Mondadori: Orizzonti
Un meraviglioso accidente. La nascita della vita
Marco Santagata, Vincenzo Manca
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2018
pagine: 135
Come è nata la vita sulla Terra? Come si sono formati gli organismi viventi a partire da materia inerte? Qual è il segreto del meccanismo riproduttivo che assicura una sostanziale identità tra gli individui della stessa linea generativa? E, infine, dove si colloca la specie umana in questo strabiliante anche se sempre meno misterioso processo? Per rispondere nel modo più semplice a domande così complicate un matematico-informatico, Vincenzo Manca, e un letterato-scrittore, Marco Santagata, hanno scelto di raccontare la nascita e l'evoluzione della vita sul nostro pianeta, a partire dal Big Bang, come la sceneggiatura di un film, descrivendo con la giusta tensione narrativa ambienti, personaggi, azioni, sequenza cronologica e i passaggi indispensabili per seguirne la trama. Così, pagina dopo pagina, incontriamo tutti i principali protagonisti - atomi, molecole, monomeri, polimeri, membrane, cellule, cromosomi, organismi e specie - e le svolte epocali di quella grandiosa e meravigliosa avventura iniziata 3 miliardi e 800 milioni di anni fa con la comparsa della protocellula LUCA, un aggregato di molecole in grado di generare copie di sé capaci di generarne altre, dalla quale provengono tutti gli esseri viventi. Rinunciando volutamente a formule chimiche ed equazioni matematiche, essenziali nell'elaborazione e comunicazione scientifica ma spesso barriere insormontabili per i non specialisti, gli autori sono riusciti - anche grazie agli illuminanti disegni di Guido Scarabottolo che corredano l'esposizione - nell'ardua impresa di illustrare in modo chiaro e senza mai scadere nella banalizzazione processi biochimici complessi come la replicazione, la generazione, la memorizzazione e la riproduzione, che sono i fili con cui l'«accidente» e la «regola» hanno tessuto l'ordito della nostra storia e identità biologica. Un lunghissimo cammino che, nonostante gli enormi progressi compiuti nella conoscenza delle sue leggi e della sua dinamica, lascia ancora aperti molti interrogativi cruciali. Frutto dell'incontro culturale tra due mondi e del contagio creativo di schemi mentali e linguaggi diversi, "Un meraviglioso accidente" premia l'ambizioso sforzo degli autori di voler trasmettere, con una narrazione piana, le idee di base sulla vita in forma non «scientificamente confezionata».
Sul morire. Lezioni di filosofia sulla vita e la sua fine
Shelly Kagan
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2019
pagine: 420
Riflettere sulla morte. La maggior parte di noi si sforza di non farlo: la morte è un argomento sgradevole, spaventoso, che cerchiamo di bandire dalla nostra mente e dalle nostre conversazioni. Affidandoci a credenze e argomentazioni rassicuranti, ci convinciamo che la morte non è la fine di ogni cosa, che non siamo soltanto semplici corpi destinati a dissolversi nel nulla, oppure che l'anima esiste ed è immortale, che la vita è un dono così prezioso che il suicidio non può mai essere una decisione razionale e sensata. Soprattutto, che la morte rimane un mistero, profondo e insondabile. Secondo Shelly Kagan, professore di filosofia alla Yale University, tali credenze, sottoposte al vaglio della logica, si rivelano per quello che sono realmente: illusioni che abbiamo costruito per arginare le nostre paure più irrazionali. Infatti, sostiene Kagan, nonostante quanto affermino alcune grandi tradizioni filosofiche e religiose, noi esseri umani siamo soltanto macchine. Macchine stupefacenti, certo, capaci di amare, sognare, creare, progettare. Ma comunque macchine. E quando la macchina si rompe, tutto finisce. La nostra vita finisce. Ineluttabilmente. E dopo non c'è più nulla. Nessun mistero da svelare, nessuna luce bianca da raggiungere. Per quanto riguarda il morire, dunque, sembra non ci sia altro da dire. Ma se «il significato della vita sta nel fatto che finisce», come scriveva Kafka, se è vero che «si va in scena» una volta sola e che non è prevista una seconda chance, allora la morte diventa un momento eticamente cruciale, che decide della nostra intera esistenza e ci pone di fronte a domande impossibili da eludere: come dobbiamo vivere? Dobbiamo essere responsabili della nostra vita? Abbiamo il dovere di non sprecarla? Che cosa conta davvero? E come si devono affrontare questioni essenziali quali il fine vita, l'eutanasia, la moralità del suicidio? Basato sulle lezioni tenute per diversi anni alla Yale University e diventate in seguito parte del progetto «Open Yale Courses», "Sul morire" si presenta come un raffinato esercizio intellettuale, stimolante e al tempo stesso provocatorio, divertente e tuttavia profondo. Dalla dottrina dell'anima di Platone al dualismo cartesiano, dalle riflessioni sul male della morte di Thomas Nagel agli esperimenti mentali di Robert Nozick, Kagan ripercorre il «catalogo» delle idee sulla morte e, attraverso un ininterrotto e coinvolgente sfoggio di arte maieutica, ci aiuta a liberarci di luoghi comuni e pregiudizi, accompagnandoci alla scoperta di un nuovo senso delle cose. «Possiamo essere tristi perché moriremo, ma questo sentimento dovrebbe essere compensato dalla consapevolezza di quanto siamo stati fortunati per avere avuto l'opportunità di vivere.»
La battaglia contro l'Alzheimer. Il lungo viaggio alla ricerca della memoria
Joseph Jebelli
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2018
pagine: 310
A Tubinga, il 3 novembre 1906, il medico poco più che quarantenne Alois Alzheimer presentò di fronte alla comunità degli psichiatri tedeschi il caso di Auguste Deter, una paziente che aveva sofferto di demenza ma il cui quadro clinico «non si poteva inserire in nessuna delle malattie conosciute». Osservando al microscopio il tessuto cerebrale della donna, Alzheimer aveva notato che negli spazi fra le cellule nervose si annidava una sostanza scura e ignota, mentre i residui delle cellule già morte traboccavano di una materia diversa, più filamentosa. Si trattava di una rivelazione senza precedenti: i disturbi mentali avevano un'origine biologica. A più di un secolo da quella scoperta, però, molti aspetti che regolano il funzionamento cerebrale continuano a essere un enigma, e i ricercatori non hanno mai smesso di studiare quelle macchie nere che possono nascondersi nel cervello. La comparsa di placche e grovigli, infatti, si accompagna al naturale processo di invecchiamento: com'è possibile, quindi, che un fenomeno fisiologico possa innescare lo sviluppo di una qualche forma di demenza e, più nello specifico, del morbo di Alzheimer? Joseph Jebelli, che dedica la sua carriera di giovane scienziato allo studio delle malattie neurodegenerative, prova a rispondere a questa domanda mettendo in ordine il passato, il presente e il futuro della ricerca sull'Alzheimer. Le numerose interviste da lui condotte gettano luce sulle ipotesi, i fallimenti, gli esperimenti e i traguardi raggiunti da biologi, genetisti, psichiatri, biochimici e neurologi di tutto il mondo in una chiara e decisamente fruibile ricostruzione della lunga lotta contro una patologia aggressiva e sempre più diffusa. Quasi tutti possono dire, infatti, di conoscere qualcuno che ne è stato colpito e questo l'autore lo sa bene: da bambino ha dovuto assistere alla lenta discesa di suo nonno verso l'abisso della demenza, in cui si sono persi anche i ricordi e i vissuti degli autentici protagonisti del libro, i pazienti. Sono le loro testimonianze, intime e personali, a raccontare da vicino e da un punto di vista umano una malattia sfuggente e senza ritorno, che trascina con sé anche i familiari e le persone care. La battaglia contro l'Alzheimer è un viaggio emotivo e coinvolgente alla ricerca della memoria, dei suoi meccanismi e dei suoi significati, un viaggio animato dalla speranza che la dote più preziosa di cui disponiamo non rimanga così impenetrabile ancora a lungo.
Dove inizia il futuro. Conversazioni su cosa ci aspetta con chi sta lavorando al nostro domani
Philip Larrey
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2018
pagine: 318
Riuscire a stare al passo con l'evoluzione delle tecnologie digitali sembra essere diventata una corsa contro il tempo. Molte idee che solo quindici anni fa sembravano fantascienza sono ormai una realtà: le macchine eseguono mansioni complesse in tempi sempre più rapidi, flotte di droni sono impiegate per le consegne a domicilio, e le automobili a guida autonoma stanno per fare il loro ingresso sul mercato. Le ricerche sull'intelligenza artificiale lavorano alla messa a punto di software in grado di sfuggire al controllo umano, e la realizzazione di una «superintelligenza» completamente autonoma non è lontana, tanto che sono in molti a essersi pronunciati sugli eventuali rischi legati all'utilizzo di dispositivi dotati di una qualche forma di consapevolezza, una delle qualità più sofisticate ed esclusive della mente umana. Da sempre interessato all'impatto della tecnologia digitale sulla società e sulla vita di tutti noi, Philip Larrey, docente di filosofia presso la Pontificia Università Lateranense, ha avuto la possibilità di conversare con alcuni dei protagonisti della «quarta rivoluzione industriale» per approfondire il ricco e controverso dibattito sull'era digitale. Big data, privacy, sicurezza, etica e lavoro sono solo alcune delle questioni affrontate dai quindici intervistati, tra cui figurano Eric Schmidt, amministratore delegato di Alphabet, Carlo D'Asaro Biondo, presidente delle relazioni di Google per l'Europa, il Medio Oriente e l'Africa, e Maurice Lévy, direttore di Publicis Groupe. I filosofi, ingegneri, giornalisti, pubblicitari e piloti presenti in questo libro offrono considerazioni complesse e articolate, provocatorie, a tratti inconciliabili, ottimistiche o sfiduciate sulla tecnologia digitale e i suoi utilizzi. Il filo rosso che unisce i singoli interventi sembra però suggerirci che la direzione verso cui scegliamo di procedere dipende esclusivamente dalla nostra volontà. Più che offrirci delle risposte, dunque, “Dove inizia il futuro” ci consegna gli strumenti per porre le giuste domande a un mondo in costante cambiamento e riuscire a comprendere l'epoca in cui viviamo.