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I Libri di Emil: Trajectum. Le culture dei Paesi Bassi e delle Fiandre: crocevie e transiti

Johan Huizinga a cent'anni dall’«Autunno del Medioevo»

Libro: Libro in brossura

editore: I Libri di Emil

anno edizione: 2023

pagine: 112

L’”Autunno del Medioevo” di Johan Huizinga ha valicato barriere linguistiche, culturali, sociali, mediali, riuscendo ad acquisire uno status di classico “globale” in genere precluso alla storiografia. Un’opera tanto eccentrica, tanto stupefacente, tanto criticata sin dal suo primo apparire, quanto amata e citata. Di tale successo sono un buon indicatore le traduzioni, e ritraduzioni, del saggio dalla sua pubblicazione in neerlandese (“Herfsttij der Middeleeuwen”, 1919) a oggi. Alle prime s’interessò Huizinga stesso. Specialmente in anni recenti si può notare un momento favorevole alle ritraduzioni, intensificatesi da quando sono scaduti i diritti d’autore. Pur con notevoli differenze, in generale si nota la tendenza a legittimare queste operazioni con la necessità di un nuovo e più consapevole confronto con il testo originale – di per sé non immobile, in quanto rivisto dall’autore – e con le sfide estetiche che propone. Particolare è il caso dell’Italia, in cui continuano a convivere sul mercato diverse traduzioni: la prima pubblicata da Sansoni nel 1940, dovuta all’orientalista olandese Bernardo (Bernardus) Jasink e in parte censurata da Delio Cantimori, la seconda a opera di Franco Paris (Newton Company, 1992), rivista per Feltrinelli nel 2020. Nella versione di Paris si apprezzano la finezza della resa della prosa artistica di Huizinga, spesso sinestetica nel fondere sensazioni relative a differenti campi percettivi, e la sensibilità verso il ritmo della prosa. La presente raccolta di saggi prende le mosse dagli interessi linguistici del primo Huizinga, di cui si trova traccia anche in alcune scelte lessicali dell’”Autunno”, per arrivare agli anni Trenta, quando lo storico assunse una postura di intellettuale pubblico. Ne “La crisi della civiltà” (in originale: “In de schaduwen van morgen”, “Nelle ombre del domani”), Huizinga proponeva infatti un’amara disamina della crisi in cui un mondo “ossessionato”, esasperato dai nazionalismi, stava precipitando. In Italia non mancarono le voci critiche del pamphlet, destinato a divenire un classico nel Dopoguerra. Anche in Olanda lo spettro delle reazioni fu ampio. Il poeta Martinus Nijhoff si sentì chiamato a rispondere con un atto creativo, suscitato dal titolo del libro: il ciclo di sonetti “Prima che faccia luce” (“Voor dag en dauw”), qui presentato in traduzione italiana.
16,00 15,20

Sguardo come poesia. Da Gezelle all'ecopoesia

Libro: Libro in brossura

editore: I Libri di Emil

anno edizione: 2023

pagine: 192

“Ego flos”, cantava Guido Gezelle: “Io sono un fiore”. I versi di Gezelle trovano oggi nuovi ammiratori, incantati dal suo anelito alla simbiosi con la natura. I saggi del presente volume spaziano dagli esperimenti tra poesia e prosa nelle Fiandre di fine Ottocento alla poesia ecocritica contemporanea in Olanda, passando per il dadaismo di I.K. Bonset, alias Theo van Doesburg. Decine di poeti neerlandesi si sono uniti nel movimento Poeti del Clima. La preoccupazione per le sorti della vita sulla Terra fa emergere sguardi rinnovati e l’urgenza di esplorare la frattura abissale tra le soggettività umana e il mondo oltre l’umano in scritture ecocritiche, come quelle di Lieke Marsman e Maartje Smits. Di un’altra generazione, Cees Nooteboom è adepto di una poesia de rerum natura. Nel 2020 pubblica “Addio”, versi scaturiti durante una pandemia che ha rivelato la fragilità degli equilibri della biosfera e il terrore per un virus al tempo stesso vivente e non vivente. Già negli anni Trenta Martinus Nijhoff, che pure sentiva la fascinazione della modernità, ne “L’ora X” metteva in guardia da una vita non più fondata su fondamenti naturali: lo dice il canto degli uccelli, che non si possono posare su alberi rimasti da piantare. L’uccello che si stringe al dito della mano e lo fa scrivere accomuna le visioni sull’atto – “seminanimale” – della creazione di Nijhoff e di M. Vasalis e torna più di recente in Anneke Brassinga, con i suoi gridi-versi. Se Jan Emmens dialogava con Montale, Wiel Kusters e Michaël Vandebril sondano le concrezioni di natura e cultura nel presente e nella storia, cercando in Italia occasioni di poesia. Kusters, figlio di minatori limburghesi, s’ispira alle miniere di zolfo di Perticara. Vandebril percorre la Via Appia in un poema di 445 versi, il numero delle pietre miliari tra Roma e Brindisi.
19,00

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