Il Prato: I grandi minori
Alessandro Oliverio
Paolo Ervas
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2025
pagine: 80
Alessandro Oliverio, di probabili origini bergamasche e attivo nella prima metà del Cinquecento, è stato un pittore di scuola belliniana a lungo misconosciuto. La progressiva ricostruzione del suo catalogo, a cui questo volume contribuisce in modo sostanziale, ha rivelato un artista particolarmente assiduo nel replicare diversi modelli compositivi di Giovanni Bellini per la privata devozione, ma senza rinunciare a una personale interpretazione di tali modelli. Risultano piuttosto caratterizzanti il trattamento espressivo delle superfici e l’uso di una luce fredda e tersa. Il libro è inserito nella collana “Le arti della Serenissima. I Grandi Minori della Repubblica Veneta”, che nasce con l’intento di promuovere la conoscenza di artisti che hanno lavorato sul territorio della Serenissima Repubblica dalla sua fondazione fino alla sua caduta, poco noti al grande pubblico. Tali autori sono spesso oggetto di studi specialistici che conoscono scarsa diffusione al di fuori dell’ambito scientifico. Le loro opere, tuttavia, sono importante testimonianza di una diffusa produzione artistica sul territorio che si pone sempre in dialogo con i grandi capolavori della storia dell’arte. I volumi di questa collana vogliono offrire uno strumento di conoscenza di questi artisti in un formato agile e tuttavia completo, agevole nella lettura e approfondito nei contenuti fondamentali, utile sia all’appassionato che allo studioso.
Gerolamo da Treviso il Vecchio
Luca Brignoli
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2025
pagine: 70
La figura di Gerolamo da Treviso il Vecchio, uno dei più interessanti pittori della seconda metà del Quattrocento nel panorama dell’entroterra veneto, è stata a lungo sfuggente e al centro di dispute critiche circa la sua identità anagrafica. Data la presenza di due pittori di nome Gerolamo a Treviso nel XV secolo (Gerolamo Strazzaroli da Aviano e Gerolamo Pennacchi), gli studiosi si sono divisi su queste due possibilità, addirittura ipotizzando di scorporare le due fasi stilistiche dell’autore nei due Gerolamo, con una giovinezza orientata verso Padova e lo stile squarcionesco e una maturità di stampo vivariniano, in cui il nostro tenta di digerire tardivamente la rivoluzione belliniana. Le ricerche fondamentali di Giorgio Fossaluzza hanno sciolto la questione identificando il pittore in Gerolamo Strazzaroli da Aviano: da questo contesto nasce l’esigenza di dare alle stampe questo volume, la prima monografia dedicata all’artista che riunisce il suo catalogo generale, con dipinti (tutti di soggetto sacro) conservati anzitutto nella diocesi trevigiana, ma anche in istituzioni museali italiane e straniere. Il libro è inserito nella collana “Le arti della Serenissima. I Grandi Minori della Repubblica Veneta”, che nasce con l’intento di promuovere la conoscenza di artisti che hanno lavorato sul territorio della Serenissima Repubblica dalla sua fondazione fino alla sua caduta, poco noti al grande pubblico. Tali autori sono spesso oggetto di studi specialistici che conoscono scarsa diffusione al di fuori dell’ambito scientifico. Le loro opere, tuttavia, sono importante testimonianza di una diffusa produzione artistica sul territorio che si pone sempre in dialogo con i grandi capolavori della storia dell’arte. I volumi di questa collana vogliono offrire uno strumento di conoscenza di questi artisti in un formato agile e tuttavia completo, agevole nella lettura e approfondito nei contenuti fondamentali, utile sia all’appassionato che allo studioso.
Francesco Frigimelica
Flavio Vizzutti
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2023
pagine: 80
Francesco Frigimelica (Camposampiero, tra 1560 e 1570 - Belluno, notizie 1654) si forma a Venezia presso un maestro del quale nulla conosciamo. Dopo aver affinato un'adeguata preparazione, alla ricerca di commissioni, si trasferisce nel territorio alto veneto dove riesce ad imporsi nel settore della pittura sacra, divenendo l'incontrastato protagonista tra fine Cinquecento e metà Seicento. Il successo è determinato dalla chiarezza iconografica, dallo stile narrativo privo di intellettualismi e dal senso di poetica spiritualità. La sua cultura figurativa, dipendente dai canoni tradizionali, svela comunque suggestioni derivate da Tintoretto, Bassano, Palma il Giovane e dal paesaggismo fiammingo-neerlendese.
Sante Peranda
Adriana Augusti
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2021
pagine: 92
Sante Peranda (Venezia 1566-1638) formatosi presso Franck Pauwels, detto Paolo Fiammingo, passa poi nella bottega di Leonardo Corona, per avvicinarsi successivamente a Jacopo Palma il Giovane, con cui collabora in alcune opere; i suoi riferimenti culturali, oltre allo stesso Palma, sono soprattutto, come per quasi tutti i pittori delle “Sette Maniere” Tintoretto e Veronese, ma riaffiorano, soprattutto nei paesaggi, i modi del pittore fiammingo. Passato in Emilia nel 1609 vi rimane per circa venti anni, nei quali lavora alla corte dei Pico a Mirandola, per gli Estensi a Modena, e per numerose commissioni private sul territorio. Nei ritratti di questi anni, affiora un rinnovato fiamminghismo, parallelo a quello di Frans Pourbous il giovane, attivo negli stessi anni a Mantova. Rientrato a Venezia nel 1627, le gamme cromatiche si schiariscono, le forme appaiono meno legate alle fonti dei grandi maestri del Cinquecento, avanzando quasi verso un cauto barocco.
Cesare Vecellio
Giorgio Reolon
Libro: Copertina morbida
editore: Il Prato
anno edizione: 2021
pagine: 84
Cesare Vecellio (Pieve di Cadore 1521 circa - Venezia 1601) si forma presumibilmente a Venezia presso Tiziano, suo cugino di secondo grado, per poi dedicarsi in proprio alla pittura nonché alla grafica, alla stampa e all'incisione. Vive e lavora tra il territorio alto veneto e la città lagunare, dove realizza l'importante trattato illustrato "Habiti antichi et moderni di diverse parti del mondo" (1590). Il suo stile è il risultato di una variegata cultura figurativa legata al Manierismo veneziano e rivela influssi dell'opera di Bassano, Tintoretto e Veronese.
Francesco Rosa
Federico Giannini
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2021
pagine: 84
Francesco Rosa (Genova 1635 ca. - Venezia 1710) è attestato a Venezia già a partire dal 1663. Allievo di Giovan Battista Langetti, nelle opere più importanti lasciate in Veneto dimostra di appartenere al novero dei migliori fra gli artisti della corrente dei ‘tenebrosi’. Nel 1675 passa a Monaco di Baviera dove diventa qualche anno più tardi primo pittore alla corte di Massimiliano II Emanuele Wittelsbach. Sia a Venezia che a Monaco si trova dunque ad essere investito di commissioni di prestigio, fra le quali spicca l’enorme pala col Miracolo di sant’Antonio da Padova nella basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari. Tornato in Italia dopo un lungo soggiorno in vari paesi d’Europa, muore a Venezia nel 1710.
Domenico Capriolo
Paolo Ervas
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2018
Domenico Capriolo (Venezia? 1494 – Treviso 1528) si forma presumibilmente a Venezia a contatto con l’opera di Palma il Vecchio, confrontandosi anche con alcuni aspetti della pittura giorgionesca. Dalla fine del 1517 è documentato a Treviso dove vive e lavora fino alla sua prematura morte. Nel suo percorso stilistico si avvicendano influssi dell’opera di Giovanni Antonio Pordenone e successivamente di Lorenzo Lotto.