Ivo Forza editore: Arcobaleni multicolore

“Vorrei darvi una casa del cuore, dove potrete abitare soltanto voi. Una casa con i muri fatti di gente e le stanze di parole, con le finestre di fatti accaduti nel mondo, con il tetto di emozioni come sigilli dell’anima. Una casa che nessun altro potrà avere, e non potrete venderla, né comprarne un’altra, soltanto mostrarla con l’orgoglio un po’ ridicolo dell’amore”. Questo lo scopo dichiarato di un ironico viaggio a ritroso nella storia di una famiglia un po’ fuori dalle righe. Dentro a questo contenitore semiserio, un livello più interiore, un piccolo tentativo di trovare se stessi in una serie di personaggi che sembrano cercare la propria identità apparendo quasi a sorpresa sulla scena della memoria, dove hanno lasciato una traccia più o meno effimera della loro essenza. E attraverso questa rievocazione collettiva la singolare esperienza di vita della narratrice acquista mano a mano uno spessore che la spingerà a interrogarsi su se stessa, sui motivi delle sue scelte, che ormai le appaiono come un percorso fatalmente inevitabile.

Ambientato a Valle Marsìs (versione onirica della Piana di Marcesina, che si trova nel comprensorio dei Sette Comuni, in provincia di Vicenza), il racconto ci narra di come un piccolo elfo si smarrisce nel bosco, apparentemente per colpa di uno scherzo di alcuni folletti ma, in realtà, a causa di un suo smarrimento interiore, del quale prenderà coscienza solo dopo essere stato catturato e tenuto a lungo prigioniero dal sassotrappolaingabbiatore. Attraverso il ricordo doloroso del proprio passato e soprattutto attraverso l'accettazione e il perdono che egli concede, il piccolo elfo si libera dalla stretta del sassotrappola e torna infine presso la sua famiglia, nella Valle di Marsìs, riscoprendo la bellezza stupenda che la vita offre a chi ne sa cogliere l'essenza profonda.

Scritta quando ancora niente lasciava presagire l'attuale sviluppo delle vicende vaticane (la prima stesura risale al 2007), la novella è un vero e proprio racconto profetico, che si spera però non abbia il suo completo adempimento. In appendice un'integrazione di alcune pagine, con una citazione tratta dal vangelo di Tolstoj, sul soggetto "L'Uomo, portatore del Logos".

Tre racconti, attraverso i quali si delinea un percorso che parte da un terreno oscuro e senza colori per approdare infine alla luce dell'arcobaleno. Una potente suggestione cromatica. Il primo passo di questo cammino è narrato in "Artemia e Yazzalta": è la scoperta di se stessi e la possibilità di liberarsi dai personaggi dietro i quali come maschere ci nascondiamo per difenderci dalle sofferenze che gli altri ci causano. Si attraversa poi la faticosa bellezza del recupero della nostra parte più autentica in "Pandora e Penia". Il terzo passo, quello di una totale apertura al mondo, è racchiuso nell'ultimo racconto "La tribù dalle Piante blu". È un testo che si presta ad ogni grado di lettura: dai bambini, agli adolescenti, agli adulti.