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Mondadori: Le scie. Nuova serie stranieri

La scoperta del mondo. L'anno Mille e l'inizio della globalizzazione

Valerie Hansen

Libro: Copertina rigida

editore: Mondadori

anno edizione: 2021

pagine: 336

Per convenzione, l'«età delle scoperte» ebbe inizio nel 1492, quando l'impresa transatlantica di Cristoforo Colombo dischiuse inedite vie commerciali che stravolsero le sorti del mondo e di tante popolazioni. Eppure merci, persone, religioni e persino microbi viaggiavano lungo rotte marittime tracciate già molti secoli prima: nell'anno Mille gli scandinavi, tra i più celebri signori del mare, avevano raggiunto le coste del Nordamerica e, secondo alcune ipotesi, si erano addentrati fino allo Yucatán ed erano stati catturati dai Maya. Contando su fonti primarie e bibliografiche sterminate, Valerie Hansen, docente di storia a Yale, sostiene che furono le esplorazioni dell'anno Mille a innescare l'avvio della globalizzazione: come i Vichinghi in cerca di legname arrivarono in Canada, così i marinai cinesi si spinsero fino in Australia e oltre le Filippine per soddisfare la brama di lumache di mare e piante aromatiche. In tutto il mondo, popoli animati dal bisogno o dall'avidità intrecciarono relazioni commerciali e fondarono empori. Seguendo i percorsi battuti da mercanti, pellegrini e viaggiatori, questo caleidoscopico giro intorno al mondo fa tappa negli imperi mesoamericani, nella Cina delle stirpi Song e Liao, nei califfati islamici dell'Asia centrale e nell'Africa delle opulente dinastie arricchite dall'estrazione aurifera, senza dimenticare i trafficati mari del Sud, dove i polinesiani identificarono Rapa Nui, Nuova Zelanda, Samoa e Hawaii ben prima di Magellano. Certo, le differenze con la globalizzazione attuale sono notevoli, ma le genti dell'anno Mille affrontarono molte delle sfide con cui abbiamo a che fare anche noi. Perciò, quando ci chiediamo se cooperare o rivaleggiare con i nostri vicini, agevolare il libero scambio o preferire misure protezionistiche, difendere le tradizioni o aprirci alla diversità, il mondo dell'XI secolo può farci intuire che l'apertura di vie globali offrì un arricchimento economico e intellettuale sia agli avventurieri sia a chi, rimasto a casa, conobbe l'alterità grazie alla circolazione di prodotti e idee, a dimostrazione che accogliere con curiosità quel che sembra insolito e distante porta a risultati condivisi e vantaggiosi.
25,00 23,75

L'accordo. Chamberlain, Hitler, Churchill e la strada verso la guerra

L'accordo. Chamberlain, Hitler, Churchill e la strada verso la guerra

Tim Bouverie

Libro: Libro rilegato

editore: Mondadori

anno edizione: 2021

pagine: 528

Il 30 settembre 1938, il primo ministro inglese Neville Chamberlain, con una frase che l'avrebbe tormentato per il resto della vita, assicurò alla folla radunata davanti al 10 di Downing Street «la pace per il nostro tempo». Meno di un anno dopo, l'invasione tedesca della Polonia segnò l'inizio della seconda guerra mondiale, sancendo il clamoroso fallimento della strategia franco-inglese nota come 'appeasement', pacificazione. Dall'avvento del Führer alla Cancelleria nel 1933, ai primi giorni del Terzo Reich, fino alla battaglia di Dunkerque, Tim Bouverie ripercorre gli anni cruciali in cui tutta l'Europa dovette fare i conti con la folle smania di potere della Germania, esaminando con particolare attenzione la politica adottata dalla Gran Bretagna e – sulla sua scia – dalla Francia. Anni disastrosi di indecisione, fallimenti diplomatici, accesi confronti nelle stanze segrete del Parlamento inglese, e di scelte ispirate talvolta dal bene della popolazione e più spesso dal desiderio di affermazione personale. Attraverso approfondite ricerche d'archivio e fonti inedite, Bouverie crea un ritratto appassionato e intimo di ministri, aristocratici e diplomatici dilettanti che, attraverso le loro azioni e non azioni, hanno plasmato la politica del proprio paese e determinato il destino dell'Europa. Figure del calibro di Neville Chamberlain, del suo ministro degli Esteri Lord Halifax, del suo più stretto consigliere Horace Wilson, dell'ambasciatore in Germania Nevile Henderson – tra i più fervidi sostenitori della necessità di blandire Hitler attraverso concessioni territoriali –, ma anche dei loro oppositori, primo fra tutti l'inascoltato Winston Churchill, vengono presentate in una realistica contrapposizione di luci e ombre, sullo sfondo di una sbiadita Gran Bretagna imperiale dove il Führer godeva di un inatteso sostegno persino tra alcuni membri della famiglia reale. Oltre a costituire una preziosa ricostruzione di un momento storico delicato e di grande importanza, "L'accordo" racconta una lezione senza tempo sulle difficoltà di resistere all'aggressività e all'autoritarismo, e le calamità che derivano dal non farlo.
28,00

La seconda guerra mondiale. Come è stato combattuto e vinto il primo conflitto globale

Victor Davis Hanson

Libro: Copertina rigida

editore: Mondadori

anno edizione: 2019

pagine: 792

La seconda guerra mondiale ha causato circa sessanta milioni di morti. Dall'invasione della Polonia fino alla resa ufficiale del Giappone, passando per l'assedio di Leningrado, i bombardamenti sulle città tedesche, gli orrori della Shoah e l'apocalisse di Hiroshima e Nagasaki, ogni giorno in media hanno perso la vita ventisettemila persone. Ma com'è stato possibile che Paesi non troppo diversi per cultura, tradizione militare e sviluppo economico si siano trovati nella condizione di sacrificare milioni di vite, mobilitando risorse e tecnologie per produrre micidiali strumenti di morte e distruzione? Come mai un conflitto iniziato in Europa ha avuto una escalation letale, che l'ha portato ad assumere una dimensione globale? A oltre settant'anni di distanza, sembra ancora difficile rispondere in maniera soddisfacente a queste domande. In questo libro Hanson cerca di dare il proprio contributo a un dibattito che non è soltanto storiografico, ma anche e soprattutto morale. Muovendo la propria indagine dalle cause del conflitto - che, come rammenta, ricadono esclusivamente sulle spalle del nazifascismo - Hanson ne ripercorre le tappe cruciali, concentrandosi sulle battaglie decisive, sugli armamenti sempre più letali, sull'efficacia dei metodi di combattimento, sugli errori e i successi strategici dei comandi supremi, sul ruolo della popolazione civile e dei lavoratori coatti. Ma anche sulla forza economica e la capacità produttiva delle potenze coinvolte, sul peso alla fine risolutivo dell'industria e della ricerca tecnologica. E soprattutto sugli uomini - dai leader ai soldati schierati in prima linea -, su quanti volevano asservire il mondo alle ideologie assassine e alla logica dei campi di sterminio e su quelli che invece vi si opposero. Alla fine, però, un dubbio rimane: forse quei sessanta milioni di morti avrebbero potuto essere evitati se in molti non avessero distolto lo sguardo di fronte alla minaccia nazifascista. Un dubbio che il nostro tempo ci impone di sciogliere.
38,00 36,10

Leonardo da Vinci

Leonardo da Vinci

Walter Isaacson

Libro: Copertina rigida

editore: Mondadori

anno edizione: 2019

pagine: 507

Archetipo ed emblema dell'uomo rinascimentale, Leonardo da Vinci è universalmente riconosciuto come il genio più creativo e multiforme della storia. Dalla sua straordinaria capacità di osservare la natura, indagandone le leggi e i misteri, e di coniugare ricerca scientifica ed espressione artistica sono nati capolavori quali la Gioconda e l'Ultima Cena, ma anche strabilianti intuizioni, come l'idea che un giorno l'uomo, al pari degli uccelli, avrebbe potuto librarsi in cielo a bordo di macchine volanti. Il tratto peculiare di Leonardo è dunque un'insaziabile curiosità nei confronti del mondo circostante, ma alimentata e illuminata da una potente immaginazione visionaria. Ed è proprio questa la caratteristica che ha indotto Walter Isaacson a includere il più celebre artista italiano di tutti i tempi nella cerchia degli «innovatori», che sono l'oggetto privilegiato dei suoi interessi di studioso: come Benjamin Franklin, Albert Einstein e Steve Jobs, Leonardo incarna la capacità di rivoluzionare la propria epoca - e di segnare il destino di quelle a venire - grazie a un'originalissima combinazione di inventiva e raziocinio, realismo e fantasia. Ma il genio di Leonardo, sottolinea Isaacson, era qualcosa di squisitamente «umano», forgiato dalla sua volontà e dalle sue ambizioni, basato su abilità che ognuno di noi potrebbe addirittura aspirare a coltivare, e non esente da imperfezioni e debolezze. Figlio illegittimo di un notaio fiorentino, privo di un'istruzione formale vera e propria (tanto da definirsi «homo sanza lettere, discepolo della esperienza»), fu sostanzialmente un autodidatta, facile alla distrazione e spesso inconcludente, come dimostrano le migliaia di pagine dei suoi taccuini fitte di progetti abbozzati con impegno febbrile e mai realizzati: impianti idraulici, scenografie teatrali, armi da guerra, valvole cardiache, studi per dipinti rimasti purtroppo a uno stadio preparatorio e annotazioni per trattati che non iniziò nemmeno a scrivere. Il documentato volume di Isaacson, arricchito da stupende immagini dei dipinti e dei disegni di Leonardo, delinea i tratti di una personalità eclettica, complessa e per tanti aspetti ancora misteriosa, nella quale le inevitabili ombre rappresentate dai limiti costitutivi della natura umana finiscono per esaltare ancor di più le luci di un ingegno incomparabile, le cui opere, ancora oggi, continuano a suscitare sconfinata ammirazione in tutto il mondo.
24,00

I Romanov (1613-1918)

Simon Sebag Montefiore

Libro: Libro rilegato

editore: Mondadori

anno edizione: 2017

pagine: 966

I Romanov hanno governato per oltre tre secoli un sesto della superficie terrestre e sono stati la dinastia di maggior successo dell'era moderna. Come ha potuto una sola famiglia trasformare un piccolo e oscuro principato nel più grande impero del mondo? Quale prezzo di sofferenze e di sangue hanno dovuto pagare i loro sudditi? E perché e come il loro dominio ha di colpo iniziato a franare all'inizio del XX secolo? Simon Sebag Montefiore è riuscito a rispondere a queste domande racchiudendo in un'unica narrazione la vertiginosa avventura di una ventina di zar e zarine, valutati e descritti non solo negli scenari della storia maggiore – incoronazioni, complotti, avvicendamenti dinastici –, ma, con il supporto di documenti e carteggi, anche in quelli meno noti della vita privata e familiare. Sebag Montefiore ha suddiviso la trama del racconto in 3 atti e 17 scene, i cui cast sono gremiti dei personaggi più disparati: ministri e boiari, impostori e avventurieri, arrampicatori sociali e cortigiane, rivoluzionari e poeti. Dopo Pietro il Grande, visionario e spietato modernizzatore, spiccano su tutte le figure delle due volitive e innovatrici zarine Elisabetta e Caterina, con le loro corti di amanti e favoriti, e dei grandi zar dell'Ottocento: Alessandro I, che respinse e incalzò fino a Parigi l'esercito invasore di Napoleone Bonaparte, e Alessandro II il Liberatore, ripagato per l'abolizione della servitù della gleba con sei attentati, di cui l'ultimo mortale, tragica premonizione degli orrori del XX secolo. È infatti sotto il segno sanguinoso del massacro della famiglia di Nicola II e Alessandra, gli ultimi regnanti, che si conclude nel 1918 la parabola dell'autocrazia zarista e si apre una nuova epoca, quella del bolscevismo.
40,00 38,00

La grande carestia. La guerra di Stalin all'Ucraina

La grande carestia. La guerra di Stalin all'Ucraina

Anne Applebaum

Libro: Copertina rigida

editore: Mondadori

anno edizione: 2019

pagine: 540

Nel 1929 la politica di collettivizzazione agricola forzata promossa da Stalin costrinse milioni di contadini russi a consegnare allo Stato bestiame, attrezzi e ogni scorta alimentare fino all'ultimo chicco di grano. È l'inizio di una catastrofica carestia, la più letale nella storia d'Europa, che causò, tra il 1931 e 1933, oltre 5 milioni di vittime, in gran parte nella Repubblica socialista sovietica di Ucraina, una delle più popolose dell'URSS. Un vero e proprio «sterminio per fame» (in ucraino, «Holodomor»), frutto della criminale operazione architettata dal governo di Mosca e attuata con particolare ferocia nel «granaio d'Europa»: la proprietà collettiva era infatti uno dei pilastri del marxismo-leninismo professato dal Partito comunista sovietico e la campagna doveva fornire ogni possibile risorsa alla crescita delle città e dell'apparato industriale e militare del Paese. Dell'erronea valutazione del limite invalicabile oltre il quale il contributo delle campagne si sarebbe capovolto in un'immane strage di vite umane, Anne Applebaum incolpa l'arbitro assoluto di ogni decisione, Stalin, sordo alle suppliche dei dirigenti comunisti ucraini e ai circostanziati rapporti della polizia segreta che lo informavano della situazione sempre più critica della popolazione. E spiega l'accanimento contro il popolo ucraino e la rancorosa rivalsa nei confronti di coloro che, durante la guerra civile degli anni 1918-1920, avevano avanzato pretese d'indipendenza proclamando l'effimera Repubblica nazionale ucraina, fautrice di una rinascita culturale e linguistica autoctona, tornata minacciosamente in auge nei primi anni Trenta in quella terra da sempre contesa. Di questa tragedia, occultata per decenni in Unione Sovietica e sepolta altrove sotto una cortina di silenzio, Anne Applebaum offre una ricostruzione vivida e impressionante, rigorosamente basata su documenti governativi desecretati e testimonianze inedite dei sopravvissuti. Una crudele verità storica in cui sono visibili sottotraccia le radici dell'odierno conflitto armato che oppone l'Ucraina, in cerca della propria identità di nazione, e la Russia; e dietro cui trapelano, nell'atteggiamento dei «nuovi zar» del Cremlino di allora e di oggi, gli inquietanti sintomi di una comune volontà genocidaria.
32,00

La terra sta piangendo. La grande epopea delle guerre indiane per la frontiera americana

La terra sta piangendo. La grande epopea delle guerre indiane per la frontiera americana

Peter Cozzens

Libro: Copertina rigida

editore: Mondadori

anno edizione: 2018

pagine: 625

All'alba del 29 novembre 1864 le truppe al comando del colonnello John Chivington attaccarono di sorpresa il pacifico villaggio di Pentola Nera, trucidarono e mutilarono duecento Cheyenne, due terzi dei quali erano donne e bambini. Il massacro di Sand Creek fu il primo degli scontri che incendiarono le Grandi Pianure per circa un trentennio, portando all'esodo forzato degli indiani all'interno delle riserve. Non fu un genocidio, ma una spirale di violenza volta a cancellare una società guerriera e intimamente mistica che mal si conciliava con una nazione in ascesa. Il progresso americano era fatto di ferrovie da costruire, oro da trovare, immense distese da convertire in terreni agricoli. La danza del sole fu soppiantata dal cristianesimo, la caccia al bisonte dall'allevamento dei bovini, il nomadismo dalla stanzialità. Questa, però, è una visione parziale della conquista dell'Ovest americano. Secondo Peter Cozzens, studioso di storia militare ed esperto di guerre indiane, occorre invece andare più in profondità e far affiorare le ambiguità di tutti i protagonisti, per evitare di cedere all'emozione compassionevole tipica delle narrazioni degli ultimi cinquant'anni sulla resa di capi tribù quali Cochise, Cavallo Pazzo, Nuvola Rossa, Gambe di Legno e Toro Seduto. I pellerossa erano una costellazione di clan, spesso in lotta fra loro, non di rado scesi a patti con il "Grande Padre" di Washington per procurarsi sostegno contro i nemici. Le istituzioni furono tutt'altro che monocordi ma, anzi, vacillanti, indecise, deboli e incapaci di tenere a bada i delegati del governo federale sul territorio. L'esercito - mal equipaggiato, scremato dalla guerra civile, corrotto, incline all'alcol e alla diserzione - era composto di uomini arruolatisi per le ragioni più disparate, ognuno con la proprie ambizioni e debolezze. Così l'efferatezza di George Armstrong Custer, il pugno di ferro di William Sherman e la presunzione di Philip Sheridan si mescolarono alla fame di gloria di molte Giacche Blu, ma anche al turbamento di ufficiali come George Crook e Henry Carrington di fronte agli abusi brutali. Le vittorie indiane nel "massacro Fetterman" e al Little Bighorn, e i successi dei bianchi a Sand Creek e Wounded Knee, diventano quindi tasselli sanguinosi di una scena multiforme, in grado di sfumare i confini tra oppressori e vittime, colpevoli e innocenti. Basato in larga parte su fonti ancora inesplorate, "La terra sta piangendo" offre non una, ma tante storie della lunga conquista dell'Ovest, per farci comprendere quanto il dibattito su una delle pagine più violente e complesse della storia americana sia ancora ben lontano da una conclusione.
32,00

Storia di dodici manoscritti

Storia di dodici manoscritti

Christopher De Hamel

Libro: Copertina rigida

editore: Mondadori

anno edizione: 2017

pagine: 658

Non succede spesso di aprire un libro e di iniziare uno straordinario viaggio nel tempo e nello spazio. Di imbattersi, pagina dopo pagina, in vicende di cui serbiamo una sbiadita memoria o di cui si conservano solo labili tracce. Di incontrare potenti sovrani e monaci avventurosi, studenti goliardi e devote principesse. Di passare dalle nebbie cupe d'Irlanda all'inebriante tepore della Spagna moresca, dal mistico silenzio delle colline toscane al vociare sboccato delle taverne tedesche. Ebbene, "Storia di dodici manoscritti" di Christopher de Hamel, uno dei massimi esperti mondiali di codici miniati, ci accompagna in questo viaggio sfogliando e analizzando alcuni tra i più affascinanti e preziosi manoscritti medievali. Dal Vangelo di Sant'Agostino, testimonianza dell'arrivo del cristianesimo in Inghilterra alla fine del VI secolo, al Codice Amiatino, la più antica bibbia a noi pervenuta; dal Libro di Kells, simbolo iconico della cultura irlandese, al Libro d'Ore di Giovanna di Navarra, che solleticò la bulimia predatoria di Hermann Göring. Ma anche i "Carmina Burana", noti soprattutto per la trasposizione musicale che ne fece il compositore tedesco Carl Orff, o gli "Aratea" di Leida, straordinario trattato di astronomia in versi e simbolo della rinascita carolingia della prima metà del IX secolo, o il "Semideus" Visconti, manoscritto umanista dedicato all'arte della guerra saccheggiato dai francesi nel 1499 dopo la conquista di Milano. E altri ancora. Sfogliare un manoscritto medievale, spiega de Hamel, vuol dire in primo luogo ammirarne le illustrazioni, annusarne l'odore, toccare con mano tutta la sua magnificenza e fragilità. Ma osservarne le abrasioni, i rammendi, le sfumature di colore, le legature, i pigmenti, così come i danni prodotti dal tempo, dall'umidità, dai topi, dall'incuria e dall'ignoranza degli umani, vuol dire anche ricostruirne le secolari vicende, i vagabondaggi, i passaggi di mano. Vuol dire risalire lungo la catena dei proprietari che lo hanno acquistato, rubato, custodito, ammirato, dimenticato, venduto. Ritornare alla temperie culturale e spirituale nella quale ha visto la luce. Dare un nome allo scriba che lo ha copiato o al miniaturista che lo ha illustrato. Rintracciare il monastero che lo ha prodotto, gli scaffali delle biblioteche sui quali si è coperto di polvere o gli itinerari che ha dovuto seguire per arrivare a volte ai limiti estremi del mondo conosciuto. Perché intorno a ogni manoscritto si intrecciano infinite storie - di abati ambiziosi e di collezionisti, di malfattori e di avventurieri, di artisti e di dittatori - e perché ogni manoscritto ha una propria storia da raccontare.
38,00

Cleopatra. Una vita

Cleopatra. Una vita

Stacy Schiff

Libro: Copertina rigida

editore: Mondadori

anno edizione: 2011

pagine: 328

Quando nel 51 a.C., all'età di diciotto anni, Cleopatra ereditò insieme al fratello-marito Tolomeo XIII il trono dei faraoni, l'Egitto era un paese ricco e florido, e quindi candidato a diventare una delle vittime designate dell'inarrestabile furia conquistatrice di Roma. In un ventennio di regno, invece, la celebre regina egizia riuscì a estendere il suo dominio su quasi tutta la costa orientale del Mediterraneo e a trasformare l'impero tolemaico in un temibile avversario - o in un alleato decisivo- per le opposte fazioni che, nell'Urbe, alimentavano sanguinosi guerre civili. La storiografia, però, fatica a riconoscere a una donna le qualità dei migliori strateghi. Per riscattare la fama di una delle regine più bistrattate dalla storia, la storica Stacy Schiff si propone di ricostruirne la vera identità, ristabilendo i pochi dati certi e, soprattutto, facendo giustizia degli stereotipi di una letteratura e di un'iconografia millenaria che ne hanno dissimulato le virtù per enfatizzarne la vocazione di amante insaziabile e di sovrana ambiziosa e senza scrupoli. Ne emerge il ritratto di una donna incredibilmente colta per la sua epoca, perspicace e carismatica, benché talvolta spietata, capace di destreggiarsi abilmente tanto sul campo di battaglia quanto al tavolo delle trattative.
20,00

Eva Braun. Vivere con Hitler

Eva Braun. Vivere con Hitler

Heike B. Görtemaker

Libro: Copertina rigida

editore: Mondadori

anno edizione: 2011

pagine: 299

Per la propaganda nazista Adolf Hitler aveva un'unica compagna: la Germania. In realtà il Führer aveva un'amante la cui esistenza fu tenuta segreta fino all'ultima ora del Terzo Reich. Chi era la donna che Hitler sposò poco prima della fine? Che influenza aveva sulle scelte del dittatore? Cosa significava vivere con uno dei più grandi criminali della storia? E che cosa sapeva Eva Braun dei crimini perpetrati dal suo uomo? Heike Goertemaker risponde a queste e ad altre scottanti questioni ricostruendo la storia della donna che da una casa piccolo borghese entrò nell'entourage del leader nazista, finì per sposarlo nel bunker di Berlino e si suicidò insieme a lui il 30 aprile 1945. Questa avvincente biografia delinea il ritratto sorprendente di una figura storica fino a oggi ritenuta solo una giovane ingenua e superficiale, e insieme getta uno sguardo inquietante e nuovo sulla vita privata del Führer e sulla stretta cerchia degli intimi del dittatore.
21,00

L'impero di Hitler. Come i nazisti governavano l'Europa occupata

L'impero di Hitler. Come i nazisti governavano l'Europa occupata

Mark Mazower

Libro: Copertina rigida

editore: Mondadori

anno edizione: 2010

pagine: 731

L'impero di Hitler è stato il più ambizioso e brutale tentativo di rivoluzionare l'assetto economico, politico e istituzionale europeo (e, in prospettiva, globale) mai compiuto nella storia. Liberismo e democrazia parlamentare, mercato e diplomazia, diritto ed etica pubblica - i cardini su cui poggiava la faticosa opera di ricostruzione dei paesi occidentali dopo la prima guerra mondiale - furono travolti dalle armate del Fuhrer in nome di un nuovo ordine razziale destinato a durare per secoli, e che avrebbe fatto del Terzo Reich un sistema di potere basato sullo sradicamento, sul reinsediamento e sull'annientamento di milioni di persone. Mark Mazower propone un'originale rilettura del disegno di conquista elaborato da Hitler, interpretandolo come una nuova forma di colonialismo, che si distingue da quelle tradizionali perché, per la prima volta, una potenza in ascesa progettava di governare l'intera Europa. L'autore si sofferma in particolare su quello che accadde quando queste idee si scontrarono con la realtà. Dopo i primi, travolgenti successi militari, infatti, il sogno hitleriano mostrò tutta la sua debolezza: il Nuovo ordine crollò in seguito al collasso delle forze armate, e ciò che rimase fu un continente corrotto dal collaborazionismo e in lutto per le vittime della guerra totale e del genocidio. Una tragedia che ha segnato per decenni il destino dell'Europa e ha cambiato per sempre la sua posizione sulla scena mondiale.
32,00

La tragedia di Napoleone in Russia. 1807-1814: la fine del sogno imperiale

La tragedia di Napoleone in Russia. 1807-1814: la fine del sogno imperiale

Dominic Lieven

Libro: Copertina rigida

editore: Mondadori

anno edizione: 2010

pagine: 658

Quando nel giugno 1812 Napoleone Bonaparte invade la Russia è convinto di dover affrontare truppe male armate e poco addestrate, guidate da un sovrano irresoluto, lo zar Alessandro I. Incontra invece una resistenza accanita, che lo costringe a una disastrosa ritirata, trasformando quella che doveva essere una marcia trionfale nella disfatta della Grande Armée. Dalla storia nota inizia il magistrale lavoro di Dominic Lieven sulla Russia contro Napoleone, che rende giustizia alle doti militari e alla lungimiranza strategica del sovrano russo e dei suoi generali, nonché all'eroismo e al valore dei suoi soldati e cavalleggeri. E illumina, specie sul versante russo, ogni elemento economico, militare, logistico, diplomatico, spionistico - in un racconto rigoroso e al tempo stesso avvincente, che accompagna lo zar di tutte le Russie e i suoi eserciti anche nella controffensiva attraverso l'Europa, fino all'entrata in Parigi. In un libro memorabile, gli aspetti e i retroscena meno noti - ma decisivi - di una storia famosa.
30,00

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