Marcos y Marcos: Le ali
Tutti gli occhi che ho aperto
Franca Mancinelli
Libro: Copertina morbida
editore: Marcos y Marcos
anno edizione: 2020
pagine: 144
La voce di Franca Mancinelli si affida a un difficilissimo equilibrio, tra esattezza del dettato e concentrazione semantica, ottenuta con l'esercizio costante di due forze complementari, quella che accentua e amplifica e quella che elimina e abrade. L'esattezza agisce a tutti i livelli: nella formulazione del singolo verso, nella miscela di immagini e giri sintattici, ma anche nella strutturazione calcolatissima delle sezioni, dei raccordi e persino delle pagine bianche, su cui si accampano minuscole, perfette spirali. Per raggiungere questa giustezza espressiva, l'autrice ha dovuto operare neurochirurgicamente sulla propria scrittura, condensando il senso e eliminando tutto il superfluo: non a caso il titolo felice dell'opera, "Tutti gli occhi che ho aperto", denuncia il prezzo pagato nel verso che gli fa seguito, sono i rami che ho perso. Queste poesie nascono da un'urgenza tangibile che non si fa mai aperta confessione: urgenza privata, biografica, e urgenza etica, sempre riferita alle zone più fragili, più terribili della nostra vita, associata o dissociata, dove è giorno, il vento / non si alzerà. Da qui, Franca Mancinelli parla per brevi frammenti, si oppone alla dissoluzione e al silenzio con la forza del niente / del non avuto mai / niente da barattare. Lungo questa via perigliosa, i gesti ricompongono una lingua / si allaccia al mio corpo un'armatura.
La parvenza del vero
Franco Facchini
Libro: Copertina morbida
editore: Marcos y Marcos
anno edizione: 2020
pagine: 224
Poeta di lungo corso e minime apparizioni pubbliche (piccole plaquettes, raffinati libri d'arte ormai introvabili), nomade e schivo, caro a Roberto Roversi e Giampiero Neri, Franco Facchini giunge qui al suo primo libro di ampio respiro: non un'antologia ma una pista scavata attraverso il suo vastissimo deposito di inediti, che ruotano tutti attorno al rapporto tra vista e pensiero, percezione e dubbio, in una ricerca quasi mistica di verità sempre vicina e sfuggente, intuita e negata. Poesia difficile da definire, originata da vorticose e onnivore letture, ora letterarie ora filosofiche, e da un atteggiamento meditativo e contemplativo, poesia solitaria e senza modelli riconoscibili, "La parvenza del vero" propone sin dal titolo un bilico e una scommessa. "Parvenza": che vorrà dire insieme maschera, inganno, sembianza; ma anche, come nel sonetto dantesco, piena manifestazione di sé; "del vero", sintagma che subito richiama l'amato Leopardi, ma con un'aggiunta di luce, se non proprio di speranza. Il vero, questo vero che si cela dietro l'apparire e che da lì irradia sembra promettere, non solo minacciare: un'adesione forse possibile, una pienezza inusuale accanto alla coscienza del vuoto e del gorgo. Un'alleanza quasi impossibile, tra parola e cosa, nel miracolo della sua apparenza. Nessun orfismo o deriva irrazionale; solo la lucidità dello sguardo, il nitore dell'espressione, il rifiuto di ogni facile certezza. E lo snodo della comprensione come unica bussola, per il viaggio dove non c'è niente.
Con la mia sete intatta. Tutte le poesie
Ferruccio Benzoni
Libro: Copertina morbida
editore: Marcos y Marcos
anno edizione: 2020
pagine: 399
Se si volesse tentare di redigere il catalogo della poesia del Novecento italiano, si tratterebbe d'un lavoro difficile, arduo, forse impossibile. Vale quindi il tentativo di aver tolto Ferruccio Benzoni dall'ombra nella quale poteva cadere. La sua poesia era ed è il passo notturno delle "musiche" di attesa e stupore, d'una arresa triste dolcezza che guarda e ascolta il quotidiano andarsene del giorno. La sua poesia si fa compagna nella discrezione, nell'etica della decenza, nell'umiltà severa che traccia la linea invisibile del lento pedalare verso casa. Così, in "Numi di un lessico figliale": "Nel verde dei suoi occhi aguzzi riarde un mio futuro di metrica e di vita. Di polvere e di metrica per l'esattezza con cui ho composto i miei vivi in marmo. Ma spiove intanto: i fiori che lei ama avranno tregua". Gli era caro il segreto silenzioso di un privilegio: quello del dolore che non dà tregua e riconcilia, quanto più è forte, con la vita, consegnandole la cifra indelebile di una adesione "appassionata". La sua poetica dice di sé quel che può essere compreso e trattenuto a lume di un senso lontano. Ogni volta è il bisogno di non lasciar al niente il miracolo della bianca pianura della pagina. Da "Fedi nuziali": "Solo adesso potrei dire che l'inverno rifonde tenendole per sé le memorie". (Francesco Scarabicchi). Introduzione di Massimo Raffaeli.
Temporali
Cristiano Poletti
Libro: Copertina morbida
editore: Marcos y Marcos
anno edizione: 2019
pagine: 102
Residenza fittizia
Alessandro Niero
Libro: Copertina morbida
editore: Marcos y Marcos
anno edizione: 2019
pagine: 121
"La 'Residenza fittizia' di Alessandro Niero è un altro nome per dire viaggio, passaggio, transito (e 'Note di transito' sarà appunto una sezione di questo libro): oltre la linea d'ormbra dell'età e del mondo contemporaneo, oltre lo sguardo fermo che smaschera l'ipocrisia del reale, oltre la fatica dell'essere. Perché, suggerisce Brodskij, 'la metafisica è sempre terra terra' anche se (così un verso di Niero), 'la prospettiva è ormai quella che è' e il sogno può essere quasi soltanto 'cavare un caldo limpido/ anche da un verminaio,/ anche da quella merda'. Eppure, lungo 'il sentiero che adesso si aguzza', il transito è verso un orizzonte, verso una chiarezza improvvisa, che apparirà quasi inattesa nella presenza lancinante di una figlia, 'alba che del buio fende il limo', in una terra ritrovata 'che non scende a compromessi', nel candore definitivo della neve, in cui si compie l'ultima tappa del viaggio, l'ultimo, abbandono dell'io. E il transito non è soltanto tema, bensì anche e soprattutto densità della parola, forma della parola e del ritmo, che aspirano a liberarsi, a purificarsi dalle scorie, a farsi 'semplice dizione, fumo dissolto, dicibile detto': ambizione alta, verso cui Alessandro Niero prova a dirigersi, senza cedere alle scorciatoie, nella coscienza di doversi sobbarcare tutta la pesantezza del mondo e della vita, ma senza dimenticare la speranza di potersene affrancare, nell'estrema giravolta del linguaggio niveo che sigilla il libro: 'sono pericolo e suolo'." (Fabio Pusterla, curatore di collana)
Maiser
Fabiano Alborghetti
Libro: Copertina morbida
editore: Marcos y Marcos
anno edizione: 2017
pagine: 238
"E dicendo di quell'uno / di quanti altri avrai parlato?": si chiude così il romanzo in versi di Fabiano Alborghetti, che mette in scena la storia di un "uomo normale" (così l'incipit), di una "vasta famiglia", di una lunga porzione di secolo. Dall'uno agli altri, cioè dalla vicenda individuale alla storia collettiva, e un tempo si sarebbe potuto aggiungere dalla coscienza individuale a quella di classe, questo libro coraggioso prova a mettere al lavoro la poesia sul piano inclinato della narrazione sociale. Romanzo/poema in controtendenza, Maiser conduce allo spasimo la cifra di una scrittura già testimoniata dal precedente percorso del suo autore: da L'opposta riva (2006), con i suoi clandestini senza nome braccati dal destino, agli orrori quotidiani di Registro dei fragili (2009), Alborghetti ha sempre affondato i suoi strumenti poetici nella realtà più bruciante. Ora, un'identica ustione si prolunga nei decenni della storia italiana novecentesca, negli "sguardi lupeschi" e disperati degli emigranti del Sud. Come sempre, "dinanzi alla vita, anche quella più storta". (Fabio Pusterla)
Cosmic latte
Azzurra D'Agostino
Libro: Libro in brossura
editore: Marcos y Marcos
anno edizione: 2025
pagine: 168
La prima cosa che colpisce e affascina, nella poesia di Azzurra D’Agostino, è la voce: mite e ferma, tersa e capace di accogliere l’eco del mondo, quello privato e quello collettivo, tra spazi boschivi, contraddizioni del sociale, memorie e stupori improvvisi. Nessuna ingenuità, nessun canto spiegato; ma, anche, nessuna resa, nessun cedimento. La parola poetica può attraversare i tempi, passando dalle stratificate foreste dell’Appennino alle profondità delle acque, dall’ombra degli antenati alle figure del presente, dai morti sul lavoro all’elegia di un paesaggio, nella coscienza che “siamo / quello che siamo, siamo / quelli che passiamo”. Nel “bianco / colore invisibile dell’universo” (ecco il senso del titolo audace), scorrono figure colte con poche pennellate, eppure lì, davanti a noi, nella loro presenza e nella loro precarietà, entrambe mirabili: “sulla soglia terribile dello splendore”, davanti alla quale ciò che crediamo di sapere è insufficiente. Qualcosa tintinna in questo libro. È il tintinnìo di una poesia che non rinuncia a sé stessa e che cerca nuove strade: “E io che pensavo che scrivere fosse un giardino / metto un piede nel vuoto e con l’altro cerco un gradino”. Anche la lingua conosce diverse modalità: dall’italiano potentemente affettivo al dialetto perduto e ritrovato. Perché una cosa è chiara: “Che possiamo chiedere aiuto. / Che possiamo dire no a quello che ci fa male. / Che siamo capaci di fare un presidio anche sotto al temporale”.
L'isola tra le selve
Umberto Piersanti
Libro: Libro in brossura
editore: Marcos y Marcos
anno edizione: 2025
pagine: 240
"L’isola tra le selve" è una serie di vicende, situazioni e percorsi che si snodano dagli anni Quaranta fino ai nostri giorni. Nel corso del tempo il vissuto personale del poeta si incontra con le grandi vicende della storia e con i profondi rivolgimenti della società. Il mondo contadino che termina con l’infanzia dell’autore, la guerra, il ’68 entrano in questi versi non in una prospettiva di tipo culturale e, magari, ideologico, ma come forme brucianti dell’esperienza. Alcuni temi percorrono tutto l’arco di questa antologia. Il tempo differente, tempo dell’amore e della contemplazione lontano da un quotidiano spesso banale e ripetitivo. I luoghi persi, quelli delle radure appartate dei boschi o presenti nella memoria di un’infanzia antica e mitica. Jacopo, il figlio afflitto da una grave forma di autismo, che obbliga il padre a un duro e costante confronto con il reale. Nella durezza, talora quasi insopportabile, dell’esistenza, resta costante un amore totale per la natura e un desiderio di vita intenso e struggente. Prefazione di Massimo Raffaeli.
Non già ieri, non ancora domani
Antonio Tricomi
Libro: Libro in brossura
editore: Marcos y Marcos
anno edizione: 2024
pagine: 256
"Non già ieri, non ancora domani" somiglia a un prosimetro che s’incarica, lacerto dopo lacerto, di sviluppare o, al contrario, di far implodere un’esile traccia narrativa, modulata su una non troppo attendibile partitura autobiografica. Vuole essere uno spregiudicato corpo a corpo con una pluralità di forme letterarie, ognuna deliberatamente trasgredita da un’ossessione lirica mai però incline a farsi pura maniera, sempre viceversa attenta a convertirsi in disinibita coscienza critica. Uno sguardo attonito, a tratti sarcastico, su un tempo, il nostro, tragicamente sospeso tra un abbrutimento che non sembriamo capaci di lasciarci alle spalle e qua e là affioranti, ma comunque malcerti desideri di un nuovo sentire.
Miei lari
Paola Loreto
Libro: Libro in brossura
editore: Marcos y Marcos
anno edizione: 2024
pagine: 192
"I miei Lari" è un libro familiare, intimo e delicato, che esplora le dinamiche complesse dei legami di sangue tra i membri di un nucleo affettivo essenziale, ripercorrendone la storia alla ricerca di un senso ultimo, che possa rendere giustizia all’esistenza di tutti, riconoscere le mancanze e accogliere il perdono di sé e degli altri. La tragedia al cuore di questa storia particolare è avvolta dal velo della pietas. L’esercizio della memoria vuole essere uno scandaglio della verità, che si affida alla partecipazione a tratti indifesa e a tratti intenerita dell’io lirico a vicende esistenziali aspre e dolci dal valore universale, condiviso.
A schiere le parole. Poesie scelte con prose e versi inediti
Jolanda Insana
Libro: Libro in brossura
editore: Marcos y Marcos
anno edizione: 2024
pagine: 502
«Jolanda Insana è tra le figure più originali e notevoli della poesia italiana del secondo Novecento. Dopo l'esordio ufficiale nel 1977 con "Sciarra amara", accolta da Giovanni Raboni in un "Quaderno collettivo della Fenice", Insana ha composto numerose raccolte di poesia e di prose, tutte attraversate da una energia linguistica ed espressiva - di rara intensità. Nel 2007 la sua opera poetica è stata riunita in un Elefante dell'editore Garzanti, cui sono ancora seguiti parecchi titoli: ma oggi nessuno dei suoi libri risulta più disponibile. L'intento di questa ampia antologia, di poesia, di prose ma anche di testi rari e inediti ottimamente scelti dalla curatrice Anna Mauceri, è dunque quello di riaccendere l'attenzione dei lettori di poesia, e soprattutto dei più giovani, su un'opera ancora pulsante e fuori da quasi tutti gli schemi. Ma chi era Jolanda Insana? Ce lo dice lei stessa, in uno splendido autoritratto, in cui si definisce "scannaparole e gabbalessemi", annotando: "Nella sua scrittura invece ci sono rugosità e spigoli taglienti, coltellate di bellezza sul ventre molle della vita e pugni allo stomaco, brividi di cupezza e gridi d'esultanza e libertà, spudoratezze e coprolalie in funzione di mascheramento protettivo, per troppo pudore del sentimento, per troppa tenerezza. Tutto questo perché conosce il sapore dei fichi catalani schiacciati dentro il pane e le terre dove manca l'acqua e i limoni fioriscono più di due volte l'anno". Da leggere, rileggere e trileggere: assolutamente! (Fabio Pusterla). Prefazione di Maria Antonietta Grignani.
La terra di ferro
Pasquale Pinto
Libro: Libro in brossura
editore: Marcos y Marcos
anno edizione: 2023
pagine: 144
Terra, energia, lavoro. Pasquale Pinto racconta in modo epico e drammatico il passaggio dalla vita rurale e artigianale alla vita in fabbrica, l’alienazione della catena di montaggio e del lavoro duro, durissimo, in mezzo a vere e proprie cattedrali di ferro, altoforni, colate di ghisa. Da terra degli ori e della cultura magnogreca, Taranto si trasforma in una enorme fucina. Prefazione di Simone Giorgino.