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Giappichelli: Economia aziendale. Sezione ricerche

Bilancio consolidato delle amministrazioni pubbliche

Bilancio consolidato delle amministrazioni pubbliche

Serena Santis

Libro: Libro in brossura

editore: Giappichelli

anno edizione: 2020

pagine: 128

Da diversi anni si sta palesando l'importanza del bilancio consolidato anche nel settore pubblico. Il progressivo affermarsi delle logiche di efficienza ed efficacia del New Public Management, infatti, ha condotto alla decentralizzazione dei servizi, favorendo, tra le altre cose, la nascita di numerosi gruppi aziendali controllati dagli enti locali. Il bilancio consolidato rappresenta l'unico strumento informativo che consente di avere una corretta visione di insieme della situazione patrimoniale-finanziaria e dei risultati economici del gruppo. Il presente lavoro indaga la tematica da un duplice punto di vista. Da un punto di vista teorico, viene analizzata la letteratura attraverso una metodologia strutturata che consente di identificare, in particolare, le principali aree di interesse e i percorsi evolutivi di ricerca degli studiosi a livello nazionale e internazionale. Questa prospettiva teorica si amplia, dapprima, attraverso un'analisi critica dei principi contabili nazionali e internazionali per poi coniugarsi con una prospettiva manageriale che mette in luce la considerevole valenza politico-strategica del documento.
17,00

Il sustainability reporting nelle imprese italiane quotate. Profili teorici e applicativi

Il sustainability reporting nelle imprese italiane quotate. Profili teorici e applicativi

Giovanni Zampone

Libro: Libro in brossura

editore: Giappichelli

anno edizione: 2023

pagine: 176

Negli ultimi anni, la sostenibilità e le sue molteplici declinazioni, anche in conseguenza delle notevoli sollecitazioni provenienti dagli attori che gravitano intorno alle imprese, hanno acquisito un'importanza crescente nelle agende dei policy makers e dei regulators. Questo fenomeno ha avuto notevoli impatti sulle strategie e politiche di gestione delle imprese e sui collegati strumenti di reporting, che hanno assunto nuove e particolari configurazioni. L'introduzione della Non-financial Reporting Directive (NFRD) ha segnato l'inizio di questa evoluzione, seguita da ulteriori prescrizioni non vincolanti, tutte volte ad accrescere la trasparenza delle informazioni comunicate dalle imprese. L'ultimo sviluppo in tale ambito, con l'obiettivo di rimuovere le principali criticità attribuite alla NFRD, è rappresentato dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). Gli studiosi di accounting non sono rimasti indifferenti a questa successione di eventi, come dimostrano le numerose occasioni di incontro e ricerche che hanno visto la luce negli ultimi anni. Muovendo da ciò, il presente lavoro si propone di fornire un contributo teorico alla complessa materia del sustainability reporting, ripercorrendo, da un lato, i principali studi pubblicati sull'argomento e, dall'altro, le numerose previsioni introdotte dal legislatore. L'analisi del framework teorico-normativo è affiancata da un'indagine empirica finalizzata all'osservazione del fenomeno nel contesto delle imprese italiane quotate, a seguito dell'entrata in vigore della NFRD e delle successive previsioni normative volte a rafforzarne l'efficacia. La conduzione dell'analisi, che si avvale della combinazione di più teorie, si propone di far emergere la moltitudine di fattori che possono influenzare il livello di sustainability reporting raggiunto dalle imprese in un periodo esteso e caratterizzato da diversi interventi normativi. Le molteplici riflessioni emerse nello sviluppo del lavoro e nell'analisi empirica conducono a considerazioni di sintesi che possono rappresentare un possibile punto di riferimento per gli studi futuri sulla tematica e un'utile fonte di conoscenza per gli ambienti operativi.
25,00

L'attività di lobbying sull'emanazione dei principi contabili internazionali. Evidenze empiriche dal processo di approvazione dell'IFRS 16-Leases

L'attività di lobbying sull'emanazione dei principi contabili internazionali. Evidenze empiriche dal processo di approvazione dell'IFRS 16-Leases

Andrea Rey

Libro: Libro in brossura

editore: Giappichelli

anno edizione: 2022

pagine: 144

A seguito del processo di standardizzazione contabile internazionale, si è verificato un crescente interesse da parte della comunità scientifica sull'attività di lobbying sullo IASB. L'attività di lobbying, infatti, è intrapresa da tutti coloro che hanno la possibilità e la volontà di influenzare un organo di regolamentazione come uno standard setter. Da qui ne deriva che lo sviluppo e l'adozione di principi contabili sono il risultato di una complessa interazione tra numerose parti, tra cui i lobbisti, che avviene all'interno di un processo che consente agli interessati di partecipare in modo anche formale alla promulgazione di un singolo principio ma che può compromettere, allo stesso tempo, sia la qualità del principio stesso che la legittimità e l'indipendenza dello standard setter. In questo contesto, il manoscritto intende illustrare l'attività di lobbying sullo IASB, con particolare riferimento all'attività di lobbying manifestatasi nel processo di formulazione dell'importante principio contabile IFRS 16-Leases, con l'obiettivo di fornire un contributo teorico sul processo di standardizzazione contabile internazionale, nonché sui due macro-filoni di ricerca che si sono occupati, da un lato, di tracciare le caratteristiche e le motivazioni dell'attività di lobbying e, dall'altro, di individuare e valutare l'impatto di tali attività sull'operato degli organismi contabili. La trattazione teorica è, inoltre, supportata da un'indagine empirica che permette di identificare gli elementi e gli attributi che caratterizzano quei lobbisti che possono essere considerati di successo nello svolgere le proprie attività di lobbying.
22,00

Le politiche di tax avoidance delle imprese: profili teorici e aspetti operativi. Un'analisi empirica

Le politiche di tax avoidance delle imprese: profili teorici e aspetti operativi. Un'analisi empirica

Gianluca Ginesti

Libro: Libro in brossura

editore: Giappichelli

anno edizione: 2022

pagine: 120

Le politiche di riduzione della contribuzione fiscale delle imprese, note con il termine "tax avoidance", sono al centro degli interessi di studiosi, policy maker e operatori di mercato. Le ragioni di ciò sono ascrivibili a diverse implicazioni cui tali politiche danno luogo. In una logica economico-gestionale, la contribuzione fiscale rappresenta una fonte di costi, in grado di condizionare la crescita e la diversificazione delle attività d'impresa. In una prospettiva di responsabilità sociale, la contribuzione fiscale è invece rilevante per una pluralità di stakeholder, poiché i tributi versati dalle imprese sono una parte importante delle risorse finanziarie che ogni Stato destina alle esigenze della collettività. Al di là delle implicazioni che queste due prospettive hanno per studiosi e operatori di mercato, le politiche di tax avoidance sono oggetto di attenzione da parte dei policy maker, da tempo attivi sia nel contrasto a forme di concorrenza fiscale sleale, sia in azioni rivolte al miglioramento della trasparenza informativa delle imprese. Tanto premesso, il volume si sofferma dapprima sulle problematiche concernenti i principi definitori e le classificazioni delle politiche di tax avoidance, per poi approfondire i diversi contributi accademici, ponendo in evidenza gli approcci metodologici impiegati e i principali risultati ottenuti. Il lavoro si conclude con un'analisi empirica su di un campione di società europee quotate, tesa ad esaminare le potenziali relazioni tra le caratteristiche individuali dei chief financial officers e le politiche di tax avoidance.
12,00

Il ruolo del board human capital nel governo delle aziende. Profili teorici e riflessi sulla performance

Il ruolo del board human capital nel governo delle aziende. Profili teorici e riflessi sulla performance

Fabrizia Sarto

Libro: Libro in brossura

editore: Giappichelli

anno edizione: 2019

pagine: 160

Nel corso degli ultimi decenni, le aziende sono state chiamate a modificare radicalmente le risorse strategiche necessarie per il conseguimento del loro vantaggio competitivo, dove quelle immateriali ne sono diventate la principale fonte. Tra questi elementi un ruolo di primissimo piano è stato assunto dal capitale umano, quale insieme delle conoscenze, capacità e skills che i dipendenti di un’azienda possiedono in virtù del loro percorso formativo e lavorativo. La sua rilevanza è ancor più vera se riferita ai soggetti responsabili del governo aziendale, e cioè i membri del consiglio di amministrazione (CdA). La letteratura evidenzia come il board capital rappresenti la principale determinante dell’efficace espletamento di tutti i ruoli di governance, consentendo quindi di risolvere la competizione esistente tra i diversi approcci teorici di riferimento. Il presente lavoro si inserisce in tale dibattito con l’intento di approfondire il ruolo e le implicazioni del board human capital per il governo e la performance d’impresa. In particolare, l’elaborato traccia la traiettoria delle ricerche sul tema partendo dall’analisi del più ampio costrutto del capitale intellettuale nei tre ambiti operativi dell’economia-aziendale (i.e. rilevazione, organizzazione, gestione-strategia), per poi sbarcare nei confini della corporate governance, attraverso l’esame del board human capital. Ciò nel tentativo di sviluppare alcune tassonomie circa le fonti, le tipologie e le configurazioni assunte dalla risorsa in commento, nonché di sistematizzarne i riflessi economici. La trattazione teorica è, inoltre, supportata da due indagini empiriche aventi ad oggetto le implicazioni del capitale umano del CdA per la performance economica e innovativa delle aziende italiane. Le riflessioni emerse conducono, infine, all’elaborazione di un modello concettuale di sintesi che, se da un lato rappresenta un possibile punto di riferimento per gli studi futuri sul tema, dall’altro fornisce alcuni suggerimenti ai practitioners circa le best practices da adottare in termini di board human capital.
22,00

Il principio della continuità aziendale e il controllo della sua corretta applicazione
16,00

La contabilizzazione degli heritage assets negli enti locali. Esperienze internazionali a confronto

La contabilizzazione degli heritage assets negli enti locali. Esperienze internazionali a confronto

Natalia Aversano

Libro: Libro in brossura

editore: Giappichelli

anno edizione: 2015

pagine: IX-143

In molti casi, soprattutto in Italia, gli heritage assets esplicano un significativo peso nell'ambito dei patrimoni delle aziende pubbliche. Si tratta di quei beni che derivano la propria rilevanza dal legame con aspetti culturali, ambientali o storici, quali edifici o monumenti storici, siti archeologici, opere d'arte, aree protette e riserve naturali. Tanto spinge i vari fruitori dei bilanci delle aziende pubbliche a ricercare informazioni specifiche sulla natura e sulle caratteristiche dei beni heritage da esse posseduti, nonché sui livelli di performance raggiunti nella loro gestione, sia in termini di fruizione da parte della collettività, sia in termini di politiche e costi di manutenzione e conservazione. Tuttavia, l'esigenza di soddisfare tali user needs trova impedimento nella difficoltà di un inquadramento contabile univoco all'interno delle tradizionali categorie logico-contabili. Nel lavoro si analizza il dibattito scientifico sulla contabilizzazione degli heritage assets passando in rassegna i più rilevanti principi contabili nazionali ed internazionali emanati sul tema, nell'intento di individuare adeguate soluzioni alle loro problematiche rappresentative. Nell'ultima parte, con l'uso dell'approccio multiple case study, si osserva lo stato dell'arte nei Paesi considerati all'avanguardia sulla tematica in oggetto.
18,00

I fini del bilancio nel modello IASB. Evoluzione o regresso? Analisi critica e confronto con la realtà dell'Europa Continentale

I fini del bilancio nel modello IASB. Evoluzione o regresso? Analisi critica e confronto con la realtà dell'Europa Continentale

Giuseppe Sannino, Paolo Tartaglia Polcini

Libro: Libro in brossura

editore: Giappichelli

anno edizione: 2014

pagine: 120

Nel nuovo Conceptual Framework licenziato nel 2010 dallo IASB manca, tra i fini del bilancio, ogni riferimento esplicito alla stewardship, mentre invece si presenta alquanto "rafforzata" la decision usefulness (nell'accezione di valuation decision usefulness). Tale opzione è il risultato di una decisione alquanto tormentata, che ha determinato insistenti critiche, soprattutto in ambito europeo, a causa delle conseguenze -specialmente in termini di measurement- che essa potrebbe determinare nel futuro sugli IAS/IFRS. È ragionevole ipotizzare che la scelta dello IASB sia stata motivata dall'influenza esercitata su tale organismo dal FASB nordamericano. Le caratteristiche dell'impresa tipica statunitense inducono infatti a un modello di bilancio dove la decision usefulness assume un ruolo prevalente e assorbente rispetto alla stewardship. L'opposto è vero nel contesto dell'Europa Continentale: da qui le numerose critiche che la decisione dello IASB ha suscitato in Europa. Il lavoro prende le mosse dall'analisi dei temi del decision usefulness e dello stewardship objective, così come si sono sviluppati, dapprima negli Stati Uniti d'America, poi in ambito IASB. Successivamente, ne approfondisce il grado di compatibilità con il modello contabile prevalente in Italia e negli altri paesi dell'Europa Continentale, per giungere infine a formulare alcune osservazioni critiche circa il recepimento dei principi contabili IAS/IFRS in contesti ambientali lontani.
14,00

L'applicazione della contabilità economica nel settore pubblico: aspettative, risultati e criticità

L'applicazione della contabilità economica nel settore pubblico: aspettative, risultati e criticità

Libro: Libro in brossura

editore: Giappichelli

anno edizione: 2013

pagine: XXVII-273

La applicazione della contabilità economica (accrual accounting) è uno degli aspetti principali del processo di aziendalizzazione che, a partire dalla fine degli anni ottanta, ha investito il settore pubblico. A distanza di più di vent'anni, ci si si interroga sui risultati conseguiti, sulle criticità incontrate e sul grado in cui sono state soddisfatte le notevoli aspettative riposte nei nuovi strumenti contabili. All'opinione degli accademici e dei magistrati contabili italiani, si affiancano le testimonianze di autori provenienti da Paesi nei quali tale applicazione è avvenuta in modo completo ed integrale e non si è risolta, come spesso accaduto in Italia, in sterili esercizi di riconciliazione e di preparazione "postuma" di conti economici e stati patrimoniali privi di reali implicazioni gestionali. I contributi raccolti, pur nella varietà degli argomenti trattati, concordano nel denunciare i limiti di una implementazione troppo spesso ricercata attraverso la acritica importazione delle esperienze del settore privato. Ma le differenti modalità con cui le entità pubbliche cedono il valore creato e, soprattutto, le differenti finalità che esse perseguono avrebbero imposto una analoga diversità nei criteri e negli strumenti per la misurazione e la rappresentazione delle condizioni di equilibrio alla base del sistema di contabilità economica. Non è dunque nelle specificità del settore che devono ricercarsi i motivi delle criticità incontrate nel processo di applicazione.
34,00

L'informativa di settore nel modello IAS/IFRS. Profili teorici ed evidenze empiriche

L'informativa di settore nel modello IAS/IFRS. Profili teorici ed evidenze empiriche

Manuela Lucchese

Libro: Libro in brossura

editore: Giappichelli

anno edizione: 2012

pagine: XI-122

La reportistica di settore, affiancandosi alle informazioni tradizionalmente contenute nel bilancio, costituisce uno strumento essenziale per una migliore comprensione dell'andamento delle aziende, attualmente sempre più strategicamente "diversificate".In tale prospettiva, la disclosure di segmento rappresenta, in particolare per le imprese quotate, un veicolo per ridurre il gap informativo tra management e stakeholders. Nella predisposizione e, dunque, nella regolamentazione della materia la questione più significativa appare la definizione del grado di dettaglio relativo alle performance di settore, frutto di un ponderato trade-off tra i rischi e i benefici che ne conseguono. Il principio contabile internazionale di recente emanazione l'IFRS 8 -, ricorrendo al management approach, non disciplina in maniera prescrittiva l'ampiezza dell'informativa disaggregata, ma affida tale scelta alla discrezionalità del governo dell'impresa, ampliando sensibilmente rispetto al passato la libertà degli amministratori di definire il contenuto dei report di settore, con evidenti problemi di comparabilità delle informazioni e di possibili ricorsi a politiche di bilancio. Ciò posto, nel presente lavoro si cerca di comprendere l'effettiva valenza dei cambiamenti introdotti dal nuovo standard.
16,00

Criticità e linee evolutive del sistema dei controlli di gestione nelle aziende di public utilities
20,00

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