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Giraldi Editore: ScritturaCollettiva

Da vicino nessuno è lontano

Da vicino nessuno è lontano

ULEPE Pistoia

Libro: Libro in brossura

editore: Giraldi Editore

anno edizione: 2024

pagine: 277

I due gruppi di autori di questo libro sono gli Operatori dell’Ufficio Locale Esecuzione Penale Esterna (U.L.E.P.E., Ministero della Giustizia) di Pistoia – integrati da Operatori di altri servizi territoriali che collaborano con l’Ufficio – e i Cittadini condannati o imputati che sono sottoposti alle misure e alle sanzioni di comunità. Sono due categorie di persone che si specchiano l'una nell'altra – chi amministra i provvedimenti disciplinari e chi li sconta – e che si incontrano sulla soglia comune dell'idea di Giustizia. Entrambe le categorie appartengono a un rimosso sociale – nessuno li ascolta – eppure costituiscono una parte importante della società, quella che individua gli errori e li corregge, e quella che deve riconoscere i propri errori ed emendarsi. Entrambi i gruppi autoriali hanno affrontato i temi del riconoscimento, del rispetto dell’altro, della libertà, della giustizia, dell’appartenenza, della comunità, del danno e della riparazione.
20,50

Primavera luminosa

Primavera luminosa

Immagici

Libro: Copertina morbida

editore: Giraldi Editore

anno edizione: 2022

pagine: 90

Questa fiaba narra la storia di Chun Huang, un bambino nato in Italia da famiglia cinese. È un bambino timido e schivo, dal carattere dolce, ma al centro del suo cuore sta sempre un'inquietudine: la questione delle sue radici. Nel suo vagabondare avrà molti incontri e molte avventure che lo aiuteranno a capire meglio la sua identità. Dunque una storia che riguarda noi e la società multiculturale in cui, fortunatamente, ormai viviamo. Una fiaba sulla ricerca delle proprie radici. Età di lettura: da 5 anni.
21,00

Roisin

Roisin

IndiMondi

Libro: Libro in brossura

editore: Giraldi Editore

anno edizione: 2022

pagine: 209

Roisin ha una fiammata di capelli rossi — non è strano, è irlandese. Roisin è figlia di una casata cattolica ed è esperta di erbe, una giovane nobildonna colta, uno spirito libero. La violenza umana però ha distrutto la sua casa, l'ha costretta a fuggire dalla sua terra di origine seguendo un soldato di ventura italiano, Vanni. Questa è solo la premessa della sua storia avventurosa, che alla fine del Cinquecento la porterà a San Lazzaro — per la precisione a Castel de' Britti — dove sarà salvata dal grande naturalista Ulisse Aldrovandi: lui la accoglierà nella sua casa di Bologna diventando il suo mentore e il suo secondo maestro di erbe. Ma il destino ancora una volta non le darà tregua e le farà subire un processo per stregoneria... Questo romanzo storico e avventuroso, quinta opera narrativa dell'autore collettivo IndiMondi, parla di un'epoca violenta, un'epoca in cui lo studio del mondo naturale sta passando dalla catalogazione empirica al nascente metodo scientifico, un'epoca di rivoluzioni culturali eppure capace di riesumare l'intolleranza e i suoi arcaici metodi di persecuzione... insomma un'epoca non così lontana dalla presente.
17,90

Di stanze. 7 nuovi autori bolognesi dal Navile

Di stanze. 7 nuovi autori bolognesi dal Navile

Navigadour

Libro: Libro in brossura

editore: Giraldi Editore

anno edizione: 2022

pagine: 522

Questo libro è nato durante le quarantene della pandemia. In quei periodi il laboratorio di scrittura del Quartiere Navile – in cui operano le scrittrici e gli scrittori che hanno dato vita all’autore collettivo Navigadour – ha continuato a operare in Rete per non soccombere al trauma dell’isolamento. Si stava infatti attraversando una crisi mondiale ed elaborando il lutto simbolico della scomparsa del mondo com’era stato conosciuto fino ad allora. Per questo il tema di lavoro era appunto "distanze": si chiedeva ai partecipanti di raccontare individualmente le sfaccettature del sentimento di distanza che eravamo chiamati ad affrontare – distanza dal mondo reale, distanza dall’Altro, distanza da noi stessi… E quindi il libro dei Navigadour è fatto anche "di stanze". In ciascuna i lettori potranno incontrare l’immaginario delle nuove autrici e dei nuovi autori che qui si presentano alla loro città e al panorama letterario nazionale: sono voci originali, di qualità, la cui poetica prende corpo in racconti realistici o fantascientifici, intimisti o grotteschi, in storie sospese tra memoria e proiezioni futuribili. Sono molte le intonazioni e molti i colori, perché complesso è il mondo e perché la missione del Laboratorio di Scrittura è quella di coltivare la differenza nel tempo del pensiero unico.
19,00

Il testimone 1

Il testimone 1

Quadrante 61

Libro: Libro in brossura

editore: Giraldi Editore

anno edizione: 2022

pagine: 300

Cos'è un laboratorio di scrittura creativa? Non è una scuola, dove si tramanda un modello narrativo dato; è un'officina dove la scrittura diventa un territorio di ricerca: qui ci si avventura per trovare la propria voce e far crescere il proprio stile, qui si innesca un'esperienza di stimolazione reciproca. Ed è anche un luogo di ascolto, in cui le autrici e gli autori possono confrontare le loro idee sul narrare e sulle rispettive scelte stilistiche al fine di far crescere il proprio talento. Dunque un laboratorio è un luogo di sensibilità e intelligenza collettiva: qui la gara non è a chi arriva primo, ma ad arrivare tutti insieme, passandosi appunto 'il testimone'. Il progetto – affrontato anche dagli altri laboratori quali IndiMondi (San Lazzaro di Savena), Banchéro (Taggia), Navigadour (Bologna), i Funari e gli Immagici (Pistoia) – non è altro che la tematizzazione dell'operare stesso del laboratorio: ogni autrice e ogni autore ha preso spunto dal racconto o dalla tematica dei colleghi e ha intrecciato con loro i testi in un gioco costante di rimandi. Così è nato questo libro che è anche un ipertesto: lo si potrà leggere in maniera lineare, seguendo il succedersi cronologico di racconti e poesie, o lasciarsi andare al gioco dei collegamenti, in modo che ogni lettore possa costruirsi il 'suo libro'.
17,00

La bassa landa. Raccontare Russi e la Larga

La bassa landa. Raccontare Russi e la Larga

Quadrante 61

Libro: Libro in brossura

editore: Giraldi Editore

anno edizione: 2019

pagine: 300

"Con delle cattedrali come uniche montagne / E guglie nere come alberi di cuccagna / E chimere di marmo che si artigliano al cielo, / Con l’odissea del tempo come ultimo volo / E dei rondò di pioggia come sole frontiere, / Con il vento dell’Est, ascoltala volere, / La bassa landa che è la mia... Per chi vive nella Larga, come viene chiamata la pianura ravennate dai suoi abitanti, le parole che Jacques Brel scrisse nel ’62 non sembrano dedicate ai suoi Paesi Bassi ma ai nostri ‘paesi bassi’: per questo è venuto spontaneo ispirare il titolo di questo libro alle parole del grande cantautore. La bassa landa racconta Russi, un paese della Larga, e i suoi dintorni. Gli autori di Quadrante 61 prima hanno percorso la città, la periferia, la campagna e hanno de-scritto le loro impressioni – ritraendo quel che si vede; poi i luoghi elettivi scelti dai singoli hanno ispirato racconti – la narrazione di quel che non si vede, l’immaginario dei luoghi che si nasconde in ciascuno di noi. Nasce così il baedeker della Russi contemporanea dove storia e vita quotidiana, natura e monumenti, industrie e campagna si intrecciano a restituire la ricchezza culturale di quella che molti bollano come ‘provincia’ – che invece è una parte molto viva del nostro paese – e di un paesaggio che i distratti chiamano ‘piatto’ – che invece riserva infinite, sottili sorprese a chi aguzza gli occhi e la mente. Benvenuti a Russi!" a cura di Gianni Cascone
15,00

Pietre che parlano. Raccontare Pistoia

Pietre che parlano. Raccontare Pistoia

Libro: Libro in brossura

editore: Giraldi Editore

anno edizione: 2019

pagine: 320

Il filosofo e geografo Franco Farinelli ci ricorda oggi due cose importanti: la prima è che la modernità illuminista ha separato la città materiale (le pietre e i muri della urbs) dallo spirito che anima quella città (la civitas dei cittadini); la seconda è che S. Agostino chiamava gli abitanti della città “pietre vive”. Ci è sembrato importante, in occasione di Pistoia “Capitale della Cultura 2017”, tornare a osservare questa città discreta, appartata, conosciuta e apprezzata soprattutto dagli appassionati di arte, meno dalla grande comunicazione mediatica. Anziché descriverla nel suo aspetto esteriore, abbiamo pensato di ritrarla attraverso l’immaginario che le sue pietre nascondono, grazie ai racconti che lei ispira: appunto per stanarla, per scoprire quali idee e quali sentimenti si celino dietro questa posizione defilata. Il ritratto compiuto dai due autori collettivi, nati dai laboratori di scrittura che tengo al Centro Culturale "Il Funaro", credo sia molto interessante: è quello di una città sensibile al passato, per la quale la memoria ha un peso notevole – sia essa medioevale, dell’800, del primo ’900 o della Resistenza –; una città sensibile alle differenze e agli emarginati – i portatori di handicap, i barboni, i nomadi, gli omosessuali –; una città sensibile alle piccole cose della vita quotidiana – quella che Georges Perec chiamava "l'infraordinario", ritratta magistralmente da Eric Rohmer in tanti film –; una città sensibile, come è noto, all'arte antica e contemporanea, e al teatro; una città sensibile all'amore, ai suoi incanti e ai suoi fallimenti; una città, infine, sensibile anche al soprannaturale e al miracolo. Una città, Pistoia, tutta da scoprire! a cura di Gianni Cascone
14,50

Et in Arcadia ego

Banchéro

Libro: Libro in brossura

editore: Giraldi Editore

anno edizione: 2019

pagine: 250

Et in Arcadia ego era il motto reso famoso in Europa dai dipinti di Guercino e Poussin. La frase latina significa ambiguamente “Anche io (sono) in Arcadia”: infatti ricorda la vanitas della gloria e dei piaceri umani, che saranno polverizzati dalla morte; ma anche, indicandone l’illusione, invita l’uomo a una vita fatta di cose semplici, ritirata dal mondo, come quella che conducevano i pastori nella selvaggia natura della regione greca, l’Arcadia appunto. A questo secondo significato alludevano le opere dei due grandi artisti del Seicento, il secolo del Barocco, poiché era una dichiarazione morale e politica. In un mondo votato all'apparenza, alla retorica e alle logiche del potere, i due artisti mandavano un pacifico messaggio di resistenza che si ispirava al neostoicismo antico: dissentire con una vita sobria, in armonia con la natura. Quanto il pensiero dominante e la fame di apparire di quel secolo richiamino la nostra epoca e quanto sia attuale quel messaggio è sotto gli occhi di tutti. Banchéro ha scritto un romanzo barocco in cui seguiamo le storie intrecciate di alcune coppie. Le vicende dei protagonisti si riflettono le une nelle altre, in un continuo gioco di doppi determinato da uno specchio magico e dalle abili suggestioni di un manipolatore mediatico. Tutti comunque sono alla ricerca di un’identità sofferta. Alla fine in questo “gran teatro del mondo”, dove Banchéro dispiega al meglio i suoi temi forti – identità, apparenza e inganno, sterilità e poiesis –, spetterà al lettore decidere cosa è vero e cosa è falso, e quale vita merita davvero di essere vissuta. a cura di Gianni Cascone
13,50 12,83

Il Navile. Immaginario di città

Il Navile. Immaginario di città

Navigadour

Libro: Libro in brossura

editore: Giraldi Editore

anno edizione: 2018

pagine: 380

Una cosa è osservare la pelle delle cose, un'altra è andare in cerca del fantasma che quella pelle nasconde e anima. Fra l'una e l'altro ci siamo noi, con lo sguardo e il corpo: sulla pelle delle cose posiamo le nostre emozioni, il nostro sentire, illusi di ritrarre un'oggettività che si sposta continuamente oltre – possiamo solo alludere al ritratto, e accettarlo nella sua parzialità, se siamo consapevoli delle nostre proiezioni; il fantasma possiamo accoglierlo, facendo di noi stessi la casa per le parole e le narrazioni, uno strumento perché l'immaginazione si riveli. Nel primo libro sul Navile siamo andati a trovare il famoso Quartiere cercando di rappresentare la sua ricca complessità e di comporre la guida a quella che è una parte importante della Bologna contemporanea. In questo secondo libro è il Quartiere – la Città – che esce dai suoi confini materiali e viene a incontrare i lettori: per citare – in omaggio ideale – Ceserani e De Federicis, nel primo libro abbiamo de-scritto l'aspetto materiale della città, in questo secondo siamo andati a raffigurare l'immaginario della città, dissennatamente convinti che il ritratto narrativo – i racconti che i luoghi hanno suscitato – restituirà un'immagine ugualmente fedele, se non di più, della città contemporanea. Una città multiculturale, venata di solitudini senili e infelicità giovanili, di nevrosi, paure e inquietudini, di rabbia, ma anche di impreviste solidarietà, di persone in cerca di amore, ancora capaci di memoria e piene di speranze ecologiche. Anche se questo volume, dunque, è più autonomo e più dichiaratamente letterario, idealmente i due libri si integrano e si compenetrano nell'intento che ci riconosce Franco Farinelli e che sempre ci anima: quello di tenere di nuovo insieme la città materiale – l'urbs – e lo spirito della città – la civitas – componenti che il Settecento separò e che oggi dobbiamo tentare di riunire se vogliamo avere un futuro.
16,00

Hotel de Ville

Hotel de Ville

IndiMondi

Libro: Libro in brossura

editore: Giraldi Editore

anno edizione: 2017

pagine: 300

Una volta lungo le strade antiche c’erano le stazioni di posta, locande dotate di stalla e qualche stanza per riposare. Oggi lungo le autostrade, o appena usciti da un casello, ci sono piccoli alberghi, stazioni di una notte per viaggiatori commerciali, attimi di pausa per chi ha molta strada da fare, approdi insperati per naufraghi delle autoroutes, isole d’amore rubato per amanti clandestini. L’Hotel de Ville è uno di questi: un po’ Bates Motel vagamente inquietante, un po’ fané nel suo aspetto grinzoso di palazzina degli anni ’70, un po’ Canicola nel suo squallore crudele à la Seidl, l’Hotel è un porto di mare: a lui giungono e da lui passano band di giovani rockettari emergenti, anziani in panne sulla via di una improbabile convalescenza, architetti solitari innamorati di un’archeologia industriale in cui si specchiano, ragazzini in fuga dalla famiglia, fantasmi di nonne che cercano di salvarli, finanzieri falliti, giovani donne che fuggono dal matrimonio o che interrogano il metro di guard-rail sotto cui è morto il loro padre, valigie misteriose, psicologhe che tentano di curare vecchie ferite, commessi viaggiatori ossessionati da ritratti femminili del rinascimento e donne che sembrano incarnarli, concierge dalla doppia vita e cameriere curiose delle vite altrui, musicisti girovaghi, ospiti della vita indifferenti al mondo, fioriste straniere in cerca di se stesse e perfino politici di provincia scaltri che qui trovano uno spazio adatto alle loro ‘convenscion’. Insomma i fili delle vite di un’umanità stralunata che intorno a questo albergo a due stelle si sfiorano, si ignorano, talvolta si toccano come all’inizio di un nostro 'Il cielo sopra San Lazzaro'.
17,00

Valdrada

Valdrada

Immagici

Libro: Libro in brossura

editore: Giraldi Editore

anno edizione: 2017

pagine: 260

Valdrada è il nome che Calvino diede alla città che si specchia nel lago ne “Le città invisibili”. Questo romanzo, che vuol rendere omaggio a un maestro della letteratura, narra appunto di una cittadina sorta sulle rive di un lago artificiale, un bacino idroelettrico che sta per subire il consueto svuotamento di manutenzione. Ma più che gli edifici, nel lago della nostra Valdrada si specchiano i suoi abitanti. A differenza dei cittadini calviniani, non hanno la consapevolezza di vivere una doppia dimensione, anzi: qui lo specchiamento offerto dal lago, sul limitare di un imminente gorgo, è un'occasione di crescita di consapevolezza e una vertigine di rinnovamento. Diverse sono le vite che incrociano i loro destini a Valdrada: ci sono la parrucchiera zoppa e uno smemorato dalle origini ignote, la cartomante e un uomo che sta morendo, un maggiordomo che va in pensione e un giovane attore che si è messo sulle sue tracce, un barista, il suo amico palestrato e una novizia dalla vocazione incerta, una danzatrice che ama pazzamente la natura. Tutti prima o poi finiranno per specchiarsi nelle acque profonde e lì troveranno una figura enigmatica che guarderà nei loro occhi e saprà interpretare, senza che se ne accorgano, le loro inquietudini e le loro speranze: è il Genio, una metafora liquida della coscienza stessa.
13,50

Ciapa Scioira

Ciapa Scioira

Libro: Libro in brossura

editore: Giraldi Editore

anno edizione: 2016

pagine: 490

‘Scioir’ in dialetto ligure significa ‘pietra liscia': è la pietra su cui le lavandaie lavavano i panni lungo i fiumi. Il riferimento non è casuale, perché al centro della trama sta la Memoria. Infatti, questo romanzo epico è ambientato nel ponente ligure, a Taggia, tra il 1944 e il 1945, e si protende, con un salto di vent'anni, fino ai primi anni '60 a seguire l'esito dei suoi protagonisti. La guerra mondiale fa da sfondo alle vicende di personaggi presi dalla vita comune, gente che attraversa la tragedia bellica come può o come sceglie: ci sono gli ‘eroi', che si impegnano per la collettività schierandosi contro l'occupazione nazista – come Bartolomeo, jazzista italo-americano che torna per fare da collegamento fra le truppe alleate e i partigiani; o come Giacomo che combatte sui monti della Valle Argentina –; ci sono gli egoisti che continuano a truffare approfittando del clima tempestoso – come Maria Vittoria, impiegata notarile – o che fuggono dalla guerra emigrando – come suo fratello Gabriele, che lavora nelle esportazioni –; ci sono le vittime – i bambini come Lucia e il piccolo ebreo Joseph; o come Luisa, lavandaia visionaria –; infine ci sono le ‘signore' come Elsa, prostituta per miseria, una "per cui la guerra non è mai finita". Qualcuno sopravvivrà alla guerra, qualcuno no, tutti ne resteranno segnati.
17,50

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