Fisica, alienandolo però dal dominio oggettivante. Questa operazione implica un radicale cambiamento della nostra mentalità, se si desidera comprendere la realtà corporea così come è, e non come viene elaborata dai nostri schemi mentali. Si profila così un mondo oscuro per noi, nel suo continuo alternarsi tra processi e arresti formali. È un mondo sostenuto da un pulsare cosmico perenne che, nei suoi livelli più alti, come la vita, s'illumina e si ordina in un modo progressivo, senza giungere a una culminazione definitiva. Soltanto in questo quadro è possibile compiere il salto oltre il limite, un salto che consente di avvertire l'essere del cosmo come un perenne incominciare persistente che ne rivela la condizione creata. Il lettore che vorrà inoltrarsi in questa lettura forse sarà sorpreso dalla novità di questa proposta filosofica. Ma potrà anche essere molto stimolato a cercare di capire il senso dell'universo al di là di quanto presentano la conoscenza ordinaria e le spiegazioni scientifiche.
26,00 24,70

Antropologia del perdono

Antonio Malo

Libro

editore: Edusc

anno edizione: 2018

pagine: 248

«Dio perdona sempre, l'uomo qualche volta, la natura mai». Questo noto proverbio racchiude ciò che possiamo chiamare una metafisica del perdono, nella quale si possono distinguere tre tipi di essere: l'essere infinito di Dio che è sorgente di ogni perdono, l'essere finito dell'uomo, che è capace di perdonare perché dotato di libertà, e l'essere altrettanto finito della natura, incapace di perdonare perché obbedisce soltanto a leggi fisiche o psichiche. Nel perdono umano vi è la compresenza di tutti e tre: la natura come causa dei processi psichici che devono essere superati (la vendetta o il rimorso), l'uomo come soggetto che offende o che viene offeso e, soprattutto, Dio quale origine e fine ultimo del perdono. Ma è l'esistenza stessa di una relazione fra l'offensore e l'offeso inficiata dal male a suggerire la necessità di elaborare un'Antropologia del perdono. Essa poggia sue due tesi. La prima verte sulla necessità del perdono sia da parte dell'offensore sia da parte della vittima, poiché senza perdono non è possibile il pentimento ma solo la colpevolezza, il rimorso e la disperazione; viceversa, senza pentimento non vi è nessun vero perdono ma solo l'oblio dell'offesa, della colpa... o la pura indifferenza. La seconda tesi è ancora più forte: oltre ad essere una necessità per l'offensore e per l'offeso, il perdono è un dovere perché soltanto esso è capace di trasformare una relazione corrotta dal male (e perfino di rigenerarla), che altrimenti si cristallizzerebbe nella paura, nel rancore o nell'odio, ossia in una totale sfiducia in sé e nell'altro. Il perdono è dunque un bene relazionale.
25,00 23,75

Virtù e obbligo morale. Antichi e moderni

Terence H. Irwin

Libro

editore: Edusc

anno edizione: 2018

pagine: 278

Il titolo di questo libro riflette il modo sintetico e netto con cui abitualmente si distingue l’impostazione dell’etica classica, fondata sulla virtù, dall’impostazione dell’etica moderna, fondata sull’obbligo e sul dovere. Il contenuto però punta a dimostrare che questa distinzione va superata in quanto fondata su una comprensione non sufficientemente accurata della filosofia morale classica, in particolare dell’etica di Aristotele, e di quella moderna. E in questo tentativo l’autore va a minare le fondamenta stesse su cui poggia buona parte dell’attuale Virtue Ethics, con la chiara pretesa di contrastare non solo la posizione di Prichard, ma anche quella, a suo parere ancora più inesatta, della Anscombe. L’autore non si limita a realizzare un mero esercizio di analisi e dissezione di testi, antichi o moderni, fine a se stesso, ma vuole rispondere alla domanda che – malgrado Prichard – ritiene non solo ragionevole ma ineludibile per ogni filosofo etico e per ogni uomo: perché dovrei comportarmi in un determinato modo? Perché dovrei perseguire il bene? Si tratta dunque di trovare una risposta alla questione del dovere morale. Tale risposta Irwin pensa di trovarla, almeno in nuce, nell’etica aristotelica che, pur sottolineando l’importanza della virtù, non può essere ritenuta una Virtue Ethics così come alcuni oggi la intendono, ovvero fondata soltanto sulla ricerca di una felicità e di un bene esclusivamente attraenti; per Irwin, infatti, anche nell’etica aristotelica è presente il dovere ancorato a ragioni esterne, a imperativi non solo ipotetici ma categorici, detto in termini kantiani. Se questa interpretazione dell’etica aristotelica è esatta, allora la pretesa distinzione tra l’impostazione etica classica, aristotelica, e quella moderna va riveduta, perché l’etica classica può puntare sulla virtù in quanto ha il sostegno di un bene fondato su ragioni esterne al desiderio del soggetto, senza bisogno però di una legge e di un legislatore.
25,00 23,75

Natura e ragione. Saggi di antropologia

Robert Spaemann

Libro

editore: Edusc

anno edizione: 2016

pagine: 116

Chiedersi che cos'è l'uomo è diventato difficile in un'epoca come la nostra, caratterizzata da una visione scientista del mondo. La scienza moderna si è, infatti, proposta di considerare ogni realtà naturale semplicemente come oggetto per poter così sottomettere ogni cosa al potere dell'uomo. Ma dopo aver tolto alla natura ogni somiglianza con l'umano, lo scientismo pretende di dire all'uomo che anche lui non è altro che una parte di quella stessa natura: "Così parlare di sé come di un uomo finisce per apparire all'uomo stesso come una caduta nell'antropomorfismo". In questa situazione Robert Spaemann vuole tornare a porre la domanda sull'uomo rifiutando il riduzionismo scientista ma senza accontentarsi neppure di un'antropologia filosofica che ne ignori semplicemente la sfida. La chiave di un'antropologia adeguata sta per Spaemann in un'idea di natura che ne colga il carattere teleologico e in un'idea di ragione che non dimentichi il rapporto che c'è tra questa e la natura. Sono queste le idee sviluppate nei quattro saggi che costituiscono il presente volume. Dopo aver riflettuto nel primo saggio sul modo in cui la nozione di natura umana può sfuggire al sempre risorgente dualismo di "natura" e "spirito", l'autore nel secondo saggio rivolge la sua attenzione alla teoria dell'evoluzione. Confrontarsi con questo tema appare infatti necessario per un'antropologia che accetta il dialogo con la scienza.
18,00 17,10

Io e gli altri. Dall'identità alla relazione

Antonio Malo

Libro

editore: Edusc

anno edizione: 2016

pagine: 376

Nel leggere il titolo e sottotitolo di questo libro, forse qualcuno potrebbe sorprendersi che concetti così astratti come "identità" e "relazione" abbiano a che fare non solo con una realtà concreta e singolare come la corporeità umana, ma soprattutto con ciò di cui essa è condizione, ovvero l'Io, sorgente degli atti umani che rivelano persona. Il saggio vuole descrivere proprio il rapporto fra queste realtà, apparentemente così lontane le une dalle altre, perché - e questa è la tesi centrale - l'origine ed il destino della libertà umana si trova nella relazione con altre persone. A partire da questa tesi l'autore traccia una storia filosofica dell'identità in tre tappe fondamentali: la visione dell'identità come corporeità razionale, che corrisponderebbe al principio d'individualizzazione della metafisica classica ovvero alla materia signata quantitate; la visione moderna dell'identità come autocoscienza; e, infine, la visione post-moderna del rifiuto dell'identità e della sua sostituzione con le differenze. La tesi proposta in questo saggio tiene conto della verità parziale contenuta in questi modi di concepire l'identità. Secondo l'autore, l'identità non è costituita solo da corporeità, autocoscienza, ma anche dalle differenze, specialmente dall'alterità, anzi essa è presente in ognuna delle sue relazioni. Psicologia, neuroscienze e sociologia sono alcune delle discipline da cui si prende spunto nel tentativo di confermare la validità di questa tesi.
30,00 28,50

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