Nutrimenti: Fuori collana
Storie e sapori di Procida. Con le ricette di Libera Iovine
Giovanni Iovine, Maria Iovine
Libro: Copertina rigida
editore: Nutrimenti
anno edizione: 2017
pagine: 120
La nostra storia, i nostri ricordi, sono sempre in qualche modo impastati con gli odori, i sapori della terra in cui abbiamo fatto le nostre prime esperienze del mondo. Tornare ai primi, ci farà automaticamente riassaporare i secondi. A rendere particolarmente sapide le storie di questo libro sono i ricordi di una famiglia procidana, quella di Maria e Giovanni Iovine, che nei loro racconti tornano a far vivere una Procida verace, quella in cui funzionava ancora la Tonnara, dove si iniziava a costruire il ponte per Vivara, o in cui partivano in tanti per pescare e ci si appellava ai santi perché tutti tornassero. Un piccolo universo fatto anche di piatti e sapori della tradizione, di un gusto legato al mare e alla terra. Con le ricette di Libera Iovine, moglie di Giovanni, e stella Michelin nel ristorante Il Melograno di Ischia.
Palazzo d'Avalos e l'ex carcere di Procida. Il complesso monumentale rinascimentale tra passato, presente e futuro
Rosalba Iodice, Alessia Fratta
Libro: Libro in brossura
editore: Nutrimenti
anno edizione: 2017
pagine: 287
Il Palazzo d'Avalos e il complesso monumentale di Terra Murata sono un importante bene culturale di Procida. Questo libro vuole valorizzarne la storia e insieme porre il grande tema del suo recupero, sottolineandone il forte senso valoriale e simbolico come 'Città rinascimentale nell'isola del Mediterraneo'. Ricostruisce storia e funzioni a cui il complesso è stato destinato nei secoli e, nello stesso tempo, illustra il Piano e il Programma di valorizzazione per il futuro. Il complesso monumentale di Palazzo d'Avalos, residenza e intervento urbano rinascimentale, poi sito reale e infine bagno di pena e carcere, con i suoi circa ventimila metri quadrati, oltre agli spazi aperti e allo storico tenimento agricolo, dovrà ospitare funzioni sostenibili rivolte alla crescita culturale, sociale ed economica dell'isola, ma innanzitutto compatibili con la più appropriata funzione di conservazione e tutela del complesso stesso, in una forma che contemperi e rielabori la sua memoria e, con essa, il suo significato. La sua intensa e luminosa storia percorsa dal finire del '500 allo splendore del '700, fino alle ombre degli ultimi due secoli, è ampiamente narrata come un intreccio indissolubile per intraprendere e tessere il possibile percorso di sviluppo contemporaneo. La sua nuova vita è un momento di rilevanza epocale, poiché è portatrice di un nuovo fondamentale passaggio nell'uso del complesso monumentale che segnerà, ancora una volta come nel passato, il destino dell'isola di Procida. La conoscenza di questo patrimonio, i significati e i valori succedutisi nelle varie epoche, sono dunque oggi anelli essenziali per la costruzione del suo futuro. Procida, isola mediterranea, è una grande risorsa per l'intera regione e parte della straordinaria bellezza dei Campi Flegrei di cui è naturale avamposto e, al contempo, uno dei preziosi gioielli del golfo di Napoli e della sua millenaria storia. Il Palazzo d'Avalos si inserisce, dunque, a pieno titolo tra gli attrattori culturali e del turismo del Sud Italia e la sua rigenerazione può alimentare, in maniera virtuosa, un turismo sostenibile per l'isola. La rinascita di questo complesso monumentale potrà essere un importante tassello per il Mezzogiorno e il Mediterraneo. Potrà aprire le porte all'ospitalità e alla permanenza di visitatori legati alla ricerca, al sistema universitario straniero, alle residenze per creativi e alla produzione culturale divenendo la nuova fabbrica per l'isola nel mondo dell'arte, della conoscenza, della ricerca e dell'alta formazione, accompagnando così le speranze e le visioni del futuro dei giovani di questa splendida terra senza snaturare la sua identità e i suoi ritmi. La valorizzazione dell'ex carcere, dunque, dovrà essere costruita intorno al riuso del Palazzo d'Avalos per attività culturali - gestite anche da istituzioni private: alta formazione nel campo ambientale e turistico, corsi e master universitari internazionali, atelier per artisti - che saranno propulsori anche per sostenere la redditività dell'investimento ricettivo come 'albergo della cultura o dimora storica' negli edifici ottocenteschi realizzati per assolvere la funzione di carcere. In un'economia basata sulla conoscenza, la capacità di attrarre e formare talenti è un fattore decisivo per competere nel Mezzogiorno d'Italia: bisogna investire sul talento dei giovani e la formazione di qualità. Il palazzo, quindi, rappresenterà il motore intelligente di quella che in Europa viene definita oggi 'l'industria culturale della creatività', in una piccola isola dalla forte identità, dai densi valori della tradizione e dai paesaggi mediterranei.
Sguardi dal Medioevo
Roberto Campanaro
Libro: Copertina morbida
editore: Nutrimenti
anno edizione: 2017
pagine: 94
Volti di donne e uomini emergono da un fondale senza tempo. Vestono abiti medievali, 'sono' donne e uomini medievali, eppure sono ritratti fin nei dettagli più minuti da una raffinata tecnica fotografica in una ricca gamma cromatica capace di cogliere ogni sfumatura del volto o delle acconciature. Il nostro occhio guarda, la nostra mente sbanda leggermente, ci prende come uno strano senso di vertigine, lungo il corto circuito che le immagini di Roberto Campanaro ci infliggono. È il frutto di un lavoro di ricerca minuzioso, durato più di due anni, rigoroso come non potrebbe essere altrimenti per chi abbia a cuore il dettaglio. Un percorso, quello compiuto da Campanaro e dalla sua macchina fotografica, lungo quella catena di momenti di memoria collettiva, insieme ricerca di una identità e voglia di riscoprirsi comunità, che sono le feste storiche in Umbria. Alcune di lunga e antica tradizione, altre più recenti, tutte in grado di alimentare via via l'amore per la ricostruzione filologica, motivando l'approfondimento storico, la ricerca iconografica per ricreare radici, un ambiente, degli abiti, delle figure. Bevagna, Narni, Perugia, Todi, Trevi: Campanaro le ha attraversate con l'evidente intento di catturare questa opera di trasposizione e metamorfosi, di sottolineare lo smarrimento dell'identità contemporanea in una coerente immagine della propria storia. Un movimento non elitario, non intellettuale, ma popolare, largo, sociale. Il frutto è questa galleria di ritratti che non si limitano a giocare sul crinale fra realtà e finzione, ma raccontano nello stesso tempo di un movimento, di una passione, di un amore per la propria storia e la propria terra.