Mondadori: Strade blu. Fiction
Simón
Miqui Otero
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 468
Questo libro è una vita intera. La vita di Simón. Che apre gli occhi nel bar scalcagnato di famiglia, in mezzo ad adulti che non si parlano. Il bar non sarebbe esattamente il posto migliore per un ragazzino, ma la domenica la vita di Simón si trasforma in pura magia. Perché ogni domenica Rico, il cugino più grande che lo ha preso sotto la sua ala, gli porta dal mercatino del quartiere un romanzo d'avventura. Ma un giorno Rico scompare e Simón, che sogna di lasciarsi alle spalle il bar dei genitori e di entrare nel mondo dei personaggi dei libri di Dumas, deve affrontare la realtà e crescere sul serio. Si mette così alla ricerca del cugino, scopre cosa sia l'amicizia al fianco di Estela, incontra l'amore e si fa assumere come cuoco in cucine di lusso. E vive mille avventure malinconiche e straordinarie in giro per il mondo tra yacht e tavoli da biliardo. Scoprendo molte cose: che gli eroi non esistono, che la fortuna ha le sue ragioni, che le donne non cercano di essere salvate. E un giorno Simón ritorna. Forse ora è pronto a ricominciare da zero, questa volta per sempre... con il romanzo della sua vita. Il suo, finalmente. Al ritmo di una Barcellona in continua trasformazione, dalla vigilia delle Olimpiadi estive del 1992 alla primavera del 2018, passando per gli attentati sulle Ramblas, Miqui Otero ci racconta un'intera generazione attraverso questo personaggio candido, carismatico e affettuoso, che è allo stesso tempo un Piccolo Principe e un moderno giovane Chisciotte. Con questo tenero romanzo familiare che abbraccia diversi decenni, Miqui Otero ha creato uno straordinario monumento non solo al suo eroe Simón e al potere della letteratura, ma anche alla sua città natale, Barcellona.
Il cameriere
Matias Faldbakken
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 216
Siamo in un ristorante di lusso di Oslo, The Hills, dove il protagonista (un nevrotico con "una faccia da poker") svolge il suo lavoro di cameriere. Di lui sappiamo solo che ha un'aria nervosa, dei baffi ispidi e che non gli piacciono le sorprese o i cambiamenti. È un uomo di rigide routine che presta il suo servizio in modo poco appariscente. Ma questo non gli impedisce di osservare e descrivere con attenzione tutto quello che avviene nella sala del ristorante: il comportamento dei clienti abituali, dei suoi colleghi, il volto di Maître… Il ristorante è un baluardo della tradizione dove i clienti hanno a disposizione dei giornali da leggere, e dove gli odiati cellulari e social network sono visti con disprezzo come forme di "disgustosa contemporaneità". Poi, un giorno, fa la sua comparsa una giovane donna bella e dall'aspetto curato, che sconvolge il delicato equilibrio del ristorante e tutto ciò che è arrivato a rappresentare, gettando i primi semi del caos in questo universo fin troppo ordinato. Il cameriere si ritrova improvvisamente a commettere piccoli errori, a macchiarsi di piccole disattenzioni. L'intera facciata comincia a sgretolarsi e le certezze si dissolvono: a poco a poco si crea un'atmosfera oscuramente minacciosa di accenni e vaghi sospetti. L'impressione sempre più forte è che stia per succedere qualcosa: una profanazione, un incidente, forse un'aggressione, uno scoppio di violenza. Il microcosmo del ristorante fatto di tradizione e stabilità è una potente metafora di una società ammuffita, di un universo elitario che si aggrappa a vecchi valori in decomposizione. "Il cameriere" è un romanzo insolitamente felpato, sommesso e dai toni molto puliti, scritto da un autore notoriamente provocatorio come Faldbakken, che dipinge in modo enigmatico e irresistibile il tramonto di una società e i primi inquietanti bagliori di quello che verrà dopo di essa.
Racconti di due Americhe. Storie di disuguaglianza in una nazione divisa
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 444
L'America è spezzata. Non c'è bisogno di statistiche per capirlo: basta visitare una qualunque città, qualunque angolo degli Stati Uniti, dagli Appalachi alla California, fino al Texas. Il divario tra i più ricchi e i più poveri è diventato una voragine un tempo inimmaginabile. A mettere in pericolo il sogno americano sono la spaventosa disuguaglianza, l'ingiustizia sistematica, il radicamento del razzismo, le politiche immigratorie, le tendopoli a due passi da zone commerciali con negozi che sono sempre meno a portata di tutte le tasche, le masse di senzatetto che si trascinano per le vie delle città, le discriminazioni sessuali, la famelicità con cui la finanza depreda i più poveri con prestiti che rasentano lo strozzinaggio. E l'elenco potrebbe durare ancora a lungo. A narrare le mille sofferenze di questa nazione profondamente divisa ci hanno pensato trentasei tra i più importanti scrittori americani contemporanei grazie alla forza delle loro storie, dei loro saggi e delle loro poesie, che finiscono per comporre un affresco al tempo stesso veemente e ricco di sfumature. Racconti di due Americhe è stato curato da John Freeman, uno dei fondatori della rivista letteraria "Freeman's" e lui stesso prolifico saggista. Nella sua appassionata introduzione al libro, Freeman osserva come basti camminare per una città americana con gli occhi spalancati per espandere radicalmente la nostra capacità di empatia e di solidarietà, per non parlare della nostra determinazione a lavorare per qualcosa di meglio. Le città, dice Freeman, sono diventate "capitali del lusso e dell'imprenditorialità creativa anche se, per mandare avanti le macchine dei sogni, hanno comunque bisogno di manodopera e servizi", luoghi in cui si concentra la disuguaglianza della nazione, tanto onnipresente quanto sempre ignorata. "Negli Stati Uniti, certi sistemi di oppressione si stanno radicando a tal punto che chi vuole scrivere di queste disuguaglianze ha bisogno di un quadro di riferimenti completamente nuovo." Commovente e profondo, Racconti di due Americhe ci offre esattamente una prospettiva di questo tipo, che unisce una molteplicità di voci in un potente grido di battaglia.
Il più crudele dei mesi. Storia di 188 vite
Gigi Riva
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 204
Fino all'inizio del 2020, Nembro era semplicemente un comune in provincia di Bergamo, simile per certi versi a tanti altri in Italia. Dopo non più, perché diventa il paese più colpito dal Covid-19. Tra le vittime, molti personaggi conosciuti, che rivestivano ruoli di primo piano nella comunità: il presidente della casa di riposo, il presidente degli artiglieri, il presidente del Motoclub che fu campione del mondo, lo storico bibliotecario, l'impiegata dell'anagrafe, l'ostetrica, un dottore, l'ex capo dei vigili urbani, il factotum del cine-teatro, due sacerdoti, l'intellettuale di riferimento, il proprietario dell'unica, leggendaria balera, il pensionato-volontario che faceva attraversare le strisce pedonali agli scolari. Gigi Riva, originario di Nembro, ricostruisce con la tecnica narrativa della letteratura del vero quelle fatali settimane, tracciando una Spoon River vividissima in cui si rincorrono le vite di molte vittime, le loro storie e la loro eredità morale, ma anche le vite e le storie di chi le ha assistite o non ha potuto nemmeno fare quello, e che poi, proprio nel loro ricordo, ha trovato il coraggio e la forza di ripartire. Il racconto di un dramma particolare che si fa presto universale, diventando la radiografia della più drammatica tra le stagioni del nuovo presente di tutti noi.
I fantasmi non esistono. Vite morti e miracoli che nessuno vede
Giuseppe Rizzo
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2021
pagine: 204
Un ragazzo rapina la sua prima banca a quattordici anni e dopo una vita in carcere ora fa il mediatore tra autori di reati e vittime. Un senzatetto attraversa le strade di Roma e in un racconto lungo un giorno e una notte mostra cosa significhi vivere per strada e sopravvivere alla fame, al caldo e al gelo. Un gruppo di medici, operatrici e pazienti di una comunità psichiatrica costruisce alternative alle aule di tribunale, ai reparti chiusi degli ospedali e all'isolamento. Un adolescente si suicida in cella, dove non doveva stare. Una madre scopre un anno dopo che il figlio è morto di covid ed è sepolto in un lembo del cimitero Maggiore di Milano, dove finiscono i corpi che nessuno reclama. "I fantasmi non esistono" è un viaggio in un'Italia poco raccontata, ignorata, criminalizzata. A partire dalle inchieste e dai reportage narrativi scritti per il settimanale "Internazionale", Giuseppe Rizzo accompagna il lettore tra detenuti ed ex detenuti, persone senza dimora, nuovi poveri. Uomini e donne che vivono per strada o in edifici occupati. Che fanno i conti con fragilità e dipendenze. Ragazze e ragazzi finiti negli istituti minorili o in comunità di recupero, dimenticati dalle istituzioni. Un gruppo di persone spinte al margine dell'invisibilità, dove la violenza e la ferocia sono delle possibilità, ma non più dell'amicizia, dell'aiuto comune, della speranza e delle lotte condotte insieme a volontari, medici, attivisti, avvocati. Passando più tempo possibile con loro, lasciando spazio alla loro voce, non concedendo nulla all'enfasi e alla retorica, Rizzo denuncia le leggi pensate per punire la povertà, l'assenza dello stato, gli alibi di chi parla di persone invisibili, di fantasmi. E trova un modo nuovo e partecipe per scrivere di un'Italia tenuta fuori dal racconto collettivo, ma che riguarda tutti.
Il massacro del Monte Rainier
Max Brooks
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2021
pagine: 336
Greenloop è una piccola comunità esclusiva eco-tech, un insediamento idilliaco isolato fra i monti, ai piedi di un imponente vulcano: il Monte Rainier. A Greenloop le case sono case intelligenti, alimentate da pannelli solari, e utilizzano i rifiuti per produrre metano, i rifornimenti sono portati da droni e furgoni elettrici senza conducente, insomma le tecnologie più avanzate sono al servizio dell'ambiente. È qui che Kate e Dan hanno trovato una nuova casa fra persone che la pensano proprio come loro, nella speranza che questo rappresenti un nuovo inizio per il loro matrimonio. Ma quando il vulcano nelle vicinanze comincia a eruttare, Greenloop si trova tagliata fuori dal resto del mondo e dalla consegna settimanale di generi alimentari. In breve la situazione nell'insediamento si fa molto preoccupante: l'inverno è alle porte e ogni notte si sentono delle urla più o meno lontane. Da qualche parte nei boschi si aggirano fameliche divinità misteriose e spietati predatori, creature simili a scimmie altamente sviluppate guidate da un feroce istinto di sopravvivenza. E ogni notte le urla si avvicinano... Quando finalmente la cenere dell'eruzione del Monte Rainier si posa e la furia distruttiva del vulcano si calma, qualcuno si rende conto che la storia del terribile massacro di Greenloop è rimasta inspiegabile e che è giunto il momento di provare a far luce su quanto è successo. I diari di Kate Holland fortunosamente salvati raccontano una storia troppo straziante - e troppo sconvolgente nelle sue implicazioni - per essere dimenticata: la storia di un piccolo gruppo di umani da soli alle prese con terribili predatori. Una storia di ferocia e morte che è un viaggio scientifico ai confini tra verità e finzione. Un horror sull'illusione umana di aver domato le forze distruttive della natura grazie alla tecnologia. Una storia terribile, per tempi terribili come i nostri.
L'arte del buon uccidere
Piersandro Pallavicini
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2021
pagine: 180
Autore di "commedie italiane" di successo, Pallavicini accende il suo allegro cinismo a maggior disdoro di quelle categorie di persone che volentieri siamo concordi nell'etichettare come intollerabili: il so-tutto-da-bar, il marcatore territoriale, l'inventore del cannone sparafoglie, la paranoide scientifico-ossessiva, l'anziano su internet, i diapositivisti delle vacanze nell'epoca del digitale, lo spara-stato-di-salute altrimenti detto il "Rigor mortis", ecc ecc. Di ciascuna tipologia si raccontano le caratteristiche e i guasti prodotti e si propongono le modalità di una soppressione radicale a fin di bene. Fra l'una e l'altra eliminazione (preparata da abbondanti prove a carico dell'infausto personaggio) ci sono le tipologie che suscitano raptus letali, e lì si arriva al "mai più" del "buon uccidere" senza troppe remore. "L'arte del buon uccidere" è una scuola efferata contro le efferatezze della noia, del fastidio, dell'ingombro. Viene da lontano, e va lontano, perché noia e fastidio fanno ridere, e la comicità, come è noto, prolunga la vita. Per "L'arte del buon uccidere", Piersandro Pallavicini si è ispirato a una serie di Antonio Amurri pubblicata da Mondadori negli anni Settanta (Come ammazzare la moglie/il marito/la suocera/se stessi, ecc) e ha subito il fascino dei "Delitti esemplari" di Max Aub (Sellerio).
Il Cane
Akiz
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2021
pagine: 192
Tutti lo chiamano il Cane e ha un talento eccezionale. Ma chi è esattamente? Il Cane è un nessuno, uno sconosciuto. Dovrebbe avere vent'anni o giù di lì e si dice sia arrivato in Germania nascosto sul pianale di un camion polacco. Dicono che abbia trascorso l'infanzia rinchiuso in una specie di grotta in Kosovo e che la sua unica connessione con il mondo esterno fosse il cibo. Insomma è un orfano sbucato dal nulla ma che ha sviluppato in modo incredibile il senso del gusto. E da questo gli deriva un dono straordinario: sa cucinare in un modo che ti spezza il cuore. Per Mo, il narratore di questa storia, il Cane è un fratello: si sono conosciuti nella miserabile bottega di kebab nella quale entrambi sgobbavano come schiavi. Ma il destino ha riservato loro qualcosa di molto diverso e in breve i due finiscono per essere assoldati in un ristorante di lusso pluristellato - El Cion - gestito da uno chef tanto sinistro, capriccioso, violento quanto leggendario, a nome Valentino. È l'inizio di una strabiliante ascesa che porterà il Cane a diventare una sorta di mito vivente sulla scena, isterica e spietata, della gastronomia internazionale fino alla surreale consacrazione da parte di Nido, un critico di fama mondiale. La storia del Cane è una storia vera che smaschera cosa si nasconde dietro le superfici luccicanti delle cucine dei ristoranti di lusso? O è una fiaba per i giorni nostri, brutale e insensata? Oppure ancora è una parabola sulla nostra modernità globalizzata, fatta di falsi miti e di glorie quantomai effimere? Ciò che Akiz ha raccontato in queste pagine è tutto questo e molto altro. È un romanzo su un personaggio enigmatico e talentuoso, rozzo e geniale, che ci ricorda moltissimo "Il profumo" di Süskind e finisce per lasciare in bocca ai lettori un sapore unico.
Il vizio della speranza
Edoardo De Angelis
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2018
pagine: 147
Fra il lago rosso di rifiuti tossici e i morti ammazzati per strada, c'è una balena che si arena e dalla sua pancia che esplode putrefatta esce un cagnolino. Sulla spiaggia, a osservare questa scena, c'è un bambino che vuole essere cantante, ballerino, cintura nera di karate. Per nonna Mena quella creatura è speciale. Assieme si fanno largo nel mondo, anche se ogni tanto serve un po' di prepotenza. È lei che lo aiuta a diventare uno dei migliori registi italiani della sua generazione. Il suo film Indivisibili ha vinto sei David di Donatello, altrettanti Nastri d'argento, otto Ciak d'oro e un Globo. Ora, in questa terra tra il fiume Volturno e la strada Domitiana, il bambino che intanto è cresciuto ha girato il nuovo film, Il vizio della speranza, la storia di Maria che prende ispirazione dalle vicende reali di molte ragazze che vivono ogni giorno un purgatorio senza fine. Nella sua sconfinata bellezza violentata, la strada statale Domitiana è la milza d'Italia. Una terra di costruttori visionari, rifugio di peccatori di ogni colore, senza legge, senza regole, senza morale, culla di donne e uomini coraggiosi che muoiono per strapparne un pezzo alla barbarie; un quadrilatero di palazzine tutte uguali e prematuramente diroccate, attraversate da strade in cui il cemento fa da padrone e trasformate in una discarica diffusa. Nascere a Castel Volturno, su questo pezzo di litorale campano a metà strada tra Gaeta e Napoli, è diverso che nascere in qualsiasi altro luogo d'Italia. Un territorio che conta venticinquemila abitanti regolari, più venticinquemila clandestini, tra aborti, superstizione cattolica, crimine organizzato bianco e nero, riti voodoo. Questo succede nelle decine di case sulla litoranea da Mondragone a Lago Patria. Edoardo De Angelis guarda e descrive questo magma potentissimo con il suo talento visionario, vivendo le storie in prima persona e utilizzando la scrittura come una cinepresa, dando vita a una straordinaria narrazione tra romanzo e reportage. Un libro che è l'atlante dei luoghi e delle vite che hanno nutrito il suo film, ma anche il racconto di formazione del suo regista attraverso il formidabile personaggio della nonna. Un repertorio di storie che rende metafisico un luogo reale, una scrittura in diretta e in soggettiva che scava nella melma alla ricerca della bellezza. E la trova.
Doromizu. Acqua torbida
Mario Vattani
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 363
Venticinquenne squattrinato con la passione per il cinema, Alex Merisi vive a Tokyo da due anni con un visto di studio. Lavoretti saltuari come fotografo a cameraman gli permettono di sbarcare il lunario, ma non colmano certo il vuoto che ha spinto un ragazzo italiano cresciuto in Inghilterra e rimasto presto orfano di madre a cercare nella terra del Sol Levante l'opportunità di costruirsi un futuro. Poi, all'improvviso, Alex riesce a mettere le mani su una grossa somma di denaro, che potrebbe cambiargli la vita. L'inaspettata ricchezza coincide con la sua prima occasione di fare l'aiuto regista in produzioni cinematografiche giapponesi, naturalmente partendo dal gradino più basso, quello dei film a luci rosse. Comincia così il viaggio iniziatico di Alex nel ventre di una Tokyo d'inizio millennio tenebrosa e tentacolare, che in breve tempo lo inghiottirà, trascinandolo nel gorgo dell'"acqua torbida", della pornografia. Un universo popolato da personaggi tanto demoniaci quanto, a tratti, infantili e giocosi: tatuatori che sono anche maestri di vita, esponenti della yakuza. E da donne immortalate spesso in situazioni estreme, figure femminili che incarnano, con le loro stridenti contraddizioni, le diverse anime di una civiltà dove il contrasto fra luce e ombra risulta talvolta accecante: ed ecco emergere quindi la malinconica arrendevolezza di Aya, il doloroso coraggio di Megumi, la granitica saggezza di Tomomi.
Il samba di Scarlatti
Alberto Riva
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2015
pagine: 353
Franco Scarlatti, ex poliziotto mezzo milanese e mezzo napoletano, vive da molti anni a Rio dove guida, con successo, un'agenzia immobiliare affacciata sulla spiaggia di Copacabana. Amante della buona cucina e della musica, in rapporti non facili con la ex moglie Carol, Scarlatti vede la sua routine messa in crisi quando, all'alba di un bollente sabato grasso, viene ritrovato un cadavere vestito da Mandrake: è il famoso giornalista Gigi Fossati... In breve l'inchiesta della polizia giunge fino a lui, e così Scarlatti decide di intraprendere un'indagine parallela. Non ci mette molto a scoprire che le cose sono diverse da come sembrano, a cominciare dalla comunità di italiani transfughi che si muovono tra l'abbagliante luce tropicale del presente e le ombre del passato. Chi ha potuto volere la morte di Gigi Fossati? Ma non solo: le domande cominciano a farsi pressanti, e inaspettate, anche nel cerchio più intimo della sua vita, che inizia a correre al ritmo di questo noir che è una commedia, una storia d'amore, e insieme un inno appassionato a Rio de Janeiro, "una città facile da amare". Struggente, ironica, lontana dalle cartoline, la Copacabana di Riva, come la Belleville di Daniel Pennac, è pronta a entrare nel cuore dei lettori, popolata dai personaggi indimenticabili che animano le pagine di questo "samba". Il primo è Franco Scarlatti, un po' eroe un po' truffatore, che dietro all'apparenza cinica, le battute taglienti e l'amore per il guadagno nasconde un cervello velocissimo e un animo quanto mai nobile.
Un romanzo criminale a Stoccolma. Made in Sweden
Anders Roslund, Stefan Thunberg
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2015
pagine: 641
Tratto da un caso di cronaca che ha segnato la Svezia negli anni Novanta, il libro è la storia del destino di una famiglia, una storia che parla dell'amore che unisce tre fratelli, del rapporto complesso che esiste tra figli e padri. Tutto ha inizio in una sera d'inverno. Una sera normale, una casa tranquilla, la cena sul fuoco e tre bambini che aspettano solo di sentire la voce della loro madre che li chiama a tavola. Il piccolo Felix guarda i cartoni animati. Vincent sta ascoltando il walkman. E Leo, il maggiore, è al telefono. Con Ivan, il padre che non vive più con loro ma che improvvisamente gli annuncia "Leo, sto tornando a casa". In pochi minuti è alla porta, pronto a vendicarsi della donna che lo ha mandato via. Ma mentre la sua violenza si sta per abbattere su di lei succede l'inatteso. Leo si scaglia contro suo padre, lo ferma, lo guarda negli occhi. La voce dell'uomo si incrina: "È il tuo turno Leo, da oggi questa famiglia è sulle tue spalle". Sono passati dieci anni e Leo ha deciso di occuparsi dei fratelli a modo suo, seguendo l'esempio del padre che gli ha insegnato che il rispetto si guadagna solo con la violenza e la sopraffazione. Per questo, quando scopre un deposito d'armi militari in campagna, Leo non ha dubbi: lui e i suoi fratelli lo svaligeranno, per compiere le più audaci e spettacolari rapine che la Svezia ricordi. Insieme, come sempre. Uniti contro il mondo intero. Ma in ogni crimine si nasconde una debolezza, una crepa...